Kiev e l’Occidente accusano la Russia di promuovere un’invasione del suolo ucraino e una campagna di sterminio della popolazione locale. Ogni giorno i russi rilasciano note ufficiali in cui negano accuse infondate su presunti attacchi ai civili e “crimini di guerra”. Tuttavia, i media occidentali cercano di omettere i crimini delle forze di Kiev in ogni modo possibile. Proseguono infatti le campagne del governo Zelenskyj contro la popolazione di lingua russa, con attacchi nella regione del Donbass.

Il 14 marzo le forze armate ucraine hanno attaccato pesantemente il Donbass. Missili Tochka-U hanno raggiunto obiettivi civili nella Repubblica Popolare di Donetsk, colpendo aree residenziali e commerciali, senza obiettivi militari nelle vicinanze. Decine di persone sono morte o sono rimaste ferite. Ci sono foto, video e testimonianze di sopravvissuti agli attacchi che circolano su vari social media, principalmente Telegram, VK e altri social network russi, mentre le società tecnologiche occidentali stanno eliminando i contenuti pubblicati da cittadini russi o del Donbass.

Come previsto, le stesse agenzie di stampa occidentali che diffondono notizie false sull’operazione russa si stanno eclissando di fronte al caso dell’attacco ucraino, senza contenuti disponibili sui canali virtuali che denunciano l’azione di Kiev. Nel bel mezzo di un contesto di guerra dell’informazione, promuovere la narrativa dei russi come una “parte aggressiva” è stata la scommessa più alta dei media occidentali – e per mantenere questa narrativa è necessario nascondere qualsiasi informazione che mostri i crimini commessi da Kiev e le vere ragioni che hanno portato Mosca ad autorizzare, dopo quasi un decennio di conflitto, un’operazione speciale in territorio ucraino.

Quello che è successo questa settimana, tuttavia, non è stato nulla di “nuovo” per il popolo russo del Donbass. Da otto anni i massacri sono una routine nella regione, costantemente vittima di bombardamenti e omicidi, il cui obiettivo principale è, nella maggior parte dei casi, la stessa popolazione civile. L’odio antirusso e le politiche razziste di sterminio etnico hanno reso il conflitto nel Donbass una delle crisi umanitarie più gravi del mondo contemporaneo.

Il motivo per cui i media occidentali si sforzano così tanto di nascondere i crimini di Kiev nel Donbass è semplice da capire: questo è l’unico modo possibile per legittimare la narrativa della Russia come stato che viola il diritto internazionale. Ovviamente l’invasione di un paese da parte di un altro è un atto illegale, assolutamente proibito dagli atti legali internazionali. Ma lo stesso non si può dire dell’intervento militare in difesa delle minoranze in situazioni di persecuzione etnica e di genocidio. In questi casi, c’è legalità nell’azione militare straniera, tenuto conto delle norme umanitarie. Quindi, ammettere i crimini di Kiev nel Donbass significherebbe anche ammettere che non c’è un’“invasione” in Ucraina, ma un’operazione militare a difesa delle minoranze etniche in situazione di genocidio.

È proprio sulla base della necessità di tutelare i diritti umani della sua popolazione sul suolo ucraino che la Russia ha avviato un’operazione per neutralizzare il potenziale militare ucraino. Considerando che le forze armate ucraine e le milizie Neonaziste integrate nella Guardia Nazionale stanno promuovendo il genocidio contro i russi, sembra necessario cercare di ottenere la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.

Se le organizzazioni internazionali avessero seguito le richieste russe di riconoscere il genocidio nel Donbass e imposto sanzioni a Kiev per i suoi crimini, la situazione attuale sarebbe stata sicuramente evitata. Ma in nessun momento c’è stata alcuna volontà da parte della società internazionale di aiutare la gente del Donbass. Mosca ha cercato di risolvere il caso con una causa presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, allegando diverse prove inconfutabili sulla veridicità delle accuse di genocidio.

La Corte, tuttavia, seguendo l’esempio di altre istituzioni internazionali, è rimasta in silenzio, mantenendo impunita l’Ucraina. Tutto ciò ha portato ad un’estrema fiducia in se stesso da parte del governo Zelenskyj, che è arrivato a credere di poter agire con piena forza nel Donbass senza subire alcuna rappresaglia. Il riconoscimento russo delle repubbliche e l’inizio dell’Operazione Speciale sono stati semplicemente l’ultima alternativa possibile per fermare i massacri.

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Articolo di Lucas Leiroz pubblicato su Infobrics il 15 marzo 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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