Come mi aspettavo, alcuni dei commenti pubblicati sotto il mio ultimo articolo [in inglese] (e ad essere onesti, sotto qualsiasi articolo geopolitico pubblicato in un cosiddetto sito “pro-russo”) si riferiscono ad uno scenario immaginario in cui gli esseri umani sono appena stati condannati, completamente condannati. Nel giusto contesto, i commenti di cui parlo risulterebbero sulla falsariga di “Sì, la dirigenza russa potrebbe essere intelligente, ma i falchi della guerra in Occidente sono abbastanza pazzi da iniziare una guerra nucleare, potendo premere semplicemente il pulsante rosso per un capriccio !”. Voglio dire, ovviamente, le armi nucleari sono una cosa molto reale, ma sono categoricamente non innescate dalle emozioni. Proverò a spiegare perché.

Inizierò col dire che è possibile psicanalizzare “l’immagine” di tali commenti e produrre un rapporto completo specifico per quella persona, e quindi risparmiare tempo a spiegare fenomeni complicati nelle relazioni internazionali. In effetti, potrei concludere questo articolo proprio adesso, dal momento che ho già fatto intendere che una persona proietta il proprio contesto verso il mondo esterno (ad esempio “Sono una vittima e siamo tutti condannati!”). Invece, ritengo che sia più utile e meno provocatorio spiegare semplicemente le basi dell’analisi della geopolitica post 11 Settembre usando un esempio.

Ci sono due ragazzi della stessa altezza e peso. Nessuno di loro ha avuto alcuna formazione professionale in nessuna arte marziale o pugilato. Sono grezzi, per così dire. Sono istruiti da un arbitro neutrale (vagliato) per combattere tra loro per 5 minuti, ma non per uccidersi. Quindi abbiamo 2 ragazzi e 1 arbitro, che interverrà solo se giudicherà che uno dei due è vicino all’essere ucciso. Entrambi i ragazzi vengono controllati dall’arbitro prima che inizi il combattimento, in modo che nessuno dei due abbia un’arma a lama o qualsiasi cosa che possa dare un vantaggio.

A questo punto, quando viene chiesto ad un osservatore (dopo aver visto i ragazzi per la prima volta) “Chi pensi che vincerà?”, La risposta non è esattamente ovvia. Se a questo osservatore viene posta la stessa domanda dopo 30 secondi di combattimento, diventa leggermente più facile rispondere perché vedrà i ragazzi in azione, ma non è ancora un fatto che la loro predizione si avvererà, poiché la loro interpretazione dei combattimenti ha un elemento di soggettività in esso, e in definitiva dipende dal loro livello di formazione. Ad esempio, sarebbe sorprendente se l’osservatore proiettasse il ragazzo Y come vincitore, dopo aver visto il ragazzo X battere il ragazzo Y sul pavimento 3 volte in 30 secondi. Sembrerebbe che l’osservatore avesse già una certa conoscenza di entrambi o di uno dei due ragazzi, e quindi ha predetto che quel ragazzo Y avrebbe superato la tempesta e sarebbe arrivato in cima.

In altre parole, le previsioni fatte dall’osservatore prima dell’inizio dei combattimenti dipendono da paradigmi scientifici già adottati, come le leggi della fisica, dalla loro esperienza di combattimento, dai modelli di probabilità, eccetera. Molto probabilmente non sarebbero disposti a scommettere la loro casa (o ipoteca) sulla vincita del ragazzo X o del ragazzo Y, poiché il loro livello di certezza non ha varcato la soglia stabilita nelle loro menti, che si basa anche su paradigmi scientifici già adottati (vediamo adesso uno schema,  come i processi sono interconnessi?).

Ora aggiustiamo lo scenario: rimuoviamo l’arbitro dall’equazione. Ora abbiamo gli stessi 2 ragazzi, ai quali il loro insegnante (supponiamo solo che siano degli ubbidienti allievi che faranno come dice l’insegnante) dice di fare un combattimento di 5 minuti. Non vengono controllati prima del combattimento – è possibile che possano avere un coltello, tirapugni o persino una pistola. In questo nuovo ipotetico scenario, la posizione dell’osservatore (ricorda: l’osservatore si è appena posizionato davanti ai ragazzi, non ha avuto la possibilità di osservarli nei 5 minuti prima che il combattimento fosse annunciato e iniziato) non è stata effettivamente cambiata , poiché c’è la stessa possibilità che uno di loro possa avere un’arma. Se nell’esempio precedente l’arbitro ha controllato i ragazzi e, relativamente parlando, ha dato la garanzia che entrambi erano disarmati, quindi in questo scenario c’è un’incertezza nei confronti di entrambi. E dopo aver guardato 30 secondi di combattimento, l’osservatore è di nuovo in grado di offrire una previsione più affidabile. È probabile che nessuno si ipotechi la casa qui.

In geopolitica sembrerebbe che le cose assomiglino più allo scenario “30 secondi di combattimento” sopra descritto, in primo luogo perché abbiamo già una certa conoscenza degli eventi accaduti in passato. Ad esempio, oggi non è il primo giorno che abbiamo sentito parlare di “Cina”, “Russia”, “Iran”, “America”, eccetera. Tuttavia, alcuni potrebbero già avere qualche conoscenza, ma non è sicuro che ce l’abbiano tutti. Quindi, come si può dire di una lezione in una classe di matematica di una persona prima che abbandoni la scuola potrà essere equiparata al solido portfolio di Wall Street di un’altra persona? In altre parole, mi riferisco direttamente a ciò che viene identificato come il regolo di Wittgenstein [in inglese]. Una persona che ha osservato sui social media la guerra siriana fin dall’inizio potrebbe non raccontare la stessa storia di un’altra persona che anch’essa ha osservato la guerra siriana sui social media per la stessa quantità di tempo. Quanto sarà accurata una storia nel tempo, quando la stessa persona racconta anche la storia di altri diversi teatri [di guerra] come: Ucraina, Libia, Georgia, eccetera.

Quindi, questo ci porta a una domanda: l’osservatore dovrebbe ipotecarsi la casa dopo aver visto i ragazzi combattere per 30 secondi, con o senza l’arbitro? Una possibile risposta potrebbe essere “dipende da quanto sono sicuri”. E questo sarebbe molto giusto; inoltre solo l’osservatore sa con certezza quanto siano sicuri. Ma cosa succederebbe se venisse chiesto “scommetteresti 20 dollari?”. Naturalmente, la posta in gioco, e quindi il livello di rischio, sarebbe inferiore. L’osservatore sceglie il ragazzo sbagliato e perde 20 dollari? Non sarebbe niente di grave; sono solo i soldi di una cassa di birra. Quindi in questo caso l’osservatore sarebbe teoricamente più incline a giocare. Ed ecco il primo motivo per cui i commentatori del “giorno del giudizio” non possono essere presi sul serio, perché non rischiano assolutamente nulla di tangibile se si scopre che si sbagliano. Possono semplicemente pubblicare le loro “profezie” come un uomo che diffonde il suo seme, senza preoccuparsi delle conseguenze, godendosi il fatto di non essere responsabili. Come si può credere alle previsioni di qualcuno in relazione agli affari di alto livello se non mettono qualcosa di personale / di valore sul “bancone” come garanzia? Questo è un grosso problema nella “comunità analitica” di oggi, in cui gli articoli che offrono consigli “buoni” ai governi sono diventati un esempio di dritte-a-volo-di-tastiera.

Parliamo ora nel contesto della realtà geopolitica di oggi. Ci sono 195 paesi e la media delle dimensioni del loro territorio è 767.731 km quadrati. La vita reale è come nel Signore delle Mosche, in cui lo scopo principale è sopravvivere: mangiare, bere, avere un riparo e trasmettere geni. Riconoscendo questo semplice fatto, che in realtà è solo l’essenza della vita, l’osservatore ha già una solida base per le attività di previsione. Ad esempio, l’osservatore può verificare con sicurezza che un paese non cercherà di distruggere un altro paese se il primo è certo che la risposta di quest’ultimo sarà uguale in termini di grandezza, se non più intensa. La storia non conosce esempi di civiltà che si siano tagliate coscientemente la gola. Attraverso calcoli costosi, sì, ma mai intenzionalmente.

Quindi, come può un paese essere sicuro di quale sarà la risposta del nemico?

Se in passato sono state utilizzate ricognizioni sul campo e spie per valutare le capacità di difesa e attacco di un avversario, oggi gran parte del processo è delegato alla tecnologia. Perché? Perché il concetto di deterrenza è stato riscritto nel momento in cui è stata inventata la bomba atomica. Se nel lontano passato l’arma più devastante di un esercito era un trabucco o arcieri con l’arco lungo, oggi è una testata nucleare. La differenza è che con il primo era solo l’esercito in pericolo diretto, le truppe potevano essere uccise. Quando un esercito veniva sopraffatto e si cominciava a pensare alla ritirata, il nemico poteva inseguirlo e annetterlo o radere al suolo gli insediamenti catturati. La sequenza degli eventi era molto lineare e più seriale. Oggi, a causa dei “frutti” dell’industrializzazione e della scoperta scientifica, il modo in cui comunichiamo si è molto abbreviato e quindi vi si dedica meno tempo. La guerra, come la conoscevamo, è diventata qualcosa che si vede solo nei musei. Il paese X non dichiara più guerra al paese Y e invia truppe verso il territorio di Y (creando una linea di demarcazione).

La struttura astratta della risposta di un paese nel 2019 può essere (ordinata dal rischio più alto al più basso):

  1. Armi nucleari: garantiscono il 100% (o più) di danni reciproci al paese nemico;
  2. armi specializzate non nucleari – progettate per eliminare i mezzi dell’esercito nemico rimanendo nel quadro del diritto internazionale;
  3. Forze di terra regolari – usate per liquidare legittimamente gli eserciti per procura, ma non l’esercito nemico;
  4. Influenzatori dell’opinione pubblica – incaricati di sviluppare l’ingegneria socio-economica, di solito attraverso i media di stato, le ONG e le campagne di attacco del cyberspazio in generale.

Finché le armi nucleari rimangono nell’arsenale di un paese, un governo preferirà sempre esaurire le opzioni a basso rischio. Va anche sottolineato che il danno che queste armi possono infliggere è solo immaginato, per la stessa ragione per cui l’osservatore non sa quale ragazzo vincerà la battaglia prima che sia iniziata (nessuno stato ha mai usato un’arma nucleare contro un altro stato nucleare ), da qui la mia insistenza ad affermare sempre che la guerra oggi avviene per lo più nell’immaginario (ne parleremo più avanti).

Usiamo un esempio reale: la guerra siriana.

L’America non è in grado di garantire che sparare una testata nucleare contro la Russia rimarrà senza risposta, né quando il missile statunitense lascerà il continente nordamericano, né quando avrà colpito il suolo russo. In altre parole, Capitol Hill sa molto bene che in questo scenario la Russia eliminerebbe preventivamente gli Stati Uniti dalla faccia della Terra. Ecco perché l’America preferisce usare i suoi delegati e portare avanti “rivoluzioni colorate”. A parte il fatto che Israele ha trascinato gli Stati Uniti in Medio Oriente, sia la Russia che l’America hanno truppe regolari in Siria. Un accordo (o meglio, delle concessioni) è stato fatto tra Stati Uniti e Russia per mantenere le cose stabili in modo che le loro rispettive situazioni socio-economiche a casa ricevano un danno minimo – “resteremo da questa parte dell’Eufrate e ad Al Tanf, voi potete prendervi l’ovest del paese”. Ciò non significa che la Russia e l’America siano in combutta, al contrario. Significa che entrambe sono superpotenze nucleari ed entrambe non sono in grado di sopraffarsi l’un l’altra. La Russia caccerebbe l’America dalla Siria, se potesse. Ma non può, o per essere più preciso, può ma sarebbe completamente una vittoria di Pirro.

Un modo semplice per capire cosa sta succedendo in Siria è capire che un deterrente si suppone non debba essere usato. Ecco la definizione del dizionario di Oxford di questa parola:

Ma quello che sta succedendo oggi è semplicemente molto più complicato di un bambino messo “dietro la lavagna” ogni volta che si comporta male. Naturalmente, idealmente i genitori non sentiranno il bisogno di punire il loro bambino in questo modo, quindi c’è una preferenza per condizionare il bambino a comportarsi nel modo desiderato senza punirlo fisicamente, poiché il “dietro la lavagna” perde la sua deterrenza nel tempo.

In geopolitica, è qui che gli influenzatori dell’opinione pubblica tornano utili. Nel caso della Russia, tali influenzatori sono Russia Today, Sputnik, Tass, tutti media di stato in lingua inglese. Queste agenzie si comportano come uno specchio che riflette la bruttezza dell’Occidente su se stessa, sottolineando la mancanza di vitalità della vita quotidiana, deridendola in un modo che dice “Ehi, forse ti sono state raccontate orribili bugie sul nostro paese – per favore guardati in quello schifo di casa tua prima di abboccare all’amo”. RT ha un canale televisivo operativo in lingua inglese in America e Gran Bretagna, e uno in francese con sede a Parigi. Sputnik ha una succursale nella maggior parte dei paesi del mondo ora (a proposito: un nuovo attacco neoliberale contro Sputnik è arrivato [in francese]  il 14 giugno 2019). Per farla breve, la Russia ha trasformato le manovre propagandistiche dell’Occidente in un grande Zugswang [in italiano], in un fare un passo su molti rastrelli allo stesso tempo. Non mi credi? Controlla le classifiche di Internet negli ultimi 10 anni. L’America, come detto sopra, usa le “rivoluzioni colorate” e le ONG per ottenere lo stesso effetto, sebbene l’America cerchi di presentare i suoi media liberali come “indipendenti”, perché altrimenti gli Stati Uniti sembrerebbero completamente ridicoli la prossima volta che accusassero la Russia di influenzare questa o quella “democrazia”.

Continuando con il nostro esempio della Siria, è necessario capire che mentre non giova all’America essere coinvolta in una guerra di logoramento in Medio Oriente (l’AIPAC è troppo potente, purtroppo), estrae il meglio comunque dalla maggior parte delle situazioni e le usa per danneggiare la Russia. Ma quello che è successo nel 2014 è stato molto serio in termini di sicurezza internazionale: l’America ha aperto il teatro ucraino, che ha avuto luogo contemporaneamente a quello siriano, yemenita, afghano, iracheno, palestinese, etc. e in seguito anche il venezuelano. Ad esempio, l’America usa tutti questi teatri per ferire la Russia in un modo o nell’altro e, a complicare ulteriormente le cose, l’America è ora costretta a danneggiare anche la Cina. Se l’obiettivo è di dare al Fondo Monetario Internazionale le chiavi della banca centrale di un paese straniero, la meta a cui tendere è sempre quella di colpire le superpotenze nucleari rivali. Quindi, tornando all’esempio, la meta dell’America era di trascinare la Russia in una trappola ben preparata in Ucraina (l’esercito russo che attraversa il confine e uccide i suoi compatrioti) per impedirgli di mettere piede in Siria. Sperando che, visto che ho scritto tanto su questo argomento in passato, dovremmo essere tutti consapevoli di come Putin abbia abilmente schivato questo proiettile e creato gli Accordi di Minsk, che hanno permesso alla Russia di entrare in Siria congelando il teatro ucraino (riportando la Crimea in seno alla Madre Russia) e assicurandosi che l’Occidente incorra di conseguenza in costi – buongiorno ai disordini sociali e alla rovina economica a causa della frammentazione del blocco occidentale (US + vassalli UE), alias Gilè Gialli, 5 anni dopo.

Ma per la Russia, non è abbastanza essersi ripresa dal danno inflitto dalla quinta colonna della CIA Gorbachev-Yeltsin e aver trovato il modo di rientrare nel centro del grande gioco – il Medio Oriente – nel 2015. Ciò che conta è garantirsi lo sviluppo dello stato, e per fare questo l’attuale ordine globale, in cui l’ONU è un burattino americano, ha bisogno di essere revisionata. Avendo un arsenale completo – dalle armi nucleari agli influenzatori dell’opinione pubblica – e il beneficio del senno di poi (specialmente in relazione a quanto accaduto in Jugoslavia e a Milosevic), la Russia era in una posizione abbastanza forte per iniziare questa revisione. Fase 1: dislocamento S-400 in Siria. Ho scritto della dinamica Russia-Turchia nel mio ultimo articolo [in inglese], quindi non la ripeterò più qui, ma affermerò comunque che la probabilità di un errore turco era già stata presa in considerazione dal Cremlino prima di quel fatidico giorno.

Come risultato di questo errore di calcolo da parte dell’Occidente, la Russia è ora in grado di andare a combattere all’interno di una ONU prevenuta, mentre allo stesso tempo presiede una propria “ONU” (cooperazione militare, economica e scientifica con l’S-400 come fondamento del nuovo ordine mondiale [multipolare] difensivo), che servirà da spina dorsale dell’Eurasia, regolando le reazioni militari in conformità con le leggi internazionali. Ora l’S-400 è persino in Turchia, mettendo in discussione l’appartenenza alla NATO di questo paese, e tutto questo è accaduto senza sparare un colpo da parte dello stato russo allo stato turco.

Ora voglio parlare di un tema connesso a quello che ho toccato prima, ma non nei dettagli, perché è così complicato che non ho ancora trovato un modo semplice e digeribile per spiegarlo. Ricordiamo che in passato ho parlato dei supercomputer, o più precisamente, di quello del Ministero della Difesa russo. Come promemoria, ecco la prova [in inglese]  che esiste, ed ecco una citazione chiave (sottolineatura da parte mia):

Un supercomputer ‘enormemente potente’, installato nel quartier generale militare della Russia, aiuta le forze armate del paese ad affrontare le minacce emergenti analizzando precedenti conflitti, come la guerra jugoslava e simili, ha detto il ministro della Difesa Sergey Shoigu.

E sì, la Russia ostenta deliberatamente i suoi beni in modo che tutte le parti comprendano le intenzioni. Potresti chiedere “Ma anche il Pentagono ne usa sicuramente uno, giusto?”, E la risposta a questo sarebbe in senso affermativo. Guardate qui.

Come possiamo vedere, la descrizione dice:

… Sierra è costruita appositamente per una missione completamente diversa: le armi nucleari.

Quindi possiamo vedere che il piccolo schema per la struttura dell’arsenale di un paese di cui ho scritto sopra, composto da 4 punti, che non è così lontano dalla realtà, anche se potrebbe sembrare estremamente semplificato. Lo scopo di questi supercomputer è quello di offrire al Ministero della Difesa/Pentagono russo una gamma di opzioni rispetto al grande gioco. In sostanza, l’uso di armi nucleari avverrà solo se il mittente può essere certo che il nemico e i suoi alleati non reagiranno. Quindi, ecco perché l’America ha solo maltrattato gli stati africani finora, dal momento che le operazioni per conquistare queste terre non richiedono l’uso di Enola Gay 2.0 – una semplice portaerei più la combinazione di eserciti per procura è stata in grado di portare a termine il lavoro fino adesso.

E si deve anche notare che la Unione Europea (la quale rappresenta oggi la subordinazione alla Germania e non agli Stati Uniti) è pure lei obbligata ad avere un supercomputer, poiché l’America si è giusto ora ritirata dal trattato INF (e, in generale, Trump beneficerebbe dalla disintegrazione della Unione Europea), lasciando Berlino in brache di tela.

Io per primo non sono certo un matematico, quindi non mi azzarderei mai a scrivere una semplice equazione the l’algoritmo del supercomputer potrebbe usare.

Tuttavia, recentemente, ho scoperto un lavoro accademico che mi ha aperto gli occhi su ciò che la Russia è forse capace di fare.

Il documento [in inglese]  è lungo sette pagine (ne ho una copia completa), e l’anteprima su Internet ne mostra solo le prime due, ma per gli scopi di questo articolo penso siano alquanto sufficienti. E allora, cos’è? È un articolo scientifico intitolato “Un modello della Guerra Informativa in una società sotto periodici effetti destabilizzanti” ed ha coinvolto tre diverse università moscovite (è stato pubblicato nel 2016). Fondamentalmente, gli scienziati russi hanno creato algoritmi per spiegare come l’informazione si diffonde ed hanno concluso che “un aumento a breve termine nella intensità della propaganda non ha conseguenze a lungo termine”. Qui sotto c’è un esempio di equazione tratta dalla pagina 4:

È complicato? Lo potete dire forte!

Perché questo è importante per le dottrine nucleari? Perché il guerreggiare moderno si basa sul chiamare i bluff percepiti. Similmente a quando non siamo sicuri se un uomo che passeggia con la mano in tasca abbia o no una pistola in mano, dispiegare una unità militare in una certa zona può essere fatto per una “esercitazione” (bluff) o per preparare una reale provocazione ibrida (come l’abbattimento dell’MH17, per mano dell’esercito ucraino, allo scopo di giustificare la politica delle sanzioni alla Russia, le quali in verità sono contro la Germania).

La Russia ha bisogno (ed ha) gli strumenti corrispondenti per sondare gli avversari e per rimanere un passo avanti, non solo sul campo di battaglia fisico, ma anche in quello cibernetico. Ed è grazie a questi strumenti che la Russia ha trovato il modo di prevenire nel 2018 il possibile terzo bombardamento della Siria da parte degli Stati Uniti. I media ufficiali stavano già trasmettendo i video di propaganda degli Elmetti Bianchi, mostrando “ospedali bombardati” e le “bombe a barile di Assad”, e preparando la strada ad ulteriori bombardamenti da parte di Stati Uniti/Francia/Regno Unito (Trump ha bisogno occasionalmente di queste incursioni controllate per migliorare internamente il suo personaggio e per ricattare economicamente la Russia in altri teatri di confronto). Ma i media russi, in risposta, hanno continuato a ripetere “gli Elmetti Bianchi hanno iniziato le riprese di un finto attacco chimico”. L’America ha perfino mandato una nave da guerra verso le coste siriane per rendere più credibile la minaccia, ma ciò è risultato essere un bluff perché la Russia, avendo imparato dalle due precedenti occasioni, ha superato in astuzia gli Stati Uniti nello spazio informativo rendendo completamente inutile ogni nuova incursione (“Noi abbiamo previsto che avreste architettato un finto attacco con gas, ed effettivamente ce n’è stato uno, quindi ora la gente comune non inghiottirà la pillola del “cattivo Assad”, e potrebbe perfino mettere ulteriormente in questione la narrativa ufficiale”).

Allora, in breve: il supercomputer del Ministero della Difesa ha aiutato Putin a tenere a bada gli Stati Uniti (e Israele) e a prevenire il deterioramento della situazione interna (l’America vuol far apparire Putin debole agli occhi della sua gente, preparando la strada verso un colpo di stato; l’operazione sotto falsa bandiera “Nemtsov” è stata un fallimento perché la società non è scesa in piazza).

Non voglio dire che proprio quegli scienziati hanno sviluppato l’algoritmo del supercomputer del Ministero della Difesa. Cerco invece di mostrare un esempio di vita reale del lavoro svolto dagli scienziati russi all’interno dello schema della “guerra ibrida” e, mediante questo, cercare almeno di immaginare quello che succede nell’industria della difesa. E, più importante, è possibile spiegare ai catastrofisti che le relazioni internazionali non funzionano come un interruttore, acceso/spento. Le risposte a disposizione di una superpotenza, sia essa la Russia, gli Stati Uniti o la Cina, sono molte e variegate e molto diverse da un “bombardo o non bombardo”. Ed in nessun momento degli ultimi dieci anni la faccenda si è riscaldata così tanto da superare il 3° punto (l’uso di truppe regolari terrestri in una situazione di guerra fra delegati) dello schema delineato più sopra. Tutti vogliono sopravvivere, ricordate?

Infine, i media, sia ufficiali che indipendenti, tendono in genere a sfruttare il porno della paura per aumentare il numero di click e i ricavi pubblicitari. Loro diranno “La guerra con l’Iran è dietro l’angolo” e poi, la settimana successiva, “Trump impone altre sanzioni all’Iran”. Come buona norma, se un sito web cerca di convincervi che la guerra partirà a giorni, allora è quasi certo che sia una sciocchezza. In effetti, lo spazio “notizie” di Internet è, in genere, diventato un universo parallelo, in cui ora abbiamo  [in inglese]  i cosiddetti “falsi profondi”, il quali testimoniano il lavoro sempre più complesso dei creatori di algoritmi. Finisco questo articolo con due frasi dal libro Simulacro e Simulazione di Jean Baudrillard, che sento esprimere molto bene la natura della odierna “guerra ibrida”:

Noi viviamo in un mondo in cui c’è sempre più informazione e sempre meno senso.

È pericoloso smascherare le immagini, poiché nascondono il fatto che non c’è niente dietro di esse.

*****

 Articolo di  Ollie Richardson pubblicato su The Saker il 15 giugno 2019
Traduzione in italiano di Diego, Pappagone, Fabio_san per SakerItalia

 [le note in questo formato sono dei traduttori]

Condivisione: