Gli eventi in Siria hanno recentemente preso una brutta piega, e vi è una crescente quantità di prove che la task force russa in Siria sia stata presa di mira da una campagna sistematica di “attacchi molesti”.
In primo luogo, vi è stato l’attacco (relativamente riuscito) con droni e mortai [in inglese] alla base aerospaziale russa di Khmeimin. Poi c’è stato l’abbattimento di un Su-25 russo [in inglese] sulla città di Maasran, nella provincia di Idlib. Ora sentiamo parlare di vittime russe [in inglese] nel raid americano ad una colonna siriana (insieme a rivendicazioni ampiamente esagerate di “centinaia” [in inglese] di russi uccisi). Nel primo caso, i funzionari russi hanno manifestato apertamente il loro forte sospetto [in inglese] che l’attacco sia stato pianificato e messo a punto dagli Stati Uniti, e perciò almeno coordinato con le forze statunitensi nelle vicinanze. Nel caso dell’abbattimento del Su-25, non sono state fatte accuse evidenti, ma molti esperti hanno affermato che l’altitudine a cui è stato colpito il Su-25 suggerisce fortemente un MANPAD piuttosto moderno di un tipo non comune in Siria (un non così sottile accenno al fatto che si tratti di Stinger americani inviati ai curdi dagli Stati Uniti). Per quanto riguarda l’ultimo attacco alla colonna siriana, ciò che è in discussione non è chi lo ha fatto, ma piuttosto che tipo di personale russo è stato coinvolto, militari russi o mercenari (quest’ultima è una spiegazione molto più probabile, dal momento che la colonna siriana non aveva alcuna copertura aerea di sorta). Presi separatamente, nessuno di questi incidenti significa molto, ma considerati nel loro insieme potrebbero essere indicativi di una nuova strategia statunitense in Siria: punire i russi il più possibile senza ricorrere ad un palese attacco americano alle forze russe. A me questa ipotesi sembra plausibile per i seguenti motivi:
Innanzitutto, gli Stati Uniti e Israele continuano a vacillare nell’umiliazione e nella rabbia impotente per la loro sconfitta in Siria: Assad è ancora al potere, il Daesh è più o meno sconfitto, i russi hanno avuto successo non solo nelle loro operazioni militari contro il Daesh, ma anche nella loro campagna per portare quanti più “terroristi buoni” al tavolo dei negoziati possibile. Con il completamento di una conferenza di successo sulla Siria in Russia e l’accordo generale di tutte le parti per iniziare a lavorare su una nuova Costituzione, c’era un vero pericolo che scoppiasse la pace, qualcosa a cui gli anglo-sionisti sono assolutamente determinati ad opporsi (controllate questo documento apparentemente hackerato [in inglese] che, se vero, afferma chiaramente la politica degli Stati Uniti di non consentire ai russi di fare nulla).
In secondo luogo, sia Trump che Netanyahu hanno promesso di ottenere molte “vittorie” per dimostrare quanto siano virili e forti (rispetto alle femminucce che le hanno precedute). Iniziare una guerra aperta contro i russi sarebbe sicuramente una “prova di virilità”, ma troppo pericolosa. Uccidere i russi “ai margini”, per così dire, con una negazione plausibile o, in alternativa, uccidere i mercenari russi è un’opzione molto più sicura e molto più allettante.
Terzo, ci sono le elezioni presidenziali in Russia e gli americani stanno ancora disperatamente aggrappandosi alla loro immatura idea secondo la quale se creano problemi a Putin (sanzioni o sacchi per cadaveri dalla Siria) possono in qualche modo avere un impatto negativo sulla sua popolarità in Russia (in realtà ottengono l’effetto opposto, ma sono troppo ottusi e ignoranti per rendersene conto).
Ultimo ma non meno importante, dal momento che gli anglo-sionisti hanno da tempo perso la capacità di ottenere effettivamente qualcosa, la loro logica posizione di ripiego è fare in modo che nessun altro abbia successo. Questo è lo scopo principale dell’intero schieramento degli Stati Uniti nel nord della Siria: creare problemi a Turchia, Iran, Siria e, ovviamente, Russia.
La morale è questa: dato che gli americani hanno dichiarato che rimarranno (illegalmente) in Siria finché la situazione non si “stabilizzerà”, ora devono fare tutto ciò che è in loro potere per destabilizzare la Siria. Sì, c’è una specie di logica perversa in tutto ciò…
Per la Russia, tutte queste cattive notizie potrebbero essere riassunte nel modo seguente: anche se la Russia ha sconfitto il Daesh in Siria, è ancora lontana dall’aver sconfitto gli anglo-sionisti in Medio Oriente. La buona notizia è, tuttavia, che la Russia ha opzioni per affrontare questa situazione.
Fase uno: incoraggiare i turchi
La Russia ha una soluzione contro-intuitiva, ma in molti modi ideale, per contrastare l’invasione statunitense della Siria: coinvolgere i turchi. Come? Non attaccando direttamente le forze statunitensi, ma attaccando le milizie curde dietro le quali gli americani si stanno attualmente “nascondendo” (almeno politicamente). Pensateci, mentre gli Stati Uniti (o Israele) non avrebbero alcun ripensamento prima di colpire le forze siriane o iraniane, in realtà attaccare le forze turche avrebbe un immenso rischio politico: dopo il colpo di Stato appoggiato dagli USA contro Erdogan e, per aggiungere il danno alla beffa, il sostegno degli Stati Uniti alla creazione di un “mini-Kurdistan” sia in Iraq che in Siria, le relazioni USA-Turchia sono ai minimi storici, e non ci vorrebbe molto per spingere i turchi oltre il limite con potenziali conseguenze catastrofiche per gli Stati Uniti, l’UE, la NATO, il CENTCOM, Israele e tutti gli interessi anglo-sionisti nella regione. In realtà, non c’è da sottovalutare l’importanza strategica della Turchia per l’Europa, il Mediterraneo e il Medio Oriente, e gli americani lo sanno. Da ciò scaturisce una conseguenza molto reale, anche se poco compresa: le forze armate turche in Siria godono fondamentalmente di quella che chiamerei “immunità politica” da qualsiasi attacco degli Stati Uniti, cioè (quasi) non importa ciò che fanno i turchi, gli Stati Uniti non considereranno (quasi) mai apertamente l’uso della forza contro di loro, semplicemente perché le conseguenze, ad esempio, di un attacco USAF ad una colonna dell’esercito turco sarebbero troppo gravi da contemplare.
In effetti, credo che le relazioni tra Stati Uniti e Turchia siano così cattive e così unilaterali che vedo un attacco turco a una colonna/posizione curda (o dei “terroristi buoni”) comprendente Forze Speciali USA molto più probabile di un attacco americano ad una colonna dell’esercito turco. Ciò potrebbe sembrare contro-intuitivo, ma diciamo che i turchi hanno attaccato una colonna/posizione curda (o dei “terroristi buoni”) con personale degli Stati Uniti e che come risultato siano morti militari statunitensi. Cosa farebbero/potrebbero fare gli Stati Uniti? Reagire in modo simile? Assolutamente no! Non solo la nozione di attacco degli Stati Uniti ad un altro membro della NATO è del tutto impensabile, ma molto probabilmente sarà seguita da una richiesta turca che gli Stati Uniti/NATO si ritirino completamente dal territorio e dallo spazio aereo della Turchia. In teoria, gli Stati Uniti potrebbero chiedere agli israeliani di fare il loro lavoro sporco per loro, ma gli israeliani non sono stupidi (anche se sono pazzi) e non avrebbero molto interesse nell’iniziare una guerra con la Turchia per quello che è un problema creato dagli americani in un “mini-Kurdistan”, per timore che del sacro “sangue ebraico” venga versato a causa di alcuni goyim [non ebrei] sostanzialmente privi di valore.
No, se i turchi uccidessero effettivamente dei militari degli Stati Uniti ci sarebbero proteste e una raffica di “consultazioni” e altre azioni simboliche, ma al di là di questo, gli Stati Uniti sopporterebbero le perdite e non farebbero nulla al riguardo. Per quanto riguarda Erdogan, la sua popolarità in patria salirebbe solo ancora più in alto. Ciò che tutto questo significa in termini pratici è che se c’è un attore che può seriamente distruggere le operazioni statunitensi nel nord della Siria, o addirittura costringere gli Stati Uniti a ritirarsi, è la Turchia. Questo tipo di capacità conferisce anche alla Turchia un notevole potere contrattuale con la Russia e l’Iran, che sono sicuro che Erdogan utilizzerà con cura a proprio vantaggio. Finora Erdogan ha minacciato di dare uno “schiaffo ottomano” [in inglese] agli Stati Uniti e il Segretario di Stato Tillerson è in viaggio verso Ankara per cercare di evitare un disastro, ma l’istanza turca che gli Stati Uniti scelgano fra i turchi o i curdi nel conflitto, limita molto gravemente le possibilità di una vera svolta (la lobby israeliana spalleggia al 100% i curdi). Non si dovrebbe mai dire mai, ma suppongo che a questo punto ci vorrebbe un miracolo per salvare davvero le relazioni USA-Turchia. La Russia può cercare di trarre giovamento da questa dinamica.
La principale debolezza di questo concetto è, naturalmente, che gli Stati Uniti sono ancora abbastanza potenti, anche all’interno della Turchia, e sarebbe molto pericoloso per Erdogan cercare di affrontarli apertamente e sfidare lo zio Sam. Finora, Erdogan ha agito con coraggio e in aperta sfida agli Stati Uniti, ma comprende anche i rischi dell’andare troppo lontano, e secondo lui anche per prendere in considerazione la possibilità di assumersi tali rischi ci devono essere prospettive di importanti benefici per lui. Qui i russi hanno due opzioni fondamentali: o promettere ai turchi qualcosa di molto eccitante, o peggiorare in qualche modo ulteriormente l’attuale relazione tra Stati Uniti e Turchia. La buona notizia qui è che gli sforzi russi per infilare un cuneo tra gli Stati Uniti e la Turchia sono stati notevolmente aiutati dal sostegno degli Stati Uniti ad Israele, curdi e gulenisti.
L’altro ovvio rischio è che qualsiasi operazione anti-curda può trasformarsi in un’altra divisione della Siria, questa volta ad opera dei turchi. Tuttavia, la realtà è che i turchi non possono davvero rimanere troppo a lungo in Siria, specialmente se la Russia e l’Iran vi si oppongono. C’è anche la questione del diritto internazionale, che è molto più facile da ignorare per gli USA che per i turchi.
Per tutti questi motivi, usare i turchi per fare pressione sugli Stati Uniti ha i suoi limiti. Tuttavia, se i turchi continuano a insistere che gli USA smettano di sostenere i curdi, o se continuano ad esercitare pressioni militari sulle milizie curde, allora l’intero concetto americano di “mini-Kurdistan” appoggiato dagli Stati Uniti collassa e, con esso, il intero piano di spartizione americano della Siria.
Finora, gli iracheni hanno rapidamente affrontato il “mini-Kurdistan” sponsorizzato dagli Stati Uniti in Iraq e ora i turchi stanno prendendo i provvedimenti necessari per affrontare il “mini-Kurdistan” sponsorizzato dagli Stati Uniti in Siria, e a quel punto *il loro* problema sarà risolto. I turchi non sono interessati ad aiutare Assad o, se è per questo, Putin, e non si preoccupano di ciò che accade alla Siria finché il *loro* problema curdo è sotto controllo. Ciò significa che i siriani, i russi e gli iraniani non dovrebbero sperare troppo nei turchi contro gli Stati Uniti, a meno che, naturalmente, non vengano create le circostanze giuste. Solo il futuro dirà se i russi e gli iraniani saranno in grado di contribuire a creare tali circostanze.
Fase due: saturare la Siria con moderne difese aeree mobili a corto/medio raggio
Al momento nessuno sa che tipo di sistemi di difesa aerea hanno consegnato i russi ai siriani negli ultimi due anni, ma questa è chiaramente la strada che devono percorrere i russi: consegnare il maggior numero di sistemi di difesa aerea moderni e mobili ai siriani. Anche se ciò sarebbe costoso, la soluzione migliore sarebbe quella di fornire il maggior numero possibile di sistemi mobili artiglieria/SAM Pantsir-S1 e MANPAD 9K333 Verba [entrambi i link in inglese] ai siriani e agli iraniani. La combinazione di questi due sistemi complicherebbe immensamente qualsiasi tipo di operazioni aeree per gli americani e gli israeliani, specialmente perché non ci sarebbe alcun modo pratico di prevedere in modo affidabile il luogo da cui potrebbero operare. E poiché sia gli Stati Uniti che Israele operano nei cieli siriani in totale violazione del diritto internazionale, mentre le forze armate siriane proteggono il loro spazio aereo sovrano, tale consegna di sistemi di difesa aerea da parte della Russia in Siria sarebbe perfettamente legale. Meglio ancora, sarebbe assolutamente impossibile per gli anglo-sionisti sapere chi ha effettivamente sparato contro di loro, dal momento che questi sistemi d’arma sono mobili e facili da nascondere. Proprio come in Corea, Vietnam o Libano, i soldati russi potrebbero persino essere mandati ad operare i sistemi di difesa aerea siriani e non ci sarebbe alcun modo per nessuno di dimostrare che “lo hanno fatto i russi” quando gli aerei statunitensi e israeliani inizierebbero a cadere dal cielo. I russi godrebbero di ciò che la CIA definisce “negabilità plausibile”. Gli americani e gli israeliani, naturalmente, se la prenderebbero con la parte più debole, i siriani, ma questo, a parte il fatto di farli sentire bene, non farebbe davvero la differenza sul campo, dato che i cieli siriani non sarebbero più sicuri per le forze aeree statunitensi o israeliane.
L’altra opzione per i russi sarebbe quella di offrire aggiornamenti (software e missili) agli attuali sistemi di difesa aerea siriana, in particolare i loro sistemi mobili 2K12 Kub e 9K37 Buk. Tali aggiornamenti, specialmente se combinati con abbastanza Pantsir e Verba dispiegati, sarebbero un incubo sia per gli americani che per gli israeliani. Ai turchi non interesserebbe molto, dato che in ogni caso stanno già volando con la piena approvazione dei russi, e nemmeno agli iraniani che, per quanto ne so, non hanno operazioni aeree in Siria.
Un’obiezione a questo piano sarebbe che a questo gioco si può giocare in due, e che non ci sia nulla che impedisca agli Stati Uniti di inviare MANPAD ancora più avanzati ai “terroristi buoni” loro alleati, ma questo argomento manca completamente il punto: se entrambe le parti fanno la stessa cosa, la parte più dipendente dalle operazioni aeree (gli Stati Uniti) rischia di perdere molto di più della parte che ha il vantaggio sul terreno (i russi). Inoltre, mandando i MANPAD in Siria, gli Stati Uniti si stanno alienando un presunto alleato, la Turchia, mentre se la Russia invia MANPAD e altri SAM in Siria, gli unici che si lamenteranno saranno gli israeliani. Quando ciò accadrà, i russi avranno una risposta semplice e sincera: non abbiamo iniziato noi questo gioco, lo hanno fatto i vostri alleati statunitensi, potete andare da loro e ringraziarli per questo casino.
Il problema principale in Siria è il fatto che gli Stati Uniti e gli israeliani stanno operando nei cieli siriani con totale impunità. Se ciò cambierà, sarà un processo lento e graduale. In primo luogo, ci sarebbero alcune perdite isolate (come l’F-16 israeliano di recente), poi vedremmo che i luoghi degli attacchi aerei statunitensi e/o israeliani finirebbero gradualmente per allontanarsi dai centri urbani e dai posti di comando principali verso obiettivi più piccoli e più isolati (come colonne di veicoli). Ciò indicherebbe la consapevolezza che gli obiettivi più redditizi sono già troppo ben difesi. Alla fine, il numero degli attacchi aerei verrebbe gradualmente sostituito dagli attacchi con missili da crociera e missili balistici. Alla base di tutto ciò vi sarebbe un passaggio dalle operazioni aeree offensive alla protezione delle forze, il che, a sua volta, darebbe a siriani, iraniani e Hezbollah un ambiente molto più facile da gestire. Ma il primo passo necessario affinché tutto ciò accada sarebbe aumentare drasticamente la capacità delle difese aeree siriane.
Per decenni, Hezbollah ha operato con molto successo con una totale supremazia aerea israeliana, e la loro esperienza in questo tipo di operazioni sarebbe preziosa per i siriani fino a quando non avranno sviluppato sufficientemente le loro capacità di difesa aerea.
Conclusione: la contro-escalation è davvero l’unica opzione?
Sinceramente, sto iniziando a credere che l’Impero abbia deciso di tentare una parziale “reconquista” della Siria, perfino Macron sta facendo un po’ di chiasso perché i siriani vengano attaccati [in inglese] per “punirli” per il loro uso delle (inesistenti) armi chimiche. Gli Stati Uniti vogliono almeno far pagare ai russi il prezzo più alto possibile per il loro ruolo in Siria. Ulteriori obiettivi statunitensi in Siria sono:
- L’imposizione di una spartizione de facto della Siria, prendendo sotto controllo il territorio siriano ad est dell’Eufrate (potremmo chiamarlo “piano C versione 3.0”)
- Il furto dei giacimenti di gas situati nella Siria nord-orientale
- La creazione di un’area di sosta controllata dagli Stati Uniti dalla quale possano essere pianificate ed eseguite operazioni curde, dei terroristi buoni e dei terroristi cattivi
- Il sabotaggio di qualsiasi negoziato di pace appoggiato dalla Russia
- Il supporto alle operazioni israeliane contro le forze iraniane e di Hezbollah in Libano e in Siria
- Impegnarsi in regolari attacchi contro le forze siriane che tentano di liberare il loro paese dagli invasori stranieri
- Presentare l’invasione e l’occupazione della Siria come una delle “vittorie” promesse da Trump al complesso militare-industriale e alla lobby israeliana
Finora la risposta russa a questa strategia è stata piuttosto passiva, e l’attuale escalation suggerisce fortemente che potrebbe essere necessario un nuovo approccio. L’abbattimento dell’F-16 israeliano è un buon primo passo, ma occorre fare molto di più per aumentare drasticamente i costi che l’Impero dovrà pagare per le politiche verso la Siria. L’aumento del numero di commentatori e analisti russi che chiedono una reazione più forte alle attuali provocazioni potrebbe essere un segno che qualcosa è in divenire.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 16 febbraio 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
signor Saker, dobbiamo riconoscere che gli stupidi Americani in Siria si sono dimostrati tatticamente forti.
Hanno lasciato svolgere il lavoro sporco e oneroso ai Russi e prima della chiusura del sipario, grazie ai Curdi hanno in mano posti chiave: la diga di Raqqa ( hanno già spazzato via il pontile costruito dai Russi a deir Ezzur) e controllano l’irrigazione dei vasti terreni agricoli. I piû grandi giacimenti di idrocarburi/gas sulla sinistra dell’Eufrate sono in mano dei Curdi, La strada strategica Damasko-Bagdat viene controllata dagli Amiricani di al Tanf. Anche gli Turki hanno aspettato il momento giusto.
Cosa resta ad Assad? Consolarsi coll’uccello israeliano abbattuto sviando l’attenzione dalle batterie antiaeree distrutte?
Naturalmente il signor Orsi mi banna…..ma alla mia età trovo vigliacco comportarsi come lo struzzo…
[Nota del moderatore: Il signor Orsi naturalmente non la banna, ma sarà informato. Tra l’altro lo sta accusando di due cose: di bannarla (cosa mai successa, al limite è stata la redazione a censurarle qualcosa di impresentabile) e di comportarsi come un vigliacco (rientra nelle nostre regole di moderazione). Il pezzo sul quale commenta è del Saker. E’ lei che deve rivalutare come ci si deve comportare alla sua età, se desidera che ciò che scrive venga pubblicato. Faccia tesoro delle mie parole.]
Egregio signor moderatore: mi scuso delle parole non approppriate scritte nel mio commento sopra e la
ringrazio della sua educata reazione. Nel mio subcoscente rosicchiavano due commenti, senza aggressioni, concernenti il positivo di Israele e il negativo dei Siriani..non pubblicati. Non me l’aspettavo che mi pubblicasse, perciô , quale consolazione anticipata, le ho maleducatamente tirato un calcio negli stinchi. Cattivi si nasce..cattivi si invecchia…
Sono assiduo lettore del Saker ( in tutte le lingue pubblicate) perche’ e’ l’unica pubblicazione di geopolitica, militaria, storia, che soddisfa le mie aspettative che cerco di vestire con un’oggettività….
soggettiva.
Auguri e con il piacere di leggervi ancora per lunghi anni…..
Si occorre aumentare il prezzo e fare pressione sui curdi siriani.
Per la verità, ho l’impressione che il ruolo degli ottomani di Erdogan sia di destabilizzare e dividere la Siria, quanto quello degli Usa e Israele (e del quarto stato-canaglia dell’Asse del Male, l’Arabia saudita).
Ecco un ‘articolo recente di Sputnik:
https://it.sputniknews.com/mondo/201802175664611-Premier-Turchia-ankara-guerra-siria/
“Ankara non sta conducendo una guerra in Siria, ma sta combattendo il terrorismo, ha detto il primo ministro turco Binali Yildirim alla 54° conferenza di sicurezza di Monaco.”
“Non c’è guerra in Siria, è una lotta contro il terrorismo, che coinvolge non solo la Turchia, ma anche 62 stati nella coalizione, oltre a Russia e Iran. Siamo membri della NATO, facciamo parte della nostra coalizione, sosteniamo la coalizione nell’aria, la NATO usa basi aeree in Turchia, che in generale ha reso possibili tali operazioni”, ha detto il primo ministro turco.”
La Turchia è uno stato canaglia che fa il triplo gioco.
Cari saluti
personalmente mo sono fatto convinto che i turchi stiano facendo il gioco degli americani. la Siria a questo punto ha una sola opzione: attaccare per liberare il proprio territorio dai terroristi ancora presenti nella zona. naturalmente dopo aver intimato agli usa di lasciare la zona per non essere coinvolti nei combattimenti. naturalmente questa intimazione dovrà essere fatta in sede onu, in modo che gli usa siano costretti a ritirarsi o a gettare la maschera davanti a tutto il mondo.