La tradizione della canonizzazione dei governanti apparve nell’antica Russia già nel X secolo, quando il paese aveva appena adottato il Cristianesimo. Più spesso la santità veniva conferita non per i servizi al paese, ma per una vita retta o per il martirio.

1. La Principessa Olga di Kiev (890-925 – 969)

Olga era la moglie del principe della Rus’ di Kiev Igor, figlio del principe variago Rjurik che, secondo la leggenda, fu il fondatore dello stato russo [in inglese]. Igor fu ucciso mentre raccoglieva tributi dalla tribù slava dei Drevljani, e Olga divenne regina reggente e governò fino a quando suo figlio Svjatoslav non raggiunse la maggiore età. Per vendicare l’omicidio di suo marito, condusse diverse brutali rappresaglie contro i Drevljani.

Akimov.Olga.1792.jpg

Ivan Akimov. Il Battesimo di Sant’Olga.

Olga fu la prima sovrana russa a diventare Cristiana. Inoltre fu battezzata anche prima che la Russia adottasse il Cristianesimo. “Brillava tra i pagani come una perla nel fango”, scrissero in seguito gli autori delle antiche cronache russe.

Olga divenne una delle prime sante venerate in Russia. Suo nipote, il Principe Vladimir, che convertì la Russia al Cristianesimo, fece trasferire il corpo di sua nonna in una delle prime chiese. Secondo la leggenda, il suo corpo non era stato toccato dalla decomposizione. La principessa divenne santa prima che il Cristianesimo fosse diviso nelle Chiese occidentali e orientali, quindi è venerata anche nella Chiesa Cattolica Romana, come Sant’Olga di Kiev.

2. Il Gran Principe Vladimir I di Kiev (circa 958-1015)

Il nipote di Olga, Vladimir il Grande (noto anche come San Vladimir I di Kiev e Vladimir Krasno Solnyshko (il bel sole)) è uno dei sovrani più venerati dell’antica Rus’. È conosciuto principalmente come il sovrano che ha convertito la Russia al Cristianesimo. Secondo la leggenda, Vladimir stava decidendo a quale delle tre religioni del mondo convertire i suoi sudditi, e per vari motivi [in inglese] optò per il Cristianesimo.

Viktor Vasnetsov. Il Battesimo del Principe Vladimir. Frammento di un affresco nella Cattedrale di San Vladimiro a Kiev.

Fu canonizzato per la conversione delle tribù slave pagane alla fede Cristiana. Le chiese dedicate a Vladimir sono sparse in tutta la Russia e l’Ucraina (poiché era gran principe della Rus’ di Kiev), e una delle città sull’Anello d’Oro della Russia prende il nome da lui.

3. Aleksandr Nevskij (1220-1263)

Alexander nevskiy archangelskiy sobor.jpg

Sant’Aleksandr Nevskij. Un affresco nella Cattedrale dell’Arcangelo Michele nel Cremlino di Mosca.

Aleksandr Nevskij è meglio conosciuto per i suoi successi sul campo di battaglia contro gli invasori stranieri che attaccarono la Russia da est e ovest. La leggenda vuole che non abbia perso una sola battaglia. Una delle sue vittorie più memorabili fu contro l’Ordine Livoniano nella Battaglia del Lago Ghiacciato nel 1242. Nel corso degli anni, Nevskij sviluppò un’immagine eroica come difensore della Russia dai suoi nemici, che fu promossa anche in epoca sovietica, in particolare nel film biografico di Sergej Ėjzenshtejn Aleksandr Nevskij, commissionato dal governo.

I mongoli furono un altro problema che Nevskij dovette affrontare, poiché esigevano tributi dalla Russia e saccheggiavano le sue terre. Secondo alcune fonti, Aleksandr era in corrispondenza con il Papa, che gli offrì aiuto nella lotta contro gli eserciti mongoli in cambio dell’accettazione della Russia di diventare subordinata alla Santa Sede. Aleksandr rifiutò, e continuò a combattere da solo contro gli eserciti mongoli. Pertanto è ricordato anche come difensore della Chiesa Ortodossa russa contro il Vaticano. Nevskij fu canonizzato nel 1547. I suoi resti furono spostati più volte come una sacra reliquia. Dopo la fondazione di San Pietroburgo, Pietro il Grande ordinò che fossero portati in una cattedrale appositamente ricostruita nella città, chiamata Cattedrale della Trinità della Lavra di Sant’Aleksandr Nevskij.

4. Dmitry Donskoy [Demetrio di Russia] (1350-1389)

Dmitri Donskoy.jpg

Dmitry Donskoy. Ritratto dal manoscritto “Tsarsky Titulyarnik”.

Dmitry Donskoy è principalmente noto per la sua vittoria sugli eserciti mongoli nella Battaglia di Kulikovo, prima della quale lui e il suo esercito ricevettero la benedizione di uno dei principali santi russi, Sergio di Radonezh. Quella vittoria è considerata un punto di svolta nella liberazione della Russia dal secolare giogo mongolo. Donskoy è passato alla storia come l’epitome della gloria militare, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale una colonna di carri armati venne intitolata a lui. È interessante notare che la colonna era stata allestita con denaro donato dalla Chiesa.

Demetrio venne canonizzato solo nel 1988, ed è venerato dalla Chiesa per la sua modestia e la sua vita retta. Nel diciannovesimo secolo, il principale storiografo della Russia imperiale, Nikolaj Karamzin, scrisse: “Demetrio, inondato dalle lodi di un popolo grato, abbassò gli occhi e diresse il suo cuore esclusivamente a Dio il Creatore”. La leggenda narra che il Gran Principe di Mosca andasse in chiesa e digiunasse ogni giorno. Demetrio costruì il Cremlino in pietra bianca a Mosca, e diversi monasteri.

5. Nicola II (1868-1918)

Nicola II con sua moglie e i figli.

L’ultimo zar russo venne giustiziato dalle autorità sovietiche a Ekaterinburg insieme alla sua famiglia. Nel 2000, la Chiesa Ortodossa Russa li ha canonizzati come martiri, e la vita di Nicola II è commemorata su icone sia da lui che dalla sua famiglia.

La decisione di canonizzare Nicola ha causato molte polemiche in Russia. Una delle principali obiezioni era che la famiglia Romanov divenne martire non per Cristo, ma come risultato della persecuzione politica. Gli argomenti a favore includevano la venerazione che un gran numero di persone provava per la famiglia Romanov, e il lavoro che l’imperatrice e le sue figlie condussero come infermiere durante la Prima Guerra Mondiale.

*****

Articolo di Aleksandra Guzeva pubblicato su Russia Beyond the Headlines il 31 marzo 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.


La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.

L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.

Condivisione: