Chengdu J-10 Fourth Generation Fighter

Caccia di quarta generazione Chengdu J-10.

Con la Aviation Industry Corporation of China che ha iniziato a promuovere i caccia monomotore J-10C per l’esportazione, è stato ipotizzato che diversi abbiano già mostrato interesse per il jet e che si prevede l’annuncio di una vendita all’estero. La commercializzazione del J-10C all’estero rappresenta la prima volta in oltre un decennio che la Cina offre una nuova importante classe di caccia per l’esportazione e la prima volta che uno dei suoi jet da combattimento di nuova generazione è stato reso disponibile per gli acquirenti stranieri. Mentre in precedenza la Cina aveva ampiamente esportato i suoi caccia J-7 di seconda e terza generazione, la cui produzione era terminata nel 2013, e ha avuto un notevole successo con la piattaforma JF-17, progettata appositamente per il mercato dell’esportazione, il J-10C rappresenta un caccia molto più avanzato, più pesante e di livello superiore in grado di competere nella fascia alta dei mercati dell’esportazione. È probabile che in precedenza gli acquirenti di caccia cinesi, in particolare gli operatori del J-7, potessero essere potenziali nuovi clienti per il J-10C se avessero voluto qualcosa di superiore al JF-17.

Il J-10C è apprezzato per i suoi bassi requisiti di manutenzione dovuti in gran parte alla configurazione monomotore, al suo moderno radar AESA e ai suoi sistemi per la guerra elettronica, alle sue caratteristiche di volo avanzate derivanti dalla supermanovrabilità, alla sua quota operativa e forse soprattutto al suo accesso ai moderni sistemi d’arma cinesi, compreso il missile aria-aria a lungo raggio PL-15. Questo missile è assolutamente in grado di sorpassare l’R-77 russo e l’AIM-120 americano, che attualmente costituiscono il pilastro della capacità aria-aria dei caccia occidentali e russi. Di seguito viene fatta una valutazione dei principali potenziali acquirenti del caccia e la natura del loro interesse:

Caccia J-7 di costruzione cinese al servizio dell’Iran.

L’Iran

Il J-7 è stata una delle ultime aggiunte all’aeronautica iraniana insieme ai caccia sovietici MiG-29 e Su-24, con un ordine per un solo squadrone fatto alla fine degli anni ‘80 per sostituire i caccia persi nella guerra Iran-Iraq. Sebbene l’aeronautica iraniana sia una delle più grandi al mondo con 17 squadroni a pieno organico in servizio, solo due di questi sono dotati di moderni missili aria-aria capaci di abbattere aerei al di fuori del campo visivo, e il divario delle loro capacità con quelli degli stati vicini è notevole. Mentre in precedenza era stato riportato dalla stampa israeliana e occidentale che l’Iran aveva piazzato un ordine per oltre 100 caccia J-10 più vecchi, questa voce si è dimostrata senza fondamento; fino ad oggi l’aeronautica non ha ancora acquistato caccia dalla fine della Guerra Fredda. Il J-10C potrebbe fornire all’Iran un mezzo economico per modernizzare la sua flotta, mandando potenzialmente fuori servizio i vecchi squadroni dotati di caccia F-5 o F-4. Le sanzioni delle Nazioni Unite sulla capacità dell’Iran di importare armi offensive scadranno dal 2020, e seguiranno le prime ampie acquisizioni di caccia moderni dopo oltre 20 anni. Rimane incerto su quale scala l’Iran intende o può permettersi di acquisire caccia moderni nel breve termine. Un acquisto di J-10C potrebbe presentarsi sotto forma di uno o due squadroni, come nel caso del J-7, o potrebbe essere qualcosa di molto più grande che implicherà la produzione su licenza di alcuni dei suoi componenti.

Caccia J-7 dell’aeronautica egiziana.

L’Egitto

L’aeronautica egiziana ha avviato un ambizioso programma per modernizzare la sua flotta a partire dal 2013, eliminando gradualmente jet più vecchi come l’F-4E Phantoms e il Mirage 5 a favore delle nuove piattaforme MiG-29M, Rafale e Su-35. L’Egitto aveva precedentemente acquisito il J-7 dalla Cina, a seguito di un deterioramento delle relazioni con l’Unione Sovietica negli anni ‘70, che aveva posto fine alla fornitura di caccia MiG-21 e MiG-23. Anche se l’Egitto dispiega ancora il J-7 e il MiG-21 in numero considerevole, una graduale eliminazione di questi aerei e altri jet più vecchi come l’F-16A potrebbe fornire un’apertura per un acquisto di caccia J-10C. I caccia offrono capacità considerevolmente superiori per il combattimento aria-aria, in particolare rispetto ai caccia esistenti come l’F-16C e il MiG-29M, con i loro missili PL-15 e i radar AESA che li rendono molto più adatti a combattimenti aria-aria oltre la portata visiva contro avversari moderni. Secondo quanto riferito, l’Egitto ha mostrato interesse per altri caccia leggeri e medi come il JF-17 Block III e il MiG-35, il che significa che il J-10C può essere acquisito solo in numero limitato insieme ad altre classi di caccia.

Caccia J-10C cinesi e Gripen thailandesi durante le esercitazioni “Falcon Strike”.

La Thailandia

Da fedele alleato degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, la Thailandia è diventata sempre più un importante cliente per le armi cinesi e un importante partner difensivo cinese nel sud-est asiatico. L’élite delle unità corazzate thailandesi utilizza attualmente carri armati cinesi VT-4, e le fregate più potenti della sua marina sono le Tipo 054A provenienti da cantieri navali cinesi, ed è tutt’altro che impensabile che i jet J-10C possano essere la nuova élite della flotta di caccia del paese. La Thailandia ha già due importanti classi di caccia multiruolo monomotore, il Gripen e l’F-16C, che hanno una serie di somiglianze col J-10C, sebbene non abbiano le sue capacità avanzate di ultima generazione. Anche se gli Stati Uniti hanno precedentemente esercitato una considerevole pressione politica su Bangkok perché acquisti i suoi caccia e probabilmente promuoveranno l’F-16V per l’esportazione negli anni ’20 del 2000, un’acquisizione J-10C presenta una serie di vantaggi, dalla manovrabilità all’altitudine operativa all’efficacia dei costi e all’accesso a missili moderni. Il dispiegamento del J-10C in Thailandia per la partecipazione alle esercitazioni congiunte “Falcon Strike” [in inglese] insieme ai Gripen thailandesi è stato interpretato da alcuni analisti come una mossa per commercializzare il nuovo progetto cinese all’estero.

Caccia J-7 dell’aeronautica bengalese.

Il Bangladesh

Il Bangladesh attualmente gestisce la più moderna classe di caccia J-7 al di fuori dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese, insieme a più pesanti caccia russi MiG-29 e ad aerei leggeri Yak-130. Anche se i caccia J-7 rimarranno in servizio per tutti gli anni ’20, il Bangladesh ha espresso un notevole interesse nell’acquisto di caccia più moderni, con MiG-35 e i J-10C come contendenti principali. Gli acquisti da parte della vicina Myanmar di varianti più moderne del JF-17 leggero, di più avanzati caccia pesanti Su-30SM e potenzialmente di caccia Su-57 di ultima generazione, minaccia di compromettere l’equilibrio delle forze tra i due vicini – che a sua volta rischia di accelerare i piani del Bangladesh di modernizzare la sua flotta aerea. Anche se le capacità del J-10C di combattere contro il Su-30SM rimane altamente discutibile, ha accesso a missili superiori e sistemi integrati di spinta vettoriale, ma avrà una manovrabilità superiore che può in qualche modo bilanciare gli altri notevoli vantaggi del caccia pesante.

Caccia Su-30MK2 ed F-16A dell’aeronautica venezuelana.

Il Venezuela

Il Venezuela in precedenza aveva mostrato interesse per l’acquisizione [in inglese] di moderni aerei da combattimento di “generazione 4++”, vale a dire il Su-35 russo, che ha molte tecnologie di ultima generazione simili a quelle del J-10C. Dato che la recente crisi economica ha impedito al Venezuela di acquisire moderni caccia russi, il J-10C potrebbe fornire un’alternativa più economica per modernizzare la sua flotta. Attualmente il Venezuela impiega due classi di caccia, il caccia Su-30MK2 e la piattaforma leggera monomotore F-16A. Con l’F-16A che si avvicina alla fine della sua vita operativa dopo circa 40 anni di servizio, e non ha accesso ai moderni missili aria-aria, il J-10C potrebbe fornire un caccia monomotore significativamente più moderno per la flotta del paese. Con la Cina che conserva l’interesse per il mantenimento della sovranità venezuelana e scoraggia i potenziali attacchi americani, e che importa ogni anno oltre 3 miliardi di dollari di petrolio venezuelano, rimane ancora possibile un accordo per fornire caccia in cambio di petrolio. I caccia offrirebbero notevoli vantaggi rispetto al Gripen-E ordinato dal vicino Brasile, che ha visto le relazioni con il Venezuela detonare bruscamente con l’avvento al potere di un nuovo governo allineato con gli Stati Uniti, e che ha minacciato l’intervento militare contro Caracas.

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Pubblicato su Military Watch Magazine il 7 dicembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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