Ci sono pochi dubbi sul fatto che le cosiddette democrazie occidentali stiano gravitando verso politiche sempre più autocratiche. Il potere esecutivo si esercita tramite formulazioni politiche segrete, da imporre agli elettori o agli altri paesi senza alcun rispetto del controllo democratico.

Gli Stati occidentali stanno di nuovo flirtando col fascismo – come in periodi oscuri dell’inizio del secolo scorso.

Ecco qua un’istantanea di una tendenza preoccupante. Il Segretario di Stato inglese per gli Affari Esteri Philip Hammond questa settimana ha espresso a gran voce la propria frustrazione nei confronti del processo democratico, parlandone come di qualcosa di “ingombrante” nel perseguimento degli obiettivi militari all’estero.

Contemporaneamente, l’ex-generale americano  Wesley Clark,  ha dichiarato ai media che Washington necessita del potere di internare,  senza nessun processo, i cittadini “sleali” in campi di concentramento.

Si aggiunga a questo, la condanna nella stessa settimana, da parte del Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, di una delegazione parlamentare francese per aver fatto un viaggio in Russia per una visita di verifica sulla crisi ucraina.

Continuando, troviamo il diktat delle politiche economiche imposte sulla popolazione greca dall’Unione Europea guidata dai creditori con a capo il cancelliere tedesco Angela Merkel.

In ogni occasione vediamo una perversa logica sempre più diffusa negli stati occidentali, secondo cui il mandato democratico e gli standard legali possono essere scavalcati dalla classe politica al governo. Possiamo descrivere questa tendenza come un incipiente fascismo?

Non dovremmo esserne sorpresi. A dispetto di tutte le loro chiacchiere su democrazia, diritti umani e legalità, gli Stati occidentali hanno sempre avuto una propensione al fascismo.

La pubblicazione la settimana scorsa [16/07, NdT] della Regina Elisabetta che da ragazza, nel 1933, fa il saluto nazista assieme ai membri adulti della famiglia reale, è un duro memento sullo zelo con cui la classe dominante britannica sostenne  Hitler e il suo regime fascista durante gli Anni Trenta. Lo zio della Regina Elisabetta, che divenne Re Edoardo VIII, fece un viaggio nella Germania nazista nel 1937, dopo la sua abdicazione. Non solo fu filmato mentre faceva al Führer il saluto nazista,  ma sembrerebbe che abbia complottato per la formazione in Inghilterra di un regime collaborazionista con i nazisti.

In maniera molto simile, la classe dirigente francese, capeggiata dal generale Philippe Pétain, formò lo spregevole regime di Vichy, che collaborò assiduamente con la Germania nazista assassinando e incarcerando decine di migliaia di propri compatrioti tra il 1940 e il 1944.

Per quanto riguarda la supposta nobile tradizione americana di essere campioni della democrazia, Washington ha una lunga e sanguinosa storia di sponsorizzazione di regimi fascisti e dei loro squadroni della morte in tutta l’America Latina affinché il continente fosse “sicuro” per le speculazioni del capitalismo USA.

L’inclinazione di Washington per i despoti e gli autocrati oggi è manifesta nel suo incrollabile sostegno alle dittature arabe del Golfo Persico e ad Israele. Lo stesso si può dire di Gran Bretagna, Francia e Germania, in cui vendite d’armi e interessi petroliferi hanno un occhio di riguardo rispetto alle richieste popolari di maggior democrazia, diritti umani e legalità internazionale.

Per svariati decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati occidentali hanno potuto ragionevolmente proclamare di praticare la democrazia, per lo meno al proprio interno, se non all’estero. In quegli anni, esisteva una sembianza di processo elettorale e di politiche governative rispondenti al mandato popolare. C’era stato un indubitabile progresso nella distribuzione democratica della ricchezza e nella creazione di sistemi di previdenza sociale, di istruzione e sanità pubbliche.

Negli ultimi vent’anni, però, le riforme democratiche in occidente hanno costantemente fatto passi indietro. Questo processo retrogrado è correlato alla grande polarizzazione della ricchezza e del potere tra una minoranza oligarchica e la vasta maggioranza della popolazione. I “governi” occidentali sono sempre più veicoli politici che servono gli interessi dell’oligarchia nel soddisfarne le richieste di austerità economica e repressione generale del popolo.

Le prossime elezioni presidenziali negli USA sono un caso da manuale del modo in cui una “scelta” elettorale sia determinata dalle oligarchie finanziarie e delle grosse corporation. Chiunque vinca questa gara, sarà un servitore della classe dominante.

In Gran Bretagna, abbiamo un’amministrazione conservatrice, composta da milionari come il Primo Ministro David Cameron e il suo Cancelliere George Osborne, che è stata “eletta” da una minoranza di votanti – solo il 36% – e foraggiata dalla finanza della City di Londra. Ora il governo di Cameron sta infliggendo feroci misure di austerità che peggioreranno la vita di milioni di concittadini e favoriranno ricchi e  banchieri.

I Paesi occidentali stanno affrontando un momento complicato – il decesso del capitalismo. Durante gli anni del dopoguerra, anche grazie alla ricostruzione dell’Europa e dell’Estremo Oriente asiatico, il sistema ha funzionato relativamente bene, fornendo alti livelli d’impiego e mantenendo gli standard di vita.

La svolta ha avuto luogo a metà degli anni Settanta e dopo i primi anni Novanta, quando il capitalismo ha iniziato la propria fase di declino secolare. Questa decadenza forse è percepibile in modo più drammatico negli Stati Uniti, dove i salari reali dei lavoratori oggi sono inferiori a quelli degli anni Settanta. La disoccupazione reale – non parliamo delle dubbie cifre “ufficiali” – è di oltre il 20%. Circa cinquanta milioni di Americani sono classificati come poveri su una popolazione totale di trecentodieci milioni. I quattrocento Americani più ricchi possiedono più ricchezza di centocinquanta milioni dei loro connazionali.

E’ in questo contesto storico, che i legislatori occidentali stanno sempre più facendo ricorso a metodi autoritari di governo – per necessità.

Dovendo fronteggiare una rabbia montante e una popolazione impoverita, le classi dominanti occidentali percepiscono come una sfida le richieste di diritti democratici che entrano in conflitto con le spaventose disfunzionalità del sistema.

Ed è anche in questo contesto, che i Paesi occidentali cercano una via di fuga dalle tensioni sociali interne mediante il militarismo all’estero.

Non è una coincidenza che i governi occidentali si siano imbarcati in una politica ostile nei confronti della Russia in un momento in cui i loro Paesi sono in stato di tensione economica e collasso sociale.

Il Ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ha dichiarato che gli Stati occidentali sono “in svantaggio” nel confronto con la Russia di Putin perché la Gran Bretagna e i suoi alleati sono ostacolati dalle procedure democratiche.

Secondo un articolo del Financial Times: “Martedì il Segretario agli Esteri, ha detto ai membri del Parlamento che il Regno Unito e gli altri membri della NATO sono impossibilitati a reagire rapidamente a un mondo che cambia perché costretti ad assicurarsi il consenso del Parlamento, dei media e della pubblica opinione.”

Il ragionamento di Hammond lascia intendere che il suo gruppo dirigente vuole disfarsi della democrazia per poter agire a proprio piacimento, senza alcun controllo. Il bombardamento segreto della Siria da parte dell’aviazione Britannica, svelato all’inizio del mese, è in contravvenzione al veto posto dal Parlamento e al diritto internazionale, ed è un indicatore di dove Hammond voglia dirigere le forze del proprio governo.

Forse è ancora più pericolosa l’idea del generale americano in pensione Wesley Clark, una delle figura di primo piano della classe politica statunitense. Il Generale ha affermato al canale americano MSNBC che i tempi sono maturi perché le autorità arrestino chiunque si pensi possa essere “sleale nei confronti dell’America”. Ha anche apertamente citato la detenzione di massa dei Nippo-Americani e dei Tedesco-Americani durante la Seconda Guerra Mondiale come un precedente positivo.

“Americani sleali” è una nozione pericolosamente interpretabile in vari modi. Qualunque cittadino che critichi il militarismo di Washington all’estero, la sua politica economica oligarchica e le sue pratiche da Stato di polizia sarebbe passibile di arresto senza processo.

Sembra che i poteri occidentali si stiano ineluttabilmente spostando sempre più verso l’adozione di misure autoritarie contro le loro popolazioni. Ancora una volta, come in altri tempi, stanno flirtando col fascismo per puntellare i loro sistemi economici in grande difficoltà. E’ una storia d’amore che non è mai finita per davvero.

 *****

Articolo di Finian Cunningham  apparso su Sputniknews il 23/07/2015

Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it

Condivisione: