[Nota della redazione: l’autore di questo articolo (decisamente non sospetto di simpatie pro-russe, anzi) fa un’analisi del tasso di consumo di munizioni per l’artiglieria in una guerra convenzionale moderna come quella odierna in Ucraina. E, con preoccupazione, scopre che gli Stati Uniti (e la NATO) potrebbero sostenerla per poco tempo (tre settimane) e, soprattutto, che sarebbe molto difficile porvi rimedio. È un punto di vista pieno di implicazioni.]

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L’Occidente può ancora fornire l’arsenale della democrazia?

La guerra in Ucraina ha dimostrato che l’era della guerra industriale è ancora in corso. Il consumo massiccio di equipaggiamenti, veicoli e munizioni richiede una base industriale su larga scala per il rifornimento: la quantità ha ancora una qualità sua propria. Il combattimento su larga scala ha contrapposto 250.000 soldati ucraini, insieme a 450.000 cittadini recentemente mobilitati, a circa 200.000 tra truppe russe e separatiste [in inglese]. Lo sforzo per armare, nutrire e rifornire questi eserciti è un compito monumentale. Il rifornimento di munizioni è particolarmente oneroso. Per l’Ucraina, ad aggravare questo compito ci sono le capacità di fuoco in profondità dei russi, che prendono di mira l’industria militare ucraina e le reti di trasporto del Paese in tutta la sua estensione. Anche l’esercito russo ha subito attacchi transfrontalieri [in inglese] e atti di sabotaggio [in inglese] ucraini, ma su scala minore. Il tasso di consumo di munizioni e attrezzature in Ucraina può essere sostenuto solo da una base industriale di grandi dimensioni.

Questa realtà dovrebbe essere un monito concreto per i paesi occidentali, che hanno ridimensionato la capacità industriale militare, sacrificando la scala e l’efficacia in favore dell’efficienza. Questa strategia si basa su ipotesi errate sul futuro della guerra ed è stata influenzata sia dalla cultura burocratica dei governi occidentali sia dall’eredità dei conflitti a bassa intensità. Attualmente, l’Occidente potrebbe non avere la capacità industriale per combattere una guerra su larga scala [in inglese]. Se il governo degli Stati Uniti intende tornare a essere l’arsenale della democrazia [in inglese], è necessario riesaminare le attuali capacità della base militare-industriale statunitense e i presupposti fondamentali che ne hanno guidato lo sviluppo.

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Stima del consumo di munizioni

Non sono disponibili dati precisi sul consumo di munizioni per il conflitto tra Russia e Ucraina. Nessuno dei due governi pubblica i dati, ma una stima del consumo di munizioni [di artiglieria] russe può essere calcolata utilizzando i dati ufficiali sulle missioni di fuoco forniti dal Ministero della Difesa [in inglese] russo durante il briefing quotidiano.

Numero di missioni di fuoco giornaliere russe, 19-31 maggio

Data

Missioni di fuoco

31 710
30 710
29 717
28 542
27 499
26 526
25 490
24 684
23 688
22 700
21 735
20 251
19 356
Media 585,2308

Sebbene questi numeri mescolino i razzi tattici con l’artiglieria convenzionale, non è irragionevole supporre che un terzo di queste missioni sia stato effettuato dalle truppe missilistiche, poiché esse costituiscono un terzo della forza d’artiglieria di una brigata motorizzata di fucilieri, mentre altri due battaglioni sono costituiti da artiglieria tubolare [cioè obici o cannoni tradizionali]. Questo suggerisce 390 missioni giornaliere lanciate dall’artiglieria tubolare. Ogni attacco di artiglieria tubolare è condotto da una batteria di sei cannoni in totale. Tuttavia, è probabile che i guasti in combattimento e la manutenzione riducano questo numero a quattro. Con quattro cannoni per batteria e quattro colpi per cannone, l’artiglieria tubolare spara circa 6.240 colpi il giorno. Possiamo stimare un ulteriore 15% di sprechi per i proiettili posizionati a terra ma abbandonati quando la batteria si è spostata in fretta, per i proiettili distrutti dagli attacchi ucraini ai depositi di munizioni o per i proiettili sparati ma non segnalati ai livelli di comando superiori. Questo numero arriva a 7.176 colpi di artiglieria al giorno. Va notato che il Ministero della Difesa russo riporta solo le missioni di fuoco delle forze della Federazione Russa. Non sono incluse le formazioni delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, che sono trattate come Paesi diversi. I numeri non sono perfetti, ma anche se fossero imprecisi del 50%, non cambierebbero il senso della sfida logistica complessiva.

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La capacità della base industriale occidentale

Il vincitore di una guerra prolungata tra due potenze vicine si basa ancora su chi ha la base industriale più forte. Un paese deve avere la capacità manifatturiera di costruire quantità massicce di munizioni o avere altre industrie manifatturiere che possono essere rapidamente convertite alla produzione di munizioni. Purtroppo, l’Occidente non sembra più avere né l’una né l’altra.

Attualmente, gli Stati Uniti stanno riducendo le scorte di munizioni d’artiglieria. Nel 2020, gli acquisti di munizioni d’artiglieria sono diminuiti del 36% a 425 milioni di dollari [in inglese]. Nel 2022, il piano prevede di ridurre [in inglese] la spesa per i proiettili d’artiglieria da 155 mm a 174 milioni di dollari. Ciò equivale a 75.357 proiettili basici “tonti” [cioè non ‘intelligenti’] M795 per l’artiglieria regolare, 1.400 proiettili XM1113 per l’M777 e 1.046 proiettili XM1113 per gli Extended Round Artillery Cannons [cannoni d’artiglieria per proiettili a lunga gittata]. Infine, ci sono 75 milioni di dollari dedicati alle munizioni a guida di precisione Excalibur, che costano 176.000 dollari a colpo, per un totale di 426 colpi. In breve, la produzione annuale di artiglieria degli Stati Uniti durerebbe, nella migliore delle ipotesi, solo per dieci giorni o due settimane di combattimento in Ucraina. Se la stima iniziale dei proiettili russi sparati fosse in eccesso del 50%, l’artiglieria in dotazione durerebbe solo tre settimane.

Gli Stati Uniti non sono l’unico paese ad affrontare questa sfida. In un recente gioco di guerra che ha coinvolto forze statunitensi, britanniche e francesi, le forze britanniche hanno esaurito le scorte nazionali di munizioni critiche dopo otto giorni [in inglese].

Purtroppo, questo non è solo il caso dell’artiglieria. I Javelin anticarro e gli Stinger per la difesa aerea sono sulla stessa barca. Gli Stati Uniti hanno spedito all’Ucraina 7.000 missili Javelin [in inglese] – circa un terzo delle sue scorte – e altre spedizioni sono in arrivo. Lockheed Martin produce circa 2.100 missili all’anno [in inglese], anche se questo numero potrebbe salire a 4.000 in pochi anni. L’Ucraina sostiene di utilizzare 500 missili Javelin al giorno.

La spesa per i missili da crociera e i missili balistici di teatro è altrettanto massiccia. I russi hanno sparato tra i 1.100 e i 2.100 missili. Gli Stati Uniti acquistano [in inglese] attualmente 110 PRISM, 500 JASSM e 60 missili da crociera Tomahawk all’anno, il che significa che in tre mesi di combattimenti la Russia ha bruciato quattro volte la produzione missilistica annuale degli Stati Uniti. Il tasso di produzione russo può essere solo stimato. La Russia ha iniziato la produzione di missili nel 2015 in serie iniziali limitate, e anche nel 2016 la produzione è stata stimata in 47 missili [in inglese]. Ciò significa che ha avuto solo cinque o sei anni di produzione su larga scala.

Non si conosce la scorta iniziale del febbraio 2022, ma considerando le spese e l’obbligo di trattenere scorte consistenti in caso di guerra con la NATO, è improbabile che i russi siano preoccupati. In effetti, sembra che ne abbiano abbastanza da poter impiegare missili da crociera di livello operativo su obiettivi tattici.

L’ipotesi che ci siano 4.000 missili da crociera e balistici nell’inventario russo non è irragionevole. Questa produzione probabilmente aumenterà nonostante le sanzioni occidentali. Ad aprile, la ODK Saturn, che produce motori per missili Kalibr, ha annunciato la creazione di 500 nuovi posti di lavoro. Ciò suggerisce che anche in questo campo l’Occidente ha solo la parità con la Russia.

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Ipotesi sbagliate

La prima ipotesi chiave sul futuro del combattimento è che le armi a guida di precisione ridurranno il consumo complessivo di munizioni, richiedendo un solo colpo per distruggere il bersaglio. La guerra in Ucraina sta mettendo in discussione questo assunto. Molti sistemi di fuoco indiretto “tonti” stanno ottenendo una grande precisione senza guida di precisione, eppure il consumo complessivo di munizioni è enorme. Parte del problema è che la digitalizzazione delle mappe globali, combinata con una massiccia proliferazione di droni, consente la geolocalizzazione e il puntamento con maggiore precisione, con prove video [in russo] che dimostrano la capacità di andare a segno al primo colpo con fuoco indiretto.

Il secondo presupposto fondamentale è che l’industria possa essere attivata e disattivata a piacimento. Questo modo di pensare è stato importato dal settore commerciale e si è diffuso nella cultura governativa statunitense. Nel settore civile, i clienti possono aumentare o diminuire i loro ordini. Il produttore può essere danneggiato da un calo degli ordini, ma raramente questo calo è catastrofico perché di solito ci sono più consumatori e le perdite possono essere distribuite tra i consumatori. Purtroppo, questo non funziona per gli acquisti militari. Negli Stati Uniti c’è un solo cliente per i proiettili d’artiglieria: l’esercito. Quando gli ordini calano, il produttore deve chiudere le linee di produzione per tagliare i costi e rimanere in attività. Le piccole imprese possono chiudere del tutto. Generare nuova capacità produttiva è molto impegnativo, soprattutto perché è rimasta poca capacità produttiva da cui attingere lavoratori qualificati. Questo è particolarmente difficile perché molti vecchi sistemi di produzione di armamenti sono ad alta intensità di manodopera, al punto da essere praticamente costruiti a mano [in inglese], e ci vuole molto tempo per formare una nuova forza lavoro. Anche la catena di approvvigionamento è problematica, perché le sotto parti possono venir prodotte da un subappaltatore che fallisce, con la perdita delle commesse, o che si riattrezza per servire altri clienti, oppure che si affida a componenti provenienti dall’estero, magari da un paese ostile.

Il quasi monopolio cinese sui materiali delle terre rare [in inglese] è una sfida ovvia. La produzione dei missili Stinger non sarà completata [in inglese] prima del 2026, in parte a causa della carenza di componenti [in inglese]. I rapporti [in inglese] statunitensi sulla base industriale della difesa hanno chiarito che l’aumento della produzione in tempo di guerra potrebbe essere difficile, se non impossibile, a causa dei problemi della catena di approvvigionamento e della mancanza di personale qualificato dovuta al degrado della base produttiva statunitense.

Infine, c’è un’ipotesi sui tassi di consumo complessivo delle munizioni. Il governo statunitense ha sempre sminuito questo numero. Dall’epoca del Vietnam a oggi, gli stabilimenti di armi leggere si sono ridotti da cinque a uno solo. Ciò è stato evidente all’apice della guerra in Iraq [in inglese], quando gli Stati Uniti hanno iniziato a scarseggiare di munizioni per armi leggere, inducendo il governo americano ad acquistare munizioni britanniche e israeliane durante la fase iniziale della guerra. A un certo punto, gli Stati Uniti per alimentare lo sforzo bellico hanno dovuto attingere alle scorte di munizioni calibro 50 del Vietnam e persino della Seconda Guerra Mondiale [in inglese]. Questo è stato in gran parte il risultato d’ipotesi errate sull’efficacia delle truppe statunitensi. In effetti, il Government Accountability Office ha stimato che erano necessari 250.000 colpi per uccidere un insorto [in inglese]. Fortunatamente per gli Stati Uniti, la loro cultura delle armi ha fatto sì che l’industria delle munizioni per armi leggere abbia una componente civile negli Stati Uniti. Non è così per altri tipi di munizioni, come dimostrato in precedenza con i missili Javelin e Stinger. Senza avere accesso alla metodologia governativa, è impossibile capire perché le stime del governo statunitense siano state sbagliate, ma c’è il rischio che gli stessi errori siano stati commessi con altri tipi di munizioni.

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Conclusione

La guerra in Ucraina dimostra che la guerra tra avversari pari o quasi pari richiede l’esistenza di una capacità di produzione tecnicamente avanzata, su scala di massa e di età industriale. L’avanzata russa consuma munizioni a ritmi che superano di gran lunga le previsioni e la produzione di munizioni degli Stati Uniti. Affinché gli Stati Uniti possano fungere da arsenale della democrazia in difesa dell’Ucraina, è necessario rivedere il modo e la scala con cui gli Stati Uniti organizzano la propria base industriale. La situazione è particolarmente critica perché dietro l’invasione russa c’è la capitale manifatturiera del mondo, la Cina. Mentre gli Stati Uniti iniziano a spendere sempre di più le loro scorte per mantenere l’Ucraina in guerra, la Cina non ha ancora fornito alcuna assistenza militare significativa alla Russia. L’Occidente deve presumere che la Cina non permetterà alla Russia di essere sconfitta, soprattutto per mancanza di munizioni. Se la competizione tra autocrazie e democrazie è davvero entrata in una fase militare, allora l’arsenale della democrazia deve prima migliorare radicalmente il suo approccio alla produzione di materiale in tempo di guerra.

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Articolo di Alex Vershinin pubblicato su RUSI il 17 giugno 2022
Traduzione in italiano di Confab per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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