Erdogan loses the battle, but the war is far from over

Dopo 6 ore di estenuanti negoziati, inclusi negoziati diretti tra Putin ed Erdogan, le due parti hanno finalmente concordato quanto segue [in inglese]:

  1. Un cessate il fuoco che inizierà a mezzanotte.
  2. Russia e Turchia pattuglieranno congiuntamente l’autostrada M4 (l’M5 ora appartiene a Damasco). Una zona cuscinetto di 6 km dovrà essere creata e applicata su ciascun lato della M4 entro il 15 marzo (si veda la mappa sopra)
  3. Entrambe le parti hanno ribadito il loro impegno per la sovranità e l’integrità territoriale della Siria.
  4. Entrambe le parti hanno ribadito il loro impegno a creare le condizioni per un ritorno dei rifugiati.
  5. Entrambe le parti hanno ribadito che questo conflitto non ha soluzione militare.

Inoltre, ci sono state un sacco di cose che non sono state dette, ma comprese da tutti:

  1. Le recenti conquiste militari dell’esercito siriano non saranno messe in dubbio e contrastate. La nuova linea di contatto è diventata ufficiale.
  2. Russia e Siria continueranno a combattere tutte le organizzazioni che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dichiarato “terroriste” (Fronte al-Nusra, Al-Qaida e tutti i loro affiliati indipendentemente da come si chiamano).
  3. Mosca rimane impegnata come sempre nella protezione del legittimo governo siriano.

Da quanto sopra possiamo anche dedurre quanto segue:

  1. La Blitzkrieg di Erdogan è fallita. Inizialmente, i droni turchi hanno inflitto gravi danni alle forze siriane, ma queste ultime si sono adattate molto rapidamente, il che ha portato a quello che i russi hanno chiamato scherzosamente “dronopad” che può essere approssimativamente tradotto come “pioggia di droni”.
  2. I turchi sono rimasti chiaramente scioccati dalla decisione russa di bombardare un battaglione turco. Ciò che apparentemente è accaduto è questo: due Su-22 siriani (un vecchio aereo sovietico) hanno bombardato il convoglio per costringerlo a fermarsi, quindi un paio di Su-34 russi (il più moderno caccia-bombardiere/aereo da attacco supersonico  ognitempo russo a medio raggio) hanno sganciato ordigni pesanti sul convoglio e sugli edifici circostanti uccidendo decine di membri delle forze speciali turche). Entrambe le parti hanno deciso di “incolpare” i siriani, che non possiedono i Su-34, e tutti lo sanno.
  3. Erdogan ha capito che doveva raddoppiare o dichiarare vittoria e andarsene. Ha saggiamente scelto quest’ultima, almeno come misura temporanea.
  4. Né la NATO né l’UE hanno mostrato alcun segno di voler unirsi alla guerra turca contro la Siria (perché è quello di cui ci stiamo occupando qui), e nemmeno gli Stati Uniti. Dal momento che non posso definire tale decisione “saggia” (non vi è alcuna saggezza di alcun tipo nei regimi occidentali), la chiamerò semplicemente “prudente” poiché la Russia non stava per consentire alla Turchia di invadere la Siria.
  5. L’Iran, Hezbollah e la Libia hanno dichiarato la loro volontà di combattere i turchi per tutto il tempo necessario e ovunque sia necessario.

Nonostante questi sviluppi, è abbastanza chiaro che la politica interna turca continuerà a costringere Erdogan ad impegnarsi in quelle che vengono educatamente chiamate politiche “neo-ottomane”, ovvero i dolori fantasma per un impero perduto. La soluzione ovvia per la Russia è quella di armare ulteriormente i siriani, in particolare con versioni modernizzate dei SAM Pantsir che si sono dimostrate molto efficaci contro droni, missili MLRS e persino mortai.

Il principale problema siriano è la mancanza di numeri. Finché non saranno equipaggiate, addestrate, schierate e impegnate più forze, i russi dovranno fornire alla Siria capacità di difesa aerea molto più forti. I siriani hanno fatto miracoli con equipaggiamento sovietico vecchio, francamente obsoleto (che, considerando la sua età e la mancanza di una corretta manutenzione, si è comportato in modo superbo), ma ora hanno bisogno di equipaggiamento russo molto migliore per difendersi non solo dalla Turchia, ma anche contro l’Asse della Bontà (USA+Israele+Arabia Saudita).

Inoltre, ritengo che la task force russa a Khmeimim e Tartus sia troppo grande e non ben bilanciata. Khmeimin ha bisogno di molti altri Su-25SM3 e di alcuni altri Su-35S/Su-30SM per proteggerli. La base navale di Tartus manca di capacità antisommergibile, così come gran parte della task force navale russa nel Mediterraneo orientale. E mentre la Marina russa ha un certo numero di navi con missili da crociera “Kalibr” a bordo, i suoi numeri sono, di nuovo, inadeguati, il che significa che le forze aerospaziali russe devono schierare il maggior numero possibile di aeromobili compatibili con i Kalibr nella Russia meridionale. Sia Tartus che Khmeimim sono abbastanza vicine alla provincia di Idlib (che è anche da dove i “terroristi buoni” hanno cercato di colpire le forze russe e che ora, grazie alla riuscita offensiva siriana, non possono più farlo!). Questo mi suggerisce che la Russia dovrebbe dichiarare una più ampia zona di controllo aereo esclusivo su entrambe queste posizioni e rafforzare il numero di missili e lanciatori che le difese aeree russe dovranno proteggere.

Infine, penso che Erdogan sia sopravvissuto alla sua utilità per la Russia (e per la Turchia, del resto!). È chiaramente una mina vagante di cui, secondo alcune indiscrezioni, anche l’opinione pubblica turca si sta stufando. La Russia non dovrebbe trascurare quell’opinione pubblica. Poi ci sono i libici, il “Maresciallo di Campo” Khalifa Belqasim Haftar, le cui forze sembrano aver avuto un enorme successo contro le forze turche in Libia. I russi sostengono tranquillamente Haftar che, pur non essendo esattamente un alleato ideale per la Russia, può rivelarsi utile. Quello che i russi dovranno fare dopo è spiegare due cose a Erdogan e ai suoi ministri:

a. Se attacchi di nuovo in Siria, verrai sconfitto, forse peggio della prima volta

b. Se fai casino con i nostri interessi geostrategici, faremo casino con i tuoi

L’unica parte che i russi non dovrebbero mai armare sono i curdi, che sono ancora più inaffidabili di Erdogan e che sono fondamentalmente una risorsa israeliana per destabilizzare Turchia, Iraq, Siria e Iran. La Russia dovrebbe, tuttavia, parlare con i curdi (tutte le fazioni) e convincerli ad accettare una grande autonomia culturale all’interno di Siria, Iraq e Iran. La Turchia potrebbe essere aggiunta a questo elenco, ma solo una volta che un governo affidabile salirà al potere ad Ankara. In nessun caso la Russia dovrebbe armare i curdi.

In questo momento, il miglior alleato russo nella regione è la Siria. Questo è il paese che la Russia deve mettere in sicurezza creando una rete di difesa aerea veramente moderna. I russi hanno già fatto molto per raggiungere questo obiettivo, compresa l’integrazione della loro gestione del combattimento e dei sistemi di guerra elettronica, ma ciò non è sufficiente. Mentre gli aiuti russi e le abilità siriane hanno costretto gli israeliani a condurre attacchi aerei per lo più simbolici e inefficaci, spesso con missili lanciati dall’esterno dello spazio aereo siriano, e mentre molti (la maggior parte) dei missili israeliani sono stati distrutti dalle difese aeree siriane, è abbastanza chiaro che sia i turchi che gli israeliani ritengono che se lanciano missili da lunga distanza sono relativamente al sicuro. Questa percezione deve essere cambiata, non solo per costringere i turchi e gli israeliani a sparare da ancora più lontano e accettare ancora più perdite, ma anche per mostrare agli Stati Uniti, alla NATO e all’Europa che le difese aeree siriane sono in grado di rendere qualsiasi piccolo attacco inutile (e un attacco massiccio, costoso).

Dobbiamo anche notare che la macchina della propaganda turca è stata molto efficace. Sì, molte di quelle che ha detto erano evidentemente “sciocchezze” (migliaia di siriani morti, centinaia di carri armati distrutti, ecc.), ma il loro filmato di un drone turco che colpiva un Pantsir in Libia, almeno inizialmente, ha impressionato quelli chi non capiscono la guerra della difesa aerea (distruggere un singolo Pantsir di prima generazione isolato non è così difficile, specialmente dall’alto, ma distruggere una postazione di Pantsir in cui i lanciatori si proteggono a vicenda è piuttosto diverso. E se quella posizione di Pantsir è protetta “sotto” (antiaerea+MANPADS) e “sopra” (SAM a medio e lungo raggio), allora questo diventa estremamente difficile).

Questa guerra non è finita, e non lo sarà fino a quando Erdogan non sarà rimosso dal potere. Francamente, la Russia ha bisogno di un partner stabile e affidabile sul suo confine meridionale, e questo non accadrà fino a quando i turchi non abbandoneranno Erdogan. Il problema qui è che Dio solo sa chi potrebbe succedergli, se i Gulenisti dovessero prendere il potere neanche questo andrà bene per la Russia.

E qui torniamo all’omicidio del Generale Soleimani. Francamente, gli iraniani hanno ragione: le due cose che hanno trasformato il Medio Oriente nel caos insanguinato che è stato per decenni sono 1) Israele e 2) gli Stati Uniti. L’obiettivo finale per il primo è una soluzione a uno stato, che sia accettata o imposta. L’obiettivo intermedio dovrebbe essere quello di far uscire gli Stati Uniti dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Siria e, possibilmente, dalla Turchia. Erdogan è abbastanza folle e disperato (per non dire vendicativo) da far avanzare almeno di un passo questo obiettivo intermedio alienandosi gli Stati Uniti e la NATO. Quindi il piano di gioco russo dovrebbe essere ovvio: in primo luogo, utilizzare mezzi militari per “contenere Erdogan all’interno della Turchia” e, successivamente, intraprendere sforzi a lungo termine per preparare una Turchia post-Erdogan. Quindi lasciare che il figlio di puttana si autodistrugga.

Non credo che la pace sia possibile tra una Siria laica e una Turchia che sostiene i Takfiristi. E di sicuro non credo che i Takfiristi possano essere riproposti in qualsiasi tipo di “opposizione democratica”. Quindi il vero obiettivo finale per Russia e Siria sarà sempre la vittoria militare, non la “pace” (supponendo che il concetto di “pace con i Takfiristi” abbia qualche senso, che non ha). I russi lo sanno, anche se non lo ammetteranno.

Per il momento, quello che vediamo è la prima fase della fine della guerra Turchia-Siria, e per le prossime due settimane vedremo una transizione in qualche altra fase che probabilmente sarà quella in cui, sorpresa sorpresa, i turchi non riusciranno a rimuovere tutti i pazzi Takfiristi da Idlib, cosa che fornirà quindi a Siria e Russia un motivo legale per agire nuovamente direttamente. In teoria, almeno, Erdogan potrebbe decidere di riversare le forze armate turche oltre il confine, ma più si avvicineranno a Khmeimim e/o Tartus, più pericolosa sarà la posta in gioco per la Turchia e per Erdogan.

La chiave del successo dell’Asse della Resistenza è rendere la Siria troppo difficile da violare. Spero che Russia, Iran, Siria e Iraq continuino a lavorare insieme, si spera con l’aiuto cinese, per creare una Siria simile.

Il Saker

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Pubblicato su The Saker.is il 5 marzo 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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