Secondo quanto dichiarato dall’agenzia di stampa turca Andalou il recente attacco lanciato dalla coalizione a guida USA circa 20 miglia ad ovest di al-Raqqah ha causato la morte di centinaia di civili, colpendo una ex scuola usata come rifugio per i profughi. Si è saputo anche che il bombardamento ha colpito più di 50 famiglie che erano fuggite dalle città di Hamas, Homs e al-Raqqah, nel tentativo di salvarsi la vita. Fonti locali della stessa agenzia hanno riferito anche di un altro attacco aereo lanciato nell’area della città di Tabqa, che avrebbe provocato almeno 40 vittime.

In aggiunta, il comando militare statunitense ha confermato la scorsa settimana che l’attacco aereo lanciato nella provincia siriana di Aleppo ha causato la morte di almeno 49 persone, cosa che non sorprende affatto, dato che l’obiettivo era una moschea nel villaggio di Al-Jin e l’attacco è avvenuto durante l’ora delle preghiere serali. Secondo fonti locali, a quell’ora ci sono in genere circa 300 persone a pregare nella moschea. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha già affermato che gran parte delle vittime erano civili. A sua volta, Le Monde ha descritto [in francese] quest’attacco come uno dei peggiori fra gli errori sanguinosi del Pentagono dall’inizio delle sue operazioni nei cieli siriani.

Degno di nota è il fatto che inizialmente la colpa di questi attacchi fosse stata addossata alle aviazioni russa e siriana, in sintonia con la campagna russofoba dei media che ci viene imposta da Washington e da una serie di gruppi di interesse europei. Una serie di fonti occidentali e mediorientali sono stata rapidissime ad individuare i colpevoli senza il più piccolo straccio di prova a sostegno delle loro tesi.

E la lista prosegue, con l’attacco da parte della coalizione a guida USA delle periferie meridionali della città siriana di al-Raqqa il 12 marzo, che ha causato l’uccisione di almeno 12 civili, nel corso di raid condotti durante la notte. L’agenzia di stampa siriana SANA ha annunciato che il conteggio dei morti causati da questi attacchi potrebbe crescere in modo significativo, poiché un gran numero di vittime sono ferite e versano in condizioni critiche.

In aggiunta al tragico incidente nel villaggio di Al-Jinn, il Pentagono ha anche confermato la recente morte di 21 civili in Siria e in Iraq, periti sotto le bombe della coalizione a guida USA. Secondo quanto dichiarato in un recente comunicato stampa, tutte le vittime sono state uccise nel corso delle missioni [in inglese] eseguite nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve, diretta contro l’organizzazione terroristica nota come ISIS, nel gennaio del 2017.

Lo US CENTCOM ha anche riconosciuto che in seguito alle operazioni militari del 29 gennaio nella provincia di Al Bayda nello Yemen del sud, sono stati uccisi svariati civili, tra cui dei bambini, come riportato dalla Reuters.  Secondo quanto è stato reso noto [in inglese] da anonimi funzionari statunitensi, un bambino di 8 anni di cittadinanza americana, Nawar Anwar al-Awlaki è caduto vittima delle forze speciali USA assieme a un gruppo di donne del posto, nel corso di un raid lanciato dai NAVY SEAL in profondità nel territorio yemenita.

In aggiunta agli svariati resoconti sulle morti di civili causate dai continui bombardamenti americani, molte fonti nei media stanno iniziando a pubblicare un sempre maggior numero di servizi [in inglese] sull’uso di uranio impoverito in Iraq e in Siria da parte delle forze americane, che potrebbe causare ulteriori morti di civili nel lungo termine. Va segnalato che l’uranio impoverito è un residuo dell’arricchimento dell’uranio 235. È eccezionalmente duro, ed è utilizzato dalle forze armate occidentali, sia per perforare bersagli corazzati, sia per proteggere i propri mezzi dal fuoco nemico. Nonostante sia meno radioattivo dell’uranio originale, l’uranio impoverito è tossico ed è considerato da parte della U.S. Environmental Protection Agency un fattore di contaminazione da radiazioni quando penetra all’interno del corpo umano, potendo provocare cancro e malformazioni neonatali.

Precedentemente, gli ufficiali americani negavano l’uso di munizioni all’uranio impoverito in operazioni contro l’ISIS in Siria. Ma la rivista Foreign Policy, riferendosi a quanto comunicato dal portavoce del Comando Centrale USA, il Maggiore Josh Jacques, ha rivelato che le forze armate statunitensi avrebbero usato munizioni all’uranio impoverito nel corso di almeno due operazioni contro militanti siriani nel 2015. Secondo quanto riportato, 5265 proiettili perforanti da 30mm contenenti uranio impoverito sono stati sparati dagli A-10 da attacco al suolo.

Se aggiungiamo il numero di vittime innocenti delle forze aeree americane nel Medio Oriente nel corso degli ultimi tre mesi, a tutti i morti sotto le bombe americane nel corso della cosiddetta guerra al terrorismo di Washington in Iraq e in Siria, c’è pochissimo margine al dubbio che queste cifre non superino di gran lunga quelle dei terroristi effettivamente uccisi dalla coalizione a guida USA.

E allora, come si può giustificare un costo umano così elevato? E chi, tra i comandanti militari americani, si prenderà la responsabilità per tutti gli innnocenti caduti vittime delle operazioni militari statunitensi nella regione?

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Articolo di Martin Berger, pubblicato il 24/03/2017 su New Eastern Outlook

Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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