Durante gli ultimi giorni dell’amministrazione Obama, l’esercito degli Stati Uniti ha colpito un grosso campo di addestramento di al-Qaeda nella provincia di Idlib, in Siria. Il campo era noto come centro di addestramento per i combattenti europei. I bombardieri strategici B-52 hanno scaricato sulla zona un ingente quantitativo di bombe. Più di 100 persone sono rimaste uccise nell’attacco. L’esistenza del campo, anche se probabilmente non l’esatta collocazione, era nota fin dal 2013, ma gli Stati Uniti non lo avevano mai toccato prima d’ora. Qualcuno ha ipotizzato che l’attacco avesse lo scopo di distruggere le prove di una collaborazione fra USA e al-Qaeda in Siria.
I governi turco, russo ed iraniano si sono accordati su colloqui da tenersi ad Astana in Kazakhistan fra le delegazioni degli insorti “moderati” in Siria ed il governo siriano. E’ stata invitata anche Ahrar al-Sham, che ideologicamente si pone fra al-Qaeda e i “moderati”. Jaish Fateh al-Sham (l’ex Fronte al-Nusra, cioè al-Qaeda in Siria) ha rinunciato a partecipare, in segno di solidarietà con i gruppi ritenuti terroristici (e quindi) non invitati.
La Russia aveva proposto questi colloqui allo scopo di separare i Takfiri “moderati”, controllati dai Turchi, dai Takfiri designati invece come “terroristi”. I colloqui non hanno dato un risultato immediato, ma sono comunque serviti allo scopo. Subito dopo l’inizio delle trattative, al-Qaeda ha attaccato Ahrar al-Sham. Dopo una serie di combattimenti ad intermittenza, ieri al-Qaeda ha iniziato ad attaccare tutti i gruppi Takfiri “moderati” nelle province di Idlib ed Aleppo. (Al-Qaeda è alleata con Jund al-Aqsa, una costola dell’ISIS, e con il gruppo di al-Zinki, una banda etichettata come “moderata” dalla CIA, nota per aver ricevuto missili TOW dalla CIA e per aver decapitato un bambino palestinese). Dal momento che al-Qaeda è il gruppo più consistente (che opera) nel territorio controllato dai ribelli, può essere combattuta solo da un fronte unificato. Questi scontri sono attualmente in corso.
La separazione fra “moderati“ e “terroristi” è perciò di fatto avvenuta. La Russia aveva chiesto agli Stati Uniti, per più di un anno, di dare una mano alla separazione, ma gli Stati Uniti avevano sempre asserito che i vari gruppi erano troppo “frammischiati” con al-Qaeda per poter essere separati da loro. Adesso, senza nessuna ingerenza da parte degli Stati Uniti, la separazione è avvenuta.
Anche i gruppi “moderati” che dipendono dalla logistica turca stanno ora combattendo contro al-Qaeda, e perciò hanno un nemico in comune con l’esercito siriano. I Russi cercheranno sicuramente di sfruttare dal punto di vista diplomatico questo elemento comune.
L’esercito russo e quello siriano si tengono lontani dalla zona. Non bisogna disturbare il nemico quando commette degli errori. Bisogna lasciare che i Takfiri si combattano a vicenda e se la risolvano da soli. Sarà più facile sconfiggere quelli che saranno rimasti.
La situazione a Damasco continua ad essere brutta. Il rifornimento idrico proveniente da Wadi Barada, da cui dipendono 5-6 milioni di persone, continua ad essere interrotto. Diversi accordi di cessate il fuoco a Wadi Barada, sotto controllo takfiro, sono stati infranti da elementi di al-Qaeda. Durante l’ultimo, uno dei più importanti negoziatori siriani è stato ucciso da un cecchino di al-Qaeda mentre stava visitando la zona. L’esercito siriano ha circondato Wadi Barada e sono in corso intensi combattimenti per liberare i pozzi acquiferi occupati.
Più a sud, sembra siano in corso preparativi per un riarmo dei gruppi takfiri via Giordania. Negli ultimi giorni, il governo siriano ha intercettato un carico di almeno 19 missili TOW e un grosso quantitativo di altre munizioni. Qualcuno ha in programma di far riprendere i combattimenti nel sud, un’area che era rimasta quiescente per la maggior parte dell’anno scorso.
Nella zona di al-Bab, ad est di Aleppo, l’esercito turco sta ancora cercando di riprendere all’ISIS la città di al-Bab. I Turchi fanno affidamento su fanteria scadente, raffazzonata da alcuni gruppi di ribelli siriani, e sono indeboliti dalle purghe di Erdogan nell’esercito e nell’aviazione turca. Più di un terzo dei piloti sono stati esonerati dal servizio. Molti altri sono sotto indagine. I soldati turchi sembrano avere scarsa voglia di combattere. Ieri, 34 soldati non si sono presentati ad Istambul ad un’udienza riguardante la loro presunta partecipazione al colpo di Stato contro Erdogan. Questi uomini stavano combattendo da qualche parte nella zona di al-Bab e non avevano ricevuto la convocazione da parte del tribunale. Alcuni piloti devono farsi controllare dalla polizia quando iniziano la missione contro l’ISIS e devono farsi ricontrollare dalla polizia al loro ritorno. A loro non è permesso “lasciare il paese”, ma hanno comunque l’ordine di andare a bombardare la Siria. Non sorprende che un esercito del genere sia incapace di combattere in modo efficace. Ieri sono rimasti uccisi 5 soldati turchi, e sono andati perduti altri due carri armati pesanti. I Turchi ad al-Bab non fanno progressi, in compenso hanno un flusso costante di perdite in uomini ed equipaggiamento pesante.
A sud di al-Bab l’esercito siriano ha iniziato un’operazione per ripulire dall’ISIS il territorio fra la base aerea di Qweiris e la città. Potrebbe anche raggiungere al-Bab da sud, prima che i Turchi ci si avvicinino dal nord.
Più ad est, l’SDF curdo, sostenuto dagli Stati Uniti, si sta avvicinando alla diga di Tabqa, sull’Eufrate, ad ovest della capitale dell’ISIS, Raqqa. La cattura della diga sarà molto difficile. Come avvertimento, l’ISIS ha aperto diverse paratie della diga e un ulteriore allagamento delle zone a valle è ora un pericolo serio. Se la diga fosse fatta saltare, ci sarebbero catastrofiche conseguenze per le popolazioni dell’est della Siria e anche dell’Iraq.
Ancora più ad est, continuano i combattimenti a Deir Ezzor. La città è assediata dall’ISIS, e un grosso attacco è riuscito di recente a separare la guarnigione dell’esercito siriano dai quartieri residenziali, dove vivono 100.000 persone sotto la protezione del governo. I rifornimenti per via aerea erano diventati impossibili.
Una intensa campagna aerea condotta dai Russi ha aiutato a respingere l’ISIS. Arrivando anche a compiere 100 attacchi aerei al giorno, (i Russi) hanno neutralizzato l’artiglieria dell’ISIS nella zona ed ora è nuovamente possibile far affluire rifornimenti e rinforzi. I generi alimentari per la popolazione vengono di nuovo paracadutati da grossi aerei da trasporto. Durante gli ultimi tre giorni, l’aviazione russa ha utilizzato su Deir Ezzor i bombardieri strategici con base in Russia, e ha bombardato intensamente le postazione dell’ISIS. I rinforzi dell’ISIS provenienti da Raqqa e da Palmira sono stati neutralizzati prima che potessero raggiungere la zona. Deir Ezzor sembrava già persa, ma ora potrà sopravvivere a questo ultimo tentativo dell’ISIS di conquistarla.
In varie zone della Siria, diversi schieramenti di nemici e di alleati combattono l’uno contro l’altro. La situazione sembra farsi più complicata di giorno in giorno, visto che Turchia e Stati Uniti cambiano di continuo la loro posizione e le loro intenzioni. Mentre i “moderati” del nord, sostenuti dagli Stati Uniti, combattono gli ex-alleati di al-Qaeda, i “moderati” del sud continuano a ricevere rifornimenti, nonostante la loro alleanza locale con al-Qaeda. L’ISIS viene combattuto dagli Stati Uniti, coalizzati con i Curdi, ma non con la Turchia, loro alleata nella NATO. Nel frattempo, l’ISIS viene sostenuto dagli Stati Uniti nelle sue attività belliche contro l’esercito siriano.
La Turchia è irreparabilmente perduta. Controlla a mala pena i “moderati” del nord, ed ogni azione militare contro al-Qaeda e l’ISIS è destinata a scontrarsi con la brutale risposta dei terroristi nelle città siriane. La sua offensiva contro al-Bab è impantanata, però con perdite sempre crescenti. Quanto tempo ci vorrà perché Erdogan rinunci finalmente ai suoi sogni neo-ottomani di nuovi territori turchi in Siria?
Si potrebbe sperare che la nuova amministrazione abbia un attacco di buon senso e si coalizzi con la Siria e con la Russia per eliminare tutti i Takfiri che sono sul terreno siriano: ISIS, al-Qaeda e tutti i gruppi islamici “moderati” che rifiutano gli accordi di pace. Ma l’amministrazione Trump non si è (ancora) organizzata. Alcuni gruppi al suo interno considerano prioritario combattere l’Iran, che però è necessario per pacificare la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan e probabilmente anche lo Yemen. Altri vogliono combattere l’ISIS e al-Qaeda, altri ancora considerano la Russia il loro più grande nemico. Combatterli tutti quanti allo stesso tempo non è semplicemente possibile. Ma c’è qualcuno in grado di stabilire delle priorità? Una strategia di compromesso all’interno dell’amministrazione sarà un caotico polpettone di espedienti tattici, in contraddizione l’uno con l’altro. Questo è ciò che mi aspetto di vedere.
Potrebbero volerci mesi, se non un anno intero, prima che il buon senso si faccia strada ed emerga qualche progetto ragionevole. Fino ad allora, in Siria si svolgeranno combattimenti caotici, che però andranno sempre più a vantaggio del governo e dei suoi alleati.
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Pubblicato su Moon of Alabama il 24 gennaio 2017
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
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