Mentre il governo degli Stati Uniti e la Lockheed Martin cercano di espandere il programma del caccia stealth F-35 e di commercializzare l’aeromobile oltre le nove nazioni partner originarie, gli Emirati Arabi Uniti sono emersi come un potenziale cliente per i jet di ultima generazione, che potrebbero quindi potenzialmente diventare uno dei più grandi operatori stranieri del caccia. Gli Emirati Arabi Uniti hanno mostrato un forte interesse nell’acquisto dell’F-35A da molto prima che la piattaforma entrasse in servizio nella US Air Force, visto che lo stato del Golfo ha modellato da vicino le sue forze armate secondo le basi occidentali. Il principale caccia del paese è attualmente l’F-16E “Desert Falcon”, la variante più avanzata dell’F-16 Fighting Falcon mai sviluppata, e la sua introduzione in servizio nei primi anni 2000 ha reso l’aeronautica degli Emirati Arabi Uniti la seconda al mondo, dopo quella giapponese, a dispiegare caccia F-16 Falcon di “generazione 4+” equipaggiati con radar AESA. Il paese aveva precedentemente ospitato gli F-22 Raptor della US Air Force nella base aerea di Al Dhafra, vicino ad Abu Dhabi, da dove i jet americani hanno effettuato missioni su Afghanistan e Siria, e hanno mantenuto una forte presenza vicino ai confini iraniani. La base aerea attualmente ospita una considerevole flotta di velivoli americani avanzati [tutti e tre i link in inglese], tra cui caccia F-35A e F-15C.

F-16E Desert Falcon dell’aeronautica emiratina.
Sebbene gli Emirati Arabi Uniti siano il partner della Difesa più stretto del blocco occidentale tra le nazioni arabe, e condividano una serie di interessi difensivi comuni, tra cui la lotta contro gli Huthi nello Yemen e il contenimento dell’influenza regionale iraniana, gli Stati Uniti si sono dimostrati riluttanti a fornire ad Abu Dhabi l’F- 35. Ci sono molti argomenti forti sia a favore che contro la vendita; le argomentazioni contro si basano sul fatto che ciò minerebbe la politica di lunga data degli Stati Uniti di negare agli stati arabi l’accesso ad attrezzature che potrebbero compromettere il vantaggio qualitativo di Israele in Medio Oriente. Queste vendite potrebbero avere gravi implicazioni per la sicurezza di Tel Aviv se uno qualsiasi di questi stati arabi diventasse “canaglia” e si ribellasse all’ordine a guida occidentale nella regione. Anche se tali preoccupazioni in passato sono state cestinate, in particolare con la vendita di caccia per superiorità aerea F-15C all’Arabia Saudita negli anni ‘80, la natura offensiva dell’F-35 come piattaforma da attacco a bassa visibilità radar, progettata per penetrare nello spazio aereo nemico, significa che potrebbe essere particolarmente pericoloso nelle mani dei nemici. Tali argomenti sono stati avanzati da numerosi esperti statunitensi e israeliani come base per negare agli Emirati Arabi Uniti l’accesso all’F-35.

F-22 Raptor della US Air Force.
Come argomento a favore di una vendita dell’F-35 agli Emirati Arabi Uniti c’è l’estrema dipendenza del caccia ad una rete centrata sulla produzione americana, i suoi elevati requisiti di manutenzione, e la necessità di una fornitura quasi costante di pezzi di ricambio – il che significa che gli Stati Uniti avranno pochi problemi a costringere a terra la flotta emiratina nel caso Abu Dhabi diventasse mai “canaglia”. Senza il supporto degli Stati Uniti, la flotta di F-35 sarebbe effettivamente inutile. Per garantire ulteriormente un vantaggio israeliano, che Abu Dhabi sembra disposta ad accettare, potrebbero essere vendute agli Emirati Arabi Uniti varianti dell’F-35 con software declassato, simili a quelle precedentemente previste per l’esportazione in Turchia [in inglese]. Questo vantaggio israeliano sarà tanto più evidente alla luce di una serie di fattori, tra cui il suo accesso ad aerei AWACS avanzati, il dispiegamento di caccia pesanti F-15I complementari, e i suoi sistemi per la guerra elettronica costruiti in loco integrati nel progetto F-35I Adir. Si possono anche prendere misure per garantire ad Israele l’accesso a missili aria-aria più sofisticati come l’AIM-120D e il futuro AIM-260, mentre agli Emirati Arabi Uniti potrebbero essere venduti gli AIM-120C, che hanno una gittata più corta del 40% e un sistema di contromisure elettroniche meno sofisticato. Pertanto, sembra esserci poco pericolo per gli interessi della sicurezza statunitensi o israeliani derivanti da una vendita di F-35 ad Abu Dhabi.

F-15 Eagle dell’aeronautica israeliana.
I vantaggi di una vendita di F-35 agli Emirati Arabi Uniti sono considerevolmente maggiori se si considerano i potenziali costi del negare al paese l’accesso al caccia. Gli Emirati Arabi Uniti stanno attualmente sviluppando un caccia di quinta generazione con la Russia nell’ambito di un programma congiunto basato sul design del caccia medio MiG-35. Il paese ha mostrato un forte interesse anche nell’acquisizione di caccia pesanti Su-35 [entrambi i link in inglese] e si prevede che mostrerà interesse all’acquisto di Su-57 di ultima generazione. Tali vendite sarebbero fortemente contrarie agli interessi degli Stati Uniti e di Israele per una serie di ragioni. I caccia russi non fanno affidamento su una rete centrata sulla produzione americana o su parti fornite dagli Stati Uniti come l’F-35, il che significa che non ci saranno opzioni disponibili per mettere a terra la flotta degli Emirati Arabi Uniti se Abu Dhabi dovesse agire in contrasto con gli interessi occidentali. Inoltre, poiché gli USA e i loro alleati conoscono meno le capacità di questi caccia, contrastarli sul campo di battaglia potrebbe rivelarsi notevolmente più difficile, con la Russia che probabilmente fornirà anche missili aria-aria notevolmente più avanzati come gli R-37M ipersonici [in inglese] per equipaggiare questi caccia. L’equilibrio delle forze nel caso di uno scontro tra Emirati Arabi Uniti e Israele favorirebbe i primi in misura molto maggiore se acquisissero il Su-35 o il Su-57, in particolare a causa delle loro configurazioni pesanti ad alte prestazioni e di molti vantaggi significativi su tutto lo spettro rispetto all’F-35 [in inglese].

Caccia di ultima generazione MiG-35 e Su-57.
Un ulteriore inconveniente del rifiuto dell’F-35 ad Abu Dhabi, forse il più significativo, è che un grande acquisto degli Emirati Arabi Uniti di caccia russi avanzati fornirebbe importanti sussidi al settore della Difesa russa, che il blocco occidentale ha fatto di tutto per strangolare, riducendo i suoi ricavi tramite le esportazioni [in inglese]. Tali fondi saranno in gran parte investiti in ricerca e sviluppo per le tecnologie di prossima generazione, per competere con i produttori della Difesa del blocco occidentale. Numeri maggiori di Su-57, componenti dei MiG-35, missili R-37M e qualsiasi altro acquisto di Abu Dhabi nel frattempo ridurranno i costi di questi sistemi per la stessa Russia attraverso economie di scala. Alla luce di questi fattori, e considerando anche i benefici che unità alleate dotate di F-35 potrebbero portare alla posizione americana quando dispiegate così vicino al confine iraniano in gran numero, sarebbe fortemente nell’interesse degli Stati Uniti offrire l’F-35 ad Abu Dhabi nel futuro molto prossimo.
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Pubblicato da Military Watch Magazine il 25 dicembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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,,,,,a me pare che gli USA taglieggino i loro Stati Clienti e Vassalli sia con le Sanzioni sia con Contratti di acquisto di forniture belliche di cui non hanno bisogno ma che consentono agli USA di tenere in attività le loro industrie belliche e gli istituti di ricerca finalizzati a produrre teorie e mezzi bellici sempre più evoluti che non consentano la difesa militare degli Stati presi di mira come la Russia e la Cina; ma posso affermare che è una politica dissennata che li porterà ad autodistruggersi?