Questo spiegherebbe perché i governi aderenti alla NATO sono stati così ansiosi nelle ultime settimane di fermare l’offensiva siro-russa su Aleppo. Hanno forse bisogno di esfiltrare le loro forze speciali mescolate ai miliziani, perlopiù terroristi?

Immaginate i titoli in tutto il mondo – tali che nemmeno i compiacenti media occidentali potrebbero silenziare – se l’Esercito Siriano, appoggiato dall’Aviazione Russa, liberasse le ultime ridotte del Fronte Al-Nusra solamente per trovare, in mezzo ai jihadisti sconfitti, dei militari professionisti di USA, Gran Bretagna, Francia o qualche altro membro della NATO.

Washington ed i suoi alleati occidentali che hanno sempre dichiarato di combattere i terroristi e “limitarsi” ad appoggiare i “ribelli moderati”, si ritroverebbero colti, come si suol dire, con le mani nel sacco. Imbarazzati – a dir poco – di vedere tale melliflua bugia smascherata dalla realtà lampante.

C’è qualcosa di decisamente misterioso nell’attuale situazione sul campo di battaglia a nord della città di Aleppo. Si è avuta notizia di un’incursione aerea della NATO, martedì notte, sul villaggio di Hassajek, vicino alla città, nella quale almeno sei persone – sembrerebbe civili – sono rimaste uccise. Il Governo Russo afferma che l’attacco sia stato condotto da due caccia F-16 Belgi. Di cosa si è trattato? E come si spiega il silenzio di Washington e NATO su una così flagrante violazione? Qualcuno si sta innervosendo?

Poi, giovedì – il giorno prima che entrasse in vigore la pausa umanitaria dichiarata dalle forze Siriane e Russe – fonti ad Aleppo hanno riferito di autobus carichi di miliziani che avevano già iniziato a lasciare la città. Dettaglio significativo, alcuni dei mezzi avevano i vetri dei finestrini oscurati. Fonti siriane affermano che i passeggeri di quegli autobus non fossero jihadisti stranieri, ma piuttosto forze speciali di Paesi NATO. Tale affermazione non è stata verificata.

C’è il sospetto da lungo tempo che i militanti anti-governativi, che hanno tenuto Aleppo est sotto occupazione negli ultimi 4 anni, abbiano ricevuto appoggio segreto e diretto dalle forze speciali della NATO. E’ un fatto ben documentato che i governi della NATO hanno armato ed addestrato i militanti alla guerra per il regime-change in Siria. Di conseguenza, è plausibile che i commandos della NATO si trovino effettivamente sul terreno nei quartieri di Aleppo occupati dai militanti.

Ulteriori ragioni per sospettare di tale diretto coinvolgimento occidentale sono le seguenti: il cosiddetto Aleppo Media Center (AMC), finanziato dai governi di USA, Gran Bretagna e Francia, è improvvisamente diventato una fonte cruciale di propaganda stereotipata per gli addetti ed i media occidentali che accusano Russia e Siria di ogni crimine di guerra possibile.

I media occidentali utilizzano quotidianamente video e foto fornite dall’AMC che pretenderebbero documentare gli effetti dei bombardamenti russi e siriani. L’AMC è presentata come una fonte “amatoriale” e “attivista”, ma le sue informazioni sembrano tutto fuorché amatoriali. Le foto sono spesso ottenute tramite droni che sorvolano dall’alto gli edifici bombardati: quale “amatore” ha accesso a mezzi tecnologici così sofisticati, ed è per giunta capace di manovrarli? Ciò suggerisce che l’AMC riceva un supporto tecnico professionale per portare avanti la guerra d’informazione. Dato che è risaputo che i Paesi NATO finanziano pesantemente tale organizzazione, è del tutto ragionevole credere che essi le forniscano anche il personale di supporto.

Un secondo indicatore della presenza sul terreno ad Aleppo di truppe NATO è dato dalla recente valutazione del Tenente Generale Sergei Rudskoy, dello Stato Maggiore Russo, che ha rilevato come i militanti dentro Aleppo est stiano ricevendo armamenti moderni tecnologicamente avanzati, in particolare missili anticarro TOW di fabbricazione americana. Come per la tecnologia dei droni di cui sopra, anche in questo caso sembra ragionevole supporre come più che probabile la presenza di personale NATO al fianco dei militanti per addestrarli all’utilizzo di queste armi sofisticate.

Il Presidente Americano Barack Obama annunciò mesi fa l’invio di centinaia delle sue forze speciali in Siria. Ci sono inoltre rapporti affidabili circa truppe Britanniche e Francesi già presenti. E’ dubbio che la loro missione sia – secondo le dichiarazioni ufficiali – quella di “addestrare i ribelli a combattere i terroristi”.

Gli abitanti di Aleppo raccontano che quando nel 2012 la loro città venne presa d’assedio la prima volta, i militanti erano chiaramente stranieri e si comportavano come un esercito mercenario diretto dall’esterno. Essi ritengono che Aleppo sia stata utilizzata da allora come centro operativo da cui orchestrare l’intera guerra in Siria. Un’impresa di questa portata suggerisce che anche i principali registi esterni del regime-change – che sono i membri della NATO – debbano aver avuto il loro personale presente nel centro operativo de facto di Aleppo.

Un terzo indizio che fa sospettare dell’infiltrazione di personale NATO ad Aleppo è la quasi apoplettica risposta da parte degli ufficiali di USA, Gran Bretagna e Francia nelle ultime tre settimane. Dalla rottura del cessate il fuoco alla fine del mese scorso e la conseguente ripresa dell’offensiva da parte di Siria e Russia determinata alla presa totale di Aleppo, i governi ed i media occidentali hanno lanciato una campagna senza precedenti per bloccare l’avanzata contro i terroristi. Tale campagna è stata tutta impostata su “preoccupazioni umanitarie” e presunti “crimini di guerra”.

Ma tale preoccupazione occidentale sembra alquanto artificiosa, data l’apparente assenza di una simile preoccupazione nei riguardi delle sofferenze umanitarie in Yemen, dove i bombardamenti aerei Sauditi – appoggiati dagli americani – hanno ucciso migliaia di civili negli ultimi 19 mesi.

No, sembra esserci un’altra, più disperata ragione per cui l’Occidente ha dispiegato un tale vigoroso sforzo per far deragliare quella che altrimenti sarebbe un’efficacissima operazione militare siriana e russa per liberare Aleppo est dal regno del terrore. E quella ragione andrebbe ben oltre il mero inconfessabile desiderio dell’Occidente di correre in soccorso del suo esercito terrorista per procura di Al-Nusra e le altre brigate jihadiste.

Certo, si tratta di solo congetture, ma la motivazione suprema per i membri della NATO sarebbe quella di evitare la scoperta di forze speciali in mezzo alle sacche di resistenza dei terroristi. Oppure, come minimo, il ritrovamento di prove altamente compromettenti di armi, equipaggiamenti ed apparecchiature di comando e controllo della NATO.

Russia e Siria si sono accordate questa settimana su di un nuovo cessate il fuoco temporaneo come segno di buona volontà, per permettere ai civili di avere accesso ai soccorsi umanitari e lasciare la parte assediata di Aleppo. La Russia ha inoltre ribadito la sua richiesta di sfruttare la tregua come occasione, per i supposti ribelli [moderati] appoggiati dall’Occidente, per separarsi dagli estremisti collegati ad Al-Qaeda. Ai militanti che si arrenderanno sarà garantito il salvacondotto fuori da Aleppo come parte dell’accordo.

Mosca ha di nuovo avvisato che gli insorti che sceglieranno di restare in Aleppo est verranno trattati con severità alla ripresa delle operazioni militari, probabilmente alla fine della prossima settimana.

Ma la grande domanda è: chi sono esattamente i militanti a bordo di quegli autobus usciti da Aleppo?

Si ritiene che sarà offerto loro un corridoio per trasferirsi nella vicina provincia di Idlib, la quale è notoriamente una roccaforte della rete del terrore di Al-Nusra.

Di sicuro, l’attuazione di una tregua questa settimana è un una buona mossa politica da parte di Siria e Russia per dimostrare la loro preoccupazione umanitaria verso i civili intrappolati ad Aleppo come scudi umani.

L’iniziativa certamente vanifica l’isteria occidentale circa la “barbarie” russa.

In ogni caso è imperativo per le autorità siriane e russe esaminare attentamente quei militanti che si sfileranno da Aleppo questa settimana.

Altrimenti, la battaglia di Aleppo potrebbe risolversi in una vittoria di Pirro, qualora i militanti riuscissero a sfruttare l’etichetta di “moderati” solamente per riorganizzare una nuova base di operazioni ad Idlib insieme ai loro manovratori NATO.

*****

Articolo di di Finian Cunningham pubblicato su Sputnik News il 19 ottobre 2016

Traduzione in italiano a cura di Jacobus per SakerItalia.it

Condivisione: