13590441_1111109328959160_6156782485813990741_nCon Cameron dimessosi da Primo Ministro del Regno Unito, un altro politico di alto peso che chiedeva “Assad deve andarsene” ha lasciato la scena politica. Il Presidente Siriano Assad è ancora al suo posto e non ci sono segni che potrebbe lasciarlo nel futuro prossimo. Sembra che i fatti della vita reale abbiano ancora maggior peso dei luoghi comuni propagandistici sul “cambio di regime”.

Continuando i fatti ad essere ostinati, è perciò rilevabile, ancora una volta, un vento di cambiamento nella atmosfera politica.

L’esercito siriano ed i suoi alleati stanno chiudendo la sola strada rimasta per la parte orientale di Aleppo. Questo sforzo richiede una intensa guerriglia urbana (video) contro i terroristi jihadisti. Secondo un portavoce [NdT:in inglese] del Pentagono, questa parte è controllata da Al Qaeda:

È soprattutto al-Nusra che controlla Aleppo e, ovviamente, al-Nusra non rientra nel cessate il fuoco.

Tutti gli attacchi contro la parte orientale di Aleppo sono perciò completamente legittimi e non rompono il cessate il fuoco.

Nonostante ciò, ci sarà un’altra campagna mediatica di “indignazione” per condannare “l’assedio di Aleppo” che questo blocco presumibilmente creerà. Tali articoli di “indignazione” propagandistica, come questo [NdT:in inglese] nel Los Angeles Times di oggi, neanche riconosce che Aleppo occidentale, con i circa due milioni di persone che vivono là, è dalla parte del governo. Loro parlano di Aleppo ma intendono la sola parte orientale. Esagerano anche il numero di civili rimasti ad Aleppo est, quando parlano di numerose centinaia di migliaia di persone. Il giornalista del Guardian, Martin Chulov, ha viaggiato in est Aleppo per molte volte negli ultimi anni e riporta [NdT:in inglese], un anno fa, che ce ne sono molte meno:

Quelli rimasti nella Aleppo orientale, grosso modo 40.000 di una popolazione stimata a circa un milione prima della guerra,…

È dubbio che il numero di persone in est Aleppo sia aumentato da allora. C’è stato pure abbastanza tempo per i combattenti e le loro famiglie per prepararsi all’assedio. Lo ammette perfino l’articolo sul Los Angeles Times:

Anticipando l’assedio, le autorità locali hanno immagazzinato cibo per tre mesi e forniture mediche per tre-sei mesi, dice Sahloul.

Un articolo [NdT:in inglese] della Reuters lo conferma:

Le aree ribelli di Aleppo hanno immagazzinato abbastanza forniture di base per sopravvivere a mesi di assedio…

Le affermazioni su una carestia imminente in Aleppo che presto arriveranno sono perciò già state smascherate.

Il cambiamento nell’atmosfera politica è dovuto ad una convergenza dei punti di vista “occidentali” e russi su quali gruppi in Siria siano terroristici e debbano quindi essere combattuti. Questo segue ad un cambiamento nella prospettiva pubblica.

Recentemente, Amnesty International ha affermato [NdT:in inglese], con sei anni di ritardo, che molti dei gruppi di ribelli “moderati” sostenuti dagli Stati Uniti torturano e rapiscono civili e commettono regolarmente crimini di guerra. I “ribelli moderati” che hanno recentemente tentato un’altra offensiva in Latakia, si fanno apertamente pubblicità [NdT:in inglese] come jihadisti stranieri. Ahrar al Sham, che fino a poco tempo fa scriveva editoriali per i fogli “occidentali” dichiarandosi “moderato”, sta adesso minacciando [NdT:in inglese] i “moderati” sostenuti dagli Stati Uniti nel sud della Siria perché essi sono stanchi di combattere e mantengono il cessate il fuoco.

Il Presidente Francese Holland ha riconosciuto [NdT:in inglese] finalmente che Al Qaeda è un nemico importante in Siria e che deve essere combattuto:

“Noi dobbiamo coordinarci per continuare le azioni contro Daesh ma anche… intraprendere azioni efficaci contro al-Nusra” ha detto Holland indirizzando il suo appello alla Russia ed agli Stati Uniti.

Nel 2012 il governo francese aveva lodato il ruolo di Al Qaeda. L’allora Ministro degli Esteri Fabius disse [NdT:in francese] che “al-Nusra sta facendo un buon lavoro”.

Il Segretario di Stato statunitense Kerry non solo ha riconosciuto il ruolo di Al Qaeda ma sta ora etichettando come terroristici Ahrar al-Sham ed altri gruppi salafiti:

“Ci sono un paio di sottogruppi sotto i due designati — Daesh e Jabhat al-Nusra — in particolare  Jaysh al-Islam e Ahrar al-Sham, che si sono distaccati e li stanno combattendo, talvolta lottando insieme contro il regime di Assad” ha detto, riferendosi ai due gruppi di ribelli che finora gli Stati Uniti non avevano considerato terroristici.

Questa è una concessione significativa alla posizione della Russia che per mesi aveva cercato di aggiungerli alla lista terroristica dell’ONU.

È anche da notare che l’opposizione alberghiera siriana, sponsorizzata da Arabia Saudita/Stati Uniti, è di nuovo pronta a negoziare con il governo siriano. Questo gruppo aveva abbandonato i negoziati durante lo scorso tentativo. Qualcuno gli ha ordinato di rientrare in gioco.

I Russi hanno dimostrato ancora una volta il loro impegno verso la Siria. Non hanno solo sostenuto l’esercito siriano nell’assedio di Aleppo est, ma hanno anche ripreso i raid aerei con i bombardieri a lungo raggio che partono dal territorio russo. Un segnale sicuro che la Russia è pronta come non mai ad intensificare ancora il suo impegno.

La mossa maggiore sta probabilmente avvenendo in Turchia. Dopo aver pasticciato la politica estera turca, sotto una pesante pressione economica e spaventato dal recente attacco terroristico sul suolo turco, il Presidente Erdogan ha deciso di cambiare il suo corso. Ha licenziato il suo amico di lunga data Davutoglu ed ha cercato migliori relazioni con la Russia ed altri paesi. Dopo le sue scuse per l’imboscata all’aereo da combattimento russo, la Russia ha ripreso le relazioni ed ha tolto alcune sanzioni economiche imposte alla Turchia. Ma ci saranno molte più richieste da soddisfare prima che alla Turchia sia consentito di avere una buona reputazione internazionale. Alcune parole concilianti sono state dette, ma la posizione reale della Turchia riguardo la Siria deve ancora cambiare [NdT:in inglese]:

“La normalizzazione della Siria è possibile ma tutti devono fare sacrifici per questo. I nostri partner strategici e quelli della coalizione dovrebbero rimarginare le ferite sanguinanti della Siria e assumersi più responsabilità. Come Turchia, stiamo esercitando gli sforzi necessari per aprire le porte della pace e della sicurezza” ha detto Yıldırım.

Ma Yıldırım ha aggiunto che non ci saranno a breve incontri con la nazione. “L’oppressione deve prima finire. Il regime dittatoriale deve finire. Su cosa ci si potrebbe accordare con un regime che ha ucciso più di mezzo milione di suoi cittadini senza battere ciglio? Tutti sono già d’accordo su questo”, ha detto.

È ancora “Assad deve andarsene” ma si può rilevare un leggero cambio di tono. La nuova posizione di Francia e Stati Uniti su Al Qaeda e Ahrar al-Sham, entrambi corteggiati dalla Turchia, aumenta la pressione su Ankara per smuoverla dalla sua rigida posizione. Altrimenti Erdogan può ritrovarsi, come Cameron, a dovers andarsene prima che il Dottor Assad perfino pensi a lasciare la propria posizione.

Tutti gli argomenti sopra esposti sembrano in sé stessi piccoli cambiamenti di posizione, ma sommati insieme rappresentano un cambiamento significativo nell’atmosfera politica della Siria.

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Articolo di Bernhard apparso su Moon of Alabama il 12 Luglio 2016
Traduzione in Italiano di Fabio_San per SakerItalia.it

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