Ieri e oggi l’esercito ucraino ha sparato contro il villaggio di Yelenovka, nella DPR (Repubblica Popolare di Donetsk), tra l’altro con proiettili di mortaio serbi da 60 mm standard NATO, danneggiando tre abitazioni civili.
Non è la prima volta che l’esercito ucraino usa proiettili di mortaio da 60 mm standard NATO contro DPR ed LPR (Repubblica popolare di Lugansk), ma è la prima volta che ne fa un uso così massiccio contro aree civili.
Nel novembre 2019 è scoppiato uno scandalo quando si è scoperto che l’esercito ucraino era equipaggiato con proiettili di mortaio standard NATO da 60 mm provenienti dalla Serbia [in ucraino] e li stava usando per bombardare il Donbass.
In considerazione della vicinanza tra Russia e Serbia, quest’ultima ha spiegato all’epoca di non aver esportato alcun proiettile in Ucraina, ma di averlo venduto ad altri paesi, compresa la Polonia (che è membro della NATO e utilizza questo calibro di proiettili di mortaio), che ha poi potuto rivenderli a Kiev.
Inoltre, secondo il giornalista Andrey Rudenko, nel 2016 tre paesi hanno acquistato questi proiettili da mortaio M73 da 60 mm dalla Serbia: Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Non è difficile presumere quale paese possa averli successivamente inviati in Ucraina.
Nel tardo pomeriggio di ieri, l’esercito ucraino ha aperto il fuoco sul piccolo villaggio di Yelenovka con un veicolo da combattimento per la fanteria, danneggiando una casa e una linea elettrica ad alta tensione.
Poi questa mattina, prima delle 8, mentre gli abitanti portavano i figli a scuola, l’esercito ucraino ha sparato 20 colpi di mortaio da 60 mm contro il villaggio, danneggiando altre due case, ma fortunatamente senza causare vittime civili.
Come ha confermato una donna intervistata sul posto, non c’è nulla nella zona che giustifichi i bombardamenti dell’esercito ucraino, ci sono solo civili. Ha anche spiegato al giornalista Andrey Rudenko che i soldati della DPR, da parte loro, non hanno sparato, chiedendo anche “quando potremo rispondere?” e “perché stiamo aspettando da sette anni?”. Quindi l’Ucraina non può dire di aver sparato in risposta al fuoco della DPR, dal momento che non c’è stato, né di aver sparato contro obiettivi militari. Si tratta quindi di un grave crimine di guerra.
Guardate le foto del JCCC [in russo] (Centro Integrato di Controllo e Coordinamento per il Cessate il Fuoco) che mostrano i danni:
Uno dei proiettili non è esploso contro la stazione ferroviaria di Yelenovka ed è stato fotografato da Andrey Rudenko:
Mostra chiaramente che si tratta di un proiettile M73 da 60 mm, cioè un proiettile di mortaio standard NATO serbo. La propaganda ucraina farà fatica a convincerci che la Milizia Popolare della DPR abbia sparato sul proprio territorio per accusare l’esercito ucraino, dato che le due repubbliche popolari usano ancora armi di standard sovietico, cioè mortai da 82 mm e 120 mm. e non armi standard NATO.
Questa sera l’esercito ucraino ha continuato a sparare alla periferia settentrionale di Donetsk, a Gorlovka e a sud, a Sakhanka.
Ma è chiaro che il fuoco di questa mattina dell’esercito ucraino contro Yelenovka con proiettili di mortaio standard NATO dimostra che l’Ucraina non solo viola gli Accordi di Minsk (dal momento che non è né fuoco di risposta né fuoco sotto falsa bandiera da parte della DPR), ma anche la Convenzione di Ginevra, sparando su aree civili dove non ci sono postazioni, soldati o armi.
Continua così l’escalation nel Donbass [in inglese], nel silenzio complice degli occidentali, e soprattutto dei garanti degli Accordi di Minsk, Francia e Germania. Come dice il proverbio: “Chi tace acconsente”.
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Articolo di Christelle Néant pubblicato su Donbass Insider il 25 febbraio 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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per quale motivo la Serbia ha dovuto vendere(trasferire?)i proiettili da mortaio agli USA ed altri Paesi? Era così disperata o fu una prova di adesione futura alla nato? Oppure è stata una triangolazione di vendite per non essere coinvolti in atti di guerra?La Russia dovrà chiarirsi con i dirigenti pro-tempore con la Serbia!
Faccio fatica a capire il perché non venga data adeguata risposta ogni qualvolta ci sia una provocazione di questo genere.
troppi controsensi…..x non sospettare il marcio da parte degli attori che contano…..e intanto ci rimettono i poveracci…..magari dotati del passaporto russo……
il tutto puzza talmente tanto specialmente dopo il tragico teatro del nagorno-karabakh,dove è palese che il tutto è stato frutto di accordi………
X adesso è terrorismo, come nella mia città, Sarajevo.. Ma, dopo, bisogna sapere x certo, che ci sarà un attacco, offensiva, massiccia, prima o poi.. X presidente Putin sarà un gran bel dilemma.. Impegnarsi li, con le conseguenze nato (non aspettano altro), o lasciar perdere, lamentarsi un po’, a onu,.. Però, poi arriverà anche krim. Non so, io non avrei mollato donbas…