Cari amici, Cristo è risorto!

Ho goduto di una pausa tanto necessaria, ma non potevo dimenticare completamente il blog e alcuni eventi in corso. Molti di voi hanno chiesto la mia impressione all’incontro tra il Patriarca Kirill e Papa Francesco, ma al momento ho deciso di non commentare. Il momento non mi sembrava giusto, e non ero pronto per questo. Tuttavia, durante questa pausa la mia mente, naturalmente, è tornata sulle questioni spirituali, e ho deciso che era ora o mai più, se non avessi affrontato le questioni spirituali che circondano questo incontro, non avrei mai avuto il tempo o l’energia per farlo in seguito. Così ho scritto l’articolo qui sotto. Vedrete che non si concentra completamente su questo incontro, essendo come è, solo la piccola punta di un iceberg molto più grande. Ho deciso di affrontare, se non l’intero iceberg, almeno una buona parte di esso. Spero che almeno alcuni di voi troveranno qualcosa di buono. Per gli altri voglio solo dire di non preoccuparsi. Questo è probabilmente un esercizio una tantum, e il blog tornerà ora ai suoi argomenti normali.

Abbracci e saluti,

Il Saker


Viviamo in una società post-Cristiana, non solo perché i Cristiani sinceramente religiosi ora sono una piccola minoranza, ma anche perché culturalmente e spiritualmente la nostra società ha quasi completamente tagliato tutti i legami che una volta aveva con la Cristianità originaria della Chiesa delle origini. Una delle mie citazioni preferite di tutti i tempi è “Dio ha creato l’uomo a Sua immagine e l’uomo Gli ha restituito il favore”. Questo aforisma è così bello che è stato attribuito a Mark Twain, Jean-Jacques Rousseau, George Bernard Shaw, Bertrand Russel, Frank Wedekind e Voltaire. Penso che questa frase contenga il miglior riassunto complessivo di cosa sia la Cristianità nel XXI secolo. Quello che voglio fare oggi, è esprimere alcune opinioni negative riguardo alla Cristianità e alla religione in generale. Quando dico “negative”, non significa che dirò cose brutte, ma piuttosto dirò cosa *non* sono la Cristianità e la religione. Credeteci o meno, questa è un’antica forma di discorso teologico chiamato “teologia apofatica” o “negativa” (opposta alla teologia “catafatica” o positiva) – una teologia che piuttosto di descrivere cosa è Dio, tenta di descriverLo dicendo che cosa non è. Quello che voglio fare è applicare la stessa metodologia al concetto di religione in generale e alla Cristianità in particolare, e descrivere che cosa non sono. Non mi avventurerò in elevati e astratti pensieri su questioni teologiche, ma mi manterrò il più semplice e lineare possibile.

Ovviamente, affermando quello che non è, rendo implicito il fatto che la Cristianità era/è qualcosa di oggettivo e non solo il prodotto di un consenso sociale o di una maggioranza di persone, ma qualcosa che può essere descritta, ma non ridefinita o rimodellata da un’opinione. In altre parole, c’era/c’è una “Vera Cristianità” che è “vera” nel senso slavo della parola Istina o dell’ebrea Emet (vedere qui [NdT:in inglese] per una spiegazione del concetto di “verità in base al contenuto”). Comunque, il mio scopo oggi non è descriverla in modo positivo, se non altro perché è qualcosa di infinitamente più complesso e sottile che descrivere quello che *non* è.

I tre “livelli di soddisfazione religiosa”

Uno dei più grandi teologi ortodossi del XX secolo, Padre Lev Lebedev, era solito dire che le persone trovano tre tipi di “soddisfazione” quando vanno in chiesa: a livello spirituale, a livello psicologico e a livello emozionale. Quello che voleva dire è che persone diverse frequentano le funzioni religiose per ragioni diverse – qualcuno cerca una devota interazione con Dio, altri trovano conforto dalle loro sofferenze, mentre altri si sentono sollevati dalla bellezza estetica della stessa cerimonia religiosa. Padre Lev affermò in modo corretto che idealmente una persona dovrebbe provare tutti questi differenti livelli allo stesso tempo, perché sono complementari e non si escludono a vicenda. Padre Lev descriveva ciò che aveva osservato in qualità di ecclesiastico della Chiesa Ortodossa in Russia negli anni ’80 e ’90, e penso che questo limitò alquanto la sua opinione in materia. Quello che vorrei tentare di fare ora è descrivere gli altri motivi che fanno identificare la gente come Cristiana/Ortodossa e che non hanno assolutamente nulla a che fare con la vera religione, la Cristianità o l’Ortodossia.

Le religioni, come fondamento dei valori etici

Molta gente oggi approva in linea di massima i cosiddetti “valori Cristiani” che sono, in pratica, i Dieci Comandamenti e i vari orientamenti etici da loro derivati: non rubare, non mentire, sii gentile con gli altri, sii sincero, coltiva la modestia, sii fedele, eccetera.

È la stessa gente che afferma che la religione svolge un positivo ruolo morale e un ruolo educativo nella società, che una società non religiosa perde inevitabilmente il senso del giusto e dello sbagliato, che alti ideali sono necessari per vivere una vita degna di essere vissuta. Il “bisogno” di questo tipo di religione è semplice. Come Dostoevskij disse: “Se Dio non esiste tutto è lecito” – semplicemente non esiste un metodo logico per definire il “giusto” e lo “sbagliato”, a meno che non si possano collegare questi concetti ad un valore assoluto, trascendente nell’origine e provenienza della definizione.

Rubare non è logicamente intrinsecamente cattivo –  è cattivo, perché “Dio ha detto così”. Definisco questo come il “Dio utilitarista”. Inventiamo un “Dio” che (si dà il caso), ci dica di vivere secondo i principi che ci piacciono. Pensate che stia esagerando? Se è così, vi do un esempio semplice: pensiamo a tutte le persone che condannano l’Islam, per permettere la pena di morte per certe azioni, e che dicono “come può una religione praticare la pena capitale? È così disumano, non lo accetto”.

Si noti che queste persone non si sono mai poste una semplice domanda: cosa succederebbe se Dio approvasse la pena di morte? La cosa non li preoccupa. Loro non rifiutano l’Islam, perché non credono in Dio o perché non credono che Maometto sia il Suo profeta, rifiutano l’Islam perché a loro non piace ciò che insegna l’Islam, a prescindere dall’esistenza di Dio, o se Maometto fosse, o non fosse, il Suo profeta.

Sono le stesse persone che rifiutano il Cristianesimo Latino perché non consente il divorzio o il controllo delle nascite: semplicemente rifiutano qualsiasi religione i cui insegnamenti non coincidono con i loro, e vada all’inferno (doppio significato intenzionale) ogni realtà oggettiva. Sono esattamente coloro i quali “creano” un “Dio” a loro immagine.

 

La religione come forma di auto-definizione nazionale

Sapete qual’è la differenza tra un Serbo, un Croato e un “Bosniaco” (vale a dire un Musulmano della Bosnia)? La loro religione. Il che non vuol dire che non ci siano altre differenze tra gli Slavi del Sud, o che non si possa essere Serbi, Croati o “Bosniaci”, atei o, tanto per dire, Buddisti. Ma la causa principale, il nucleo dello sviluppo storico delle differenze tra i tre gruppi ha solida origine nel fatto che i Croati sono Latini (cioè “Cattolici”), i Serbi sono Ortodossi ed i “Bosniaci” sono Musulmani.

Ricordate che il nazionalismo è in realtà un’invenzione dell’Europa occidentale del XIX secolo, e che durante la maggior parte della storia del genere umano la gente ha definito sé stessa in base al loro luogo di nascita (in senso locale, villaggio, città), in base alla loro fedeltà ad un leader (Imperatore, signore feudale, leader tribale ecc.) e, a volte, in base alla loro religione. Per esempio, l’Impero Ottomano riconosceva il Patriarca Ortodosso di Costantinopoli come “capo della nazione Romana” (Rum Millet), o “millet-bashi”, in qualità di etnarca la cui autorità si estendeva su tutti i Cristiani Ortodossi dell’Impero Ottomano senza tener conto delle loro affiliazioni etniche o linguistiche. Potevi essere Armeno, Persiano, Arabo o Serbo – se eri Ortodosso il “millet-bashi” parlava per te ed era il tuo leader.

Quanto al tanto perseguitato popolo dei Gagauzi (Turchi Cristiani Ortodossi), in origine venne considerato come “Greco” dai Turchi solo per essere considerati come “Turco” da molti Greci nel XIX secolo.

Un altro esempio: nell’Impero Russo, i Caraiti non venivano considerati Ebrei. Infatti, l’Impero Russo non faceva mai discriminazioni tra i popoli sulla base di quella che oggi potremmo chiamare “etnia” ma definiva la loro “nazionalità” in base alla loro religione. Infatti, molti Zar russi erano soprattutto di ceppo “etnico” tedesco.

Oggi gli imperi sono scomparsi, ma dall’Ulster alla Bosnia, e perfino in Russia, la religione è diventata una forma di identità nazionale: “Sono Ortodosso perché sono Russo” o “Sono Musulmano perché sono Kazako”. La mia reazione a questo genere di “patriottismo religioso” è che queste persone in realtà adorano loro stesse. Pensateci: ogni vera religione dovrebbe, in teoria, essere universalistica: se tutti siamo le creature dello stesso Creatore e figli dello stesso Padre, allora siamo tutti fratelli e sorelle e le nostre idiosincrasie etniche, culturali, linguistiche o regionali dovrebbero essere completamente irrilevanti rispetto ai profondi legami spirituali che ci uniscono tutti l’uno all’altro.

Questo è esattamente quello che capì Malcolm X dopo il suo pellegrinaggio alla Mecca, dove l’Islam tradizionale gli fece abbandonare tutte le sue vedute razziste su “diavoli Bianchi con gli occhi blu”, e tutte le altre insensatezze predicate dalla setta pseudo-Islamica “Nation of Islam” e da Elijah Muhammad.

Questo è anche il perché i Nazisti tedeschi non potevano accettare l’univoco insegnamento sugli Ebrei del Nuovo Testamento: “Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Lettera ai Galati 3:28); “Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità” (Lettera ai Galati 5:6); “La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l’osservanza dei comandamenti di Dio”. (1° Lettera ai Corinzi 7:19); “E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1° Lettera ai Corinzi 12:13).

La triste ma anche inevitabile realtà è che ogni singolo caso di “nazionalismo religioso” è sempre sottomesso al nazionalismo, e la religione è in realtà un mezzo ausiliario verso un obiettivo nazionalistico molto più importante: proclamare un qualche genere di “imprimatur da parte di Dio” ad una forma rabbiosa di nazionalismo e, in realtà, di auto-adorazione. Come se Dio si fosse impegnato, o fosse persino interessato, alla nostra meschina agenda nazionalista!

Un meraviglioso prete Ortodosso ucraino una volta mi disse “come posso pensare ad argomenti nazionalisti quando gli angeli sono vicino a me sull’altare!” E ovviamente aveva assolutamente ragione. I nazionalisti religiosi sono anche il genere di persone che “si creano” da soli un “Dio” a propria immagine.

 

La religione come strumento ideologico dell’arte di governare

Le due forme di “religione utilitaristica” sopra delineate sono spesso combinate in una forma particolarmente insidiosa di pseudo-religione che vede la gente al potere usare la religione come strumento per promuovere il patriottismo e la responsabilità sociale.

È triste che vi sia tanto di questo nella Russia moderna. Il Comunismo, almeno nella sua forma Sovietica, è stato praticamente bocciato, almeno dalla maggior parte delle persone, e la reputazione del Capitalismo nella Russia moderna è un cadavere al lato della strada. Oh certo, qualche ideale Comunista/Socialista è ancora molto rispettato e proclamato, e la gran parte dei Russi vogliono avere l’occasione di aprire i loro propri affari e fare dei bei soldi. Ma né il Comunismo né il Capitalismo possono avere lo stesso ruolo giocato dalla Ortodossia nel XVII secolo o dalla ideologia Marxista nell’era Sovietica. È per questo che, spesso, si sente dire dai politici russi che “la Russia ha bisogno di una idea nazionale”. Questo non è un vuoto spirituale, ma uno ideologico e, purtroppo, la Chiesa Ortodossa Russa “ufficiale” (cioè il “Patriarcato Moscovita”) è stata più che contenta di riempire questo vuoto ideologico. Come risultato, i funzionari politici sono stati rimpiazzati spesso da preti, le cerimonie ufficiali ora richiedono spesso la presenza di un prete, ed il “Patriarca” sta ora ricoprendo un ruolo politico molto importante. Questo è stato uno sviluppo molto positivo da molti punti di vista, perché ha dato ai Russi la possibilità di esplorare i propri, individuali interessi e sensazioni verso la religione in generale e l’Ortodossia in particolare. Ma ha avuto anche un effetto estremamente deleterio su milioni di potenziali Cristiani Ortodossi, che si sono allontanati da questa forma di Ortodossia a causa della sua ovvia subalternità allo Stato e alle sue politiche ed ordini del giorno. Potreste dire che non v’è alcuna ragione per cui il Patriarcato di Mosca non sostenga Putin, ed io sarei d’accordo, ma, ahimè, questo è ciò che ha fatto il Patriarcato di Mosca sia sotto Eltsin che sotto i leader Sovietici.

Il risultato finale di tutto ciò è che la situazione della Cristianità Ortodossa in Russia è molto simile a quella della Cristianità Latina in Sud America: la vera pietà è confinata quasi sempre al livello delle parrocchie, mentre ai livelli superiori dominano, in vari gradi, politica e cinismo. Come ho già scritto in un precedente articolo [NdT:in inglese], verso la fine degli anni ’20 del secolo scorso l’Ortodossia Russa era divisa in 4 branche principali (alle quali si potrebbero aggiungere numerose confessioni dell’Antico Rito) e la sola ragione per cui la branca considerata oggi come “ufficiale” fu scelta come quella “giusta” (dallo Stato e durante l’era Sovietica!) fu che era assolutamente ed al 100% leale allo stato Sovietico proprio come ora è leale al nuovo stato Russo. Sì, la totale sottomissione al potere di uno stato secolare come “criterio di Ortodossia” è, tristemente, la sola ragione per cui il Patriarcato di Mosca è riconosciuto oggi come la Chiesa Ortodossa “ufficiale”.

Vorrei far notare che questo non è un problema solo russo – è esattamente lo stesso in molti paesi ufficialmente “Ortodossi”, specialmente in Europa orientale (Romania, Bulgaria). Ma possiamo osservare lo stesso fenomeno in gran parte del mondo Musulmano, dove i regimi politici arrivano a decidere quale branca dell’Islam viene considerata “corretta” e quale dev’essere confinata nelle carceri. E proprio come nella Chiesa Ortodossa, vediamo istituzioni “ufficiali” Islamiche emanare esattamente il genere di fatwa di cui gli stati hanno bisogno per sostenere le loro politiche.

Ovviamente, niente di quanto detto sopra ha qualcosa a che fare con Cristo o Maometto e, inoltre, nulla di quanto detto prima ha qualcosa a che fare con la religione in quanto tale. Questa è semplicemente la tipica manifestazione della religione come strumento dell’arte del governare che Marx e Lenin hanno identificato molto tempo fa. Mentre Marx e Lenin hanno, ovviamente, sbagliato quando hanno affermato che tutte le religioni devono essere così, le religioni sono intrinsecamente uno strumento di controllo politico. La storia dell’Ortodossia e dell’Islam sono entrambe piene di esempi di Vescovi e Sceicchi e perfino di intere gerarchie religiose che hanno “reso a Cesare quel che è di Dio” e “servito due padroni”. Ma troverete anche affascinanti esempi nell’Ortodossia e nell’Islam in cui dei leader religiosi hanno apertamente e coraggiosamente sfidato le potenze terrene (penso per esempio al Patriarca Ermogene di Mosca e ad Al-Husayn ibn Ali).

Non c’è niente di nuovo e non ha a che fare con la religione: è un fenomeno profondamente umano che si può ritrovare in tutta la storia e in ogni luogo dove c’è potere. Infatti il potere corrompe, e corrompe anche i leader religiosi.

Nell’Occidente, questa tendenza a sostituire una Cristianità mistica con una forma di “dominio laico sacralizzato” cominciò quasi immediatamente dopo la caduta di Roma e dell’Impero Romano d’Occidente (nel 476 d.C.), e la successiva separazione dal resto del mondo Cristiano Romano della Roma controllata dai Franchi (nel 1054) che sopravvisse a Roma per un intero millennio (fino al 1453 per esattezza). Già nel 1075 il Papato adottò un affascinante documento che divenne noto come Dictatus Papae (o Affermazioni di Principio del Papa) e conteneva 27 princìpi che non avrebbero mai fatto parte degli insegnamenti della Chiesa Originaria e dei Padri della Chiesa. Ecco la lista completa:

  1. Che la chiesa Romana è stata fondata solo da Dio.
  2. Che solo il pontefice Romano può con diritto essere chiamato universale.
  3. Che solo Lui può deporre o reintegrare i vescovi.
  4. Che in un concilio il Suo delegato, anche se di rango più basso, è al di sopra di tutti i vescovi, e può approvare sentenze di deposizione contro di essi.
  5. Che il Papa può deporre gli assenti.
  6. Che, tra le altre cose, non dobbiamo rimanere nella stessa casa con quelli scomunicati da Lui.
  7. Che solo Lui ha il diritto, a seconda dei bisogni del periodo, di fare nuove leggi, di riunire insieme nuove congregazioni, di nominare l’abate di una canonica; e, d’altra parte, di dividere un vescovato ricco e di unire quelli poveri.
  8. Che Lui solo può usare le insegne imperiali.
  9. Che solo del Papa tutti i principi devono baciare i piedi.
  10. Che solo il Suo nome sia pronunciato nelle chiese.
  11. Che questo titolo [Papa] è unico al mondo.
  12. Che Gli è permesso deporre gli imperatori.
  13. Che Gli è permesso di trasferire i vescovi in caso di bisogno.
  14. Che ha il potere di ordinare gli ecclesiastici di qualsiasi chiesa voglia.
  15. Che colui che viene da Lui ordinato può presiedere ad un’altra chiesa, ma non può tenere una posizione subordinata; e che costui non può ricevere un grado più alto da qualsiasi vescovo.
  16. Che nessun sinodo possa essere chiamato generale senza il Suo ordine.
  17. Che nessun capitolo e che nessun libro può essere considerato canonico senza la Sua autorità.
  18. Che una sentenza da Lui approvata non può essere ritrattata da nessuno; e che Lui stesso, senza l’autorizzazione di nessuno, può ritrarla.
  19. Che Egli non può essere giudicato da nessuno.
  20. Che nessuno osi condannare qualcuno che si appella al seggio apostolico.
  21. Che a quest’ultimo devono essere riferiti i casi più importanti di ogni chiesa.
  22. Che la chiesa Romana non ha mai errato; né errerà per tutta l’eternità, la Bibbia ne reca la testimonianza.
  23. Che il pontefice Romano, se è stato canonicamente ordinato, è indubbiamente reso santo per i meriti di S. Pietro; Magno Felice Ennodio, vescovo di Pavia, ne reca la testimonianza, e molti santi padri sono concordi con lui. Così come è contenuto nei decreti di S. Simmaco Papa.
  24. Che, col suo comando e consenso, può essere legittimo per i subordinati portare accuse.
  25. Che può deporre e ripristinare vescovi senza riunire un sinodo.
  26. Che chi non è in pace con la chiesa Romana non deve essere considerato Cattolico.
  27. Che può assolvere i sudditi per la loro fedeltà a uomini malvagi.

Ognuna di queste nuove regole è in totale e categorica contraddizione con la precedente storia millenaria della chiese chiamata “Cattolica”, non solo a causa della sua natura universale, ma perché era basata su incontri conciliari (che includevano tutti) dove tutti i vescovi venivano considerati uguali e nessuna autorità veniva riconosciuta come superiore ad un tale consiglio di vescovi.

Solo due decenni dopo essersi tagliato fuori dal mondo Cristiano, nel 1054, il Papa si è autodefinito una specie di “vescovo super-assoluto”, nel 1075, qualcosa di cui non si era sentito parlare prima, e poi subito dopo, nel 1096, il papato ha dichiarato la sua prima “crociata”. Qualcuno crede davvero che questa sia una coincidenza?

E onde evitare che qualcuno creda che questo sia un caso, e che Papa Gregorio VII fosse solo una persona folle, vorrei qui aggiungere che Gregorio VII venne beatificato da Papa Gregorio XIII nel 1584 e canonizzato nel 1728 da Papa Benedetto XIII, perciò questa è roba molto, molto “ufficiale”, non sono solo i deliri lunatici di un megalomane. Questa è la ragione per cui Il Grande Inquisitore di Fedor Dostoevsky ha l’audacia di zittire Cristo in persona e dirgli “Tu non hai diritto di aggiungere nulla a quello che Tu già hai detto una volta”: poiché il Papato si è sempre considerato superiore a Dio (e alla Sua Chiesa).

Ciò non è diverso dalla non meno megalomane affermazione del Talmudismo Farisaico [NdT:in inglese] (o “Giudaismo Ortodosso” nel linguaggio ufficiale moderno) secondo cui un rabbino può “discutere con Dio”, vincere la discussione, persino comandare su di Lui e “sistemare la sua Creazione” e regnare su di Lui! Non è affatto una sorpresa che il Talmudismo Farisaico alla fine sia degenerato nella cruda religione dell’Olocaustismo [NdT:in inglese], esplicita egolatria del concetto Cabalistico del “Messia Collettivo” [NdT:in inglese].

Penso di poter già sentire i militanti secolari proclamare che tutto questo è tipico de “L’illusione di Dio”, che la religione sia una psicopatologia che inevitabilmente produce il tipo di orrori che ho descritto prima. A loro direi solamente che per tutti i loro crimini reali, le religioni ancora si comparano favorevolmente alle ideologie secolari moderne e putativamente “illuminate” (dalla Massonica Rivoluzione Francese alla guerra tra classi Marxista, al moderno Capitalismo) il cui “segnapunti delle atrocità” va per le centinaia di milioni. Coloro i quali credono che le religioni causano atrocità, semplicemente sbagliano nel non capire che le religioni uniscono le persone, e che il modo di comportarsi delle persone è violento, incluse quelle religiose. Quello che rende le religioni diverse è che offrono almeno una motivazione per rinunciare alla violenza (la nostra comune fratellanza con Dio) e una spiegazione alla nostra tendenza ad usare la violenza (la nostra natura decaduta). Sì, le religioni sono state usate dagli stati per giustificare le atrocità, ma quell’uso della religione è, certamente, un abuso della religione chiaramente condannata da Cristo (Dai a Cesare…). Ma ciò che ha reso le religioni così suscettibili di un tale abuso è stato il loro graduale allontanamento da quello che una vera religione dovrebbe essere in un prodotto creato dall’uomo, riempito con tutti gli inerenti peccati ed errori dell’essere umano.

Il moderno “ecumenismo” delle pseudo-religioni.

All’inizio di questo articolo ho detto che non avrei discusso di cos’è davvero la Cristianità (e la religione in generale), e che avrei descritto solo che cosa non è. Ma, proprio alla fine, devo citare alcune caratteristiche chiave della prima Cristianità che si possono ancora trovare in varie parti del moderno mondo Ortodosso e che lo distinguono dal resto del cosiddetto “mondo Cristiano”. Quello che mi piacerebbe fare adesso è mostrare cosa rende le moderne religioni così simili le une alle altre, e cosa rende la prima Cristianità così diversa dalle moderne religioni.

In un recente articolo per Unz Review [NdT:in inglese] Israel Shamir ha scritto:

Ai miei occhi, la Chiesa Cattolica è la Chiesa d’Occidente, mentre la Chiesa Ortodossa è la Chiesa d’Oriente. Ogni chiesa ha il proprio giardino a cui badare, le proprie tradizioni e i propri usi. All’Oriente piacciono i preti barbuti, l’Occidente li preferisce rasati. All’Oriente gli piacciono sposati, all’Occidente piacciono sposati alla chiesa. L’Oriente non ha un singolo capo e leader spirituale: ogni chiesa nazionale è uguale alla sua chiesa-sorella. L’Occidente ha il Papa. In Oriente l’Eucarestia si prende con pane lievitato mischiato a vino, l’Occidente preferisce pane azzimo per tutti, col vino che viene riservato al clero. Tali differenze sono normali e non impediscono il riavvicinamento delle chiese (…) La differenza teologica più grande è quella del filioque, che è così oscura che pochi adoratori la capiscono o se ne curano.

Shamir, che scriveva alla vigilia dell’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, è assolutamente corretto: questa piccolissima lista di “differenze” piuttosto superficiali è più o meno tutto ciò che separa la Cristianità Ortodossa e Latina moderna e ufficiale incarnate da questi due leader ecclesiastici. Ma se l’incontro si fosse svolto non tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill ma, ipotizziamo, tra l’Abate del Monastero di Esphigmenou sul Monte Athos e il Rettore del Seminario Internazionale San Pio X [NdT:in inglese] di Ecône, Svizzera, la lista di differenze tra le due religioni sarebbe molto più lunga e sostanziosa. Avrebbe incluso una lunga lista di differenze dogmatiche inconciliabili (i doxa, incluso il concetto stesso di un super-vescovo come il Papa) e un’ugualmente lunga e sostanziosa lista di differenze su come i Cristiani Ortodossi e Latini vivono la loro fede quotidianamente (la praxis).

Anche se nel recente passato alcuni ecclesiastici Ortodossi e Latini hanno sviluppato quella che si può chiamare “teologia dei due polmoni” che dichiara che la Chiesa Ortodossa e il Papato sono i “due polmoni” della Chiesa (che è il Corpo di Cristo teandrico), la realtà è che le ecclesiologie (gli insegnamenti riguardo alla natura della Chiesa) Ortodossa e Latina si sono escluse reciprocamente almeno dall’XI secolo e fino al XX secolo. Credeteci o no, ma perfino i Cattolici “tradizionalisti” (che hanno posizioni precedenti a quelle del Concilio Vaticano II) sono, dal punto di vista degli Ortodossi tradizionalisti (con posizioni compatibili con quelle della prima Cristianità) degli eretici che si sono impegnati in oltre mille anni di innovazioni e allontanamento dalla fedeche il Signore ci ha dato, è stata predicata dagli Apostoli ed è stata preservata dai Padri della Chiesa. Su questa è stata fondata la Chiesa; e se qualcuno si allontana da questa, non è e non deve più essere chiamato Cristiano” (S. Atanasio d’Alessandria).

[Nota a latere: quando si discute di argomenti teologici la parola “eretico” non è un insulto, ma si riferisce semplicemente a qualsiasi persona che abbia fatto una scelta differente dagli insegnamenti della Chiesa. Perciò una “eresia” è semplicemente la “scelta” di qualcosa di differente. Questo può essere in contrasto, per esempio, con la parola “scismatico” che è una persona che crea una spaccatura/divisione in un’organizzazione religiosa, ma senza proclamare alcun insegnamento o dogma differente. Tra l’altro, “dogma” significa semplicemente “credo” nel senso di “principio teologico accettato”. Infine, la parola canone significa semplicemente una regola, una misura, uno standard. Oggi queste parole evocano immagini di roghi, autodafé, cacce alle streghe ecc., ma in realtà sono concetti assolutamente necessari per comprendere le basi del pensiero Cristiano.]

Se da un tradizionale punto di vista Ortodosso i Cristiani Latini sono degli eretici, allora dal tradizionale punto di vista Latino gli Ortodossi sono scismatici che si sono ribellati contro l’autorità del Papa, e perciò hanno tagliato del tutto i legami con la Vera Chiesa. Ovviamente oggi dire queste cose è molto politicamente scorretto, ed è per questo che sono state rimpiazzate da varie cerimonie e incontri dove i capi delle chiese Ortodossa e Latina “ufficiali” (ovvero sostenute dagli stati) si baciano e abbracciano l’un l’altro, si scambiano doni e parlano di unità. Dal punto di vista tradizionale (nel senso di “storico”) di Ortodossia e Papato tali sfoggi di affetto reciproco non solo sono ridicoli, ma sono anche altamente immorali perché offuscano le vere e sostanziali ragioni per la millenaria separazione tra le due denominazioni (cosa direbbe San Nicola di Bari riguardo tali abbracci pubblici?!).

Giusto per darvi un piccolo assaggio di che genere di linguaggio usasse la Chiesa originaria nel descrivere le interazioni con gli eretici, lasciatemi citare un canone del Concilio in Trullo (691 d.C.), che sia la Chiesa Ortodossa che quella Latina riconoscevano pienamente come autorevole, riguardo al matrimonio tra Cristiani ed eretici:

“Ad un uomo Ortodosso (nel senso di “colui che crede nel giusto” – il Saker) non è permesso di sposare una donna eretica, né ad una donna Ortodossa è permesso unirsi ad un uomo eretico. Ma se sembra che qualcuno abbia fatto qualcosa del genere, richiediamo loro di considerare il matrimonio nullo e che il matrimonio venga sciolto. Perché non è adatto mescolare insieme quello che non va mescolato, né è giusto che la pecora si unisca al lupo o la massa di “peccatori con parte del Cristo!” (Canone LXXII)

Siete ancora in vena di baci e abbracci? Lasciatemi ripetere qui che ufficialmente sia il Patriarca Cirillo che Papa Francesco non hanno mai ripudiato il Concilio in Trullo (almeno non ancora!). Invece, loro semplicemente non parlano più di canoni così “oscuri e poco importanti”.

Siete scioccati da questo genere di linguaggio?

Posso darvi un esempio anche più scioccante.

A tutti i Cristiani è proibito, nientemeno che dagli stessi Santi Apostoli, pregare con chiunque non condivida completamente la stessa loro esatta fede. Sì, sia ai Latini che agli Ortodossi è categoricamente proibito pregare insieme, perfino nelle loro abitazioni private! Ecco la citazione esatta:

Canone 10 dei Santi Apostoli: “Se qualcuno prega insieme ad un altro che non è in comunione, anche a casa, venga scomunicato”.

E che dire di questi canoni:

Canone 45 dei Santi Apostoli: “Un Vescovo, o un Presbitero, o un Diacono che prega solo con gli eretici, dovrebbe essere scomunicato; se gli è stato permesso di eseguire un qualsiasi compito in qualità di Ecclesiastico, che venga ridotto allo stato laicale”.

Canone 64 dei Santi Apostoli: “Se un Ecclesiastico o un Laico dovesse entrare in una sinagoga Ebraica, o pregare con gli eretici, che venga scomunicato e ridotto allo stato laicale”.

 

Sì, ai Cristiani e’ vietato da sempre di entrare in una sinagoga. Cosa che, ovviamente, sia il Papa latino che il Patriarca di Mosca hanno fatto, e hanno persino salutato i Giudei come “fratelli”. Il Papa si è spinto al punto di dichiarare che entrambi (Cristiani e Giudei), sono in attesa del ritorno dello stesso Messia!

Di nuovo, comprendo pienamente che qualcuno potrebbe rifiutare il Cristianesimo, perché i suoi canoni offenderebbero i propri sentimenti. Ma non capisco come coloro che si ritengono Cristiani possano rifiutarli o ignorarli. Dopo tutto, sono i canoni tramandati dagli stessi Apostoli, canoni pienamente approvati dalla Chiesa, nella sua totalità, per 2000 anni e mai rigettati da entrambe le chiese Ortodossa o Latina (per un elenco completo e l’interpretazione dei canoni Apostolici vedi qui).

[Nota a latere: non c’è nulla di più pericoloso di quando un novizio, alle prese con sottili e spesso paradossali questioni teologiche, prende un libro di canoni e comincia a leggervi ogni tipo di ricette per come le cose dovrebbero essere fatte. I canoni non sono dogmi, e ciò che è importante in essi non è la lettera, ma lo spirito. Inoltre, alcuni canoni sono stati volutamente messi da parte, e questo è esattamente come dovrebbe essere in una Chiesa viva, che non sia soltanto una raccolta di vecchie regole. Cito tali canoni esclusivamente per illustrare il linguaggio e lo spirito con cui sono stati scritti, e per contrastarli con il linguaggio sciropposo, utilizzato nelle moderne dichiarazioni di carattere pseudo-teologico.]

A chi è scioccato da quanto potrebbe (erroneamente) apparire come intolleranza, contenuta negli esempi dati in precedenza, estendo un invito a considerare un fatto molto semplice. A differenza del Talmudismo Fariseo (la religione di Maimonide, Karo e Luria, vale a dire il moderno “Ebraismo”), le radici spirituali del Cristianesimo si trovano veramente nella religione di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: l’antica fede del popolo Ebraico prima di Cristo e il cui Comandamento principale è “non avrai altri dei fuori di me“. Sostituendo la parola “dio” con la parola “verità” (veramente due aspetti di una stessa realtà), si ottiene immediatamente un senso dell’origine dell’apparente “intolleranza” del Cristianesimo. Per esempio, il divieto di sposare un eretico, anche un Cristiano eretico, è una diretta continuazione del divieto per gli Ebrei di prendere i coniugi da altre etnie. Il Talmudismo Farisaico  ha aggiunto un’interpretazione razzista del divieto. Mentre per la tradizione Ebraica e Cristiana, il divieto si basa su motivi puramente spirituali: vale a dire, conservare gelosamente la purezza della fede. E questo è esattamente il motivo per cui il sopra citato LXXII Canone, continua dicendo:

Ma a riguardo di coloro i quali, fino ad ora, sono miscredenti e non appartengono al gregge degli ortodossi – se hanno contratto matrimonio legale tra di loro, e se dopo uno dei due sceglie la diritta via e la luce della verità, mentre l’altro rimane nel vincolo dell’errore e non è disposto a vedere con occhio fermo  i raggi divini – ebbene, in tal caso se la donna non credente è lieta di convivere con l’uomo credente o l’uomo non credente con la donna credente, non lasciateli separati, come ha detto l’Apostolo divino, “perché il marito non credente è santificato dalla moglie, e la moglie non credente dal marito.”

 

In quel caso, la Chiesa non parla di “una pecora unita ad un lupo” ma parla di uno degli sposi che “santifica” l’altro. Per riassumere, direi che il vero, originale Giudaismo e la Cristianità Ortodossa, diretta continuazione di quello, pongono una enfasi immensa sulla Verità, sul non porre allo stesso piano il Vero con il Falso, sul non oscurare le differenze fra due diversi insegnamenti.

Per contro, alla maggior parte delle confessioni Cristiane odierne non potrebbe fregare meno di qualsiasi verità, sia essa storica, dogmatica o perfino fattuale.

[Nota a latere: per “Verità” io intendo qualcosa di molto specifico. Il mio padre spirituale l’ha definita recentemente come “La Verità non è una astrazione relativa ma un monumento cognitivo formato da assoluti rivelati” e questa è la migliore definizione che io abbia mai visto.]

Credo perfino che la maggior parte delle confessioni Cristiane odierne abbiano rinunciato del tutto allo stesso concetto di “verità”. La loro sola preoccupazione è la convenienza, davvero, una qualche idea vaga di “pratico” opposta a ciò che è “teorico”, come una qualsiasi discussione su ciò che il vero potrebbe essere.

Per esempio, gli Ecumenisti moderni proclameranno sempre di credere nello stesso Dio, nella stessa Trinità, nella stessa Madre di Dio, e che essi perciò “riconoscono la validità dei Misteri (o Sacramenti, come essi sono noti in Occidente) degli altri Ecumenisti. Confrontate ciò con la differenza fra gli Ortodossi e gli Gnostici e Ariani che si può riassumere in due parole con una sola piccola lettera iota di differenza: “homousios” e “homiousios” (la prima significa “della stessa sostanza” e la seconda “di sostanza simile”). I Primi Cristiani morivano per questa “piccola” differenza! Potete immaginarvi cosa avrebbero detto vedendo il Patriarca Cirillo ed il Papa Francesco abbracciarsi e chiamarsi “fratello nella fede Cristiana”? Anche qui, il punto non è quello di discutere sulla differenza fra sostanze “uguali” o “simili”, ma quello di evidenziare il differente approccio alle questioni di fede fra i Primi Cristiani ed i moderni leader religiosi “ufficiali”.

[Nota a latere: questa forma di “intolleranza” tipicamente Cristiana era realmente sconcertante per i pagani Romani che erano molto più simili agli odierni Ecumenisti. Molta gente non realizza che i pagani Romani non hanno mai chiesto ai Cristiani di rinunciare alla loro fede, né li hanno mai forzati a pregare solo gli dei Romani. “Tutto” quel che volevano era che i Cristiani onorassero gli Dei Romani portando loro piccoli sacrifici, talvolta così piccoli come aggiungere del carbone al fuoco di un dio Romano. Eppure, i Primi Cristiani rifiutavano ostinatamente  questi apparentemente “piccoli” gesti che loro vedevano come apostasia, cioè uguaglianza di un falso dio con l’Unico Vero Dio. Essi scelsero torture orribili e morte piuttosto di dare l’impressione esterna di accettare la realtà degli dei Romani. Perfino quei Cristiani, che non accettavano di sacrificare agli dei Romani ma che avevano ottenuto un certificato dichiarante che il sacrificio v’era stato, erano detti “libellatici” (“titolari di certificato”) e considerati come “decaduti” dalla Chiesa!]

Perciò sì, è vero che ai moderni Cristiani non interessano “oscure materie teologiche” e questo è proprio quello che li rende così diversi dai Veri Cristiani della prima Chiesa e da quei Cristiani Ortodossi odierni che mantengono ancora le tradizioni “passate loro sia in parole che in scritti” (2° Lettera ai Tessalonicesi 2:15) e da chi ricorda ancora che perfino se “un angelo del paradiso” venisse da loro a predicare “un altro vangelo” essi devono respingerlo come “maledetto” (Lettera ai Galati 1:8).
Mentre per i Cristiani delle origini le “oscure materie teologiche” erano abbastanza importanti da esserne torturati a morte, per i moderni “post-Cristiani” Cristiani esse sono fondamentalmente irrilevanti. Loro hanno dimenticato da tempo l’avvertimento di Dio “Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca.” (Apocalisse 3:16) e tutto quel che a loro importa è l’unità esterna della confessione Cristiana, non importa se hanno viste teologiche mutualmente escludentesi o, perfino, nessuna vista teologica del tutto come gli incredibili Unitariani Universalisti (conosciuti come gli “youyoohs”) il cui sincretismo incarnato li guida alla sua logica conclusione.

L’etica di “si vive una volta sola” e di “a me che me importa?”

In fin dei conti, tutte queste moderne “confessioni decaffeinate”, che realmente si sono allontanate dalla “intolleranza” e dalla “bigotteria”, producono una società in cui a nessuno interessa un fico secco di niente, una società in cui la anti-spiritualità dell’etica di “si vive una volta sola” e di “a me che me importa?” fornisce la base per il consumismo senza fine e per la generale stupidità. Questo è il tipo di anti-religione di cui ha bisogno il Nuovo Ordine Mondiale (NOM), una religione che unirebbe tutta l’umanità in una singola, scialba massa informe, che servisse il NOM ed il suo 1% di leader consumando, obbedendo e non ponendo mai una domanda, specialmente su ciò che è vero o no. È per questo che i poteri forti e i media si sforzano così tanto a promuovere queste religioni “ufficiali” ed a ronzare intorno ai loro leader.
Pensateci, non vi colpisce il paradosso del Cristo che dice “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Vangelo di Giovanni 15:18-19) ed i medesimi grandi media, servitori dell’Impero Anglo-Sionista e del suo Nuovo Ordine Mondiale, che danno ai cosiddetti leader “Cristiani” lo stesso tipo di copertura delle rock star?
Quando è stata l’ultima volta che avete sentito uno di questi “leader religiosi superstar” osare la denuncia di uno dei moderni governanti del nostro mondo come genocida assassino di massa o, semplicemente, ipocrita? Ma no, loro li incontrano e li abbracciano, li baciano, sorridono, tutte le volte è una gran festa amorosa. È finito da tanto tempo il periodo in cui un leader Cristiano ha avuto il coraggio di criticare apertamente un Imperatore (come San Giovanni Crisostomo) o di parlare ad un leader moderno, come San Filippo II, Metropolita di Mosca, che si rifiutò di benedire lo Zar Ivan il Terribile dopo una messa e lo castigò pubblicamente con le parole seguenti:

Non riconosco più lo Zar Ortodosso. Non lo riconosco nel suo ruolo, O Signore! Qui noi stiamo offrendo un sacrificio a Dio, mentre dietro l’altare viene sparso il sangue di Cristiani innocenti. Da quando il sole brilla nel cielo non si è mai visto o sentito di uno Zar pio che abbia oltraggiato il suo regno in un modo del genere! Perfino nei regni più empi e pagani c’è il regno della legge e della Verità, e c’è pietà nei confronti del popolo, ma non in Russia! Voi siete in alto sul vostro trono, ma c’è un Giudice Onnipotente al di sopra di voi. Come affronterete il Suo giudizio? Coperto dal sangue degli innocenti, assordato dal rumore delle loro urla causate dalla tortura? Perfino le pietre sotto i vostri piedi chiedono vendetta, O Signore! Ve lo sto dicendo come pastore di anime – temete l’Unico Dio!

Potete immaginarvi un Patriarca Ortodosso o un Papa Latino rivolgersi, diciamo, a Obama con tali parole? E mentre San Filippo II alla fine venne torturato e assassinato per il suo coraggio, i Patriarchi e i Papi Moderni non corrono tale rischio. Ma comunque rimangono silenziosi: non vedono nulla, non sentono nulla e soprattutto non dicono nulla: si vive una volta sola, a me che me importa?

Ecco perché l’Impero e il Nuovo Ordine Mondiale li ama.

 

Conclusione – cosa non è la religione

Ho cercato di mostrare le varie ragioni del perché la maggior parte di quella che oggi viene chiamata “religione” oggi non abbia nulla a che fare con la stessa. Viviamo in un mondo di pseudo-tutto, un “Impero delle Illusioni”, per prendere in prestito l’espressione di Chris Hedges. Il Cristianesimo originario era una fede intensamente mistica, incentrata sulla preghiera e l’ascetismo, che conduceva ad un’intensa esperienza personale con Dio e le Sue energie increate non venivano mai separate da una dedita determinazione a preservare la purezza della fede originaria “che il Signore donò, gli Apostoli predicarono, e venne preservata dai Padri della Chiesa”. Il primo monachesimo Cristiano è il perfetto esempio di questa “sinfonia” tra lotte spirituali individuali e azione pubblica in difesa della fede: anche se in tempi normali i monaci vivevano in luoghi remoti e deserti, lasciavano sempre le loro dimore isolate per entrare in città e sfidare pubblicamente e condannare ogni eresia. Nelle confessioni Ortodosse moderniste questo tipo di responsabilità individuale è stato sostituito dall’atteggiamento “continua a pregare, sta zitto e fatti gli affari tuoi” (Sono stato testimone di ciò nella Chiesa Ortodossa Russa fin dal periodo 2000-2007).

In verità, lo stato delle religioni oggi è triste e non mi sentirete difenderlo. Cristo ci ha avvertito quando disse “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente” (Vangelo di Matteo 5:13). Sì, è vero, oggi i modernisti controllano tutti i luoghi sacri (antiche chiese e cattedrali), per gentile concessione di forze di polizia laiche che sono più che felici di sfrattare denominazioni “non ufficiali” dai loro luoghi di culto, ma anche questo è stato previsto da Cristo quando parlò di “abominio della devastazione” nel “luogo santo” (Vangelo di Matteo 24:15). Probabilmente non c’è molto che noi, la gente comune, possiamo fare al riguardo. Ma quello che possiamo fare è ricordare la “vera Cristianità” e non permettere che la moderna “Cristianità verosimigliante” prenda il suo posto nei nostri cuori e nelle nostre menti. Infine dovremmo ricordare le parole del Cristo che ci disse che la Sua Chiesa era “colonna e sostegno della verità” (1° Lettera a Timoteo 3:15) e che “le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Vangelo di Matteo 16:18). Questo significa che non importa quanto diventerà brutta e perfino orribile la nostra situazione, Dio non lascerà mai che la Sua Chiesa scompaia davvero dal nostro mondo. Da qualche parte, forse solo in un piccolo angolo del nostro pianeta, la Sua Chiesa sopravviverà sempre, fedele alla Chiesa degli Apostoli e dei Padri della Chiesa, immutata nonostante tutte le persecuzioni e la lenta discesa verso l’apostasia del resto del mondo. E se qualcuno vuole davvero trovare questa Chiesa, costui o costei la troverà. Questa è anche una delle promesse che Cristo ci ha fatto: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Vangelo di Matteo 5:6).

Il Saker

P.S.: Comprendo appieno che ciò che ho scritto qui sopra irriterà profondamente e offenderà alcuni lettori. Le mie opinioni sono espressione di una cultura e di una fede che sono scomparse da lungo tempo. Potete considerarmi come un “alieno” [NdT: in inglese], se volete. Devo avvertirmi che l’unica critica che temo veramente è che mi accusiate di aver travisato nel testo sopra esposto l’originaria mentalità, o phronema [NdT: in inglese], dei Padri della Chiesa e dei Primi Cristiani. Se sono colpevole di ciò, allora chiedo sinceramente scusa e me ne pento. Ma se ho arruffato le penne o scosso le gabbie dei moderni “Cristiani post-Cristiani” e della solita banda di laici che odiano la religione, allora così sia! Questa non è una gara di popolarità ma semplicemente la mia personale testimonianza ai miei lettori. Come in una riunione degli Alcolisti Anonimi, potete accettarla, interamente o in parte, o andarvene 🙂

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Articolo di The Saker apparso su TheSaker il 3 maggio 2016


Traduzione in italiano di Fabio_San, Raffaele Ucci, Chiara, Voltaire1964  per SakerItalia.it

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