È giunta l’ora per l’unica parte della Siria infestata da molte migliaia di terroristi armati, addestrati, finanziati e guidati dagli Stati Uniti – insieme alle parti settentrionali e meridionali del paese controllate dal Pentagono, dove gli jihadisti si sono addestrati e hanno trovato rifugio nelle sue basi.
L’indipendenza sovrana della Siria dipende dalla liberazione di queste aree dalla piaga del loro controllo.
Quasi otto mesi fa, nel settembre 2018, Vladimir Putin e il turco Erdogan si sono accordati per stabilire una zona demilitarizzata di 15-20 Km nella provincia di Idlib lungo il confine turco.
I piani prevedevano che le forze di entrambi i paesi potessero controllarla, l’offensiva per liberare Idlib venne messa in attesa, a suo tempo si riteneva per poco tempo, forse perché iniziasse dopo le elezioni americane di medio termine, a novembre dello scorso anno.
Il piano prevedeva il raggiungimento dell’irraggiungibile – che jihadisti pesantemente armati e sostenuti dagli Stati Uniti abbandonassero volontariamente la zona demilitarizzata che occupano, oltre a rimuovere tutte le armi pesanti dalla zona.
Le cose non sono andate come previsto. Erdogan ha ingannato Putin, sostenendo il flagello terroristico di Idlib al quale finge di opporsi.
Migliaia di membri di al-Nusra e altri terroristi hanno approfittato per rinforzare i loro ranghi. Le armi fornite dagli Stati Uniti, dagli altri stati occidentali, da Israele, da Ankara e da Riad, fluiscono liberamente attraverso la frontiera dalla Turchia verso Idlib.
I terroristi della provincia tengono in ostaggio la popolazione civile come scudi umani, usando le loro posizioni trincerate come piattaforme per attaccare le forze militari siriane, i civili e la base aerea russa di Khmeimim.
Dato che non è stato fatto nulla per combatterli, specialmente dopo l’accordo Putin/Erdogan dello scorso settembre, ora sono una forza più formidabile, ci vorrà una lotta più dura per sconfiggerli.
La Turchia è parte del problema, non della soluzione per la liberazione della Siria – Erdogan vuole annettersi il territorio settentrionale del paese, in particolare la sua zona di produzione del petrolio.
È per questo che è coinvolto militarmente in Siria, insieme alla sua lunga guerra contro i curdi sia a livello nazionale che transfrontaliero in Siria e in Iraq, mirata a sconfiggere il loro obiettivo di autodeterminazione.
Finalmente è iniziata la battaglia a lungo ritardata per liberare Idlib e le aree circostanti. Sabato, Putin ha dichiarato: “La Russia si riserva il diritto di fornire assistenza attiva al governo siriano per liquidare (la) minaccia terroristica” a Idlib e altrove nel paese.
Lunedì, le forze siriane e russe hanno iniziato ad attaccare pesantemente i terroristi sostenuti dagli Stati Uniti a Idlib e nella provincia nord-occidentale di Hama.
Martedì, AMN News ha riferito che gli aerei da guerra russi “hanno lanciato (un) massiccio attacco contro la parte occidentale della regione di Idlib” – prendendo di mira i terroristi sostenuti dagli Stati Uniti.
Sono stati presi di mira gli obiettivi a sud di Idlib, nella parte occidentale della regione di Aleppo e nella provincia settentrionale di Hama.
“L’Esercito Arabo siriano (SAA) ha dato il via alla sua tanto attesa offensiva a nord-ovest di Hama lunedì mattina, ottenendo diverse importanti vittorie contro le forze militanti vicino alle città di Kafr Nabudah e Qalaat al-Madiq”, ha riferito AMN News.
L’altopiano strategico di Tal Uthman è stato catturato, le linee di rifornimento dalla Turchia e dalle basi nordamericane verso al-Nusra e gli altri terroristi nelle “città di Kafr Nabudah e Qalaat al-Madiq” sono state tagliate.
La scorsa settimana, in vista dell’offensiva terrestre siriana, gli aerei russi hanno colpito diversi obiettivi terroristici a Idlib, tra cui la città di Idlib e le aree intorno alla capitale della provincia.
Allo stesso tempo, gli aerei da guerra siriani hanno bersagliato obiettivi terroristici nelle zone orientali del paese.
Lunedì un attacco da parte degli jihadisti sostenuti dagli Stati Uniti alla base aerea russa di Khmeimim è stato sventato, i droni forniti dagli occidentali sono stati abbattuti.
Lo stesso giorno, aerei da guerra russi e forze di terra siriane hanno colpito pesantemente posizioni di al-Nusra a nord-est di Latakia.
Lo scorso fine settimana, SouthFront ha riferito di oltre 200 attacchi aerei russi e siriani su obiettivi terroristici, attacchi che sono proseguiti lunedì e martedì.
Ciò che è in corso sembra il preludio ad una probabile escalation offensiva per liberare Idlib e la sua popolazione civile.
Il regime di Trump in precedenza aveva avvertito che avrebbe reagito agli attacchi siriani contro Idlib. Dall’inizio dell’attuale offensiva, le minacce non sono state ripetute, finora.
Sconfiggere al-Nusra e gli altri jihadisti che infestano Idlib e le aree circostanti, insieme ai restanti terroristi dell’ISIS nel paese, richiederà probabilmente mesi.
Le cose sono nella fase iniziale di una campagna estesa che non finirà fino a quando non sarà a pieno regime.
Non è chiaro come o se i membri della linea dura del regime di Trump interverranno contro la campagna.
Forse hanno in mente un altro attacco chimico sotto falsa bandiera da addossare ingiustamente a Damasco – un pretesto per bombardare i siti siriani.
Gli Stati Uniti non hanno mosso guerra alla Siria per poi arrendersi. La sua lotta liberatrice rimane a lungo termine.
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Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo sito il 7 maggio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
Lo stallo in quella provincia è stato ben organizzato dagli Strateghi USA; essi non hanno mai inteso andarsene ma hanno lavorato per tenere basi militari a ridosso dell’Iran per le future azioni e infiltrazioni in Iran; al tempo stesso stanno testando la capacità della Russia di gestire i rapporti con la Turchia di Erdogan e la sua determinazione di difendere la Siria.
Non ci sarà alcuna soluzione di componimento del conflitto siriano fino as quando gli USA non cadranno in un conflitto vero militare con la Cina.
Da quel momento gli USA potrebbero decidere di sgomberare il campo per utilizzare le risorse in altri teatri di guerra.
Gli USA firmeranno Trattati che stracceranno quando crederanno di essere sicuri di vincere.
La Russia e Cina lo sanno e si stanno preparando alla difesa dei loro territori
ormai da troppo tempo sotto la spada di Damocle.
Infatti mi è sempre sembrato prematuro e fuori luogo parlare di “vittoria” per quanto riguarda la Siria vista l’occupazione di un terzo abbondante del suo territorio con addirittura la presenza di basi stabili su di esso e il perdurare delle attività belliche ai suoi danni. Dal punto di vista della povera Siria al massimo si è trattato di una interruzione (per quanto?) della sconfitta non certo di una vittoria. Mentre per le finalità della Russia, viste le sue varie relazioni nell’area con tutte le parti in causa sia nemiche che amiche della Siria, di effettiva vittoria, per i propri interessi, potrebbe trattarsi. I russi hanno conseguito ciò che volevano ma di certo la Siria non è al sicuro.
Mikhail X. condivido
Oltre alle basi stabili, ha perso il controllo dei piu grandi giacimenti di idrocarburi e delle dighe sull’Eufrate, conditio sine qua non per l’agricultura.
Bisogna distinguere fra l’informazione oggettiva, come la sua, e la propaganda di chi odia l’impero, l’occidente, se stesso. Chi non ama se stesso non puo’ essere oggettivo con gli altri.
Il regime siriano, padre e figlio, incassa gli interessi del male che, nei decenni passati, ha causato a una parte del suo popolo, occupando il Libano e attaccando Israele.
Chi ne fa le spese é sempre il popolino. Che soffre dei boicotti e dell’infrastruttura irrimediabilmente distrutta.
Sono d’accordo sulla osservazione relativa ai campi petroliferi e alle riserve idriche. Non condivido invece la seconda parte. Quanto accaduto in Siria non è una spontanea sollevazione per cause interne ma un qualcosa di pianificato, organizzato e indotto dall’esterno. Che, tra i tanti esempi, è la stessa cosa che è stata inflitta alla Libia o all’Ucraina. Un genere di operazione che qualunque soggetto dotato dei mezzi e delle competenze necessarie potrebbe scatenare in qualunque Paese del mondo. L’Occidente poi intrattiene senza problemi rapporti di alleanza e amicizia con dittature e stati che violano i diritti umani, civili e politici senza farsi problemi.
L0’unica cosa che non riesco a capire è come mai Assad fino a circa il 2010 fosse un campione dell’Occidente, in Gran Bretagna riceveva premi e ossequi, poi in pochi mesi tutto è cambiato.
Cosa ha scatenato tutto?
Un’idea me la sarei fatta ma proprio non so come e perché egli non si sia accorto di quello che stava succedendo. Infatti in 2 anni di guerre e disordini la Siria era quasi al capolinea e niente faceva presagire che la Siria sarebbe riuscita a sostenere una difesa che poi si è rivelata, ad oggi, vincente. Certamente l’aiuto russo ha sconvolto ogni previsione, ma anche così non mi capacito di come siano riusciti dal collasso a ritrovarsi ormai vincenti. La spiegazione più immediata è che il popolo siriano si è sacrificato in modo tale da prima reggere l’urto e i molti assedi e poi passare a prendere saldamente l’iniziativa.
Ricordo bene i vili attacchi terroristi americani all’esercito siriano e di come si facessero beffa di ogni legge internazionale quando con gli elicotteri neri abbiano salvati i capi Isis da morte certa portandoli al sicuro senza neanche nascondersi più di tanto.
Tutto questo come può essere sopportato ad esempio dall’Italia? come possiamo essere alleati dell’asse del male?