Il 1° novembre, il Qatar ha elogiato la posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un cessate il fuoco nello Yemen, e chiesto [in inglese] nuovi colloqui di pace delle Nazioni Unite per por fine alla guerra nello Yemen. In una dichiarazione ufficiale, il Ministro degli Esteri del Qatar ha definito [in inglese] le richieste di pace degli Stati Uniti nello Yemen come “un passo incoraggiante verso una soluzione politica e la fine della sofferenza del popolo yemenita”.
Anche se questa affermazione è coerente con la retorica ufficiale del Qatar sullo Yemen da quando Doha è stata espulsa dai sauditi dalla coalizione militare nel giugno 2017, gli alleati del presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi hanno criticato le osservazioni del Ministro degli Esteri del Qatar.
Adnan al-Audani, capo del Dipartimento di Informazione e Cultura dell’Islah Party, allineato ad Hadi, ha rilasciato [in inglese] una dichiarazione che condanna il Qatar per il suo sostegno ai ribelli Houthi, e ha accusato Doha di sostenere le ambizioni espansionistiche dell’Iran in Medio Oriente.
Mentre Audani è solo l’ultimo di una lunga serie di funzionari e analisti a descrivere il Qatar come un alleato statale degli Houthi, la posizione di Doha sullo Yemen è molto più sfumata di quanto suggeriscano queste accuse. Poiché gli Houthi sono emersi per la prima volta come forza politica nel 2004, il Qatar ha capitalizzato l’instabilità politica nello Yemen per rafforzare la sua influenza sugli affari interni del paese. La capacità di proiettare la propria influenza in Yemen è stata mostrata nel giugno 2008, quando ha mediato una risoluzione [in inglese] del conflitto di sei mesi tra i ribelli Houthi e le forze governative yemenite, e quando ha sostenuto attivamente il rovesciamento del presidente Ali Abdullah Saleh nel febbraio 2012.
Sebbene il Qatar, dopo aver normalizzato le relazioni con i suoi rivali del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) nel novembre 2014, ha ufficialmente messo da parte le sue ambizioni nello Yemen, il desiderio di Doha di una sua maggiore influenza nello Yemen è riemerso negli ultimi mesi. Per facilitare la transizione del conflitto dello Yemen verso un accordo di pace e aumentare l’influenza di Doha nello Yemen, il Qatar ha attivamente ostacolato le attività militari della coalizione guidata dai sauditi, bilanciando strette relazioni con le fazioni di Houthi e Islah.
Dall’inizio del blocco guidato dai sauditi contro il Qatar lo scorso giugno, Doha è stata accusata di fornire sostegno materiale e morale ai ribelli Houthi. Il primo esempio del presunto sostegno finanziario del Qatar agli Houthi è stato rivelato nell’agosto 2017, quando il quotidiano egiziano Egypt Today aveva affermato [in inglese] che la donazione del Qatar di un milione di dollari in aiuti a scopo di ricostruzione a Saada, era stata deviata alle forze Houthi. Nell’aprile 2018, le successive disposizioni [in inglese] del Qatar di 20 milioni di dollari in aiuti umanitari alle regioni tenute dai ribelli in Yemen hanno causato ulteriori polemiche, poiché gli Houthi sono stati accusati [in inglese] di usare illecitamente i profitti derivanti dalla loro occupazione di Hodeida per finanziare operazioni militari.
Mentre le accuse di assistenza finanziaria del Qatar ai ribelli Houthi sono a dire il vero basate su prove circostanziali, i critici di Doha nel mondo arabo hanno condannato a gran voce la copertura mediatica statale del Qatar sulle attività militari degli Houthi. Abdulsalam Mohammed, presidente del Centro di ricerca sugli studi di Abaad, ha dichiarato ad Al-Monitor che i mezzi di comunicazione del Qatar hanno ignorato la ritirata delle forze Houthi dall’Hodeida occidentale, e cercato di distogliere l’attenzione sulla crisi umanitaria dello Yemen solo quando le forze degli Houthi erano deboli. Mohammed ha dichiarato che questa copertura mira a far pressione sulla coalizione guidata dai sauditi per attuare un cessate il fuoco nello Yemen, poiché questo risultato consentirebbe agli Houthi di migliorare le loro posizioni in Hodeida e di ricominciare la guerra da una posizione di forza.
Le accuse di assistenza finanziaria del Qatar agli Houthi e la copertura mediatica di Doha favorevole alle forze Houthi a Hodeida hanno portato alla proliferazione di teorie complottistiche anti-Qatar in tutto il mondo arabo. L’analista politico yemenita Najib Ghallab ha diffuso l’allarme su un’alleanza Qatar-Houthi avendo affermato [in inglese] nel luglio 2017 che il Qatar è colluso con l’Iran per salvare gli Houthi dalla sconfitta e ha dato 10.000 riyal del Qatar a ciascun prigioniero Houthi liberato che aveva occupato Sanaa nel 2014. Cinque mesi più tardi, gli Emirati Arabi Uniti (UAE) accusarono il Qatar di aver mediato per conto degli Houthi dopo che l’organizzazione aveva rotto i legami con Saleh il 3 dicembre 2017.
Per difendersi dalle accuse di cooperazione impropria tra il Qatar e gli Houthi, Doha ha fatto ampio uso di plausibili smentite nelle sue dichiarazioni ufficiali relative a questo problema. Il Ministro della Difesa del Qatar, Khalid bin Mohammad al-Attiyah, nel luglio 2017 ha dichiarato [in inglese] che Doha si è unita alla coalizione araba per difendere i confini dell’Arabia Saudita, e che non ha fornito assistenza alle singole fazioni yemenite. I politici a Doha hanno anche condannato [in inglese] con fermezza l’arresto, il 3 maggio, del cittadino del Qatar, Mohsen Saleh Saadoun al-Karbi, da parte delle forze di polizia yemenite per aver agevolato l’invio di assistenza militare agli Houthi attraverso l’Oman.
I vigorosi dinieghi del Qatar sul suo sostegno all’espansione degli Houthi sono rimasti inascoltati in gran parte del mondo arabo, ma sono stati accolti positivamente da alcune fazioni di Islah nel sud dello Yemen. Il Qatar ha stabilito una solida alleanza con il movimento Islah durante le proteste del 2011-2012 in Yemen, mentre Doha ha cercato di rimpiazzare il regime autoritario di Saleh con un governo islamista. L’alleanza del Qatar con l’Islah è continuata a livello semi-ufficiale fino a dicembre 2017, quando il presidente del partito di Islah, Mohammed al-Yidoumi, ha riallacciato [in inglese] i rapporti del gruppo con gli Emirati Arabi e ha tentato di allontanare le fila dell’Islah dalle grinfie del Qatar.
Nonostante gli sforzi di Yidoumi, alcuni membri di Islah nel sud dello Yemen sono rimasti fedeli al Qatar, e hanno continuato ad indebolire le ambizioni di proiezione di forza degli Emirati Arabi Uniti nella regione. Summer Ahmed, un’analista politico che lavora a stretto contatto con il Movimento del Sud, ha detto [in inglese] ad Al-Monitor che il Qatar continua a finanziare i religiosi dell’Islah e le organizzazioni umanitarie che vedono Tawakul Karman vincitore del premio Nobel per la pace come figura di rappresentanza.
Secondo Ahmed, questi clericali e organizzazioni sono disposti a rivelare pubblicamente la loro sponsorizzazione dal Qatar nonostante l’orientamento filo-saudita di Islah, e hanno partecipato a campagne militari nel sud dello Yemen insieme a reti estremiste come al-Qaeda. Il Consiglio di Transizione del Sud ha anche collegato [in inglese] le fazioni di Islah sostenute dal Qatar ad atti di violenza, come l’ondata di sparatorie e di esplosioni lungo le strade che hanno scosso Aden a luglio. Mentre queste accuse sono state respinte dalle voci pro-Qatar come un prodotto dell’orientamento pro-Emirati del Movimento meridionale, le espressioni pubbliche [in inglese] di solidarietà con il Qatar tra i membri di Islah di Taiz, come Mohammed al-Maqrami, suggeriscono che l’organizzazione mantenga legami residui con Doha.
Sebbene il Qatar sia stato accusato dai suoi rivali del Golfo di destabilizzare lo Yemen, gli allineamenti di Doha con i ribelli Houthi e Islah sono attentamente calibrati, poiché il Qatar vuole ostacolare la campagna militare della coalizione guidata dai sauditi senza far deragliare le prospettive di un accordo di pace yemenita. La decisione [in inglese] della coalizione del Golfo di attuare un cessate il fuoco temporaneo a Hodeida potrebbe consentire al Qatar di raccogliere i frutti della sua strategia di bilanciamento e riaffermarsi nei mesi a venire come uno dei principali attori nello Yemen.
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Articolo di Samuel Ramani apparso su Al-Monitor il 19 novembre 2018
Traduzione in italiano di Diego per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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