L’unico ponte sull’Eufrate esistente nei dintorni di Deir ez-Zor, costruito dai militari russi, ha permesso agli agricoltori locali di rifornire la città con i loro prodotti e di collegare le comunità da entrambi i lati del fiume.

I locali ricordano come qui, prima della guerra, ci fossero dodici ponti sull’Eufrate. I bombardamenti statunitensi li hanno distrutti tutti. Lo scorso anno gli ingegneri militari russi hanno costruito un ponte di barche galleggianti di 100 metri di lunghezza vicino a Deir ez-Zor, allo scopo di creare una connessione vitale tra quelle comunità che l’Eufrate separava.

“Ci è rimasto solo un ponte. Molte persone hanno i parenti sparsi tra un lato e l’altro del ponte. Nel passato non avevamo problemi a viaggiare in entrambi i sensi. Da quando sono stati distrutti i ponti, abbiamo smesso di vederci tra di noi” ha riferito ai media l’ingegnere Malik al-Omar, del concilio governatoriale della provincia di Deir ez-Zor. Ora che il ponte di barche è stato aperto, le persone hanno l’opportunità per farsi visita come prima. Per gli agricoltori locali è assolutamente cruciale per portare i prodotti alimentari in città .

Il deserto occupa la maggior parte della provincia. La valle dell’Eufrate è un’oasi. L’agricoltore locale Abd al-Hai Shmayan racconta che quando lo Stato Islamico, (un’organizzazione terrorista, fuorilegge in Russia), occupò quei territori, lui dovette fuggire dall’area dove la sua famiglia possedeva da più di 150 anni terre coltivate.

“Appena i delinquenti  se ne andarono, fummo in grado di ritornare alla vita normale e al lavoro. I soldati siriani e il vostro esercito, (russo – nota dell’agenzia), ci hanno dato la possibilità di vivere tranquillamente e di guadagnarci da vivere” riferisce l’agricoltore. “Sto coltivando grano e verdure e mi sto organizzando per piantare il cotone”.

Nel villaggio tutte le case distrutte dalle milizie sono state restaurate. Tutt’intorno si sentono rombare i motori dei trattori: i contadini del luogo si danno da fare per lavorare i loro terreni. “Tornare qui è stato quanto di meglio si potesse volere. Ho il mio trattore ed ho un lavoro da svolgere. I miei vicini sono sopravvissuti, sani e al sicuro,” dice l’autista di trattori Halil Abul.

Il ponte russo

La sola via per portare i prodotti agricoli a Deir ez-Zor è attraverso il “ponte russo”, così sono abituati  a chiamare il ponte di barche creato dall’esercito russo. “Andiamo a Deir ez-Zor per vendere i nostri prodotti, fagioli, peperoncino e aglio. Facciamo un buon incasso”, dice l’agricoltore Turkasyan Hamad che ha consegnato svariate dozzine di sacchi di raccolto sul retro del suo piccolo camion. Il ponte rende possibile una via veloce per la popolazione locale per andare in città a gestire i propri affari privati.

“Uno dei miei bambini ha la gola infiammata, andiamo in ospedale”, dice una donna locale, Hamara, con due figli piccoli a suo carico, una bambina di tre anni ed un maschietto di sei. “È diventato molto facile spostarsi da quando il ponte ha aperto qui.”

Una ricostruzione post-bellica su vasta scala è in preparazione in tutte le aree della Siria strappate ai miliziani. Le case, le aziende e le infrastrutture sono state ristrutturate o ricostruite daccapo. Secondo il Centro Russo per la Riconciliazione dei Fronti Opposti e il Monitoraggio della Migrazione dei Rifugiati, negli ultimi anni sono stati ripristinati un totale di 957 istituti educativi e 238 centri per servizi alla salute, riparati 6 ponti automobilistici e 1.300 chilometri di strade, stesi 1.200 chilometri di linee elettriche ad alto voltaggio, commissionati 199 impianti di approvvigionamento per l’acqua, 315 panifici, 776 stazioni di rifornimento elettriche e 14.500 altre attività industriali.

Al momento, in 345 comuni di dieci provincie (Aleppo, Damasco, Deir ez-Zor, Latakia, Hama, Homs, Daraa, As-Suwayda, Quneitra e Raqqa), sono in corso i lavori per rimettere in funzione e riparare 2.700 case, 225 scuole, 176 asili, 241 centri medici, 203 panifici, 203 stazioni di rifornimento, 281 pompe per l’acqua e 90 luoghi di preghiera.

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 Resoconto pubblicato sulla Tass il 13 aprile 2020
Traduzione in italiano di Michele Passarelli per SakerItalia

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