L’esercito egiziano è emerso alla fine degli anni ‘60 e all’inizio degli anni ‘70 come uno dei più grandi operatori del carro armato sovietico T-54/55, con oltre 1200 in servizio a metà degli anni ‘70, nonostante centinaia siano stati persi o abbandonati nel 1967 e nella Guerra dei Sei Giorni con i vicini israeliani e durante gli scontri nei successivi sei anni. Quando diversi paesi iniziarono ad avviare pacchetti di aggiornamento più ambiziosi per i loro T-55 verso la fine del secolo, in particolare il T-55AAMV-1 sovietico con armatura reattiva esplosiva Kontakt e il nuovo motore V-46 del carro armato T-72, L’Egitto ha cercato di modernizzare le proprie unità come alternativa più economica all’acquisizione di nuovi blindati dall’estero. La modernizzazione del T-55 è stata pesantemente influenzata dalle tecnologie del suo rivale americano M60, che l’Egitto aveva acquisito dalla fine degli anni ‘70 e ricevuto in gran numero dopo la fine della Guerra Fredda dalle riserve americane. All’epoca in cui il programma Ramses II era in corso, l’M60 era ampiamente considerato obsoleto, ma con l’Egitto che h schierava in gran parte armamenti fortemente declassati dalla metà degli anni ‘70 fino al cambio di governo del 2013, questo si adattava alle tendenze più ampie nelle forze armate del paese.

Il T-55 aggiornato utilizzava lo stesso armamento principale e le stesse munizioni dell’M60 fornito dagli Stati Uniti, e il primo dei nuovi carri armati fu consegnato per prove di potenza di fuoco e mobilità all’inizio del 1987. Il nuovo cannone M68 da 105 mm del carro, tuttavia, era solo leggerissimamente più grande del cannone da 100 mm originale del T-55, e presentava pochi vantaggi, essendo entrambi i cannoni ad anima rigata, obsoleti rispetto alle armi a canna liscia che sono lo standard moderno. La mancanza di un caricatore automatico e la necessità di quattro membri dell’equipaggio implicavano che il carro aveva il 33% di equipaggio in più rispetto ai moderni modelli russi e cinesi come i T-72 utilizzati dai vicini Sudan, Libia e Siria. Il miglioramento più degno di nota del carro armato riguardava i suoi sistemi di controllo del fuoco, con l’incorporazione di un telemetro laser, nuovi display e sensori superiori per la visione notturna, nonché un nuovo sistema di comunicazione. Il carro armato ricevette anche un nuovo motore da 908 CV che forniva un un elevato grado di parti in comune con l’M60, per ridurre il carico logistico sulle unità di prima linea egiziane. Altri miglioramenti includevano alcuni lanciatori, un nuovo sistema di filtraggio dell’aria, armatura aggiuntiva sulle minigonne laterali, un nuovo computer balistico e un sistema di stabilizzazione della torretta, e nuove ruote del carro armato americano M48.

Nel complesso il Ramses II era tutt’altro che un carro armato impressionante, ed era molto meno capace di altri pacchetti di aggiornamenti del T-55 più economici sviluppati in URSS e altrove come il T-55AAMV-1. L’Egitto ha acquisito circa 400-500 veicoli, ma continua ad operare l’originale T-55 al loro fianco. Il programma aveva importanti motivazioni politiche alle spalle, vale a dire standardizzare gli armamenti per utilizzare controlli del fuoco, pezzi di ricambio e munizioni occidentali in tutto l’esercito egiziano. L’esercito egiziano si sarebbe allontanato bruscamente da questa direzione dopo il 2013, tuttavia, quando ha rovesciato il governo allineato all’occidente del paese e ha iniziato a fare più affidamento sugli armamenti dalla Russia in particolare. Con l’Egitto che si sta muovendo per produrre su licenza 500 o più carri armati T-90MS, che sono i carri armati russi più capaci mai esportati, la possibilità che il T-55 e il Ramses II vengano ritirati nei prossimi anni rimane considerevole.

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Pubblicato da Military Watch Magazine il 19 settembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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