L’articolo è preso in prestito da un altro sito. Il Saker tedesco ha deciso di pubblicarlo, in via eccezionale, in quanto costituisce un riassunto molto accurato delle tematiche inerenti all’abbattimento del Su-24 russo.

1_-_1-171-64de9L’articolo in questione riporta la testimonianza del progettista degli F-16, Pierre Sprey, a favore della versione russa dell’incidente. In una conferenza del Cremlino, aperta ai giornalisti di tutto il mondo, il presidente Vladimir Putin aveva infatti dichiarato riguardo all’episodio che l’abbattimento del Su-24 era stato chiaramente intenzionale e condotto da “qualcuno in Turchia per compiacere gli Usa”.

Il progettista degli F-16, confrontando le caratteristiche tecniche dell’areo con i dati riguardanti l’incidente, dà prove evidenti a favore della versione russa di un abbattimento volontario e premeditato contro la versione turca di un abbattimento frutto della presenza casuale di un pattugliamento aereo turco al momento dello sconfinamento del SU-24.

Riporto in ordine gli argomenti addotti dallo Sprey:

1) Gli F-16, nei voli di pattugliamento, volano usualmente ad un’altezza compresa tra i 6.000 e i 12.000 metri, per risparmiare carburante. Gli F-16 turchi responsabili dell’abbattimento volavano invece ad una altezza compresa tra i 2.300 e i 4.300 metri.

1_-_1_8_-15-4418b

2) In ottemperanza agli accordi tra Mosca e Washington riguardo le operazioni aree in Siria, la Russia si era impegnata a fornire agli Usa, e al loro alleato Turco, con almeno 12 ore di preavviso, i dati di ogni missione dei propri bombardieri Su-24, includenti l’ora del decollo e l’obbiettivo che sarebbe stato colpito. I due F-16 turchi sono decollati alle 8.40 dalla base aerea di Diyabakar, tra le 9.11 e le 10.26 sono rimasti nella zona dell’incidente (l’attacco al Su-24 è avvenuto alle 10.24) e alle 11.00 sono atterrati alla base. Un volo della durata di 2 ore e 20 minuti a bassa altitudine eccede l’autonomia di un F-16, e può essere condotto da aerei di tale tipologia solo con l’ausilio di un aereo-cisterna. Un volo di tale lunghezza (e a tale altitudine) è totalmente inusuale e insensato per un normale pattugliamento aereo, e si spiega invece bene se si ipotizza che i due F-16 avessero ricevuto l’ordine di attendere e di abbattere l’areo russo non appena fosse passato nell’area.

1_-_1_7_-23-26de51) La bassa altezza di volo dei due F-16 turchi, apparentemente incomprensibile se si ragiona in termini di risparmio di carburante per un normalissimo pattugliamento di routine, diviene invece ben comprensibile se si considera la presenza in Siria della base area russa di Hmeymim. Calcolando la curvatura dei radar della base russa in base alla distanza dal luogo dell’attacco e alla conformazione dei monti nella zona (in grado di deflettere le onde radar generate, limitandone il campo di visuale) se ne deduce infatti che gli arei turchi, per evitare di essere intercettati dai radar russi, dovevano volare ad una altezza inferiore ai 3.000 metri.

1_-_1_1_-133-eb055

1) La mancata attivazione da parte dei piloti del Su-24 delle misure difensive (esche termiche) per evitare i missili termo-guidati degli F-16, così come il fatto che i piloti russi non abbiano ricevuto alcun segnale di avvertimento da parte turca, è un aspetto dello vicenda che assume un nuovo significato alla luce dei dati tecnici forniti dallo Sprey. L’unica possibile spiegazione alla mancata attivazione di tali difese da parte dei piloti russi, così come dell’eventuale mancata ricezione di qualsiasi tipo di comunicazione da parte dei Turchi, è che i dispositivi elettronici di bordo dei bombardieri russi siano stati volutamente oscurati dall’esterno mediante apposite interferenze. Simili interferenze possono essere prodotte da pochi aerei militari, e tra questi vi è lo E-3 AWACS americano di cui, casualmente, transitavano nella stessa zona e alla stessa ora dell’attacco due esemplari facenti parte della spedizione anti-Isis guidata dagli USA. Gli F-16 avrebbero potuto così avvicinarsi indisturbati, con i radar spenti, ai bombardieri russi, incapaci di rilevarne la presenza, guidati dai due E-3 AWACS fino alla posizione ottimale da cui lanciare l’attacco, ovvero alle spalle della formazione russa e con il sole a propria volta alle spalle, in modo da non intralciare i sistemi di rilevazione termica dei propri missili.1_-_1_9_-13-20edc

*****
Estratto di un articolo di Valentin Vasilescu pubblicato da Voltairenet.org
Traduzione in Italiano a cura di Gregorio per SakerItalia.it

Condivisione: