Haiti continua a resistere alla dittatura installata da Barack Obama ed all’occupazione militare

Dal 12 gennaio 2015 Michel Martelly ha governato Haiti per decreto, con le armi di USA e ONU a sostenere la sua dittatura. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, guidato da Samantha Powers, ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, ha recentemente visitato Haiti per legittimare e rafforzare l’appoggio delle Nazioni Unite a Martelly contro le obiezioni della gente di Haiti.

29 anni fa, il 7 febbraio 1986 Haiti ha spodestato la sanguinaria, e sostenuta dagli USA, dittatura di Duvalier e giurato di non permettere mai più una dittatura ad Haiti.

Oggi, 7 febbraio 2015, decine di migliaia di dimostranti hanno invaso le strade di Haiti per segnare questo anniversario, impegno, per boicottare e chiedere la fine, non di un’altra ditt.atura sostenuta dagli Stati Uniti, ma peggio, una dittatura instaurata dagli Stati Uniti e la conseguente occupazione militare di Haiti

Per undici anni gli haitiani infuriati contro la dittatura e l’occupazione sono scesi nelle strade, esigendo la fine dell’occupazione USA-ONU celata dietro la falsa benevolenza delle ONG. Dalle elezioni pilotate del 2010, i dimostranti di Haiti hanno chiesto la destituzione del governo fantoccio di Martelly. Mentre si avvicina il periodo del carnevale, questo mese di febbraio é destinato a vedere ancora dimostrazioni contro dittatura e corruzione. Ancora recentemente, mentre i prezzi del greggio scendono a livello mondiale, ad Haiti restano alti; mentre le élites di Haiti continuano a frenare i naturali desideri di sovranità e democrazia partecipativa, i dimostranti boicottano le imprese, propagandando la lotta contro l’alto costo della vita, i bassi stipendi e gli alti prezzi della benzina.

Boycott

Ogni volta che gli Haitiani scendono in strada, sanno che la potente polizia militarizzata ed addestrata dagli statunitensi userà i lacrimogeni, sparerà ed arriverà anche ad uccidere dimostranti disarmati, come ha già fatto in passato. Secondo testimoni oculari e rapporti documentati (qui e qui), dopo la marcia del 7 marzo il veicolo militarizzato della polizia/CIMO ( Corps d’Intervention et de Maintien de l’Ordre) #1-608 ha aperto il fuoco sui leader della protesta che si recavano a casa di due giornalisti. Ciononostante, Haiti continua a lottare senza armi, ad eccezione dei corpi, dei canti, degli slogan, del divino dentro di ognuno e della certezza che il richiamo alle potenze Ancestrali ed all’universale forza per il bene non cadrà nel vuoto.

I media corporativi, l’industria dei diritti umani, il caritatevole complesso industriale ed altre forze Ndòki [ed. le forze imperialiste nella terminologia dell’autrice] per l’impero restano zitte di fronte all’occupazione delocalizzata di Haiti da parte degli USA.
La narrativa coloniale e razzista in uso é che gli Internazionali stiano “aiutando” Haiti, senza interessi di parte. Sono efficaci nell’usare questa falsa credibilità per ottenere fondi, legittimare sè stessi e le disgustose azioni e menzogne degli ambasciatori USA ad Haiti, il dipartimento di stato USA, l’OAS e l’ONU.

Gli Internazionali si rafforzano l’un l’altro. Il dipartimento di stato americano finanzia ed usa liberamente l’industria dei diritti umani, come l’ONU, Amnesty International, Paul Farmer’s Partners in Health ed altri montati sul carrozzone della crisi, per dare credibilità alla tirannia neocoloniale ad Haiti.

Quando l’ex segretario di stato Hillary Clinton ha minacciato gli ufficiali haitiani che si opponevano, con la perdita dei visti se Michel Martelly non avesse avuto accesso al secondo turno delle “elezioni” (benché non avesse i voti per farlo), l’industria del diritti umani non ha detto nulla. Per 11 anni l’industria internazionale dei diritti umani e i media corporativi sono parsi piuttosto muti a riguardo dell’occupazione USA delocalizzata, i falsi aiuti USA che sono riciclaggio di denaro, i numerosi casi di stupro di bambini haitiani da parte dei militari, gli uomini delle Nazioni Unite che sparano proiettili veri su pacifici dimostranti ed uccidono haitiani disarmati. Quando toccano questi argomenti, é per distogliere dai veri problemi, minimizzare la barbarie straniera come se questi non fossero atti criminali che necessitano di un’indagine equa ed indipendente. In genere, se l’industria internazionale dei diritti umani menziona Haiti, é per promuovere l’occupazione e la dittatura installata dagli USA.

Ad esempio, i manifestanti di Haiti richiedono l’abolizione della dittatura di Martelly, dell’occupazione USA, una fine alla supremazia bianca, agli arresti arbitrari, alla corruzione, e che renda conto di cosa l’ex presidente Bill Clinton e la sua squadra abbiano fatto con i dieci miliardi di dollari raccolti per il terremoto.

Ma Amnesty International ha recentemente invuato una lettera, non per chiedere all’ONU di smettere di sparare a dimostranti disarmati, non per chiedere a Bill Clinton perché il denaro donato per i senzatetto sia stato usato per costruire alberghi di lusso. No, Amnesty International ha inviato una lettera al neo-nominato primo ministro di Martelly. Il pretesto é che Amnesty International vuole influenzare il nuovo primo ministro e le NGO per fornire abitazioni ai senzatetto vittime del terremoto, e per rispettare il diritto dei dimostranti di manifestare pacificamente. L’improvvisa preoccupazione é perlomeno sospetta perché i dimostranti sono stati nelle strade per anni ed hanno insistito da soli per la liberazione dei prigionieri politici. Martelly ha governato per decreto informalmente per tre anni e, oltre al fatto che le vittime del terremoto siano state abbandonate, scacciate e oggetto di violenze, ha costantemente rubato le terre dei contadini per conto della corporatocrazia. Dov’é la preoccupazione di Amnesty International affinché Martelly smetta di rendere senzatetto gli haitiani col prendere le loro terre, isole al largo dele coste, tramite decreto presidenziale per darle ai costruttori di resorts di lusso? Il vero effetto della “Lettera Aperta” e della sua tempistica strategica era di mettere immediatamente il peso di Amnesty International dietro al primo ministro defacto. Segnalare pubblicamente ad ogni scherano schizzinoso che Martelly, formalmente al governo per decreto, ed il suo primo ministro nominato unilateralmente anche dopo che il parlamento era stato sciolto, sono un governo legittimo. La gente nelle strade vuole che gli usurpatori se ne vadano. Gli Internazionali scrivono a questi usurpatori, riconoscono la loro autorità , danno loro ulteriore volume di fuoco e li ricevono nelle sale del potere con visite del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. (Vedere: , Amnesty International and Human Rights Watch Paid to Destabilize Eritrea ; Bombshell proof! Hillary paid Amnesty International to prepare coup d’état: US taxpayers looted to destroy sovereign nations; Leaked Memo: Amnesty International paid to destabilize Eritrea, The Hypocrisy of Human Rights Watch and Amnesty International in Peru).

Dopo 300 anni di asservimento diretto all’Europa e 200 anni di incessante tirannia Euro-Statunitense, mantenimento-in-povertà, soprusi e sfruttamento Haiti non prova odio, ma é ancora classificata come il paese più violento dei Caraibi. Protesta pacificamente. Soffre interminabilmente lo stupro, abuso ed atrocità delle élites di potere coi volti di Samantha Power, Barack Obama, Bill Clinton, George W. Bush, Hillary Clinton, Paul Farmer, Amnesty International e varie celebrità hollywoodiane.

In infiniti modi, le vite di Haiti sono scambiate ed incassate come denaro, mentre i bulli coloniali circolano in discreta compagnia come se niente mai li smaschererà. Come se la loro impunità, degenerazione e crassa corruzione fossero l’ultimissima, sgargiante hit da classifica.

I dimostranti invocano e pongono nella prima fila gli Antenati. Iniziando le marce di protesta con preghiere tradizionali che ricordano le vite e le generazioni perdute prima del 7 febbraio 1986, fine della dittatura di Duvalier, per chiedere la fine della nuova dittatura di Martelly. Le foto delle manifestazioni mostrano il prodursi di questi suoni prolungati – vèvè, che invocano Ogou e Dantò – le energie, vibrazioni o irriducibili essenze della forza pura, una volontà d’acciaio, la madre guerriera, il padre guerriero, i difensori della giustizia, la guarigione, l’amore e la creazione.

Proprio come i loro antenati, gli haitiani sono profondamente votati alla libertà ed alla giustizia. La morte non é il peggior destino. Lo é vivere come uno schiavo zombie.

“Dantò, manman mwen. Ogou, papa mwen: Nou se Ginen depi Lè Marasa, Lè Mò e Lè Mistè. San yo se san nou. Nou fè yon sèl kò. Inyon nou ak Zansèt e TiMoun yo fè fòs nou. Pouvwa Zansèt yo se pouvwa nou. Papa Legba, souple, ouvrè pòt la pou yo. Ohh, mwen wè yo monte anwo, soti Anba Dlo, monte sou tèt dlo a, rale soti lan venn nou, kè nou. Lasous nou rive. Nou wè yo- soti lan lamè, soti lan gròt Ayiti yo, twou wòch yo, anba tè sakre Ayiti Toma a, lan syèl la… Zansèt yo e Timoun yo vini. Nou la. Toupatou. San yo se san nou. Pouvra yo se pouvra nou. Se fòs Bon Dye Zansèt nou yo kap kondwi bra nou pou nou ranpòte la viktwa.”

[“Dantò, madre mia. Ogou, padre mio: noi siamo Ginen dopo l’ora di Marasa, l’ora di Mò e l’ora di Mistè. Il vostro sangue é il nostro sangue. Noi formiamo un solo corpo. La nostra unione con Zansèt e Timoun fa la nostra forza. Il potere di Zansèt é il nostro potere. Papa Legba, per favore, apri la porta per noi. Ohh, io ti vedo sorgere, uscire da Sotto l’Acqua, salire sull’acqua, estenderti nelle nostre vene, nel nostro cuore. Arriviamo lassù. Noi ti vediamo – uscire nel mare, uscire nella grotta di Haiti, il buco nella roccia, sotto la terra sacra di Ayiti Toma, fino al cielo… Zansèt e Timoun sono arrivati. Noi siamo là. Ovunque. Il loro sangue é il nostro sangue. Il loro potere é il nostro potere. E’ la forza del Buon Dio Zansèt che sa guidare il nostro braccio per ottenere la vittoria.] – Ezili Dantò. Free Haiti Movement, Febbraio 7, 2015

“Grenadye alaso sa ki mouri n’ap vanje yo!”
[“Granatieri, all’assalto! I morti saranno vendicati!”] – Esercito Indigeno di Haiti, 1791

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Tradotto da Fulvio per www.sakeritalia.it
Pubblicato da Ezili Dantò per www.ezilidanto.com l’08/02/2015

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