13950108000030_PhotoJLa liberazione di Palmira è il punto di svolta decisivo della Guerra in Siria. Anche se in precedenza ci sono stati dei successi militari da parte dell’Esercito Arabo Siriano e dei suoi alleati, il valore promozionale dell’aver messo al sicuro i preziosi resti archeologici romani di Palmira supera quelli di tutte le altre vittorie. E questo contribuirà a cambiare un po’ la falsa narrazione di questo conflitto.

Il governo siriano non è più il “regime di Assad” e l’Esercito Arabo Siriano non è più “le forze di Assad”. Lo stesso Ban Ki Moon, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, si è congratulato con il governo siriano per il suo successo.

Durante una conferenza stampa in Giordania, Ban ha detto di essere “incoraggiato” dal fatto che questo sito, patrimonio mondiale dell’UNESCO, fosse stato strappato dalle mani degli estremisti e che il governo siriano “è ora in grado di conservare e proteggere questo tesoro che appartiene a tutta l’umanità”.

Un aspetto importante della liberazione di Palmira è stato l’utilizzo dell’equipaggiamento russo per le contromisure elettroniche, che hanno bloccato tutti segnali elettromagnetici nella zona di Palmira. Lo Stato Islamico aveva disseminato le rovine con mine artigianali ma non è stato in grado di farle detonare.

Il mito che il governo siriano e russo fossero collusi con lo Stato Islamico, sostenuto da molti propagandisti, tra cui anche i governi statunitense e britannico, si è ora dimostrato completamente falso. Ma circolano ancora altre affermazioni contrarie alla verità.

Durante tutte queste celebrazioni ci si è dimenticati di chiedere, in primo luogo, in che modo sia potuta cadere Palmira. Quando lo Stato Islamico aveva catturato la città, nel maggio 2015, i guerriglieri avevano incontrato scarsa resistenza da parte delle truppe siriane. All’epoca gli abitanti avevano detto che gli ufficiali e i miliziani erano fuggiti nei frutteti della periferia, lasciando i coscritti e i civili ad affrontare, da soli, i guerriglieri.

Questa descrizione della battaglia è completamente insensata. L’offensiva dello Stato Islamico, che era terminata con l’occupazione di Palmira, era durata 13 giorni, dal 13 al 26 maggio 2015. In quei giorni si erano svolti feroci combattimenti e c’erano state diverse controffensive dell’esercito siriano. Dopo la cattura della città da parte dello Stato Islamico, l’esercito siriano aveva immediatamente preparato un’imponente operazione militare per riprendere la città. Questa manovra era stata intrapresa con successo nel luglio 2015 ma, per mancanza di supporto aereo, tutte le zone riconquistate erano state nuovamente perse la settimana successiva.

Durante tutti i combattimenti del 2015 nella zona di Palmira, l’aviazione americana, che asseriva di combattere lo Stato Islamico in Siria e in Iraq, non era intervenuta neanche una volta. L’ISIS era stato libero di rifornirsi attraverso i territori aperti del deserto siriano orientale.

L’unico motivo per cui lo Stato Islamico è stato in grado di attaccare con successo Palmira è dovuto ad una contemporanea, vasta offensiva delle forze jihadiste di Al-Qaeda e dei mercenari finanziati dalla CIA contro le truppe del governo siriano nel governatorato di Idlib. L’esercito siriano aveva dovuto richiamare uomini da Palmira per difendere Idlib e Latakia, e le forze rimaste non erano state sufficienti per respingere gli attacchi dello Stato Islamico.

L’attacco su Idlib, in cui la CIA aveva permesso alle sue formazioni di cooperare direttamente con Al-Qaeda, era stato sostenuto da contromisure elettroniche provenienti dalla Turchia, che avevano pesantemente disturbato le comunicazioni dell’esercito siriano. Questo attacco e l’evidente complicità fra Jihadisti, Turchi e servizi segreti americani è stata la ragione per cui Russia ed Iran hanno deciso di intervenire nel conflitto con le loro proprie forze. La linea rossa era stata oltrepassata.

Ciò che è seguito è stata l’eliminazione di tutti i “ribelli” che rappresentavano un immediato pericolo per il governo siriano. Dopo l’imboscata turca all’aereo russo, tutte le forze “ribelli” sostenute dalla Turchia sono diventate un obbiettivo prioritario. Una volta raggiunta la vittoria a Latakia e nella zona di Aleppo con offensive su larga scala, la Russia ha imposto un cessate il fuoco fra tutte la formazioni sostenute dagli Stati Uniti e il governo siriano. Questa tregua ha reso disponibili le forze siriane, iraniane e russe necessarie alla riconquista di Palmira. Da qui l’attacco proseguirà verso est verso Deir Ezzor e, successivamente, Raqqa.

La vittoria di Palmira è stata finora la più grande sconfitta per lo Stato Islamico. Per l’amministrazione Obama essa diventa un problema.

Washington ha sempre cercato di presentare la battaglia contro lo Stato Islamico come un progetto degli Stati Uniti e dei suoi alleati, accusando allo stesso tempo Mosca di attaccare i ribelli “moderati” invece degli estremisti. Palmira sembra rappresentare una narrativa diversa.

Le congratulazioni, anche se condite con l’obbligatoria retorica anti-Assad, stanno ora incominciando ad arrivare dalle fonti più inattese, come dal sindaco conservatore di Londra.

“Non posso nascondere la mia gioia alle notizie che arrivano da Palmira, che dicono che l’esercito siano ha ripreso il controllo completo di tutto il sito dell’UNESCO. Le rovine potrebbero essere ancora minate, ma almeno i terroristi sono in fuga. Hurrah! Bravi! E continuate così”.

Sono d’accordo.

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Pubblicato da Moon of Alabama il 28 Marzo 2016
Tradotto in Italiano da Mario per Sakeritalia.it

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