Nel bel mezzo della paura indotta dalla pandemia in tutto il mondo, la maggior parte di noi ha probabilmente perso le tracce di tutti gli altri potenziali pericoli che minacciano ancora la pace e la stabilità internazionali. Consentitemi di elencare solo alcuni titoli che, credo fermamente, meritano molta più attenzione di quella che hanno ottenuto finora. Ecco qui:
- Military Times: “5 petroliere iraniane navigano verso il Venezuela tra le tattiche di pressione statunitensi”
- Time: “5 petroliere iraniane si dirigono in Venezuela tra le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Teheran”
- FoxNews [tutti i link in inglese]: “Le petroliere iraniane navigano verso il Venezuela nel tentativo di minare le sanzioni statunitensi”
Notate che Military Times parla di “tattiche di pressione statunitensi”, il Time di “tensioni” e FoxNews di “sforzi per minare le sanzioni statunitensi”?
Non penso che sia una coincidenza. La gente delle forze armate statunitensi è molto più in contatto con la realtà delle prostitute sventolabandiere che alcune persone chiamano “reporter” o “giornalisti”.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno avviato una nuova politica per giustificare i loro atti di pirateria in alto mare con qualcosa chiamato Visita, Abbordaggio, Perquisizione e Sequestro (VBSS [in inglese]), il tutto con il pretesto della guerra alla droga. Per comprendere meglio il contesto di questi sviluppi, ho chiesto ad uno specialista di questioni marittime della nostra comunità, NatSouth, che ha risposto a quanto segue: (grassetto aggiunto)
Se una nave non dà il permesso di salire a bordo, è consuetudine che le autorità debbano ottenere l’autorizzazione dello stato di cui quella nave batte bandiera prima dell’abbordaggio, in alto mare, e l’ispezione dev’essere iniziata nella giurisdizione delle acque costiere dello stato. Le limitazioni qui sono quelle dei Caraibi – Accordo Marittimo Regionale dei Caraibi (CRA) – (nome lungo: Accordo Concernente la Cooperazione nel Reprimere il Traffico Marittimo e Aereo Illegale di Stupefacenti e Sostanze Psicotrope nell’Area Caraibica). Pertanto, esiste un accordo con gli stati costieri partecipanti sugli abbordaggi e sulle attività nelle ZEE e simili. Potete trovare ulteriori informazioni sugli aspetti legali degli abbordaggi in mare qui, e maggiori informazioni sui cosiddetti “abbordaggi consensuali” qui. [entrambi i link in inglese]
La scappatoia antidroga/antiterrorismo consente alla Marina degli Stati Uniti e alla USCG di effettuare interdizioni in alto mare. Questo è un punto importante da notare se questo approccio verrà adottato per bloccare le petroliere, dato che il Venezuela è stato dichiarato un narco-stato. L’assurdità è che il Venezuela non è il principale punto di transito nella regione, la Colombia detiene questo onore. https://orinocotribune.com/narco-state-the-report-that-leaves-venezuela-on-the-sidelines-of-the-cocaine-route/ [in inglese]
Se potessi aggiungere altro, direi che il motivo è che il Venezuela non ha voluto più giocare a pallone con Washington, in particolare con la DEA nel 2005, facendo una sorta di quadratura delcerchio. Marzo: Ammiraglio Faller del SOUTHCOM: “Ci sarà un aumento della presenza militare americana nell’emisfero entro la fine dell’anno. Ciò includerà una maggiore presenza di navi, aeromobili e forze di sicurezza per rassicurare i nostri partner… “ contrastare una serie di minacce, incluso il narco-terrorismo illecito”. Allo stesso tempo, il Dipartimento di Stato ha rilasciato questo [vedi tweet a lato] in modo che gli Stati Uniti potessero effettivamente eseguire abbordaggi sempre con il pretesto dell’antiterrorismo.
Mentre le petroliere iraniane erano nel Mediterraneo, Washington ha rilasciato un “Global Maritime Sanctions Advisory” (in ritardo) alle imprese marittime, stabilendo linee guida per armatori e assicuratori per consentirgli di evitare rischi di sanzioni penali relative alla Corea del Nord, alla Siria e all’Iran. Ciò riguarda anche le esportazioni di petrolio dall’Iran (ma non si applica alle navi battenti bandiera iraniana). Ciò è avvenuto dopo che il Dipartimento di Stato ha dato avviso alle compagnie petrolifere di interrompere le operazioni, tra cui Rosneft (Russia), Reliance (India) e Repsol (Spagna).
Quindi NatSouth ha concluso quanto segue:
In base al diritto internazionale, ogni nave mercantile deve essere registrata con la bandiera di uno stato, che ha giurisdizione sulla nave. Da qui, questa volta, l’uso di petroliere con bandiera iraniana, come risposta diretta all’ultima versione di Washington della campagna di “massima pressione” ribadita sull’applicazione delle sanzioni contro l’Iran e il Venezuela, (a febbraio, letteralmente la stessa lingua di agosto 2019). All’epoca si parlava di un embargo navale, che avrebbe portato un brusco aumento delle tensioni. Si parlava di 4 navi da guerra statunitensi nei Caraibi, su cui la Marina degli Stati Uniti twittò, ma solo la Preble attraversò il Canale di Panama per andare nel Pacifico). https://twitter.com/USNavy/status/1261325507473391618
Abbastanza chiaro, no?
Ciò che stanno facendo gli Stati Uniti è sostituirsi alle Nazioni Unite, e ora rivendicano apertamente il diritto di salire a bordo di una nave con qualsiasi tipo di pio pretesto come, per esempio, il narcotraffico, la proliferazione nucleare, le sanzioni contro i cosiddetti “stati canaglia” , ecc. Chiaramente, gli Anglo-Sionisti si aspettano che tutti lo accettino.
Quanto è probabile?
Diamo un’occhiata ad alcuni titoli iraniani, tutti da PressTV:
- PressTV, 16 maggio: “La spedizione di carburante iraniano in Venezuela garantita dalla sua potenza missilistica”
- PressTV, 17 maggio: “L’analista: gli USA consapevoli che l’Iran risponderà” con veemenza “se le navi dirette in Venezuela venissero attaccate”.
- PressTV, 18 maggio [tutti e tre i link in inglese]: “Iran: gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di qualsiasi atto sciocco contro le petroliere dirette in Venezuela”.
Tre giorni di fila. Penso che sia giusto presumere che gli iraniani stiano cercando di convincere con forza lo Zio Shmuel a non scherzare con queste petroliere. Qualcuno crede seriamente che gli iraniani stiano bluffando?
Prima di esaminare alcuni degli aspetti di questa potenziale crisi, citiamo solo alcune cose.
Innanzitutto, gli Stati Uniti agiscono in totale e ufficiale illegalità. Proprio come il bombardamento della Siria, le minacce all’Iran o le sanzioni omicide statunitensi che lo Zio Shmuel impone a destra e manca – il blocco del Venezuela è a) totalmente illegale e b) un atto di guerra secondo il diritto internazionale.
In secondo luogo, se i comandanti della USN pensano di poter operare impunemente solo perché i Caraibi sono lontani dall’Iran, si prendono in giro da soli. Sì, le forze iraniane non possono difendere queste petroliere così lontano da casa, né possono intraprendere alcuna azione contro la USN nel teatro delle operazioni navali Atlantico-Caraibico. Ma ciò che possono fare e faranno è vendicarsi contro qualsiasi obiettivo Anglo-Sionista in Medio Oriente, compresa qualsiasi petroliera/gassiera.
In terzo luogo, anche se l’esercito venezuelano è minuscolo e debole rispetto all’esercito americano immensamente costoso e gonfio, essere immensamente costoso e gonfiato non è garanzia di successo. In effetti, e in base a come la leadership venezuelana percepisce le sue opzioni, ci potrebbe essere un rischio molto reale per gli Stati Uniti in qualsiasi tentativo di interferire con il libero passaggio di queste navi.
Cosa intendo con questo?
Sapevate che il Venezuela ha quattro squadroni di Su-30MKV per un totale di 22 aerei? Sapevate che il Venezuela ha anche un numero sconosciuto di missili supersonici antinave Kh-31A? E sapevate che il Venezuela ha alcuni missili antiaerei S-300VM [in inglese] e 9K317M2 Buk-M2E a lungo e medio raggio?
È vero, questo non si avvicina affatto alla quantità di sistemi d’arma di cui il Venezuela avrebbe bisogno per resistere ad un attacco statunitense determinato, ma è più che sufficiente per creare alcuni seri mal di testa ai pianificatori statunitensi. Ricordate cosa fece l’aeronautica argentina alla marina britannica durante la Guerra delle Falkland? Non solo gli argentini affondarono due cacciatorpediniere lanciamissili Tipo 42 (HMS Sheffield e HMS Coventry) che fungevano da picchetti radar a lungo raggio e missilistici di media altitudine per le portaerei britanniche, ma distrussero anche 2 fregate, 1 nave da sbarco, 1 mezzo da sbarco e 1 nave portacontainer. Francamente, considerando le scarse difese delle portaerei britanniche, è solo la fortuna che le ha salvate dalla distruzione (oltre alla mancanza di un numero sufficiente di velivoli da attacco Super Étendard e missili Exocet). Vorrei aggiungere che l’esercito britannico, che è stato sconfitto in molte occasioni, ha imparato le dolorose lezioni delle sue sconfitte passate, e non soffre dell’atteggiamento arrogante dell’esercito americano. Di conseguenza, fu molto attento durante la guerra contro l’Argentina, e quella cautela fu uno dei fattori che diede una meritata vittoria alla Gran Bretagna (intendo solo in termini militari; in termini morali fu solo un’altra guerra imperialista con tutto il male che comporta). Se gli argentini avessero avuto un’aeronautica moderna e abbastanza missili antinave, la guerra avrebbe potuto prendere una piega molto diversa.
Tornando al tema del Venezuela, la guerra è un fenomeno molto più complesso di una semplice lotta tra forze militari. In realtà, credo fermamente che i fattori politici rimarranno il solo fattore determinante più importante della maggior parte delle guerre, anche nel 21° secolo. Ed è probabile che i venezuelani, essendo la parte militarmente più debole, guarderanno ai fattori politici per prevalere. Ecco uno scenario possibile tra i molti altri possibili:
Caracas decide che gli Stati Uniti che sequestrano/attaccano le petroliere iraniane costituiscono una minaccia esistenziale per il Venezuela, perché, se quell’azione non verrà contestata, gli Stati Uniti “strangoleranno” completamente il Venezuela. Naturalmente, l’esercito venezuelano non può affrontare l’immenso esercito americano, ma ciò che potrebbe fare è forzare un intervento USA, diciamo attaccando una/più navi della USN. Un simile attacco, anche se solo parzialmente riuscito, costringerebbe gli Stati Uniti a vendicarsi, avvicinando le forze statunitensi non solo alle difese aeree venezuelane, ma anche al popolo venezuelano, che vedrà ogni ritorsione statunitense come un contrattacco illegittimo a seguito di un contrattacco venezuelano pienamente legittimo.
Quindi c’è il problema di definire la vittoria. Negli Stati Uniti la “cultura” politica della vittoria viene generalmente definita come la pressione di alcuni pulsanti per sparare alcune armi da lunga distanza, uccidere molti civili e quindi dichiarare che la “nazione indispensabile” ha “preso a calci nel culo l’altro tizio”. Il problema è il seguente: se l’altro tizio è visibilmente più debole e non ha possibilità di una sua vittoria militare, allora l’opzione migliore per lui è dichiarare che “sopravvivere è vincere” – il che significa che se Maduro rimarrà al potere, il Venezuela avrà vinto. In che modo gli USA potrebbero far fronte a quel tipo di narrativa? Tenete presente che Caracas è una città di oltre due milioni di abitanti, che anche in tempo di pace è piuttosto pericolosa (per gentile concessione sia del crimine regolare che delle potenziali attività di guerriglia). Tuttavia, affinché Maduro “vinca” tutto ciò che deve dimostrare è che controlla Caracas. Tenete presente che anche se le forze statunitensi riusciranno a creare una sorta di “zona di vera democrazia” da qualche parte vicino al confine colombiano, ciò non significherebbe nulla per Maduro, soprattutto considerando il terreno tra il confine e la capitale (per favore controllate questo mappa ad altissima risoluzione del Venezuela o questa a media risoluzione). Per quanto riguarda l’idea di uno sbarco della USN sulle spiagge del Venezuela, dobbiamo ricordare come l’immenso pot-pourri di unità a cui venne assegnato il compito di invadere Grenada (inclusi 2 battaglioni di Ranger, i Navy Seals, gran parte di una divisione aviotrasportata, ecc. per un totale di oltre 7.000 soldati (!) contro una piccola nazione che non si sarebbe mai aspettato di essere invasa (per i dettagli e una bella risata, guardate qui un elenco completo delle forze statunitensi partecipanti [in inglese]!)) venne sconfitto dalle onde dei Caraibi e dai pochi ingegneri militari cubani, che resistettero con il fuoco delle armi di piccolo calibro (alla fine, dovette essere chiamata in causa la maggior parte dell’82a Aviotrasportata per risolvere questo casino).
In altre parole, se Maduro rimarrà al potere a Caracas, in termini politici il Venezuela vincerà anche se perderà in termini puramente militari.
Questo fenomeno non è certo una novità, come dimostra la seguente famosa citazione di Ho Chi Minh: “Potete uccidere dieci dei miei uomini per ognuno dei vostri che ucciderò. Ma anche così, voi perderete e io vincerò”.
A proposito, questo è esattamente lo stesso problema che l’Impero deve affrontare con l’Iran: fintanto che la Repubblica Islamica rimarrà una Repubblica Islamica “vincerà” contro qualsiasi attacco americano/israeliano.
Tuttavia, è abbastanza ovvio che gli Stati Uniti possono trasformare gran parte del Venezuela in un mucchio di rovine fumanti. Questo è vero (è quello che hanno fatto gli Stati Uniti in Corea, Vietnam, Iraq o Serbia e ha fatto Israele in Libano nel 2006). Ma ciò difficilmente costituirebbe una “vittoria” in alcun senso immaginabile della parola. Ancora una volta, in teoria, gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di rendere sicure un certo numero di teste di sbarco e quindi inviare una forza di intervento che potrebbe tentare di prendere posizioni chiave a Caracas. Ma cosa succederebbe dopo? Non solo i Chavisti della linea dura scatenerebbero una guerriglia che sarebbe impossibile da annientare (quando è stata l’ultima volta che gli Stati Uniti hanno prevalso in una guerra di contro-insurrezione?), ma molti venezuelani si aspetteranno che gli Stati Uniti paghino per la ricostruzione (e sarebbe giusto, secondo le regole del diritto internazionale “una volta che lo prendi, lo possiedi”, il che significa che gli Stati Uniti diventerebbero responsabili della situazione socio-economica del paese). Infine, c’è sempre la possibilità di un attacco “decapitante” anti-leadership di qualche tipo. Credo che in termini puramente militari, gli Stati Uniti dispongano della conoscenza e delle risorse per raggiungere questo obiettivo. Non credo che questa opzione garantirebbe qualcosa agli Stati Uniti, piuttosto – destabilizzerebbe ulteriormente la situazione e scatenerebbe una sorta di reazione da parte dell’esercito venezuelano, sia fuori che dentro il Venezuela. Semmai, i ripetuti fallimenti dei vari tentativi di colpo di Stato contro Chávez e Maduro dimostrano che la maggior parte dei militari rimane saldamente a favore dei Chavisti (e comunque il colpo di Stato fallito è servito solo a smascherare i traditori e sostituirli!).
La morale è questa: se lo Zio Shmuel decidesse di sequestrare/attaccare le petroliere iraniane, non c’è solo una quasi certezza di una guerra tra Stati Uniti e Iran (o, almeno, uno scambio di attacchi), ma c’è anche una possibilità non banale che Maduro e il suo governo possano effettivamente decidere di attirare gli Stati Uniti in una guerra che non possono davvero vincere.
Trump è in grado di avviare un processo che si tradurrà in non una, ma due guerre?
Potete scommetterci! Un tizio che pensa in categorie come “il mio bottone è più grande del tuo” o “armi super-fantastiche” [entrambi i link in inglese] ovviamente capisce esattamente *niente* sulla guerra, mentre il clima di narcisismo messianico che prevale tra le classi dirigenti statunitensi dà loro un senso di totale impunità.
Speriamo che prevalgano le menti più fredde, almeno in campo militare. L’ultima cosa di cui il mondo ha bisogno oggi è un’altra inutile guerra per scelta, figuriamoci due.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 20 maggio 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
L’Iran e il Venezuela hanno sotto scacco gli Usa sull’Atlantico differendoli dall’impegno bellico nell’UE e sul Pacifico.
Bello. Ed è solo l’inizio. Della fine.