La guerra siriana sta rotolando giù come una palla di neve in inverno, con sempre più elementi nuovi che si aggiungono al conflitto. La presenza di nuove armi e nuove truppe peserà come un macigno sulle diverse formazioni impegnate sul terreno e su tutti gli sforzi diplomatici tesi a far terminare la guerra in Siria.
Un alto ufficiale del Centro Operativo Unificato di Damasco (dove si coordinano Russia, Iran, Siria ed Hezbollah) ha riferito: “Damasco ha ricevuto batterie di missili russi S-300 modificate, pronte ad entrare in servizio attivo. Presto la Siria dichiarerà che ogni nazione che utilizzi il suo spazio aereo senza richiedere l’autorizzazione a Damasco sarà ritenuta ostile e l’aereo (o gli aerei) verranno abbattuti senza ulteriori avvertimenti. A tutti quelli che vogliono combattere il terrorismo e coordinarsi con il (nostro) comando militare saranno garantiti corridoi sicuri di transito”.
Secondo la stessa fonte, ci sarà un ulteriore sviluppo, “L’Iran sta preparando due squadriglie di Sukhoi da utilizzare nella guerra in Siria, questi verranno schierati nella base aerea siriana T4, ad Homs, molto vicina a Palmira (Tadmur), già conosciuta come Tiyas. L’aviazione iraniana si unirà a quella russa nella guerra contro i terroristi Tafkiri in Siria”.
“La coalizione formata da Russia, Iran, Siria, e i loro alleati, Hezbollah ed Iracheni, sono tutti impegnati direttamente nella battaglia. Le forze armate russe, comprese le truppe di terra, la marina e l’aviazione dispongono di sistemi missilistici di difesa antiaerea a medio raggio TOR M1/M2, insieme ai Pantsir-S e ai modernissimi S-400, per fornire una copertura totale alle forze russe presenti nella nazione. Un altro aereoporto presso Homs, ad al-Sha’ayrat, è stato approntato per ospitare nuovi aerei delle Forze Aerospaziali Russe.
Al-Sha’ayrat è uno dei più importanti aeroporti militari in Siria. Truppe di terra stanno mettendo in sicurezza un adeguato perimetro per garantire la sicurezza delle manovre. I tecnici e le squadre di manutenzione a terra sono pronte ed hanno già iniziato ad occuparsi dei velivoli arrivati dalla Federazione Russa, guidati da moderni Su-24 armati di missili aria-aria, destinati alla protezione degli aerei impegnati nel bombardamento dei terroristi, in modo che non si ripeta un altro incidente come l’abbattimento del Su-24 da parte dei Turchi la settimana scorsa”.
L’ufficiale ha aggiunto: “l’Iran ha inviato 4000 IRGC (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica), armati di granate, lanciarazzi e artiglieria semovente per le loro operazioni in Siria. Inoltre, due squadriglie dell’aviazione iraniana verranno schierate nella base T4, l’aeroporto di Tiyas, presso al-Sha’ayrat, appena i reparti del genio iraniani avranno terminato il lavoro nella suddetta località. Le forze aeree iraniane, allo scopo di incrementare l’addestramento dei loro piloti in condizioni di combattimento reale, forniranno supporto aereo alle forze di terra, da Palmira a Raqqa. Mosca ha accettato di farsi carico della manutenzione e del munizionamento necessari ai Jets iraniani”.
Sugli S-300, ha concluso: “Gli equipaggi addetti alla difesa antiaerea siriana hanno terminato in Russia il loro addestramento sul sistema missilistico S-300 ed hanno ricevuto in dotazione tutti gli apparati, secondo gli accordi fra governo e forze armate. Gli S-300 di produzione russa, che possono ingaggiare fino a 12 bersagli contemporaneamente, alla distanza di 200 Km. e ad un’altezza di 27 Km., saranno dispiegati nelle zone liberate, in modo da coprire tutto il territorio siriano. Damasco dovrebbe comunicare a breve, ha detto la fonte, che ogni aereo non identificato sui cieli della Siria sarà considerato ostile e verrà abbattuto, se prima non vi sarà stato il coordinamento con le autorità siriane. La Siria è pronta a fornire corridoi sicuri per il transito di tutti quelli che vogliono colpire il terrorismo”.
E’ improbabile che la Siria voglia impegnarsi in una guerra aerea contro la coalizione occidentale che bombarda l’ISIS, nonostante il dispiego degli S-300 e l’indiscrezione sull’annuncio ufficiale del loro utilizzo. Nondimeno, è certamente un forte messaggio alla Turchia che la sua tanto agognata “no-fly zone” è svanita nell’aria, ora più che mai. E’ anche un modo di Damasco per far pressione sull’Occidente, sopratutto Francia e Regno Unito, e costringerlo ad un accordo diplomatico con l’attuale governo, anche in termini di sicurezza, intelligence e “guerra al terrore”. In ogni caso, le fonti nella capitale siriana confermano che Assad non si aspetta che sull’ambascita francese venga issata di colpo la bandiera bianca, rossa e blu o il ritorno dell’ambasciatore, nonostante gli attacchi di Parigi. Perché la guerra al terrorismo sia efficace, Parigi ha però bisogno di Damasco, e non il contrario, perché qui è in ballo la sua stessa sicurezza nazionale. Ci sono oltre 1400 Mujaeddin Tafkiri francesi che combattono con l’ISIS e al-Qaeda a Bilad al-Sham [Vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Bilad_al-Sham]. Molti di questi sono negli elenchi in possesso dell’intelligence di Assad. Il DGSE (i servizi di intelligence estera francesi) non avrà accesso a questi elenchi senza prima aver pagato un prezzo diplomatico. Per la Francia sarà una scommessa far volare i propri aerei al di sopra della Siria senza il coordinamento con Damasco, con il rischio di vederseli abbattere dagli S-300, scambiati per jet turchi o nemici, la stessa cosa vale per Israele.
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Articolo di Elijah J. Magnier pubblicato su FortRuss il 2 Dicembre 2015
Tradotto in Italiano da Mario per Sakeritalia.it
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