I missili anti-radar (ARM) sono missili guidati aria-terra (in alcuni casi terra-terra) con un sistema di guida radar passivo. Vengono usati per distruggere i radar nemici, inclusi quelli della difesa aerea, di controbatteria o di sorveglianza, e possono essere usati per colpire navi equipaggiate con radar. Questo articolo tratterà delle armi utilizzate dall’aeronautica israeliana.

Israeli Air Force Anti-Radiation Missiles

La Guerra d’Attrito fu conclusa da un cessate il fuoco tra Israele ed Egitto alla mezzanotte del 7/8 agosto 1970. Il cessate il fuoco, che durò 3 mesi, sopravvisse fino alla Guerra del Kippur del 1973. Subito dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’Egitto trasferì i suoi SAM nella zona del Canale di Suez, una grave violazione delle condizioni ad esso imposte. Israele voleva reagire immediatamente, ma gli Stati Uniti esercitarono pressioni diplomatiche per impedirlo. Tra le altre cose, gli Stati Uniti promisero di aumentare le capacità della IAF, anche contro i SAM [missili anitaerei], consentendo ad Israele di acquistare diversi sistemi d’arma precedentemente vietati. Tra questi, Israele ottenne gli ARM AGM-45 Shrike, il primo dei quali arrivò nel 1971. La IAF li battezzò Egrof (secondo Jane’s – gli AGM-45A vennero chiamati Egrof Barzel ed gli AGM-45B Egrof Nehoshet).

Il 17 settembre 1971, un S-75 egiziano (SA-2 Guideline) abbatté un velivolo israeliano di sorveglianza elettronica Boeing 377 Stratocruiser (Anak) sul Sinai, a 22 Km a est del canale. Sette membri dell’equipaggio morirono. Per rappresaglia, il 18 settembre 1971 l’IAF lanciò 12 missili Ergof contro i radar egiziani. Tuttavia, dal momento che gli egiziani avevano spento i loro radar, solo uno dei missili colpì la base di cemento di un’installazione radar, infliggendo danni. I rimanenti 11 missili esplosero a distanze tra 1 e 5 Km dai loro bersagli.

I missili Shrike venivano trasportati dagli aerei d’attacco Skyhawk, inizialmente solo il modello A-4E. Quando Israele firmò l’accordo per l’acquisto dei primi Skyhawk nel 1966, il modello in produzione era l’A-4F, capace di lanciare gli Shrike. Tuttavia, gli Stati Uniti si rifiutarono di fornire a Israele diverse armi e attrezzature per questo modello, e crearono invece il modello speciale A-4N che non aveva la capacità di lanciare gli Shrike. L’A-4N entrò in servizio nella IAF nel dicembre 1967, e il 18 febbraio 1971 la IAF ricevette i primi A-4E usati, che entrarono nello Squadrone 116 ha-Kanaf ha-Meofef (Ala Volante) e nello Squadrone 110 Abirey ha-Tzafon (Cavalieri del Nord). Successivamente Israele ricevette gli A-4N (dopo il 1973, A-4M Skyhawk II per Israele) e utilizzò gli A-4F (durante gli ultimi giorni della Guerra del Kippur e poco dopo). Durante la Guerra del Kippur, solo lo Squadrone 115 ha-Drakon ha-Meofef (Drago Volante) aveva A-4N, l’A-4F arrivò troppo tardi. Anche i Phantom potevano usare gli Shrike, ma la divisione del lavoro tra gli squadroni imponeva che solo gli Skyhawk li usassero, anche dopo la guerra.

Ma Israele apparentemente riuscì ad ottenere il modello più avanzato AGM-45B prima della guerra del 1973. Entrambi i modelli furono usati durante la guerra, con scarso successo. Ad esempio, la mattina presto del 7 ottobre 1973, la IAF lanciò l’Operazione Tagar per distruggere le difese aeree egiziane lungo il canale. L’operazione includeva 4 ondate di attacchi, con 8 Shrike lanciati durante la seconda ondata (soppressione dell’artiglieria di difesa aerea, 78 sortite). La terza ondata (attacco ai SAM) doveva impiegare ARM su larga scala. Ma visto il peggioramento della situazione sul fronte settentrionale, l’operazione venne annullata dopo la seconda ondata. Lo stesso giorno, verso mezzogiorno, venne lanciata l’Operazione Model 5 per distruggere il sistema di difesa aerea della Siria. L’operazione fu un fallimento, in quanto solo una batteria di SA-3 venne distrutta, e una batteria di SA-2 venne danneggiata, al costo di 6 Phantom abbattuti (2 piloti uccisi, 9 catturati). È noto che la batteria di SA-3 distrutta venne attaccata dagli Shrike da un A-4E appartenente allo Squadrone 110. Non sono state pubblicate statistiche dettagliate sull’uso di Shrike durante Model 5, ma è noto che Israele ottenne ulteriori missili di questo tipo durante l’approvvigionamento aereo d’emergenza di armi statunitensi noto come Operazione Nickel Grass.

I ben noti difetti dello Shrike erano evidenti: l’incapacità di “ricordare” la posizione del bersaglio (una volta spento il radar, il missile perdeva la guida), una gamma ristretta di frequenze scansionate (ogni modello di Shrike aveva più di una dozzina di modifiche, ciascuna seguiva frequenze diverse), una debole testata da 67 Kg. La gittata era di 16 Km (18-25 secondo altre fonti) per l’AGM-45A e 40-52 Km per l’AGM-45B.

Nel 1975, gli Stati Uniti si offrirono di vendere a Israele l’AGM-78 Standard ARM, che poteva fissare la posizione di destinazione, aveva una testata da 97 Kg e una gittata fino a 90 Km. Tuttavia, per poterlo usare, si doveva avere un aereo Wild Weasel come l’EF-4D o l’F-4G (l’ultimo costruito sulla base dell’F-4E e in produzione fino al 1978). Israele non voleva acquistare un aereo così costoso e specializzato, ma voleva i missili. Così, invece, l’ultimo lotto di F-4E (parte dell’accordo Peace Echo V) ricevette un sistema di sorveglianza elettronica Loral, e i missili AGM-78 vennero modificati dalla General Dynamics in conformità con le specifiche della IAF.

Il modello dello Standard in produzione durante il 1973 e il 1979 era l’AGM-78D. La sua guida venne modificata per renderla più autonoma in termini di impostazione della frequenza, in altre parole, fare ciò che faceva il sistema di bordo degli aerei Wild Weasel. Non si sa come questa modifica abbia interessato la dimensione o la gittata della testata, ma era molto più costosa del missile di base, poiché costava diverse centinaia di migliaia di dollari. Ma era comunque più economico che avere uno squadrone Wild Weasel specializzato. In Israele, questi missili ricevettero il nome di Egrof Sagol. Dopo i test negli Stati Uniti, i missili arrivarono in Israele nel 1976 e furono pronti per il combattimento nel 1977. I nuovi caccia F-4E servirono nello Squadrone 105 ha-Akrav (Scorpione) presso la base aerea di Hatzor, che divenne poi l’ultima base di Phantom della IAF. Gli F-4E servirono nello Squadrone 105 tra il 1975 e il 1987, e dopo la sua chiusura alcuni degli aerei furono trasferiti allo Squadrone 107 Abirey ha-Zanav ha-Katom (I Cavalieri della Coda Arancione), dove servirono fino al 1997. Fu lo Squadrone 105 (e più tardi il 107) ad usare l’ARM Standard.

Lo Squadrone 105 seguì un corso speciale sull’uso degli Egrof Sagol, incluso lo studio teorico del missile, seguito da vari scenari tattici. Ci fu una fase di simulazione, seguita da voli di prova con una versione da addestramento del missile.

Già agli inizi degli anni ‘70, prima della Guerra del Kippur, la IAF ebbe l’idea degli Shrike lanciati da terra. Ma i lavori su di essi iniziarono solo durante la guerra, su ordine diretto del comandante della IAF, il Maggior Generale Benny Peled. Lo sviluppo venne condotto dall’impianto MABAT, appartenente alla IAI, pochi giorni prima della fine della guerra. Il sistema venne soprannominato Potifar, e consisteva in due lanciamissili su uno scafo semicingolato. Tuttavia, lo Shrike lanciato da terra aveva una gittata di soli 11 Km, il che significava sparare da posizioni avanzate o addirittura da dietro le linee nemiche, il che era un suicidio. L’equipaggio non avrebbe quasi avuto il tempo di stabilizzare il veicolo di lancio e puntare i missili, la tattica era occupare una posizione di tiro, lanciare e andarsene. In ogni caso, la guerra finì prima che potesse essere usato.

Quasi allo stesso tempo, Israele iniziò lo sviluppo di un sistema più potente chiamato Kakhlilit o Kilshon (Tridente). Questo lavoro venne condotto dalla IAF in collaborazione con IMI e TAAC. Lo Shrike ricevette un potente stadio di spinta che si separava dopo alcune decine di chilometri di volo. La gittata aumentava a 50-70 Km. La rotaia per il lancio veniva installata sullo scafo di un carro armato Sherman (le foto mostrano un telaio modificato di M4A1, probabilmente appartenente a un ex M-51). I test iniziali ebbero il via meno di una settimana dopo l’inizio dei lavori, e l’intero processo di sviluppo terminò diverse settimane dopo la fine della guerra. Il team di sviluppo congiunto del Kakhlilit composto da IAF (Shabtai Duvdevani, capo del dipartimento munizioni della Direzione Tecnica dello Stato Maggiore della IAF) e IMI (Daniel Nerver) ha ricevuto l’Israel Defense Award nel 1974.

Dopo l’entrata in servizio dell’Egrof Sagol, ne venne sviluppata anche una variante lanciata da terra. Questa volta lo sviluppo fu condotto da General Dynamics, il sistema fu chiamato Keres (Grilletto), e un prototipo fu pronto per la fine del 1976. Nel 1977, 11 soldati israeliani andarono negli Stati Uniti per studiare l’arma. Poi venne testata in un poligono vicino a Los Angeles, con 5 missili sparati in 5 settimane. Per inciso, gli israeliani condivisero il poligono con gli iraniani, per i quali venne sviluppato un ARM Standard simile, ma più grande, con una gittata di 130 Km. L’AGM-78 era stato progettato sulla base del SAM di media gittata RIM-66 SM-1, del quale in servizio con gli americani c’era già la versione ARM RGM-66D. Così gli iraniani videro il sistema israeliano e viceversa.

Il Keres venne testato in Israele prima della guerra del 1982 da un’unità di prova in un poligono della IAF. I voli vennero seguiti da 14 telecamere che registravano la telemetria. I test mostrarono che il sistema era perfettamente funzionante: il missile uscì dal container di lancio, le sue pinne si aprirono, il bersaglio venne acquisito e colpito. Il sistema fu un enorme passo avanti rispetto a Kahlilit. Oltre all’utilizzo degli AGM-78 di gran lunga superiori rispetto agli AGM-45, il Keres aveva una gittata più lunga, era più mobile (era montato su un camion invece che su un carro armato) e un equipaggio di soli 4 uomini. Una batteria di Keres aveva diversi veicoli di lancio e un veicolo di comando che riceveva i dati della ricognizione e dava i comandi di lancio, comprese le frequenze dei radar da colpire.

Il Kahlilit rimase in servizio in parallelo al Keres, ma il Potifar venne rapidamente ritirato. Si possono vedere le foto di tutti e tre i sistemi su un blog:

  • Potifar
  • Kilshon/Kahlilit
  • Keres
Israeli Air Force Anti-Radiation Missiles

Sistema Kahlilit.

Israeli Air Force Anti-Radiation Missiles

Sistema Keres.

Secondo il SIPRI, si sono verificate le seguenti consegne di AGM-45 e AGM-78 (anche se i numeri dei missili sono approssimativi, le date di consegna sono esatte):

  • 100 AGM-45A, consegnati nel 1970-71;
  • 300 AGM-45A, consegnati nel 1973 (aiuti durante la guerra del 1973)
  • 100 AGM-78, consegnati nel 1974-1976

La guerra del 1982 fu il periodo di massimo splendore delle armi anti-radar della IAF. Il 9 giugno, l’Operazione Mole Cricket 19 contro i SAM siriani in Libano vide l’intero Squadrone 105 – oltre 20 Phantom che portavano 2 ARM Standard ciascuno – come parte della prima ondata d’attacco. I missili vennero lanciati a distanze di diverse decine di chilometri, salirono a quota 9 Km e poi piombarono sui loro bersagli. I radar siriani operavano in modalità anti-Shrike (spegnevano periodicamente i radar), che era inefficace contro l’AGM-78. Gli equipaggi dello Squadrone 105 riferirono casi di agganciamento dei radar e persino di essere stati oggetto di lanci di SAM, ma ciò non ostacolò l’attacco. Oltre al lancio di Egrof Sagol, vennero lanciate diverse dozzine di ARM basati a terra Kahlilit e Keres. Dopo di ciò, i SAM vennero attaccati dagli Skyhawk che trasportavano Shrike, e le batterie SAM ormai cieche vennero distrutte dai missili guidati e dalle bombe dei Phantom di altri squadroni. Le posizioni SAM vennero colpite anche dall’artiglieria e dal fuoco di lanciarazzi multipli, e verso la fine gli Kfir le colpirono con bombe a grappolo. Mole Cricket 19 fu un successo, le difese aeree siriane furono schiacciate senza perdite israeliane.

Nel 1992, una rivista della IAF pubblicò un articolo sul Keres, e nel 1993 sull’Egrof Sagol, nel 1994 sul Kahlilit e il Potifar. Sempre nel 1994 il museo della IAF mise in mostra 2 lanciatori Kahlilit, un po’ più tardi un lanciatore Keres. Significava che questi sistemi erano stati ritirati dal servizio.

Da allora la situazione ARM della IAF non è chiara. Ad esempio, diverse fonti (Jane’s, Wikipedia) sostengono che Israele ha gli AGM-88 HARM (Kela o onda, secondo Jane’s). Ma non una singola foto che confermi chiaramente questa affermazione è apparsa negli ultimi 20 anni. Non ci sono inoltre indicazioni sulla loro esistenza nei dati del SIPRI.

Nel 1995, la IAF ha ricevuto il missile da crociera compatto Delilah, sviluppato dall’IMI. Ci sono rapporti non confermati di una variante ARM. Quello che si sa è che Israele ha diffuso false informazioni durante lo sviluppo del Delilah, che affermano che il missile sia un’esca per disorientare le difese aeree nemiche.

Per quanto riguarda i sistemi lanciati da terra, ci sono rapporti secondo i quali la IAF ha adottato lo UAV Harpy, seguito dall’Harpy-2 e dall’Harpy-NG. Secondo Wikipedia, il lanciatore basato su camion trasporta 18 UAV, con una batteria composta da 3 veicoli di lancio. Può essere lanciato anche dalle navi. il Delilah ha anche le versioni Delilah-SL (lanciato da nave) e -GL (lanciato da terra).

Appendice: il 153° Squadrone

Gli articoli della rivista della IAF contengono molte informazioni sull’unità armata con ARM basati a terra, ma senza fornire la sua designazione. Secondo Israeli-weapons.com, questo è il 153° Battaglione di Difesa Aerea (Gdud 153), secondo il sito web Nahalal, è il 153° Squadrone (Tayeset 153).

Kahlilit e Keres rimasero in servizio per 20 anni, prima di essere sostituiti dagli UAV Harpy negli anni ‘90. Nahalal non ha pubblicato dettagli oltre a menzionare che lo squadrone esisteva ancora il 3 febbraio 2005.

Un’unità speciale fu formata per combattere i SAM usando i sistemi Kahlilit e Potifar alla fine del 1973 o agli inizi del 1974. Il suo primo comandante fu il Tenente Colonnello Meri Livne, che in precedenza era comandante di squadrone con compiti di controllo aereo (Taeset Teufa) presso una base IAF. Livne assemblò l’unità con meccanici di carri armati, esperti di elettronica, specialisti SAM, fisici e matematici.

Dopo diversi mesi di servizio attivo, la IAF decise di trasformarla in un’unità normale. Ricevette un numero, una base permanente e un nuovo comandante, il Maggiore Ihiel Omri, che in precedenza comandava una batteria di SAM Hawk. I suoi due compiti principali consistevano nel trasformare il personale dell’unità in soldati capaci di lavorare sul campo e assicurare una manutenzione adeguata per il Kahlilit (il Potifar non veniva più menzionato, e apparentemente era stato ritirato nel 1974). Omri prese in prestito tecniche di assistenza dalle forze di difesa aerea. Ogni componente del sistema (veicolo di lancio, missile, ecc.) aveva pronto un manuale di manutenzione (Sefer Ahzaka).

Le missioni principali dell’unità includevano il mantenimento della segretezza attorno all’unità e alle sue armi. Persino il personale di base non sapeva della natura dell’unità. Ci fu il caso di una colonna di trasporti di carri armati che arrivò alla base per trasportare dei Kahlilit. La sicurezza non voleva lasciarli entrare: “Questa è una base IAF, non ci sono carri armati qui”. I veicoli dell’unità non avevano marchi che suggerissero l’affiliazione alla IAF. Anche i gradi degli ufficiali erano quelli delle forze di terra piuttosto che della IAF. Ciò creò alcune difficoltà, anche in materia di rifornimenti. L’unità nascondeva il suo status di servizio attivo sul campo, quindi era difficile ottenere attrezzature comuni nelle forze di terra come sacchi a pelo, giacche invernali, ecc. In alcuni casi, l’attrezzatura doveva essere acquistata in negozi civili o improvvisata (sacchi a pelo fatti cucendo insieme due coperte dell’esercito, ecc.).

Wikipedia ha scritto dell’esistenza di almeno 2 batterie di Kahlilit, con 5 lanciatori ciascuna. La rivista della IAF non specifica il numero di batterie, ma indica 3 lanciatori in ogni batteria. I lanciatori venivano spostati su trasportatori di carri armati, completamente coperti, mentre i missili venivano trasportati su camion e collocati sui lanciatori nell’area di schieramento utilizzando gru mobili (una per batteria). In seguito vennero utilizzati camion con gru incorporate e ogni batteria ebbe assegnata un veicolo di trasporto/ricarica che riduceva notevolmente i tempi di preparazione.

Alla fine del 1974, l’unità cambiò comandante per la terza volta. Questa volta fu il Maggiore Elizzer Yafe, un pilota di velivoli delle comunicazioni che in precedenza occupava un posto nello stato maggiore. Scrisse che l’unità aveva il morale alto, tutti erano volontari di fatto (o, piuttosto, delle persone che vi venivano assegnate, nessuno che non voleva servire lì veniva trattenuto). I tecnici erano abituati a lavorare sui carri armati, e il servizio in questa unità era un compito facile al confronto. L’aspirante ufficiale dell’unità, Badani, era un ex carrista che aveva perso due dita durante la guerra del 1973. In seguito divenne aspirante ufficiale della base (RASAR ha-Basis).

Le esercitazioni con munizioni vere si svolgevano una volta ogni due mesi per esplorare le capacità del missile. Anche se costoso, il permesso per le esercitazioni veniva continuamente concesso. L’unità teneva esercitazioni su larga scala due volte l’anno, durante l’inverno e l’estate.

Un lancio di Kahlilit richiedeva un’elevata precisione di mira del bersaglio, quindi il sito di lancio veniva esaminato come se fosse una posizione d’artiglieria, seguita da un preciso allineamento orizzontale e verticale del lanciatore. L’IAF emetteva bollettini meteorologici una volta ogni 12 ore, quindi l’unità aveva i propri meteorologi per condurre le ricognizioni. I calcoli di tiro venivano fatti a mano, usando le tabelle preparate dall’IMI e un calcolatore Casio, con correzioni fatte a seconda delle condizioni atmosferiche in tutti gli strati dell’atmosfera che il missile avrebbe attraversato, quindi i preparativi per sparare richiedevano ore. Solo in un secondo momento l’unità ha ricevuto un computer, e si trattava comunque di un modello civile che funzionava male quando faceva caldo e nel quale si dovevano immettere i dati tramite nastri magnetici.

Nel 1977-79 il comandante divenne il Tenente Colonnello Yaakov Shmueli, un ufficiale di intercettazione radar di F-4 Phantom. Il suo compito principale era l’introduzione del Keres, dei quali ne furono acquistati cinque. I lanciatori erano su un camion dell’esercito da 5 tonnellate M809A1 (3 missili in contenitori di lancio ermetici). I sistemi furono inviati in Israele via nave, e all’arrivo il loro equipaggio fu rapidamente addestrato nel corso di un mese. Tutte e 5 le batterie entrarono in servizio nel 1979.

Non è noto chi abbia comandato l’unità nel 1979-82, ma durante la Guerra del Libano nel 1982 il comandante era il Tenente Colonnello Reuven Reshef, anch’egli ufficiale di intercettazione radar di Phantom. L’unità partecipò alla guerra, le batterie vennero dispiegate vicino alle strade centrali utilizzate dalle colonne delle truppe, che è il modo in cui queste informazioni sono entrate nei media. Il missile era ancora tenuto segreto, così i giornali scrissero che questi erano razzi Ze’ev, che in realtà esistevano ma erano razzi non guidati a corto raggio usati dai genieri.

Il 6 giugno 1982 fu l’unico utilizzo in combattimento del Kahlilit. Per quanto è noto, non centrò obiettivi, ma il Keres sì, colpì un radar siriano sulle Alture del Golan. Anche se non ci sono informazioni concrete, si capisce anche che il Keres è stato utilizzato in Libano in più di un’occasione, non solo durante Mole Cricket 19.

Israeli Air Force Anti-Radiation Missiles

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Articolo di Oleg Granovskij pubblicato su Southfront il 15 gennaio 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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