1. Sui disordini a Kostantinovka. A causa della loro natura non organizzata, non hanno portato risultati più significativi di fare esplodere la rabbia contro gli occupanti, accumulata per molto tempo. In effetti non solo Konstantinovka è solo una città oltre la linea del fronte (il che impedisce che ci si possa aspettare un sostegno militare dalla Repubblica di Donetsk eccetto, nel migliore dei casi, alcuni gruppi di sabotatori) ma l’epicentro dell’insurrezione è posto in un’area eccezionalmente presidiata dalla forze della giunta. Nei presso sono stanziati sia il gruppo di Artyomovsk che le riserve che coprono la conurbazione Slovyansk – Khramatorsk. Quindi senza aiuto esterno è impossibile che si verifichi il rovesciamento del potere della giunta a Kostantinovka e la diffusione del processo nelle altre città vicine. Domato l’incendio, le truppe punitive hanno quindi provveduto a reprimere le proteste. I militanti di Settore Destro e reparti dell’esercito molto motivati sono stati fatti affluire nella città: sono seguiti rastrellamenti ed arresti. Senza un quantitativo sufficiente di armi e munizioni, l’insurrezione spontanea era condannata. In ogni caso queste proteste hanno mostrato che il regime di occupazione poggia sulla forza bruta e se la giunta patirà una sconfitta militare i nostri soldati saranno accolti come liberatori nei paesi in cui il regime della giunta sarà stato rimosso.
2. Ci sono ancora problemi con il transito delle consegne al confine [con la Russia n.d.t.]. Le medicine non sono consentite e ci sono difficoltà per i carichi di materiale tecnico. I trasporti umanitari con il cibo passano come da accordi. Il processo di subordinazione del flusso umanitario al Ministero delle Situazioni di Emergenza continua. C’è anche un blocco delle consegne commerciali, che in precedenza erano effettuate sfruttando i canali umanitari come fossero consegne umanitarie. Parallelamente alla regolazione del flusso commerciale, quello umanitario uscirà dalla zona grigia e diventerà legale o illegale a seconda dei permessi rilasciati. Naturalmente queste trasformazioni ostacolano il processo di consegna dei carichi, sebbene non si possa dire che il blocco sia completo. Nella prossima settimana o due sarà chiaro quanto il Ministero delle Situazioni di Emergenze abbia intenzione di stringere i controlli.
3. Dall’ inizio dell’anno 800 – 900 persone sono state incarcerate nella Repubblica di Donetsk con varie imputazioni associate al crimine: sciacallaggio, assassinio, furto e così via. Il lavoro di prevenzione del crimine è abbastanza capillare. Diverse centinaia di armi illegali sono state sequestrate, sebbene ci stimi che quelle illegalmente in circolazione in quanto non registrate siano, nel territorio di Donetsk, fino a 30 – 35.000.
4. Bombardamenti e scambi di fucileria sono continuati oggi [17 marzo 2015 n.d.t.] al fronte. Come in precedenza ci sono scontri a Shirokino e vicino a Donetsk. Il nemico usa l’artiglieria. Le autorità della Repubblica di Donetsk accusano regolarmente la giunta di violare ogni punto possibile ed immaginabile della “tregua”. La giunta semplicemente ignora queste accuse e continua ad ammassare forze, preparandosi per la prossima fase della guerra. I gruppi più consistenti sono schierati a Mariupol, Volnovakha, Donetsk, Artyomovsk, Bakhmutka, and Schastye. I gruppi a Volnovakha e Donetsk hanno una configurazione offensive. Il ritiro dell’artiglieria della giunta ha una natura puramente apparente.
5. I militari hanno dati discordanti sulla tempistica dell’offensiva della giunta. Alcuni dicono che inizierà ad aprile, altri che potrebbe scatenarsi già nel prossimi giorni, sempre che non cessino le provocazioni. Nessuno crede che tutta questa situazione sfocerà in un happy end. Le automobili non ottengono il permesso di portarsi sulle prime linee, per ora i nostri incaricati umanitari sono riusciti farlo utilizzando i blindati. Nei campi a nord di Logvinovo sono ancora disseminati carri armati, blindati, furgoni, per la maggior parte colpiti dall’artiglieria delle VSN [Forze Militari Novorusse n.d.t.]. I nostri inviati sono riusciti anche a scoprire l’entità delle nostre perdite di materiale a Logvinovo: due blindati sono andati perduti (uno delle forze speciali ed uno dell’esercito) e un carro armato ha subito dei danni.
6. Pavel Dryomov [comandante del 1mo reggimento cosacco, in forza alla Repubblica di Lugansk n.d.t.] adesso si comporta abbastanza bene, le sue unità sono rifornite dal Ministero della Difesa della Repubblica di Lugansk. Le vecchie ruggini con la dirigenza della Repubblica sembrano scomparse, al momento. Nello stesso momento sono in corso colloqui dietro alle quinte per un divisione del potere nella Repubblica fra
Plotnitsky [il Presidente eletto] and Kozitsyn [un atamano cosacco le cui truppe controllano alcune zone della regione] e questo dovrebbe infine consentire ai cosacchi di integrarsi nel sistema di potere della Repubblica di Lugansk.
7. Ancora oggi c’è una mancanza abbastanza seria di equipaggi qualificati per carri armati nell’ esercito della Repubblica di Donetsk. Cercano disperatamente volontari Russi con esperienza operativa come carristi, ed anche istruttori per gli equipaggi carri. I numeri telefonici per i campi di addestramento dei volontari e degli uffici di reclutamento delle Repubbliche sono facilmente reperibili.
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