Dopo una breve pausa dovuta a motivi professionali, qui sotto troverete la prima parte di un articolo sulla Marina russa, sull’ultima generazione di fregate e sui progressi tecnologici che hanno permesso alla potenza marittima russa di essere notata a livello globale.

Questo articolo è in parte una risposta all’articolo originale, “Le nuove fregate con capacità oceaniche diventeranno le navi di superficie principali della marina russa”, risalente a quest’estate, scritto da un ufficiale navale ucraino per la Jamestown Foundation e ampiamente diffuso sui social media. Per risparmiare troppi problemi ai lettori, le capacità navali russe sono per lo più presentate sotto una luce negativa, e allo stesso tempo vengono esagerate le ambizioni generali della Marina russa. [N.B. Tipico inquadramento delle forze armate russe da parte di un commentatore occidentale].

L’autore dedica una parte dell’articolo ai problemi di gestione della portaerei “Admiral Kuznetsov”. L’autore, nel suo articolo, ci dà la percezione che le ambizioni navali della Russia siano frustrate da guai finanziari. (Russia Insider, 15 maggio 2017 [in inglese]). Ciò che l’autore della Jamestown mostra è il fatto che la Marina russa sta concentrando i suoi sforzi sulle fregate piuttosto che sulle portaerei o sulle portaelicotteri d’assalto anfibio classe Mistral. Ciò deriva dalla necessità di riconciliare interessi divergenti: 1. Necessità geopolitiche, 2. restrizioni finanziarie e 3. capacità operative navali effettive/previste, che richiedono tutte un’attenta considerazione nella progettazione di una nave da guerra di superficie.

Che cosa significa in termini reali, e che cos’è una fregata? E in che modo la tecnologia moderna offusca questa definizione oltre i concetti tradizionali degli ultimi 50 anni? Torniamo alle origini:

  1. Definizione e ruolo della fregata:

una nave da guerra con un armamento misto, generalmente più leggero di un cacciatorpediniere (nella marina USA, più pesante) e di un tipo introdotto originariamente con il compito di scortare i convogli”. E nel dopoguerra: “ha adottato anche un ruolo antiaereo”.

In altre parole, una nave da guerra che ha diverse funzioni, pesante circa 3000-7000 tonnellate, con vari tipi di missili, cannoni, sistemi di difesa aerea/radar e sensori antisommergibile, progettata per operare autonomamente o come parte di un gruppo navale, capace anche di scortare le navi mercantili. Una piattaforma navale complessa, con a bordo sistemi sofisticati e che si sovrappongono.

Pertanto, per loro stessa natura, le fregate tendono ad essere le navi da combattimento principali della maggior parte delle marine. La Cina, per esempio, ha 24 fregate Tipo 054A in servizio (su un totale di 46 fregate) contro 35 cacciatorpediniere, mentre l’India ha 11 fregate e 11 cacciatorpediniere. Il numero e l’uso delle fregate varia da marina a marina, a seconda della sua dottrina navale. La designazione di “fregata” per le navi può essere fuorviante, per esempio, al momento, la US Navy ha solo 1 fregata in servizio, la “USS Constitution” [che essendo un veliero risalente agli albori della US Navy è praticamente una nave museo].

La Marina degli Stati Uniti ha ritirato le sue fregate classe Oliver Hazard Perry, e il loro sostituto previsto è la Littoral Combat Ship (LCS), (8 attualmente in servizio) che per lungo tempo è stata afflitta da problemi tecnici e “guasti”. (Wikipedia, 2017). Non è proprio una fregata, ma una motovedetta costosissima e sovradimensionata, a giudicare dai commenti fatti in vari rapporti statunitensi. (Bloomberg, maggio 2013) (DefenceWorld Net, aprile 2013) [entrambi i link in inglese]

Un po’ di nautica e tecnologia in generale per definire il contesto. In un’epoca in cui i cantieri navali stanno costruendo navi portacontainer sempre più grandi, da oltre 21.000 unità equivalenti a venti piedi, ciò ben dimostra come parti importanti della marina mercantile stiano aumentando enormemente nelle dimensioni, e anche rapidamente. Ora paragonate questo fatto alla marina militare, dove il ridimensionamento e i sistemi di automazione stanno diventando sempre più la norma, e sono estremamente vitali per migliorare l’efficacia in combattimento.

Lo spazio una volta occupato dalle corazzate, dove poi sono saliti alla ribalta i grandi incrociatori lanciamissili, è ora occupato principalmente dalle fregate. Le grandi navi armate di cannoni divennero obsolete a causa della migliore potenza aerea e delle difese costiere a lungo raggio. Non è la stessa storia con i grandi incrociatori lanciamissili,  grazie in gran parte ai cambiamenti impressionanti nella tecnologia missilistica, nonché nell’elettronica, nell’informatica, nella miniaturizzazione ingegneristica e nella nanotecnologia.

Un altro aspetto da considerare è la flessibilità, in altre parole la capacità di eseguire diversi ruoli. Inizialmente, la US Navy adottò la via dell’uso di unità modulari (usando container ISO) per le sue navi di classe LCS: l’idea era quella di poter cambiare la configurazione di una nave in poche settimane. Questo concetto pionieristico ha incontrato alcuni ostacoli lungo la strada, e come risultato è stato riconsiderato. (US Navy, aprile 2017 [in inglese]). Eppure certamente non hanno la stessa potenza di fuoco di una molto più piccola corvetta classe Buyan-M della marina russa! [Maggiori informazioni su questo nella parte 2].

Ciononostante, questo dimostra l’enorme concetto di design innovativo e ambizioso che la continua espansione della tecnologia high-tech ha offerto nel settore navale in pochi decenni. Inoltre, anche l’aumento dell’uso di veicoli senza equipaggio con ruolo di combattimento rappresenta un significativo passo in avanti. È interessante notare che la US Navy ora sta riconfigurando le LCS come fregate. [N.B. Le parole chiave da conservare sono flessibilità e capacità di eseguire diversi compiti.]

In questo articolo viene trattato un riepilogo tecnico completo delle 10 fregate più moderne di tutto il mondo. (Defencyclopedia, 2 gennaio 2016 [in inglese]). Sorprendentemente il posto numero uno è occupato da una fregata russa che non è ancora entrata in servizio.

Lo sfondo – la Marina russa

Già nell’aprile 2017, il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu affermò che nel prossimo futuro le principali navi da combattimento della Marina saranno fregate come l’“Admiral Gorshkov”. Ha affermato che: “Queste fregate polivalenti, dotate di armi di precisione a lungo raggio, dovrebbero diventare le principali navi da combattimento della Marina nel prossimo futuro” (TASS, 21 aprile 2017 [in inglese]). Ha continuato aggiungendo “La loro entrata in servizio aiuterà ad assicurare il regolare rinnovamento delle forze di superficie delle flotte e aumenterà il loro potenziale di combattimento del 30%”.

Diversi giorni dopo, il presidente Putin ha dichiarato in una riunione della Difesa che “entro il 2020, la quota di armi ed equipaggiamenti moderni sia nell’Esercito che nella Marina dovrebbe salire al 70%”. (Kremlin.ru, 25 aprile 2017 [in inglese]). Alla fine del 2016, si attestava al 47%.

Da una prospettiva strettamente conservatrice, sì, la marina russa ha subito notevoli riduzioni, è l’ombra di quella che era la Marina sovietica e non ha avuto l’opportunità di modernizzarsi efficacemente fino a tempi abbastanza recenti. Il presidente Putin lo ha definito questa settimana: … “il programma di riavvio della marina…” (TASS, 16 maggio 2017 [in inglese])

La dottrina difensiva alla base è in gran parte edificata sulla percezione di rendere la Russia sicura, come parte dell’“Eurasia” come entità. Cosa ampiamente simile a ciò che sta facendo la Cina. In altre parole, assicurare una robusta posizione difensiva di ciò che viene considerato “il proprio prato”. Quando in Russia vengono propagandate notizie sulla costruzione di una portaerei, è perché alcuni contraenti della Difesa stanno cercando di inserirsi per future potenziali offerte. Tuttavia, i cantieri navali sono impegnati principalmente nella costruzione di sottomarini o di piccole navi da battaglia.

Le dottrine militari russo-cinesi sono diverse da quella degli Stati Uniti, con la sua dottrina di “eccezionalismo” globale aggressivamente militarizzato, con le sue più di 10 “portaerei che sono il fulcro della flotta navale americana”. (The National Interest, 15 maggio 2017 [in inglese]) Sono sostanzialmente diverse nell’approccio, nella metodologia e nelle aspettative.

L’attenzione principale della Marina russa è sulle operazioni in aree litoranee [“green-water” in inglese], nella difesa delle sue coste, soprattutto vicino al territorio nazionale. Perfino la US Navy ha capito che i grandi cacciatorpediniere non sarebbero stati efficaci in acque poco profonde, da qui l’introduzione delle LCS. Tuttavia, la Russia ha eliminato un elemento dal complicato processo mentale della marina statunitense, ed è andata dritta verso una fregata versatile, ideale per le zone costiere, ma con anche capacità di effettuare missioni in alto mare [“blue-water” in inglese] e a lungo raggio, se necessario. Un compito piuttosto impegnativo per i progettisti navali.

L’autore della Jamestown, tuttavia, non menziona il fatto ovvio che per diversi decenni c’è stato un “buco” nelle capacità di combattimento della marina russa. Quel buco doveva essere riempito da una fregata adatta, paragonabile alla gamma di sofisticate fregate della NATO. L’ultimo tipo di fregata ad entrare in servizio è stata la fregata classe Krivak di epoca sovietica (Progetto 1135 Burevestnik).

Che cosa ha in serbo la Russia che fa propendere per una flotta “incentrata sulle fregate”?

Fondamentalmente, la Russia ha avuto quasi una lavagna pulita sulla quale lavorare quando ha progettato le sue nuove fregate, prendendo in considerazione le capacità dei suoi “concorrenti” ma anche le esigenze di difesa nazionale e di proiezione di potenza. Ma avere una lavagna pulita significa anche incontrare problemi lungo la strada. Anche la US Navy lo ha sperimentato in modo abbastanza chiaro e persistente con il suo programma LCS. Tuttavia, intraprendere un simile progetto significava anche arrestare e invertire il significativo declino a lungo termine della ricerca e sviluppo navale russo. Pur avendo un accesso limitato al know-how dei costruttori navali occidentali (principalmente attraverso il contratto per la classe Mistral), i costruttori navali russi sono ancora indietro rispetto alle loro controparti occidentali e asiatiche.

Quali flotte della Marina russa otterranno le fregate moderne inizialmente progettate rispettivamente nel 1997 e 2003? Una, l’“Admiral Essen”, è stanziata permanentemente come parte della Flotta del Mar Nero, e si è unita all’“Admiral Grigorovich” (TASS, 5 maggio 2017 [in inglese]). “Entro la fine dell’anno la Flotta del Mar Nero riceverà due nuove fregate”.

  1. La “classe Admiral Grigorovich” (Progetto 11356Р/М), è una fregata multiruolo: Ruolo: difesa aerea, antisommergibili, scorta ai convogli. Dislocamento massimo: 4.035 tonnellate. Lunghezza: 124,8 metri e 60.900 cavalli vapore di potenza.

Il successore della classe Krivak, basata su un collaudato design che ha avuto origine nella comprovata classe Talwar indiana, la classe “Admiral Grigorovich” è un’alternativa alla classe “Admiral Gorshkov”. Questa particolare classe venne costruita come misura tappabuchi, in gran parte dovuta ai problemi in corso con la costruzione della “Admiral Gorshkov”. Non è altrettanto potente, ma ha comunque buone capacità complessive come fregata.

La stessa “Admiral Grigorovich” ha già acquisito un po’ di “notorietà”, a giudicare dal clamore degli articoli scritti fino ad ora dai media tradizionali. Questa fregata ormai famosa si è inizialmente guadagnata la reputazione per aver partecipato alle operazioni siriane nel 2015, dopo una serie di lanci di Kalibr contro obiettivi dei terroristi. Un esperto della marina statunitense, J. Harley, ha osservato che la Marina russa è stata un fattore chiave nella campagna siriana, qualcosa che era inconcepibile 15 anni fa. [Harley, Jeffrey A. “Soddisfare le esigenze operative. Forum del Presidente”. Naval War College Review, Inverno 2017, dalla pagina 7 in poi. Academic OneFile]

Gli articoli dei media tradizionali non vanno presi per oro colato, ma le ultime dotazioni in termini di tecnologia missilistica presenti a bordo di una fregata come l’“Admiral Essen” hanno il doppio delle capacità delle armi principali di un cacciatorpediniere classe Sovremmennyj, armato con 8 missili Moskit. Un altro esempio del salto tecnologico sarebbe l’incrociatore sovietico classe Kynda, con a bordo l’unità missilistica SS-N-3. Era così ingombrante che le ricariche erano limitate a 16 missili in totale. Ora confrontate le sue dimensioni e le sua capacità con quelle della classe “Admiral Grigorovich”.

È interessante notare che la Flotta del Mar Nero è destinata ad avere tutte e 4 le navi di questa classe. Quindi non ci si aspetta che le flotte del Mare del Nord e del Pacifico abbiano questa classe di navi da guerra. Le ultime 2 navi di questa classe sono destinate alla vendita all’India, come annunciato dal cantiere navale USC nell’agosto 2017 [in inglese].

  1. Fregate “classe Admiral Gorshkov” (Progetto 22350): Ruolo: difesa aerea, antisommergibili, scorta ai convogli.

Una fregata progetto 22350 ha un dislocamento di 4.550 tonnellate, con una lunghezza di 135 m. La capacità del suo impianto a turbina diesel-a gas è di 65.000 CV.

Come esemplificato in questo video:

La fregata progetto 22350 “Admiral Gorshkov” è stata destinata ad essere il gioiello nell’inventario dei mezzi da combattimento della Marina russa. Afflitta da una lunga serie di problemi tecnici sin dall’inizio, è intesa come successore della classe “Krivak”.

Anche se inizialmente era previsto che ne fossero costruite 6 entro il 2020, (Lenta, 5 maggio 16 [in russo]), solo altre due fregate Admiral Gorshkov entreranno in servizio con la Marina russa entro il 2020 (TASS, 5 marzo 2017 [in inglese]) e altre 2 entro il 2025. (RIA, 16 maggio 2017 [in russo])

Ciò è in gran parte dovuto all’indisponibilità di turbine navali appropriate. Tuttavia, l’avvio di una produzione in serie di tali turbine in patria, prevista per il prossimo anno, dovrebbe contribuire a eliminare il ritardo nei programmi di costruzione in un secondo momento (RIA Novosti, dicembre 2016 [in russo]). La questione è così importante che il Presidente Putin ha aperto una linea di produzione di turbine a gas navali presso la società Saturn (NPO) all’inizio dell’anno.

Anche l’“Admiral Makarov” (che sta affrontando prove missilistiche in mare) intorno alla fine di aprile era nelle fasi finali dell’accettazione in servizio, come mostrato sulla TV russa (aprile 2017). La Flotta del Mare del Nord è il destinatario previsto di tutte queste fregate.

Galleria fotografica dell’“Admiral Makarov”

Video delle prove in russo

Video delle prove dello “Shtil-1” sull’“Admiral Makarov”

Cosa importante, il capo dei cantieri navali, Vladimir Trapeznikov, ha detto che “dopo che la Marina riceverà quattro fregate progetto 22350, le navi verranno aggiornate”. Si noti che ha detto “aggiornamento”, non un nuovo progetto creato da zero, ovvero un concetto di design simile a quello che la US Navy aveva previsto con il programma LCS, ma che invece è finito in disastro. [Il che probabilmente è il motivo per cui la “classe Lider” della Marina russa non è andata avanti come inizialmente previsto].

Le limitazioni nei numeri delle fregate sono state compensate da una tecnologia missilistica versatile, che consente a una piccola nave di avere una capacità missilistica formidabile. Probabilmente si riferiva a questo la citazione del Ministro della Difesa Shoigu sull’aumento delle capacità di combattimento del 30%.

I missili sono il fattore che nel secondo dopoguerra cambiano le carte in tavola nel combattimento navale, si prendano ad esempio la distruzione dell’“Eilat” e l’affondamento dell’“HMS Sheffield”. Entrambi hanno cambiato la dimensione navale del conflitto e successivamente ridefinito i tipi e i ruoli delle navi da guerra, in risposta alla minaccia missilistica.

Al centro del programma di modernizzazione della marina russa c’è il missile da crociera Kalibr, in servizio dal 2012. È un enorme moltiplicatore di forza per tutte le forze armate russe e rende la Marina russa molto più potente e con un raggio d’azione più ampio, proporzionalmente al suo tonnellaggio totale.

Una fregata multiruolo compatta e autonoma è estremamente utile per le missioni navali di fascia alta. Questo è ciò che stiamo vedendo (come un microcosmo) in Siria di recente, tanto più che lì l’“Admiral Essen” e l’“Admiral Grigorovich” hanno operato insieme come parte dello Squadrone del Mediterraneo.

L’uso predominante di fregate e corvette (che tratterò nella Parte II) è sufficiente a garantire alla Russia un’efficace zona cuscinetto di sicurezza/difesa, con l’ulteriore vantaggio di una capacità di attacco a lungo raggio. Come testimoniato in questo documento della marina statunitense “La nuova Marina russa tecnologicamente avanzata, sempre più armata con la famiglia di armi Kalibr, sarà in grado di difendere in maniera migliore gli sbocchi marittimi della Federazione Russa ed esercitare un’influenza significativa sui mari adiacenti”.

[NB: Sì, quelle “aree adiacenti” tanto ambite dalla NATO come proprietà unica, vengono lentamente contestate dalla potenza marina russa.]

Descrivere rapidamente i tipi di Kalibr in uso sulle navi da guerra:

NAVE DI SUPERFICIE SOTTOMARINO
Variante antinave Variante per l’attacco terrestre Variante antinave Variante per l’attacco terrestre
 3M54T 3M14T 3M54K 3M14K
Sistema di Lancio Verticale Sistema di Lancio Verticale _ _
Booster per la spinta direzionale Booster per la spinta direzionale _ _
Gittata di 440-660 Km Gittata di 1.500-2.500 Km Gittata di 440-660 Km Gittata di 1.500-2.500 Km

Il Kalibr è designato come SS-N-27 Sizzler dalla NATO e il LACM ha la designazione NATO SS-N-30A. La controparte russa del noto missile da crociera della U.S. Navy Tomahawk ha fatto il suo debutto mondiale in combattimento il 7 ottobre 2015, lanciato da corvette classe Buyan nel Mediterraneo e nel Mar Caspio.

Il missile da crociera Kalibr lanciato da nave è contenuto in un VLS (Vertical Launch System: una “cella”, parte del modulo UKSK), basato su una configurazione di due moduli da 4 tubi missilistici. Il vantaggio è che i missili possono lasciare lo scafo della nave prima di accendersi. In questo modo una nave può lanciare una serie di colpi ad alta precisione su bersagli costieri da una distanza di migliaia di chilometri. Un’altra variante è l’unità lanciamissili a box 3C-14, (più rettangolare al livello del ponte).

La Russia continua a utilizzare i Kalibr contro le infrastrutture terroristiche in Siria, in cui sia l’“Admiral Essen” che l’“Admiral Grigorovich” hanno svolto finora un ruolo significativo, e probabilmente continueranno a farlo, per il momento. L’uso di missili lanciati da navi durante la campagna siriana è un classico esempio di ciò che viene chiamata “guerra liquida”, che è “uno stile di guerra che evita il controllo diretto del territorio, concentrandosi invece sulla distruzione delle forze e/o delle infrastrutture nemiche”. [Mutschler, Max M. “La guerra liquida come una sfida all’ordine internazionale[in tedesco].]

In altre parole, qualcosa che era stato il dominio esclusivo degli Stati Uniti e della NATO, è stato imbrigliato dalla Russia.

Il numero limitato delle fregate attuali e pianificate della Marina russa è stato ampiamente compensato dal versatile e collaudato missile Kalibr e da altre avanzate tecnologie elettroniche. Probabilmente si sperava che la Marina russa nel prossimo decennio si sarebbe spostata verso una flotta “fregata-centrica”, ma in realtà non è accaduto, a causa dei piccoli numeri e dei limiti ai motori, della costruzione navale e dei parametri di progettazione. Tuttavia, allo stesso tempo, l’attenzione si è concentrata anche su una flotta “corvetta-centrica”, che sarà meglio trattata nella Parte 2.

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Articolo di Le Dahu pubblicato su The Saker.is l’8 novembre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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