Attenzione: il seguente testo è stato scritto specificamente per aiutare i Cristiani a dare un senso al “vocabolario dirottato” usato nella discussione degli attuali tentativi dell’Impero di prendere il controllo del popolo Ortodosso dell’Ucraina. Per gli atei/agnostici questa discussione offrirà solo una tiritera irrilevante e noiosa senza alcuna importanza per i nobili regni dell’illuminato positivismo moderno.

Introduzione

L’ultima mossa dell’Impero Anglo-Sionista in Ucraina è davvero eccezionalmente brutta e pericolosa: sembra che il Patriarca di Costantinopoli presto garantirà la piena indipendenza alla cosiddetta “Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev”. Questa mossa è apertamente diretta contro l’attuale corpo ecclesiastico più grande in Ucraina, la “Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca” e quasi certamente porterà a spargimenti di sangue e massacri simili a quelli accaduti ad Odessa il 2 maggio 2014: gli ucronazisti useranno forza (polizia antisommossa o persino squadroni della morte nazisti) per sequestrare con la forza le chiese, le cattedrali, i monasteri e altri edifici e proprietà attualmente appartenenti al Patriarcato di Mosca.

Ci sono molti articoli scritti su questo sviluppo, ma quasi tutti sono scritti da un punto di vista laico, anche se da autori apparentemente Cristiani o Ortodossi. L’elemento paradossale è che molti termini teologici vengono usati da autori che hanno solo un’idea molto vaga di ciò che questi termini significano veramente. Non desidero entrare in questa conversazione e usare il quadro di riferimento pseudo-spirituale tipicamente usato da tali commentatori, e ciò che propongo di fare oggi è molto più modesto: voglio spiegare il significato originale, Cristiano, dei termini che vengono (male) utilizzati su base giornaliera.

Il lettore deciderà quindi come applicarli o meno alla crisi attuale.

Inizierò proprio dalle basi.

Le basi

Il termine “Cristiano” può significare una delle due cose: in primo luogo, può designare qualsiasi persona o gruppo che si definisce Cristiano. Se usato in questo senso, la parola “Cristiano” include non solo tutte le principali denominazioni Cristiane, ma anche la Chiesa dell’Unificazione di Sun Myung Moon, i Mormoni o addirittura il 17% dei Cristiani britannici che non credono nella risurrezione di Cristo [in inglese]. Fondamentalmente, in questo contesto il termine non ha alcun significato oggettivo, ed è così che il termine è usato per lo più al giorno d’oggi.

C’è anche un altro uso della parola “Cristiano”. Questa seconda definizione è basata su due affermazioni molto antiche. La prima di Sant’Atanasio di Alessandria (IV secolo) e la seconda di San Vincenzo di Lerino (V secolo). Il primo dice che la fede Cristiana è la fede “che il Signore ha dato, è stata predicata dagli Apostoli, ed è stata preservata dai Padri. Su questo è stata fondata la Chiesa; e se qualcuno se ne allontana, né è né più dovrebbe essere chiamato Cristiano”. Il secondo dice che questa fede include solo ciò “che è stato creduto ovunque, sempre e da tutti”. Secondo queste definizioni, “Cristianesimo” è una categoria oggettiva, non qualcosa “gratis per tutti”. Le parole chiave che affermano questo sono “se qualcuno se ne allontana, né è né più dovrebbe essere chiamato Cristiano”. Queste antiche definizioni precludono non solo qualsiasi forma di innovazione dogmatica, ma implicano anche che le parole possono essere usate in senso veramente Cristiano o no. Non c’è mezzo e mezzo qui. Questa convinzione, condivisa da tutti i Padri della Chiesa e da tutti i membri della Chiesa Cristiana antica e originale, ha implicazioni enormi, specialmente per quella che viene chiamata “ecclesiologia”.

Il termine “ecclesiologia” si riferisce alla teologia Cristiana riguardante la Chiesa. In altre parole, gli insegnamenti del Cristianesimo su ciò che è, o ciò che non è, la Chiesa (e ciò che è o non è, entro i confini della Chiesa) è un corpus oggettivo di credenze, di principi chiave, di dogmi.

Quello che farò più avanti è spiegare il significato di una serie di concetti quando usati in questo secondo, originale, contesto e mettere a contrasto il loro significato originale con il significato fondamentalmente laico e pseudo-Cristiano che viene così spesso attribuito loro al giorno d’oggi.

Un’altra cosa, per chiarezza: scriverò la parola chiesa con una “c” minuscola quando si tratta di un edificio (come in “la chiesa di San Paolo nel centro della città”) e con una “C” maiuscola quando si tratta di una giurisdizione/organo ecclesiastico (come in “la Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev”); in quest’ultimo caso l’uso della parola “Chiesa” con la “C” maiuscola non implica in alcun modo alcun riconoscimento di legittimità.

1. Canonico, canonicità e “riconosciuta”

Oggi la maggior parte degli autori parla di una Chiesa “canonica” come di una Chiesa “riconosciuta”. Questa è una definizione circolare, a proposito: una Chiesa è canonica perché è riconosciuta ed è riconosciuta perché è canonica. Questo pone l’ovvia domanda: riconosciuta da chi?! Anche la risposta è ovvia: o riconosciuta dalle autorità civili/laiche del Paese o riconosciuta da altre Chiese “canoniche”.

Da un punto di vista veramente Cristiano, questo è assolutamente assurdo. Da quando i poteri civili/laici hanno le competenze o, se è per questo, l’autorità di riconoscere o non riconoscere la Chiesa “A” come “canonica” e la Chiesa “B” come “non canonica”?! E comunque, cosa significa “canonico”?

“Canonico” significa semplicemente “conforme ai canoni della Chiesa”. Per quanto riguarda la parola “canone”, è semplicemente la parola greca che significa “righello, misura”. In parole povere, qualcosa è “canonico” quando è conforme ai dogmi, alle regole, ai decreti, alle definizioni e alle pratiche proclamate e adottate dalla Chiesa Cristiana, principalmente attraverso decisioni prese dai vari consigli ecclesiastici riconosciuti (non entrerò nel problema di ciò che costituisce un consiglio riconosciuto dal momento che richiederebbe troppo tempo). Si potrebbe dire che qualcosa è canonico se è conforme alle regole di Sant’Atanasio di Alessandria e di San Vincenzo di Lerino citate sopra. Questa, ancora una volta, è una categoria oggettiva che non può essere distorta e trasformata in un libera tutti. Diamo un’occhiata a uno di questi canoni e vediamo cosa dice. Il 31° Canone Apostolico decreta che:

Se qualche vescovo si serve dei governanti di questo mondo, e con i loro mezzi ottiene di essere un vescovo di una chiesa, sia privato della carica e sospeso, così come tutti quelli che si comunicano con lui.

Questa sentenza degli stessi apostoli è stata in seguito riconosciuta e confermata durante un Concilio ecumenico. Il 3° Canone del 7° Concilio Ecumenico dice:

“Ogni nomina di un vescovo, o di un presbitero, o di un diacono fatta da governanti (civili) rimarrà nulla secondo il Canone che dice: “Se qualche vescovo entra in possesso di una chiesa utilizzando governanti laici, che sia deposto dal suo incarico e scomunicato. E anche tutti quelli che si comunicano con lui”.

Vedete il problema? Come si può ritenere che le autorità civili/laiche siano competenti per “riconoscere” questa o quella Chiesa come “canoniche” quando i canoni degli Apostoli e di un Concilio Ecumenico (il più autorevole Consiglio Ecclesiastico) affermano specificamente che se un vescovo ottiene la sua “Legittimità” (incarico, rango, diocesi o proprietà ecclesiastiche) dalle autorità civili/laiche dovrebbe essere deposto, rendendolo così totalmente illegittimo? Da un punto di vista canonico, il riconoscimento delle autorità civili non è solo privo di significato, potrebbe, a seconda delle circostanze esatte, costituire un motivo di deposizione!

La realtà è che durante gran parte del XX secolo ciò che abbiamo visto sono le autorità civili/laiche di vari paesi sostenere una Chiesa contro un’altra a fini puramente politici. Questo era particolarmente diffuso nei paesi Comunisti. Alcuni vescovi erano considerati “amici” e altri “nemici del popolo”. Le autorità laiche quindi semplicemente usavano la forza bruta (di solito sotto forma di polizia antisommossa) per sfrattare i secondi e sostituirli con i primi. I vescovi “amici” prendevano quindi il controllo di tutte le chiese, i monasteri e altre proprietà e si dichiaravano legittimi e canonici perché riconosciuti e perché gli era stato dato il controllo di molti beni immobili molto visibili e storici.

Inutile dire che quel tipo di dipendenza dalla buona volontà e dal sostegno delle autorità civili/laiche mise le Chiese “amichevoli” in completa subordinazione allo Stato, esattamente ciò che le autorità civili/laiche volevano prima di tutto. Il fatto che, a differenza della maggior parte dei casi simili prima del XX secolo, le autorità civili del XX secolo non fossero solo laiche, ma apertamente e militantemente atee, ha creato un fenomeno qualitativamente nuovo: la subordinazione dei vescovi e delle Chiese alla volontà di regimi laici anti-religiosi. Oggigiorno, naturalmente, la maggior parte dei governi in paesi in teoria Ortodossi non si dichiarano atei militanti, ma la relazione subordinata delle “Chiese di Stato” ufficiali alle autorità laiche è rimasta invariata (anche se la loro retorica ufficiale è stata adattata alle nuove realtà).

La morale è questa: tutto questo parlare di Chiese “canoniche” e “riconosciute” è un inganno egoistico usato da quelle Chiese che hanno ottenuto il loro status ufficiale con mezzi completamente non canonici. In un numero travolgente di casi, quando individui o organizzazioni usano il termine “canonico” non intendono mai “in conformità ai canoni della Chiesa” semplicemente perché sono sia ignoranti che indifferenti a ciò che gli insegnamenti Cristiani dicono veramente su questi argomenti.

2. Vescovi, patriarchi e aspiranti “papi orientali”

Chi è il più grande Orto-boss, il vescovo, o forse l’Arcivescovo, o il Metropolita o il Patriarca? Deve essere il Patriarca “Ecumenico”, giusto? Poiché è “Ecumenico”, deve essere una specie di “Papa Ortodosso”. Controllate il suo titolo ufficiale: “Sua Santissima Divinità l’Arcivescovo di Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico”. Dio è, per definizione, (l’unico) “divino”. La Terza Persona della Trinità è (solo) lo Spirito “Santo”. Ma il Patriarca di Costantinopoli è sua “santissima divinità”! Wow – sicuramente deve essere davvero una specie di super Orto-papa!

Sbagliato.

Ci sono solo quattro “gradi” principali nella Chiesa: fedeli, diaconi, presbiteri e vescovi. Tutto il resto sono solo titoli onorifici e/o amministrativi come lettore, suddiacono, cantore, accolito, protodiacono, arcidiacono, protopresbitero, arciprete, archimandrita, arciprete mitrato, protosincello, arcivescovo, metropolita e patriarca. Il rango di imperatore, a proposito, era associato al grado di suddiacono e l’imperatore riceveva i Misteri (alias i “sacramenti”, l’Eucaristia) sul lato dell’altare con i suddiaconi. Nessuno di questi titoli indica differenze qualitative o superiorità mistica.

La Chiesa, anche se essenzialmente mistica (alla quale ci si riferisce come “il corpo teandrico di Cristo”) ha anche un aspetto amministrativo/organizzativo che deve esistere all’interno dell’ambiente sociale e politico della società in cui opera. Per esempio, mentre in termini mistici tutti i vescovi sono uguali, era ovvio fin dall’inizio che essere vescovo della città imperiale (che fosse Roma o Costantinopoli) era un incarico molto più importante dell’essere il vescovo di una diocesi remota e scarsamente popolata. Inoltre, mentre tutte le decisioni importanti venivano prese nei consigli (locali o ecumenici), le decisioni quotidiane potevano essere prese da vescovi appositamente investiti di tale autorità (talvolta assistiti da altri vescovi). Ma a parte le ragioni onorifiche e amministrative, tutti i vescovi sono fondamentalmente uguali, investiti dello stesso charisma (dono) e autorità. L’espressione latina primus inter pares, o “primo fra uguali”, esprime questa realtà.

Ciò vale anche per la “Santissima Divinità l’Arcivescovo di Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico”, che aveva un primato onorifico semplicemente perché era il vescovo al governo della capitale dell’Impero, proprio come il vescovo al governo di Roma (il “Papa” della terminologia Latina) ce l’aveva prima di lui. Non entrerò nella storia di come il (piccolo) Patriarcato di Costantinopoli abbia usato la sua precedente posizione per rivendicare una sorta di giurisdizione universale, questo richiederebbe troppo tempo, ma semplicemente osserverò che due eventi accaduti nel 15° secolo hanno reso irrevocabilmente nulla tutte le pretese di primato (anche d’onore) da parte del Patriarca di Costantinopoli: il Concilio di Firenze nel 1439, e la caduta di Costantinopoli per mano degli ottomani nel 1453.

[Nota a margine: la Chiesa Ortodossa russa, a proposito, potrebbe rivendicare di essere la “Terza Roma” in qualità di succeditrice della Prima e della Seconda Roma da quando la prima Roma cadde per mano dei barbari nel 476 e divenne apostata nel 1054, mentre la Seconda Roma cadde nell’apostasia nel 1439 e per mano degli ottomani nel 1453. Non entrerò nel merito di questa argomentazione, ma farò semplicemente notare che fa assolutamente infuriare il Patriarcato di Costantinopoli. Il fatto che la Chiesa Ortodossa russa sia di gran lunga la più grande di tutti, e il fatto che Mosca e San Pietroburgo siano le capitali dell’ultimo impero Ortodosso, non fa altro che creare tensioni e persino aperte ostilità tra il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca. Tutto ciò è molto rilevante nel caso dell’attuale lotta politica in Ucraina e del ruolo del Patriarca di Costantinopoli in essa].

Per tutte queste argomentazioni storiche e politiche, la realtà è che la Chiesa Cristiana è sempre stata conciliare per natura: vale a dire che i consigli (locali o maggiori) erano sia la modalità che l’unica autorità con cui poter prendere decisioni importanti; mai nessun singolo individuo. L’esempio del Concilio di Gerusalemme (circa 50 d.C.) fu il primo ed è sempre stato seguito da coloro fedeli da allora all’ecclesiologia Cristiana originale.

3. Il “diritto” per ogni paese o nazione di avere una propria Chiesa

Questa è una delle asserzioni più bizzarre ma anche più frequenti fatte da quasi tutti i commentatori là fuori: che esiste una sorta di “diritto” di ogni nazione o paese di avere una propria Chiesa indipendente. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità!

La realtà è che il Cristianesimo (come l’Islam, tra l’altro) rifiuta categoricamente qualsiasi categoria basata su etnia, razza, tribù o qualcosa di simile. Ecco alcune citazioni dal Nuovo Testamento che lo dimostrano:

  • Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. (Lettera ai Galati 3:28)
  • Perché da un solo Spirito siamo tutti battezzati in un solo corpo, sia che siamo ebrei o gentili, sia che siamo legati o liberi e che siamo stati tutti fatti bere in un solo Spirito (Lettera ai Galati 5,6)
  • La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l’osservanza dei comandamenti di Dio. (Prima Lettera ai Corinzi 7:19)
  • Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. (Prima Lettera ai Corinzi, 12: 13)

Ma la dichiarazione più chiara e definitiva su questo problema è questa:

  • Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti delluomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. (Lettera ai Colossesi 3: 9-11).

Quindi le categorie nazionali/razziali/etniche/tribali sono menzogne (fate un paragone con l’interpretazione razzista della Scrittura da parte del fariseismo rabbinico, alias il moderno “Ebraismo Ortodosso”!), diventare Cristiano rinnova la tua conoscenza (cioè ti fa adottare nuove categorie) e in Cristo tutti sono uno (i veri Cristiani non hanno più nazione/razza/etnia/tribù).

Questo insegnamento è sempre rimasto al centro della vera antropologia dogmatica Cristiana (cioè gli insegnamenti sulla natura dell’uomo). Infatti, quello che oggi viene chiamato “filetismo” o “etno-filetismo” (nazionalismo o tribalismo) è stato condannato come eresia da un consiglio pan-Ortodosso nel 1872 (questo consiglio si è tenuto, tra tutti i luoghi, a Costantinopoli, che triste ironia!). Per chi fosse interessato al contesto storico di questo consiglio, è possibile scaricare un PDF  qui [file .pdf in inglese].

[Nota a latere: è ironico, e triste, che molti di quelli che oggi si cimentano nella “caccia all’Ebreo” mettendo sciocche parentesi intorno ai (((nomi))) e che si definiscono Cristiani Ortodossi non riescano a capire due cose: in primo luogo, usano categorie che la Chiesa ha denunciato come eretiche e, in secondo luogo, usano le stesse identiche categorie di molti degli Ebrei (Ortodossi) che denunciano. Francamente, questo è piuttosto patetico, e va solo a mostrare il livello incredibilmente basso di educazione spirituale di coloro che si immaginano “difensori della fede cristiana” e che, in realtà, non hanno nemmeno le più vaghe nozioni di base sulla fede che pretendono di difendere]

La verità è che le moderne categorie nazionali/razziali/etniche/tribali sono solo categorie pagane riscaldate, e che coloro che le usano oggi, inclusi preti e vescovi, si limitano a soddisfare lo Zeitgeist pagano e post-Cristiano per meschine ragioni politiche. Inoltre, è anche vero che dalla caduta dell’ultimo impero Ortodosso nel 1917, la Chiesa Ortodossa sta attraversando un’immensa crisi causata principalmente dall’infiltrazione delle chiese Greco-Ortodosse da parte dei Massoni (si veda qui per alcune informazioni di base) e dall’infiltrazione della Chiesa Ortodossa russa di agenti del regime Bolscevico in Russia (si veda qui e qui [tutti e tre i link in inglese] per alcune informazioni di base). Gli effetti combinati di questi tre fenomeni (rivoluzione del 1917, infiltrazione Massonica e Bolscevica) hanno provocato una profonda crisi da cui la maggior parte delle Chiese Ortodosse deve ancora recuperare, e che spesso le rende facili pedine nelle battaglie politiche (ho discusso questo problema in dettaglio nel mio articolo “Perché le Chiese Ortodosse vengono ancora utilizzate come pedina di scambio nei giochi politici”).

Per quanto riguarda i Cristiani Ortodossi, essi sono talvolta indotti a trarre conclusioni sbagliate su questo perché ritengono (correttamente) che, a differenza del Papato Latino, la Chiesa Ortodossa non abbia un solo super-capo e una sola amministrazione. Inoltre credono (correttamente) che, a differenza del Papato Latino del passato, la Chiesa Ortodossa non ha un solo linguaggio di culto “ufficiale” e che, di fatto, la pratica rituale Ortodossa sia piuttosto varia e spesso includa influenze culturali locali. Queste convinzioni corrette, tuttavia, li portano alla conclusione completamente falsa secondo cui ogni nazione Ortodossa ha una sorta di “diritto” di avere una propria Chiesa Ortodossa indipendente (“autocefala”).

Il fatto che gran parte del clero delle Chiese Ortodosse “ufficiali” e “riconosciute” (ovvero “approvate dallo stato”, vide supra) sia più che felice di confortarli in queste credenze, non aiuta.

Per quanto riguarda i leader laici dello Stato, sono più che felici di avere una Chiesa Ortodossa che sia: 1) totalmente asservita e, 2) nazionalista.

Ciò che si perde in tutta questa follia è la verità Ortodossa, la visione del mondo del vero, originale, Cristianesimo, e lo “spirito dei Padri” (o phronema [in inglese] in greco) che meglio la esprime. Non c’è da stupirsi che i gerarchi Ortodossi più corrotti, come il Patriarca di Costantinopoli, siano più che felici di fingere che l’ecclesiologia Ortodossa in qualche modo conceda loro l’autorità di una sorta di “Papa orientale”.

Questo è veramente “l’abominio della desolazione che sta nel luogo santo” (Matteo 24:15 e Daniele 9:27)!

Quei Cristiani Ortodossi che oggi soccombono all’eresia dell’etnofiletismo farebbero bene a ricordare che oltre al, diciamo, significato “geografico” delle parole di Cristo (in riferimento a Gerusalemme, ovviamente, ma anche a Roma, Costantinopoli, Mosca, Kiev e molte altre città), c’è anche un secondo significato spirituale ben spiegato da San Massimo il Confessore:

Dalle passioni incorporate nell’anima i demoni prendono la loro base di partenza per suscitare in noi un pensiero appassionato. Quindi, facendo guerra alla mente attraverso di esse, la costringono ad andare avanti e acconsentire a peccare. Quando è sopraffatta lo conducono a un peccato di pensiero, e quando ciò è compiuto, alla fine la portano come un prigioniero all’azione. Dopo questo, alla fine, i demoni che hanno devastato l’anima attraverso i pensieri si ritirano con essi. Nella mente rimane solo l’idolo del peccato di cui parla il Signore: “Quando vedi l’abominio della desolazione stare nel luogo santo, chi legge intenda”. La mente dell’uomo è un luogo santo e un tempio di Dio in cui i demoni hanno devastato l’anima attraverso pensieri appassionati e creato l’idolo del peccato. Queste cose sono già accadute nella storia, nessuno che abbia letto Flavio Giuseppe può, credo, dubitarne, anche se alcuni dicono che queste cose accadranno anche quando arriverà l’Anticristo”. (2nd Century on Love, n. 31).

Qui abbiamo probabilmente uno dei più grandi teologi e filosofi Cristiani di tutti i tempi che ci ricorda che “l’abominio della desolazione” avverrà anche nelle menti di coloro che, sedotti dai demoni e dalle passioni, si allontanano da quello “che è stato creduto ovunque, sempre e da tutti” e, invece, lascia che le loro menti e le loro anime siano inquinate dalle assurdità post-Cristiane dei nazionalismi moderni. Il nazionalismo, ovviamente, non è solo un idolo moderno, ma è anche una forma piuttosto grezza di adorazione, un’altra pratica veramente satanica!

Conclusione: di cosa si tratta, e cosa possiamo fare

La prima triste realtà è che nulla di tutto ciò riguarda il Cristianesimo, l’Ortodossia, l’ecclesiologia o qualsiasi altra cosa collegata remotamente a qualsiasi nozione di verità.

Si tratta di edifici, proprietà immobiliari, potere politico, denaro, influenza, indottrinamento e tutti gli altri “valori” chiave dei nostri tempi.

La seconda triste realtà è che persone innocenti e ben intenzionate soffriranno e moriranno anche come conseguenza diretta delle azioni immorali di pochi individui avidi di potere.

La verità è che sembra che sia stata già messa in moto una guerra civile piena di religione e che non c’è nulla che noi, semplici Cristiani possiamo fare, almeno non in termini laici. In termini spirituali, possiamo fare due cose: possiamo, naturalmente, pregare e possiamo rifiutarci di entrare a far parte di un dibattito in cui ogni singolo concetto a noi caro è abusato, distorto e pervertito. Per questo, abbiamo bisogno di capire che l’abominio che sta avvenendo davanti ai nostri occhi non è semplicemente comparso dal nulla, e che ci sono profonde radici spirituali per l’adozione quasi universale di categorie non Cristiane da parte della maggioranza, anche se non tutti, i Cristiani. Cristo stesso ci ha ricordato che “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Giovanni 15:19 ). Sappiamo anche che la saggezza di questo mondo è “stoltezza davanti a Dio” (Prima lettera ai Corinzi 3:19) e che questa “non è la sapienza che scende dall’alto, anzi ella è terrena, carnale, diabolica” (Lettera di Giacomo 3:15). Allora come possiamo operare ancora usando categorie mondane o interpretazioni mondane di concetti patristici?

Quello che possiamo e dobbiamo fare è seguire il famoso appello di Aleksandr Solženicyn e “vivere non tramite le menzogne[in inglese] anche se la maggior parte dei nostri contemporanei, inclusi molti Cristiani (persino gli ecclesiastici!) hanno rinunciato alla nozione stessa di “verità”. Secondo Solženicyn “Così nella nostra timidezza, ognuno di noi fa una scelta: se coscientemente, rimanere un servo della menzogna – naturalmente, non è per inclinazione, ma per sfamare la propria famiglia, quello alleva i suoi figli nello spirito di menzogna – o scrollarsi di dosso le menzogne e diventare una persona onesta degna di rispetto sia dai propri figli sia dai contemporanei”.

Dopo tutto, se siamo veramente Cristiani, allora possiamo ricordare la promessa di Cristo “beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Matteo 5: 6) e, si spera, questo ci darà coraggio per “stare saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera” (Seconda Lettera ai Tessalonicesi 2:15).

Il Saker

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Pubblicato su The Saker.is il 28 settembre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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