Come parte del suo sistema di difesa contro i missili balistici (BMD), la Russia ha testato un nuovo missile intercettore presso il campo di prova di Sary Shagan, in Kazakistan, l’11 febbraio. È il terzo test BMD di successo. Le due prove precedenti si sono svolte nel 2017. Gran parte delle informazioni sul nuovo missile, denominato PRS-1M, sono classificate. Si dice che abbia una velocità fino a 4 km al secondo [in inglese]. L’arma è più leggera dei suoi predecessori, come il 53T6 (parte del sistema missilistico A-135), e vanta un sistema di guida aggiornato. Sono state installate attrezzature speciali per superare le contromisure utilizzate dai missili balistici intercontinentali (ICBM). Il PRS-1M completerà presto i test e diventerà operativo.

Il missile è una componente del sistema BMD Nudol A-235, che è in fase di sviluppo. A differenza dell’A-135, che protegge Mosca, gli A-235 potrebbero essere schierati in molti posti, proteggendo così l’intero paese.

La Russia ha sistemi S-400 e S-500 (non ancora in servizio) per proteggersi dai missili balistici strategici in arrivo. L’S-400 e l’S-500 possono respingere gli ICBM.

L’America ha speso 40 miliardi di dollari per i suoi BMD basati a terra [in inglese]. Ma molto costoso non equivale a molto efficace [in inglese]. Spendere più di chiunque altro non rende automaticamente gli Stati Uniti i ​​leader della gara [in inglese]. Molte delle conquiste americane che sono state molto pubblicizzate dai media sono esagerate [in inglese]. Gran parte del loro denaro e degli sforzi sono andati sprecati, perché nessuno dei sistemi americani può offrire protezione contro sofisticati missili offensivi.

A differenza degli intercettori BMD russi, gli intercettatori GBI statunitensi (parte della loro Ground-based Midcourse Defense, GMD) [Difesa Intermedia basata a terra] sono progettati per un attacco cinetico del tipo “colpire un proiettile con un altro proiettile” e, a differenza degli intercettori russi, non trasportano testate. Abbattono i missili con la semplice velocità. All’inizio del 2018, gli Stati Uniti avevano 44 intercettori dislocati in Alaska e in California. La probabilità di successo degli abbattimenti è bassa, anche contro una minaccia proveniente dalla Corea del Nord. Si ritiene generalmente che si aggiri intorno al 25%. Sono necessari almeno quattro GBI per colpire una testata. Questa cifra dovrebbe essere raddoppiata (o meglio quadruplicata) per aumentare le probabilità di abbattimento. E la Russia ha missili a testata multipla con ben 8-10 veicoli di rientro. Non è realistico creare un sistema BMD affidabile in grado di tenere a bada i missili balistici strategici, specialmente se il sistema si basa su un attacco cinetico.

L’ultimo test americano dell’intercettore di missili balistici basato in mare Standard Missile 3 Block IIA è fallito il 31 gennaio 2018 [entrambi i link in inglese]. In precedenza, aveva fallito anche nel giugno 2017. Il missile è ancora in fase di sviluppo, e ci vorrà del tempo prima che sia operativo. Le precedenti versioni navali SM-3 possono attaccare solo missili a raggio medio e intermedio; sono inefficaci contro le armi strategiche offensive. Si presume che lo Standard Missile 3 Block IIA possieda alcune capacità limitate contro gli ICBM in determinate condizioni, ma finora nessun test lo ha confermato.

Va notato che gli Stati Uniti hanno condotto tutte le prove in un ambiente favorevole; gli obiettivi avevano solo una testata; il loro arrivo si conosceva in anticipo; non sono state impiegate esche o altri sistemi di inganno. Ma anche in tali condizioni, solo il 50% [in inglese] dei test GMD condotti dal 1999 ha avuto successo. La capacità degli Stati Uniti di abbattere missili nordcoreani non sofisticati è dubbia [in inglese].

In realtà, il programma americano BMD non ha nulla di cui vantarsi. I costi sono troppo alti e la tecnologia sta ancora facendo i primi passi.

Gli USA sono stati la prima nazione dalla Seconda Guerra Mondiale ad abbandonare un importante accordo sul controllo delle armi quando si sono tirati fuori dal Trattato Anti-missili Balistici del 1972 (ABM) nel 2002 [in inglese]. È stata una mossa molto destabilizzante, poiché all’epoca il trattato era la pietra angolare del controllo delle armi. Quella decisione ha compromesso il processo di disarmo.

Ne valeva la pena? Nulla è stato fatto finora che abbia effettivamente violato il trattato del 1972, se fosse ancora in vigore. L’accordo ha vietato l’installazione di oltre 100 intercettori in un singolo sito, ma è stato consentito il test dei sistemi BMD. Anche l’Aegis (SM-3) basato su navi non è una violazione. I sistemi basati in aria non erano permessi, ma gli Stati Uniti hanno comunque accantonato il loro laser aereo. Invece di strappare il trattato, gli Stati Uniti avrebbero potuto accettare di rimanere legati ad esso mentre testavano anche GMD, Aegis e qualsiasi altra arma possibile, senza attivare sistemi che sono comunque di scarso utilizzo.

Con l’accordo ABM non più in vigore, per Mosca è stato impossibile ratificare il Trattato START II del 1993, che vietava le testate multiple (MIRV) – le armi più destabilizzanti. Ora la Russia intende mantenere i suoi missili pesanti dotati di MIRV per assicurarsi che nessuna BMD possa contrastare il suo attacco di rappresaglia, se attaccata. E i missili russi possono cambiare autonomamente rotta a mezz’aria per evitare gli intercettori.

Anche la Cina sta modernizzando costantemente i propri veicoli di rientro, in modo che questi possano prevalere su qualsiasi sistema BMD. Di conseguenza, gli Stati Uniti sono diventati meno sicuri.

A sua volta, la Russia ha dotato i suoi ICBM e SLBM di sistemi di contromisure. Sono in grado di superare qualsiasi sistema di difesa missilistica. Gli Stati Uniti non hanno misure efficaci contro le esche [in inglese].

Il fatto che non esistano accordi per regolamentare gli sforzi di difesa missilistica costituisce un grosso ostacolo sulla via della riduzione delle armi nucleari. Gli Stati Uniti intendono spostare lo “scudo” BMD in nuovi domini [in inglese]. Russia e Cina prenderanno misure per respingere la minaccia. Si scatenerà una corsa agli armamenti e tutti perderanno. Non ci saranno vincitori, ma le forze armate USA raccoglieranno più denaro, e continuano a chiedere nuovi stanziamenti.

Gli Stati Uniti hanno abbandonato il Trattato ABM per garantirsi di poter usare le armi nucleari impunemente, rendendosi assolutamente sicuri. Ma come risultato, l’America ha speso enormi somme di denaro per rendersi ancora meno sicura. Enormi esborsi di denaro non l’hanno resa leader nella corsa alla difesa missilistica. Dopotutto, i test statunitensi del 2017 sono falliti due volte, ma il test della Russia l’11 febbraio 2018 è stato un successo, così come lo è stato il precedente periodo di prova dello scorso novembre.

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Articolo di Arkadij Savickij pubblicato su Strategic Culture il 14 febbraio 2018
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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