L’anno scorso ho recensito il libro di Andrej Martjanov “Perdere la Supremazia Militare: la Miopia della Pianificazione Strategica Americana” per Unz Review. In quel libro, Martjanov spiega perché è finita l’era delle facili vittorie statunitensi su paesi praticamente indifesi, e che cosa significa questo per i pianificatori delle forze statunitensi. Quest’anno è un immenso piacere recensire il suo ultimo libro “La (vera) Rivoluzione negli Affari Militari”. Consentitemi di dire immediatamente che non è necessario leggere il primo libro per apprezzare il secondo, ma continuo a pensare che la migliore “combinazione” per avere un quadro completo sarebbe quella di leggere entrambi i libri nell’ordine in cui sono stati pubblicati. Oggi esaminerò solo il secondo libro.

Innanzitutto, sfatare le molte bufale della scienza politica degli Stati Uniti

Martjanov inizia il suo libro ridimensiona la cosiddetta “Trappola di Tucidide” che Foreign Policy ha riassunto [in inglese] in questo modo: “Quando una grande potenza minaccia di sostituirne un’altra, la guerra è quasi sempre il risultato – ma non deve esserlo” (con un chiara enfasi sulla prima parte del sottotitolo). Martjanov definisce correttamente questo cliché (in genere dei “fanatici della scienza politica”) come molto pericoloso e fuorviante. Procede quindi a sfatare un elenco dei cliché della scienza politica americana, incluso l’ultimo, la cosiddetta “guerra ibrida”. Parla di “confusione non necessaria e pseudo-scolastica”, e aggiunge che gli attuali “esperti occidentali” sono “assolutamente impreparati” per le realtà della guerra moderna. In qualità di persona che ha lavorato (durante gli anni del college) per diversi think tank statunitensi a Washington DC, posso solo essere d’accordo. So anche per certo che la maggior parte degli esperti scriverà qualsiasi cosa, non importa quanto falsa, solo per assicurarsi più finanziamenti (ho persino avuto un collega che lavorava in think tank “rispettabili” che rideva delle sciocchezze che stavano scrivendo solo per ottenere più finanziamenti).

Inoltre, nella maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale, ciò che i think tank statunitensi scrivono è considerato come vangelo, anche da parte di persone in posizioni importanti nell’intelligence e nelle strutture militari. Quindi, quando è arrivata l’ultima bufala americana della “guerra ibrida”, tutti in Europa si sono sentiti in dovere di usare quell’espressione per apparire semi-istruiti in materia militare. Una cosa che ho visto anch’io e molte volte.

Tesi chiave: i leader occidentali, in particolare i responsabili delle decisioni statunitensi, non sono in contatto con la realtà

Secondo Martjanov, i leader politici occidentali vivono in una pseudo-realtà delirante che non ha alcun legame con il mondo reale. Vorrei ricordare a coloro che accuseranno Martjanov di essere troppo duro nella sua critica, che nientemeno che Karl Rove, il super-guru politico americano, ha ammesso [in inglese] candidamente che “Ora siamo un impero e quando agiamo, ci creiamo una nostra realtà. E mentre state studiando quella realtà – giudiziosamente, come farete voi – agiremo di nuovo, creando altre nuove realtà, che potete sempre studiare, ed è così che le cose si sistemeranno. Siamo attori della storia… E voi, tutti voi, rimarrete solo a studiare ciò che facciamo”.

Potreste dire che l’intera fatica di Martjanov è mirata ad un obiettivo specifico: svegliare quegli americani che ancora si preoccupano e che hanno ancora un minimo di intelligenza critica, esponendo loro la realtà della guerra moderna nel 21° secolo, anche contro avversari quasi pari, pari e persino superiori (nel 2019 di superiore c’è solo la Russia, ma anche questo sta cambiando molto, molto velocemente e la Cina ha fatto enormi progressi nelle sue capacità militari).

Comincia mostrando perché i modelli di scienze politiche, che mirano a valutare la forza globale aggregata di una società, gli Stati Uniti, sono profondamente imperfetti e danno ai politici e al pubblico occidentali una sensazione completamente errata di fiducia, potere e sicurezza. Quindi procede a contrastare questi modelli con qualcosa che non ho più sentito dai miei anni di college: le cosiddette “Leggi di Osipov-Lanchester”! (beh, dato che ero in un college americano le chiamavamo solo “equazioni di Lanchester” perché il mondo accademico occidentale non menziona quasi mai autori o scienziati non occidentali). Non riassumerò la natura di queste equazioni, Wikipedia fa un lavoro decente qui [in inglese], ma menzionerò che nelle nostre classi di pianificazione delle forze militari abbiamo usato queste (e altre) equazioni per creare tutti i tipi di modelli numerici per attriti, movimenti di fronte e persino gli scambi nucleari tra superpotenze (che, ovviamente, non utilizzavano direttamente le equazioni di Osipov-Lanchester dei primi del 20° secolo, ma utilizzavano equazioni moderne che sono state sviluppate dalla comunità di pianificazione delle forze statunitensi, che erano ispirate dal tipo di metodologia usato da Osipov e Lanchester).

Consentitemi di rassicurare immediatamente i lettori avversi alla matematica: la scrittura di Martjanov non trascina il lettore attraverso equazioni complicate, usa solo una versione semplificata di queste equazioni di Osipov-Lanchester per dimostrare che la guerra moderna è una scienza che richiede un minimo di esperienza tecnica/tecnologica per essere compresa, e che non ha davvero nulla a che fare con le parole d’ordine insignificanti delle scienze politiche e concetti iper-pompati come “A2/AD” o “guerra ibrida”, “guerra incentrata sulla rete” o persino “rivoluzione negli affari militari”. La verità è che nessuno di questi concetti è affatto nuovo. Esistono da decenni e sono tutte parole d’ordine la cui funzione primaria è far apparire una persona altrimenti ignorante “ben versata nella complessa terminologia della scienza politica moderna” o qualche altro scopo altrettanto insipido, come convincere i politici ignari di spendere più soldi nella “difesa”, rendendo così possibile ai sostenitori di questo tipo di assurdità delle scienze politiche riempirsi le tasche di denaro facilmente guadagnato.

Poi, un corso intensivo sulla guerra moderna per principianti

Il resto del libro è quello che definirei un “corso intensivo di guerra moderna per principianti”: Martjanov fa un lavoro assolutamente eccezionale spiegando alcune caratteristiche (non tutte, ovviamente!) della guerra moderna ad un lettore che si presume sia solo un dilettante curioso, il cui intelletto può essere persuaso da argomentazioni logiche basate sui fatti (al contrario di illusioni, arroganza imperiale e sventolio di bandiere, e adorazione di sé). È un dato di fatto, il libro di Martjanov potrebbe essere un ideale “introduzione all’analisi militare” o un corso di “pianificazione di base delle forze militari”.

Martjanov è chiaramente profondamente frustrato dalla volontaria ignoranza dimostrata da molti accademici, politici e altri esponenti statunitensi, e attribuisce la colpa al sistema educativo americano che, secondo Martjanov, insegna teorie senza senso che non sono solo inutili, ma in realtà si ingannano da sole e sono assolutamente pericolose. Per essere onesto nei confronti dei college e delle accademie statunitensi, penso che Martjanov sia solo un po’ ingiusto: anche se è vero che la maggior parte delle scuole di “scienze politiche” e di altre “scienze del conflitto e della pace” insegnano per lo più sciocchezze, ci sono altre università e accademie statunitensi – sia civili che militari – che, almeno negli anni ‘80 e ‘90 – insegnavano la vera analisi militare e la pianificazione delle forze. Questi corsi venivano in genere tenuti da insegnanti aggiunti presi dal personale militare, che insegnavano durante le lezioni serali mentre lavoravano ancora nelle loro normali posizioni presso il Dipartimento della Difesa. Inoltre, molti studenti avevano un grado militare (in genere erano tenenti e capitani). Non so quanto siano buone queste scuole ora, ma negli anni ‘80–‘90 alcune di queste scuole avevano programmi di studio eccezionali, fortemente basati sull’analisi tecnica e sulla creazione di modelli informatici. Posso anche dire che la maggior parte degli ufficiali statunitensi con cui ho studiato erano specialisti molto competenti, e uomini d’onore che erano tutti profondamente consapevoli del fatto che essere un ufficiale dell’esercito di una superpotenza comporta un doppio onere: quello di proteggere il tuo paese dalla deterrenza, ma anche evitare un conflitto a quasi tutti i costi, perché questo è l’unico modo per proteggere davvero il tuo paese!

A proposito, a quel tempo un alto funzionario dell’Ufficio di Valutazione della Rete [in inglese] del Dipartimento della Difesa ci disse apertamente “nessun presidente degli Stati Uniti sacrificherà mai Boston o Chicago per il bene di Berlino o Parigi; ma non lo ammetteremo mai pubblicamente”. Nella mia esperienza, gli ufficiali statunitensi della Guerra Fredda erano molto competenti, cauti e profondamente consapevoli dell’immensa responsabilità che avevano sulle spalle. Inoltre, lo dirò: durante la Guerra Fredda sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti hanno agito in modo responsabile, anche durante le crisi gravi. Alla fine, nonostante l’idea di Reagan (nata morta) delle “Guerre Stellari” alias l’“SDI” – non ho mai incontrato un solo ufficiale americano che ha creduto, anche solo per un secondo, che gli Stati Uniti potessero mai fermare un contrattacco di rappresaglia sovietico (senza parlare di un primo attacco!).

Durante la Guerra Fredda, la deterrenza ha funzionato, ed entrambe le parti hanno giocato secondo le stesse regole. Questo non è più il caso, ed è molto spaventoso.

Allo stesso modo, la posizione ufficiale della US Navy prevedeva che fossero necessarie 600 navi [in inglese] per uno “schieramento avanzato” e per “portare la guerra ai sovietici” (colpendo, ad esempio, la Penisola di Kola). Tuttavia, tutti gli ufficiali della US Navy che ho incontrato e che hanno prestato servizio sulle portaerei statunitensi, ci hanno detto che questa era tutta propaganda, e che a causa dell’estrema minaccia dei missili dei Bear, dei Backfire e dei sottomarini classe Oscar sovietici, la marina si sarebbe immediatamente ritirata a sud del cosiddetto GIUK Gap. Tenete presente che questo succedeva molto prima dell’avvento dei missili ipersonici antinave a lungo raggio!

All’epoca (fine degli anni ‘80) ciò che vedevo in genere nelle scuole americane con orientamento militare erano specialisti militari molto competenti che, a volte efficacemente, diffondevano l’obbligatoria propaganda sventolabandiere ufficiale, ma che mai, nemmeno per un secondo, accettarono tutta quella stupida propaganda sul serio. Non uno. Per quanto riguarda le persone che questi specialisti militari in genere chiamavano “fanatici delle scienze politiche”, nessuno li ha mai presi sul serio, e c’era una grande antipatia tra la facoltà e gli studenti dei dipartimenti di scienze politiche e le scuole di “studi sulla sicurezza” o “studi sulla sicurezza nazionale” (c’erano un sacco di proto-Neoconservatori tra questi fanatici della scienza politica, tra l’altro).

È ancora vero oggi? Non lo so, ma la mia paura è che i Neoconservatori abbiano eliminato dal Dipartimento della Difesa gli specialisti più competenti, lasciando solo “generali politici” (veri e propri clown politici alla Generale “Betrayus[ovvero Petraeus, il cui nome qui viene accostato in originale al verbo betray, tradire], che l’Ammiraglio Fallon chiamava apertamente [in inglese]piccola merdina leccaculo”). E, francamente, la voce (piuttosto credibile) che il generale Jim Mattis, alias “Cane Pazzo”, sia stata la voce (solitaria) della ragione in quello che altrimenti nella primavera del 2017 sarebbe stato un muro contro muro di Trump col gabinetto Neoconservatore, è assolutamente spaventosa. Soprattutto dal momento che a Mattis alla fine è stata mostrata la porta…

Ma la realtà potrebbe essere anche peggio.

Cosa succede quando sparisce la “terza A”

Durante uno di questi corsi, non ricordo quale, ricordo un ufficiale che ci disse che il processo dell’intelligence può essere sintetizzato da quello che chiamava le “tre A”: acquisizione, analisi e accettazione. La prima “a” riguarda semplicemente il recupero dei dati grezzi con qualsiasi mezzo, tecnico o “umano”. La “a” successiva è l’analisi dei dati ottenuti da parte di persone specializzate che dovrebbero essere esperti nell’analisi e nella valutazione di tali dati e della loro fonte, e quindi lavorare su un sommario leggibile da presentare ai decisori. La terza “a” è semplicemente l’accettazione, o mancanza di essa, da parte dei decisori delle relazioni presentate loro. A giudicare dal tipo di linguaggio ora utilizzato da quasi tutti i politici statunitensi (tranne Ron Paul e Tulsi Gabbard, e forse pochi altri), il processo di intelligence negli Stati Uniti sembra essere completamente interrotto, se a livello della prima, della seconda o della terza “a” fa poca differenza. Perché?

Perché dire la verità sulla guerra moderna o sullo squallido stato delle forze armate statunitensi potrebbe porre immediatamente fine alla tua carriera nel moderno contesto politico americano. Chiunque rompa questo tabù distrugge immediatamente la sua prospettiva di essere ascoltato, per non dire preso in considerazione. Nella moderna cultura politica la risposta istintiva ad un simile “pensiero” è una tipica combinazione di accusa di “anti-americanismo” o “mancanza di patriottismo” o di qualche altra pubblicità che eviti abilmente qualsiasi discussione sulla vera realtà dell’argomento in discussione. Vorrei quindi affrontare questo atteggiamento frontalmente e dichiarare quanto segue:

Sono fermamente convinto che qualsiasi americano che ami il suo paese dovrebbe leggere attentamente ENTRAMBI i libri di Martjanov!

Inoltre, lungi dall’essere anti-statunitensi, i libri di Martjanov rappresentano uno sforzo erculeo per cercare di svegliare il pubblico americano in coma sulla realtà della guerra moderna, e per dimostrare che una continuazione della delirante arroganza imperiale sventolabandiere (così pervasiva nella politica americana) potrebbe portare ad un disastro assoluto: una guerra su vasta scala tra Russia e Stati Uniti, Cina e Stati Uniti o, peggio ancora, Russia e Cina contro gli Stati Uniti. E quella è una guerra che, per la prima volta nella storia, devasterà gli Stati Uniti continentali con armi sia convenzionali che perfino nucleari.

Infine, se davvero non siete riusciti a comprendere le nuove armi russe annunciate da Putin nel suo ormai famoso discorso, potete anche pensare al libro di Martjanov come una guida allo studio per civili curiosi, in cui spiegherà non solo ciò che queste armi possono fare ma ciò che la loro introduzione nelle forze armate russe significa davvero per gli Stati Uniti.

Con questo libro, otterrete di nuovo la terza “a”

Il più grande vantaggio dei due libri di Martjanov è che danno a voi, il lettore, tutte e tre le A: vi vengono presentati i dati “grezzi” del mondo reale, su quali sono i nuovi sistemi d’arma e le tattiche del 21° secolo; quindi Martjanov vi presenta un’analisi semplice ma estremamente convincente del significato di tutti questi dati e, infine, Martjanov spiega perché tutto ciò è cruciale per tutti i cittadini degli Stati Uniti che vogliono che il proprio paese sia pacifico e prospero. In quanto tale, posso solo ripetere che considero entrambi i libri di Martjanov come un “must read[da leggere] per qualsiasi membro della comunità del Saker, o per chiunque voglia capire la vera natura dell’attuale rivoluzione negli affari militari che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.

Il libro è molto ben scritto e piuttosto corto (193 pagine). L’unico appunto è sull’indice molto scarso alla fine (un libro così importante dovrebbe davvero avere un indice completo).

E’ un’ottima lettura, e vi invito tutti a comprare una copia di questo libro.

Il Saker

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Pubblicato su The Saker.is il 5 dicembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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