Il fatto che gli USA stiano affrontando una profonda crisi, forse la peggiore della loro storia, è accettato dalla maggior parte degli osservatori, eccetto forse i più illusi. La maggior parte degli americani di sicuro questo lo sa. Infatti, se c’è una cosa su cui possono essere d’accordo quelli che hanno sostenuto Trump e quelli che lo odiano appassionatamente, è che la sua elezione è un chiaro sintomo di una profonda crisi (io ribatterei che già l’elezione di Obama prima di lui ha avuto come una fra le principali concause proprio la stessa crisi sistemica). Quando parlano di questa crisi, quasi tutti menzionano la deindustrializzazione, la caduta dei salari reali, la mancanza di occupazioni ben pagate, la sanità, la criminalità, l’immigrazione, l’inquinamento, l’istruzione, e una miriade di altri fattori contributivi. Ma di tutti gli aspetti del “sogno americano”, quello più resiliente di tutti è stato il mito delle forze armate statunitensi come “le migliori forze da combattimento nella storia”. In questo nuovo libro, Andrei Martyanov non solo sfata completamente questo mito, ma spiega passo per passo come sia stato creato e perché adesso stia crollando. Non è un’impresa da poco, specialmente in un libro relativamente breve (225 pagine) che è molto ben scritto ed accessibile a chiunque, non soltanto agli specialisti militari.
Martyanov segue un approccio sistematico e per passi successivi: per prima cosa, definisce la potenza militare, quindi spiega da dove viene il mito della superiorità militare statunitense e come la riscrittura da parte degli Stati Uniti della storia della Seconda Guerra Mondiale abbia generato un totale fraintendimento, specialmente ai più alti livelli politici, della natura dell’arte della guerra moderna. Quindi passa a discutere del ruolo che l’ideologia e la Guerra Fredda hanno giocato nell’esacerbare ulteriormente il distacco dei leader statunitensi dalla realtà. Infine dimostra come una combinazione di narcisismo illusorio e di semplice corruzione abbiano avuto come risultato che le forze armate degli Stati Uniti sprechino somme fenomenali di denaro per la “difesa” e nello stesso tempo non siano in grado di vincere una guerra contro qualunque nemico che non sia debole e indifeso.
Con questo non si vuole intendere che gli Stati Uniti non abbiano combattuto e vinto in molte guerre. Lo hanno fatto, ma nelle parole di Martyanov:
Certamente quando l’America ha combattuto contro un avversario di terza categoria è stato possibile fargli piovere addosso la morte dai cieli, e quindi rovesciare le sue forze, se a quel punto ne era rimasto qualcosa, con pochissima difficoltà e poche vittime. Questo continuerà anche in futuro contro quel tipo di avversario—simile per dimensioni e tenuità alle forze armate irachene nel 2003. Ma la Dottrina Ledeen ha un importante difetto—non si può continuare a lottare coi bambini nella sabbionaia e pretendere per questo di essere bravi nella lotta con gli adulti.
Il principale problema degli USA oggi è che sono rimasti molto pochi di questi avversari di terza categoria lì fuori, e che quelli che gli USA stanno cercando di mettere spalle a terra sono di livello comparabile se non pari. Martyanov elenca i fattori che specificamente rendono questo genere di avversario così diverso da quelli che gli USA hanno combattuto in passato:
- I moderni avversari hanno capacità di commando, controllo, comunicazioni, informatiche, di raccolta informazioni, di sorveglianza e di ricognizione uguali o migliori di quelle degli Stati Uniti.
- I moderni avversari hanno capacità di guerra elettronica uguali o migliori di quelle degli Stati Uniti
- I moderni avversari hanno sistemi d’arma uguali o migliori di quelli degli Stati Uniti.
- I moderni avversari hanno difese antiaeree che limitano di molto l’efficacia della potenza aerea statunitense.
- I moderni avversari hanno missili di crociera a lungo raggio subsonici, supersonici ed ipersonici che rappresentano un’enorme minaccia per la Marina degli Stati Uniti, le sue basi, le sue aree di stazionamento e perfino per lo stesso territorio statunitense.
Nel libro, tutti questi punti vengono convalidati con numerosi e specifici esempi che non ripeterò qui per amor di brevità.
Si può essere scusati per non essere a conoscenza di nessuno di questi fatti, per lo meno se si considera il genere di sciocchezze scritte dai grandi media statunitensi o, per quello che valgono, dai cosiddetti “esperti” (una altro interessante argomento che Martyanov discute con ricchezza di dettagli). E ancora, si può vivere in un mondo immaginario solo finché la realtà non arriva a irrompere, sotto forma di sistemi d’arma inutili e acquistati a prezzi gonfiati a livelli criminali o sotto forma di dolorose sconfitte militari. L’attuale isteria sulla Russia come il malvagio regno di Mordor, colpevole di tutto e di qualunque cosa di male (reale o immaginario) accada agli USA è principalmente dovuta al fatto che la Russia, in totale contraddizione a tutte le opinioni degli “esperti”, non solo non si è schiantata o è diventata “una stazione di servizio travestita da paese” con l’economia “a brandelli”, ma è riuscita a sviluppare delle forze armate che per una piccola frazione del budget statunitense nella difesa, in realtà hanno capacità di gran lunga maggiori. Mi rendo conto che quest’ultima affermazione sia letteralmente “impensabile” per molti americani, e vi dico che lo stesso fatto che sia così letteralmente impensabile ha grandemente contribuito a renderla in primo luogo possibile: quando si è così dannatamente sicuri che per qualche genere di miracolo della storia, o volontà di Dio, o Destino Manifesto o qualunque altra ragione soprannaturale, si è inerentemente e per definizione superiori e generalmente “migliori” di chiunque altro, ci si mette in grande pericolo di venire battuti. Questo vale per Israele come per gli USA. Aggiungerei anche che nel corso della storia dell’Occidente questa “irruzione della realtà” nel comodo mondo del delirio narcisista spesso ha avuto la forma di un soldato russo che sconfigge l’ipoteticamente di gran lunga superiore razza padrona del periodo (dai crociati ai nazisti). Da qui la ripugnanza che le élite occidentali al potere hanno sempre avuto per tutto ciò che è russo.
In questo libro, Martyanov spiega perché, a dispetto dei catastrofici anni ‘novanta, i russi sono stati in grado di sviluppare una forza di combattimento moderna e delle alte capacità in tempo record. Ci sono due ragioni principali per questo: primo, diversamente delle controparti statunitensi le armi russe sono progettate per uccidere, non per fare soldi e, secondo, i russi capiscono l’arte della guerra perché capiscono cos’è davvero la guerra. Quest’ultimo argomento potrebbe sembrare circolare, ma non lo è: i russi tutti sono acutamente consapevoli di cosa significhi per davvero la guerra e, cosa estremamente importante, sono effettivamente disposti a fare sacrifici personali per evitare o, se proprio necessario, vincere le guerre. Al contrario gli americani non hanno nessuna esperienza della guerra vera (che vuol dire la guerra per difendere la propria terra, la propria famiglia e i propri amici). Per gli americani guerra è uccidere l’altro tizio nel suo territorio, preferibilmente dall’alto e da lontano, guadagnandoci un sacco di soldi. Per i russi la guerra ha che fare con la sopravvivenza a ogni costo. La differenza non potrebbe essere più grande.
Anche la differenza nell’acquisizione dei sistemi d’arma è semplice: poiché le guerre degli Stati Uniti non hanno mai messo in pericolo il popolo americano, le conseguenze di sviluppare sistemi d’arma poco efficaci non sono mai state catastrofiche. I profitti realizzati, in ogni caso, sono stati immensi. Da qui, il genere di sistemi d’arma dai prezzi criminalmente gonfiati e inutili come l’F-35, la Litoral Combat Ship o, naturalmente, le mostruosamente care e non meno mostruosamente vulnerabili portaerei. I pianificatori delle forze russe hanno avuto priorità molto diverse: non solo essi si sono resi conto perfettamente del fatto che il fallimento nella produzione di un sistema d’arma dalle eccellenti capacità avrebbe potuto avere come risultato la devastazione e l’occupazione del proprio paese (per non parlare delle proprie famiglie e di loro stessi asserviti o uccisi), si sono anche resi conto che non avrebbero mai potuto mettersi sullo stesso piano del Pentagono in termini di investimenti. Dunque quello che hanno fatto è stato progettare sistemi d’arma molto più economici che potessero distruggere o rendere inutilizzabile quanto prodotto dalle molte migliaia di miliardi di dollari del complesso militar-industriale statunitense. È così che i missili russi hanno reso l’intero programma ABM degli Stati Uniti e la loro marina portaerei-centrica praticamente obsoleti, ed è così che le difese antiaeree russe hanno trasformato i loro velivoli ipoteticamente “invisibili” in bersagli, e i sottomarini diesel-elettrici russi minacciano i sommergibili nucleari da attacco americani. Tutto questo per una piccola frazione di quello che i contribuenti statunitensi spendono nella “difesa”. Anche su questo Martyanov dà una pletora di esempi dettagliati.
Il libro di Martyanov irriterà profondamente e addirittura offenderà quelli per cui la cultura narcisistica statunitense di assiomatica superiorità è diventata parte della propria identità. Ma per tutti gli altri questo libro è assolutamente da prendere, perché qui è in gioco il futuro del nostro pianeta: la questione non è se l’Impero degli Stati Uniti stia crollando, ma quali saranno le conseguenze del suo crollo per la Terra. Proprio in questo momento, le forze armate degli Stati Uniti sono diventate una “forza vuota” che semplicemente non è in grado di portare a termine la propria missione, specialmente perché quella missione, per come è stata definita dai politici degli Stati Uniti, è di controllare l’intero pianeta. C’è un’enorme discrepanza tra le capacità percepite e quelle effettive delle forze armate statunitensi, e il solo modo per colmare questo gap è rappresentato, naturalmente, dalle armi nucleari. È per questo che l’ultimo capitolo del libro si intitola “La minaccia di un enorme errore di calcolo delle Forze Armate Americane”. In questo capitolo, Martyanov dà un nome al vero nemico del popolo russo e americano – le élite politiche degli Stati Uniti, e specialmente i neocon: costoro stanno distruggendo gli USA come paese e stanno mettendo tutta l’umanità in pericolo di annientamento nucleare.
Il precedente riepilogo non rende giustizia al libro veramente fondamentale di Martyanov. Posso soltanto dirvi che considero questo libro una lettura indispensabile per chiunque negli USA ami il proprio paese e creda che le guerre, specialmente le guerre nucleari, debbano essere evitate a ogni costo. Proprio come molti altri (penso a Paul Craig Roberts) Martyanov ci avverte che “sta per arrivare il giorno della resa dei conti”, e che i rischi di una guerra sono molto reali, anche se per la maggior parte di noi un evento di questo genere è addirittura impensabile. Quelli che negli USA si considerano dei patrioti dovrebbero leggere questo libro con attenzione molto speciale, non solo perché identifica correttamente le principali minacce per il Paese, ma anche perché spiega in dettaglio quali sono le circostanze che hanno prodotto l’attuale crisi. Sventolare bandiere americane (quasi tutte prodotte in Cina) semplicemente non è più una possibilità, né lo è guardare dall’altra parte e fingere che nulla di tutto ciò sia reale. Il libro di Martyanov sarà di grande interesse per chi fa parte delle Forze Armate degli Stati Uniti e osserva dal di dentro il tremendo declino della potenza militare statunitense. Chi meglio di un ex ufficiale sovietico può non solo spiegare, ma anche capire, i meccanismi che hanno reso possibile un declino di questo genere?
Potete acquistare entrambe le versioni del libro (cartaceo e in formato elettronico [in inglese]) qui: http://claritypress.com/Martyanov.html
Il libro può anche essere pre-ordinato su Amazon qui: https://www.amazon.com/Losing-Military-Supremacy-American-Strategic/dp/0998694754/
Sarà disponibile a partire dal 1° settembre.
Prendetene almeno una copia per voi e regalatene altre ai vostri amici!
The Saker
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Pubblicato su TheSaker.is il 5 luglio 2018
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it
Purtroppo per l’equilibrio e la pace mondiale temo che le cose stiano ben diversamente da come sostenuto dall’autore. Almeno per quanto riguarda la Russia che nel decennio eltsiniano e nella sua immediata prosecuzione non solo ha visto la disgregazione territoriale ma il completo smantellamento del suo tessuto industriale (si parla di 70.000 stabilimenti chiusi o abbandonati), scientifico e militare (per esempio circa 600 aeroporti militari abbandonati, senza contare tutto il resto). Uno sfacelo solo in minima parte arginato negli ultimi anni. Tutto ciò mentre negli USA e in tutta la rete di alleanze occidentali lo sviluppo della sfera militare proseguiva così come l’espansione strategica che con la conquista dell’Ucraina è arrivata al cuore della Russia. Inoltre il sistema USA/Occidente si avvale di una estesissima rete di alleanze e basi a livello planetario ciò che ne amplifica enormemente la potenza mentre la Russia oltre ad aver perso la propria integrità ha dissolto la rete di relazioni altrettanto globale che l’URSS aveva perdendo qualsiasi capacità di proiezione. Certo la Russia come retaggio sovietico ha probabilmente conservato almeno in parte le proprie capacità nucleari ma apparentemente gli USA/Occidente a giudicare dalle loro attività militari non sembrano affatto preoccupati di questo aspetto probabilmente perchè pensano o sanno di poterlo neutralizzare senza danno. D’altra parte dopo il crollo dell’URSS la Russia ha consentito all’Occidente libero accesso a qualsiasi apparato anche militare e ha considerato normale e legittimo vendere liberamente all’ex nemico qualsiasi cosa compresa la propria (ex) sicurezza.
Se però l’autore si riferisce alla Cina è plausibile abbia ragione visto che quel Paese oltre ad avere un fortissimo retroterra industriale, accademico e scientifico in costante sviluppo ha ancora una propria dottrina strategica che alla attuale Russia concentrata esclusivamente sul proprio mercantilismo liberista manca del tutto.
Spero che qualcuno dei traduttori di Saker lo traduca molto presto in Italiano,così lo potrò leggere anch’io,o almeno lo spero vivamente,in quanto a mio parere è un libro molto interessante.
un saluto
Alexfaro
Non sono d’accordo con il commento di Mikhail,perchè è pur vero ma solo in parte,che sotto la presidenza di quell’ubriacone di “corvo bianco”Eltsin c’è stato un parziale(molto meno però di quello che si vocifera)smantellamento del complesso militare industriale dell’ex URSS,ma dall’avvento di Vladimir Putin alla presidenza(2000)sono già trascorsi ben 18 anni ed in questo lasso di tempo di cose ne sono cambiate parecchie e certo in meglio,anche se ci sono le sanzioni ,c’è stato il calo del prezzo del greggio,ecc…
Però voglio portare un esempio,già abbastanza lontano nel tempo,ovviamente senza voler dare adito a nessuna approvazione politica od altro ma solamente come esempio pratico,cioè quello della Germania quando nel gennaio 1933 salì al potere come cancelliere Adolf Hitler,or bene la suddetta Germania,che proveniva da una disfatta politico,militare,versava in una crisi che durava ormai ben 5 anni durante il governo socialdemocratico di Weimar,ovvio con tutti gli annessi e connessi,disoccupazione,miseria,ecc..poi però,con il cancellierato di Hitler in 5/6 soli anni riuscì a diventare,pur con alcune magagne di fondo quella potente macchina bellica che quasi la portò alla vittoria in tutta l’Europa centrale e occidentale,infatti i nazisti vennero sconfitti solo dopo l’invasione dell’URSS(22/06/1941)ed anche sul fronte occidentale dopo la dichiarazione di guerra contro gli USA(8/12/1941)detto questo è ovvio che i circa 64 miliardi di $,che la Russia spende ogni anno x la difesa sono bruscolini,al confronto dei circa 700/750 miliardi di $ della spesa USA x la difesa,ma come ha scritto Alexey Martyanov>BISOGNA VEDERE,come si spendono queste montagne di soldi!
Cioè se il risultato è conforme alle spese sostenute e non buttati via come spesso fa il DoD Statunitense,potrei portare una miriade di esempi,ma basta cercare nel web x scoprirlo!
un saluto
Alexfaro
Se per la Russia la situazione fosse davvero così tragica come ha detto qualche commentatore, a quest’ora i bulli o pazzi americani avrebbero già sferrato l’attacco decisivo per distruggere la russia.
Invece stranamente ci vanno cauti e cercano solo di soffocarla circondandola e mettendo sanzioni e tentando di riuscire a realizzare un qualche sovvertimento interno che ne mini le capacità di azione e reazione.
Sono anch’io dell’idea dell’autore del libro che gli usa e la loro creatura (la Nato) siano solo un enorme elefante però incapace di battere un paese come la russia in un’eventuale scontro.
Il problema vero della russia sta all’interno delle stesse mura del cremlino perché alcune scelte di putin sembra lascino supporre che ci sia una vera e propria quinta colonna capace di condizionare fortemente l’azione della fazione putiniana … mi sembra di dover leggere in questo modo la sostanziale mancanza di reazione anche militare al golpe in ucraina.
Peraltro, dopo le ultime elezioni in russia c’era da aspettarsi che putin approfittasse della sua travolgente vittoria per un redde rationem coi suoi avversari interni…ma non c’è stato niente di tutto questo col risultato che ancora oggi la russia ha troppi lacci e lacciuoli con il mondo occidentale che la rendono in qualche modo debole di fronte alle provocazioni di cui è continuamente fatta oggetto (ultimo caso: quello del presunto avvelenamento di quella ex spia russa in Inghilterra).
Per attaccare militarmente e apertamente la Russia avevano ed hanno bisogno di un pretesto solido spendibile mediaticamente. Stante l’enorme divario di forze la mancata reazione della Russia alla conquista strategica dell’Ucraina da parte dell’Occidente è stata probabilmente l’unica scelta possibile. Questo tentando una interpretazione di quell’enorme rebus che è appunto la disfatta ucraina. Una disfatta che, a mio modo di vedere, si può spiegare solo con una vulnerabilità ben maggiore dell’immaginabile della Russia o, peggio ancora, molto peggio, con qualche orrendo intrallazzo sotto banco per così dire alla libica. Pienamente d’accordo su quinte, seste e settime colonne, non esterne, ma interne al sistema di potere eltsiniano 2.0 che di per se è la fiera delle ambiguità.
Nel caso dell’ucraina a me sembra che la russia avesse tutte le carte per un intervento anche militare sul modello di quello poi realizzato in siria ma che forse avrebbe dovuto essere molto veloce e distruttivo per l’esercito ucraino.
La nato non avrebbe fatto proprio niente o quasi perché non in condizione di fare più di tanto considerata la relativamente scarsa organizzazione e capacità militare.
Perciò da un punto di vista militare la russia non avrebbe avuto niente o quasi da temere.
I discorsi anche di Lavrov sul “fraterno popolo ucraino” sono stati e sono solo un comodo paravento dietro cui nascondere la mancata volontà di intervento che peraltro sarebbe stata anche legale se è vero (come mi sembra sia vero) che il presidente legittimo dell’ucraina aveva anche chiesto l’aiuto russo.
Insomma credo che nel caso dell’ucraina abbia influito in maniera determinante l’azione frenante delle quinte colonne interne al cremlino stesso.
Putin non poteva che adeguarsi? benissimo! ma oggettivamente è stato vittima dell’ostacolo frapposto dalle sue forze avverse.
Quanto alla necessità che avrebbero gli Usa di avere un pretesto per aggredire la russia, da quando in qua per quegli sciacalli Usa creare anche artificialmente dei pretesti pur di muovere guerra a qualcuno?
In realtà non aggrediscono la russia perché temono le conseguenze e questo significa che la russia non è poi messa militarmente così male!
D’altronde gli usa non si sono spinti a un attacco militare contro la stessa piccola corea del nord figuriamoci se possono ragionevolmente pensare di fare una guerra aperta contro la russia!
mi accorgo solo ora che è rimasta monca una frase del mio precedente commento…la riscrivo in modo corretto:
“Quanto alla necessità che avrebbero gli Usa di avere un pretesto per aggredire la russia, da quando in qua per quegli sciacalli Usa è un problema creare anche artificialmente dei pretesti pur di muovere guerra a qualcuno?
Certo, ma la Russia – e forse questo è il suo punto di forza – è riuscita molto abilmente ad evitare di cascarci. Poi credo che in qualche maniera abbia influito il cambio di amministrazione tra i clintoniani sanguinari assatanati (che comunque sembrano ancora ad avere le mani in pasta) e la singolare e poco decifrabile, ma non rassicurante, amministrazione Trump. A volte si ha l’impressione che si stia correndo sul filo del rasoio dove basta un passo falso per finire a tragicamente affettati.
PS: vista la presenza di una probabile capacità nucleare russa dato che i nemici della Russia non sono nè pazzi nè candidati al suicidio non riesco a spiegarmi altrimenti l’altissimo livello di provocazioni/strangolamento che le hanno inflitto in ogni campo. Si comportano come se fossero sicuri di non correre alcun serio rischio cosa che era accuratamente evitata durante la Guerra Fredda quando era certissima una reazione devastante/letale.
Si, penso anch’io che l’altissimo livello di provocazioni messo in campo dagli Usa e loro vassalli contro la russia dipenda dalla sicurezza di poter contare su forze a loro vicine all’interno del cremlino! cosa su cui naturalmente non potevano contare ai tempi della Urss.
Fin quando putin non saprà liberarsi di quel marciume (e sembra che non ci riesca) gli usa e vassalli potranno permettersi di continuare a prenderlo a schiaffi in faccia.
Vista la natura, a mio modo di vedere, ambigua e non del tutto decifrabile del sistema di potere che ha espresso Putin è da vedere se non possa o non voglia. E’ comunque un dato di fatto che in Russia gli unici estromessi e tenuti rigorosamente a distanza dai centri decisionali non sono i “liberisti eltsiniani” ma i locali “patrioti sovranisti” di varia natura anche se dotati di una buona forza elettorale. Una forza elettorale, un consenso, ben maggiore dei filo occidentali liberisti che invece hanno delle singolari sliding doors nei posti che contano.
è l’eterno dilemma: putin “non può” o “non vuole”?
Ai posteri la sentenza.
Considerando la Storia dagli anni quaranta del secolo scorso al ventennio del secolo in corso abbiamo visto chi, come e quando si vincono conflitti e a che prezzo.
La storiografia e la cinematografia ,di aree geo-politiche culturalmente diversificate, non sono mai neutrali; hanno sempre un connotato partigiano anche se si dichiarano scientifiche.
Non trarrei delle costanti comportamentali del passato per attribuire ad una Nazione egemone un coefficiente di potenza mai sperimentata con avversari che si battono per non scomparire ,come hanno fatto i russi ed i cinesi di Mao con la lunga marcia.
Tornando ai tempi più recenti, la crisi vera o presunta degli USA si fonda sulla corruzione dei costumi e della sua economia di prodotti reali e di quella finanziaria.
Fino ad oggi gli USA quando non possono o non vogliono guerreggiare direttamente provano a demolire l’avversario con le sanzioni poi con guerriciole in “appalto” ed infine dovranno ( si stanno preparando ) fare come Hitler o il Giappone che iniziarono per capitalizzare i proventi del primo colpo che ha sempre, nel breve periodo, dei vantaggi.
Ora,in occidente, occorre osservare che i popoli/Nazione, in questi 75 ultimi anni, hanno sperimentato sia le privazioni della guerra.del dopoguerra e poi quelle che derivano dall’economia globale e delle migrazioni coatte provocate dalla politica estera degli USA/Nato.
Tornando ai russi d’oggi, che dovranno difendersi dall’espansionismo “difensivo”,( della Nato) essi hanno lavorato senza dare troppo nell’occhio e solo più recentemente hanno fatto opposizione, sia pure con cautela ,alle provocazioni da Occidente.
Il percentuale di PIL che USA /Nato e Russia impiegano alla difesa/offesa non ha la rilevanza che poteva avere 70 anni fa.Oggi la deterrenza non è solo dovuta all’atomica ,ma anche alla logistica che sia possibile tenere in piedi per gli eserciti dislocati nel mondo.
Gli USA ,se si avventureranno in un conflitto ,che diventerà globale ,dovranno mettere in conto che i primi ad essere colpiti saranno tutti i centri della logistica nel loro Paese,affronto che non subirono nella seconda guerra mondiale perché la tecnologia dei mezzi bellici non aveva ancora raggiunto le possibilità di oggi. La mobilità degli eserciti sarò tutta da verificare .
Sono persuaso che gi USA stiano cercando di preparare la linea del primo fronte a spese degli europei in Europa ed in Oriente a spese del Giappone,Australia ed India ed alleati minori confidando che potranno sacrificarli per salvarsi quando attaccheranno.
Gli Europei potrebbero svegliarsi e sostituire le loro élite attuali che non hanno il senso della Storia ma solo degli affari e la capacità di persuadere i loro popoli/Nazione ad immolarsi per interessi d’oltremare.
Ogni anno che passa è fieno in cascina!
Ma andiamo la cosiddetta potenza militare USA è,come disse Mao Ze Dong”una tigre di carta”!Lo ha già dimostrato parecchie volte:
1)Cominciando proprio dalla guerra di Corea,durata ben 3 anni con circa 2 mlioni ma solo quelle civili di vittime e solo Coreane,ma con circa 37000 morti Statunitensi(e solo in 3 anni!)e senza contare le pardite degli”alleati”con il risultato che la linea di confine oggi passa dove c’era già quella che divideva le 2 Coree nel 1950 cioè il 38° parallelo.
2)Proseguendo con quella del Vietnam,dove gli USA subentrarono all’impero coloniale Francese dal 1955 in poi fino al 1975,anche qui le vittime civili Vietnamite,non contando quelle Cambogiane e Laotiane,furono circa 2 milioni,ma i caduti Statunitensi furono ben 60000,ovviamente anche qui non conto le vittime militari dei cd”alleati”,risultato sconfitta totale dell’ex vietnam del sud e relativo fugone degli Statunitensi da Saigon,anche aggrappati agli elicotteri!
3)Invasione dell’Afganistan e relativa guerra,2001/2018,perdite civili circa 250/300000,perdite USA,ed “alleate”(fino ad oggi)circa 17000,risultato dopo ben 17 anni di guerriglia i Talebani,oggi controllano quasi il 60/70% del territorio Afgano,ma anzi c’è anche di peggio perchè l’ISIS si è ormai infiltrata x restare,anche qui,un gran bel risultato non c’è che dire!
4)Invasione e relativa guerra dell’Iraq,2003/2018,vittime civili,purtroppo qui le cifre sono molto stimate,ma più o meno 1,5 milioni di persone,mentre quelle USA sono al luglio 2017 4520,anche qui non contando i cd”alleati”comunque il risultato di questa cd”guerra”(in realtà un vero e proprio genocidio)è che l’Iraq dopo Saddam Hussein da controllo Sunnita che era è entrato,visto che il 65%della popolazione è di religione Sciita nell’orbita Iraniana!
Molto ben fatto caro”Dubia Bush”ed Obamino!
Dopo questi fatti qualcuno,scommetterebbe sul cavallo USA come vincente?
Io no di sicuro!
Come potete constatare gli USA sono una vera tigre di carta e se non avessero,ovviamente oltre al deterrente nucleare, anche quella centrale di propaganda mondiale,che risponde al nome di Hollywood e soprattutto non ci fossero ben 800 loro basi militari sparse in circa 120 paesi esteri con 300000 militari,forse sarebbero loro si una potenza regionale,visto che essendo stanziati molto lontano dal centro del mondo che è il super continente chiamato Eurasia,con l’Africa come vicino di casa,potrebbero è vero egemonizzare anche il sud ed il centro America, ma nulla di più!
Come scrisse qualcuno molto tempo fa, chi controlla l’Eurasia controlla il mondo!
un saluto
Alexfaro
Il punto è che a differenza del passato l’URSS, la cui potenza in ogni aspetto controbilanciava/contrastava quella USA, non c’è più mentre il complesso militare USA/Alleati è rimasto non solo intatto ma si è sviluppato enormemente dal punto di vista tecnologico e geopolitico.
Porca miseria, va bene commentare e dire la propria,siamo in libertà, però leggere sto libro o rileggere gli articoli del Saker che sono in linea con questo autore proprio no? Il riassunto è chiaro, la Russia anche se non è più Urss fa paura al pentagono ( per non parlare dei servi della nato) quindi guerra devastatrice per tutti no! Riguardo la ipotetica quinta colonna incistata in Russia nel caso di una guerra contro la Russia provocata dai neocon-crime, sarebbero passati immediatamente a “fil di spada”.