L’annuncio fatto questa settimana dal presidente Trump della cessazione delle operazioni segrete della CIA per armare i militanti in Siria è un’ammissione di sconfitta. Gli Stati Uniti hanno perso la loro guerra di sei anni per il cambiamento di regime nel paese arabo. È giunto il momento di porle fine.
Non è ancora finita, naturalmente. Resta da vedere se la decisione di Trump può di fatto essere attuata. La CIA può essere tenuta a bada perché obbedisca agli ordini? Gli Stati Uniti saranno in grado di impedire ai regimi clienti regionali, come l’Arabia Saudita, di intensificare i loro rifornimenti segreti di armi americane ai militanti in Siria?
Inoltre, la decisione di Trump non significa che gli Stati Uniti e i loro alleati ritireranno le truppe terrestri e aeree dalla Siria, dove operano illegalmente in violazione del diritto internazionale.
Tuttavia, la fine dichiarata [in Inglese] dal presidente americano del ruolo della CIA nell’alimentare l’insurrezione in Siria, dovrebbe essere vista come una mossa benvenuta. È la cosa giusta da fare e anche una cosa coraggiosa, a causa delle bordate anti-russe che è destinato a ricevere per aver preso questa decisione. Sarebbe stato politicamente opportuno per Trump non staccare la spina alla CIA in Siria, invece, agendo in questo modo si ritroverà a dover tenere a bada l’isteria anti-russa che attanaglia Washington e le grandi sezioni dei media che lo accusano di essere un “fantoccio del Cremlino”.
Qualsiasi persona razionale dovrebbe concordare sul fatto che il modo migliore per porre fine alla violenza in Siria è che i paesi stranieri smettano di inondare di armi il paese. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha da molto tempo mantenuto questa posizione logica: se le nazioni vogliono arrestare lo spargimento sangue di Siria, come sostengono, allora dovrebbero smettere di fornire armi e cessare il loro sostegno ai gruppi militanti.
Per loro stessa ammissione, gli Stati Uniti hanno fatto arrivare armi in Siria almeno dal 2013, secondo i rapporti dei media, e probabilmente lo hanno fatto prima di quella data, fin dall’inizio della guerra nel marzo 2011. Non lo hanno fatto solo gli Stati Uniti, ma anche i loro partner della NATO, la Gran Bretagna, la Francia e la Turchia, nonché gli alleati regionali Arabia Saudita, Qatar e Israele. Si tratta di un’ammissione di una cospirazione criminale per destabilizzare un paese sovrano sostenendo gruppi militanti anti-governativi armati illegalmente. Non importa se questi gruppi siano stati designati arbitrariamente “ribelli moderati”, sono stati armati illegalmente.
Con un bilancio di fino a 400.000 Siriani morti durante sei anni di guerra, milioni di rifugiati e un paese ricco di cultura spinto sull’orlo della distruzione, è fin troppo evidente che Trump ha fatto la cosa giusta riducendo almeno parzialmente il flusso di armi, ponendo fine al programma della CIA. Il momento di mettere fine all’assalto criminale condotto dagli Stati Uniti contro la Siria è passato da tempo.
La scelta di Trump è stata anche coraggiosa perché i media americani hanno immediatamente e prevedibilmente descritto la mossa come una “concessione alla Russia”. Con il presidente americano già assalito da infinite accuse di “collusione” con la Russia per ottenere la vittoria alle elezioni presidenziali dello scorso anno, la sua decisione di mettere la museruola ai mastini della guerra in Siria questa settimana tira solo più acqua al rumoroso mulino della russofobia.
Il Washington Post ha titolato la notizia così [in Inglese]: “Trump conclude il programma segreto della CIA per armare i ribelli anti-Assad in Siria, una mossa voluta da Mosca”.
Molti altri media americani si sono accodati, commentando che la mossa “soddisferà il Cremlino” e che Trump stava “accontentando Putin” chiudendo le operazioni segrete della CIA in Siria.
I media corporativi americani persistono con il mito che la CIA stia sostenendo i “ribelli moderati”, quando in realtà i “ribelli moderati” e “i terroristi jihadisti” sono un unico eterogeneo esercito di mercenari. Mercenari che hanno barbarizzato il popolo siriano con massacri ripugnanti, sotto la tutela della CIA e di altri servizi militari stranieri.
Con una logica contorta, i media statunitensi si sono inventati che la chiusura di Trump del programma della CIA per addestrare i “ribelli moderati” in Siria ora può rafforzare gli “estremisti”.
Il presidente è accusato di essersi arreso a Putin sulla Siria. Ci sono brontolii nei media statunitensi che suggeriscono che questo è ciò di cui Trump ha parlato con Putin durante i loro incontri ad Amburgo al vertice del G20 all’inizio di questo mese, specialmente durante la cosiddetta “riunione segreta” davanti a 18 altri capi di stato durante una cena.
Quello che non capiscono gli incorreggibilmente bugiardi media statunitensi è che il coinvolgimento americano in Siria è stata un’iniziativa criminale fin dall’inizio, e che costituisce un crimine monumentale contro la pace e l’umanità. Il terrorismo sponsorizzato dagli Stati Uniti in Siria è andato avanti troppo a lungo, e nessuna sanificazione da parte dei media può alterare questa verità brutale.
È stata la giusta decisione della Russia alla fine del 2015 di intervenire in Siria, in conformità con il diritto internazionale, che ha cominciato a porre fine alla cospirazione criminale. Due anni dopo, lo stato siriano sta cominciando ad avere la meglio sui gruppi militanti appoggiati da paesi esteri che hanno devastato il paese. Il sostegno militare della Russia è stato vitale per questa vittoria incombente.
“La chiusura del programma [della CIA] è anche un’attestazione della poca influenza di Washington e della sua scarsa voglia di rimuovere Assad dal potere”, ha osservato il Washington Post.
In altre parole, la guerra statunitense per il cambiamento di regime in Siria viene riconosciuta, in modo erroneo, come una sconfitta. Ed è la Russia che ha assicurato quella sconfitta.
Il Washington Post cita un funzionario statunitense, che avrebbe detto più apertamente: “È una decisione importante, Putin ha vinto in Siria”.
Piuttosto che mettere le cose in chiaro e ammettere che gli Stati Uniti si sono impegnati in una sordida guerra criminale contro la Siria che hanno finalmente perso, i media americani stanno ora spacciando la chiusura di Trump delle operazioni della CIA per una “concessione” alla Russia.
Nonostante tutti i suoi difetti, e sono molti, almeno Donald Trump sa quando ammettere che la guerra degli Stati Uniti in Siria sia persa. E nonostante l’incessante russofobia stia cercando di impedirgli di agire, Trump sembra pronto a prendere la decisione giusta di porre fine a questa guerra americana criminale.
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Articolo di Finian Cunningham pubblicato su Sputnik International il 20 luglio 2017
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Secondo me Trump ha solo preso atto della sconfitta dei cosiddetti “moderati” e dell’Isi (finanziati anche dalla Cia) e un po’ se n’è pilatescamente lavate le mani salvo però lasciare ad altri (in primis l’arabia saudita) l’onere di continuare a rinfocolare la guerra in siria magari mediante i miliardi di armi vendute a Riad.
Poi, prima di parlare di sconfitta americana, bisognerebbe conoscere meglio cos’ha dato Putin in cambio a Trump.
Guardando la situazione sul terreno e certe ambigue dichiarazione di Lavrov sulle “basi americane” in siria, direi che forse Putin in cambio gli ha dato tutto il pezzo di siria occupato dai curdi (nuovi servi privilegiati degli Usa).
Ho spesso sospettato che Putin non volesse stravincere in siria né far stravincere Assad e questi patti segreti tra Putin e Trump mi sembra che possano essere il coronamento della strategia di compromesso della Russia…strategia che di fatto si traduce in una spartizione della siria.
Naturalmente non intendo inveire contro Putin e la Russia per questi presunti “accordi sottobanco”…in fondo se davvero Putin e Trump hanno raggiunto un accordo del genere, ben venga perché sarebbe ora che quella guerra finisse.
Ma che sconfitta e sconfitta.E’ tutto rimandato.Teniamo conto che gli USA non hanno interesse a vincere le guerre, ma solo a farle, e più sono lunghe e costose meglio è. Business is business e basta