Se, secondo l’IPC, la Russia non è stata presa di mira politicamente, allora perché la presenza della loro bandiera sarebbe una protesta “politica”?
La delegazione bielorussa ai Giochi invernali del 2018 ha annunciato di essere stata avvertita dal Comitato Paralimpico Internazionale di non sventolare o mostrare la bandiera russa alle Olimpiadi di PyeongChang, a causa della squalifica della squadra russa, come RT riferisce [in inglese]:
“Abbiamo già ricevuto una notifica ufficiale in cui si legge che è vietato organizzare azioni pubbliche anche negli hotel situati al di fuori del villaggio olimpico. È una delle condizioni per soggiornare in hotel”, ha detto a Pressball il capo del Comitato Paralimpico bielorusso Oleg Shepel. “Non so se altre delegazioni abbiano ricevuto una notifica simile, o se fosse indirizzata solo a noi”.
Riguardo al fatto che fosse o meno indirizzato alla Bielorussia, solo l’IPC lo sa, tuttavia, le loro motivazioni sembrano ovvie.
Nel 2016, quando l’intera squadra russa era stata bandita a causa di accuse di doping a Rio, Andrey Fomochkin, un membro della delegazione bielorussa, dispiegò la bandiera nazionale russa come segno di solidarietà con i suoi fratelli e sorelle russi. Fomochkin è stato un ex campione di triathlon invernale dell’URSS e anche, una volta, vice ministro dello sport e del turismo bielorusso.

Andrey Fomochkin
In seguito ha detto di aver dato quella bandiera agli atleti russi sperando di farla diventare una mascotte speciale per loro.

Il nostro eroe di oggi – Andrey Fomochkin della squadra paralimpica della Bielorussia. Nostro eroe per sempre [@Russia]
Le sue azioni fecero infuriare il Comitato Paralimpico, il quale disse [in inglese] che si trattava di una “protesta politica” e che revocava il suo accreditamento per i giochi. Protesta politica già, ricordate queste parole, perché ne riparleremo più avanti, queste parole potrebbero inchiodare il Comitato alla sua ipocrisia.
Agli atleti russi è inoltre vietato partecipare come una squadra nazionale ed è consentito loro di partecipare solo come “atleti neutrali” che provengono dalla Russia. Per quanto riguarda il Comitato Paralimpico, anche se ci sono 30-35 paralimpici russi pronti a partecipare, non ci sarà presenza russa alle Paralimpiadi.
È naturale per russi e russofili percepire ciò come un attacco diretto alla Russia, in particolare, motivato politicamente a causa di tutti gli scandali tra Russia e Occidente avvenuti negli ultimi tempi.
Il Presidente del Comitato Paralimpico lo nega, tuttavia, in base alle norme IPC, le bandiere di un paese non partecipante non possono essere esposte dagli atleti, né da quelli sugli spalti. Lui ha detto [in inglese] a RT che alla Russia non è stato riservato un trattamento diverso in questa faccenda, poiché ufficialmente ciò avverrebbe per tutti i paesi non partecipanti:
“C’è una regola in atto la quale dice che nessuna bandiera di paesi che non partecipano ai Giochi (può essere) sugli spalti”, ha osservato.
È qui, dopo aver messo insieme tutti i pezzi, che questo ginepraio inizia a mostrare i suoi veri colori, che si tratta davvero di politica. Questa storia è incredibilmente difficile da seguire a causa della sua totale meschinità, ma sembra che un errore nelle parole del Comitato tradisca la loro ipocrisia e i reali motivi. In sintesi, questo è ciò che ci viene detto dal Comitato:
- alla Russia e agli atleti di tutti i paesi è vietato l’uso della bandiera russa, a causa del fatto che la squadra russa è stata collettivamente bandita per “doping”.
- Ciò è semplicemente in linea con le regole che vietano a un paese non partecipante di avere la sua bandiera. La Russia non viene trattata in modo esclusivo.
- Questo NON riguarda la politica.
- La bandiera russa non deve essere usata, specialmente nel modo in cui un funzionario bielorusso l’ha usata nel 2016 perché sarebbe una “protesta politica”.
Proprio così! Hai colto l’errore logico?
Non si tratta di politica, ma la Russia viene trattata come un paese squalificato; ma se la Russia non viene discriminata, e questo non è un fatto politico, e si tratta solo di “doping”, allora perché stanno proibendo le bandiere russe sulla base di una “protesta politica”. Non doveva trattarsi solo di doping e non di politica?
Se non fosse così palesemente ovvio per tutti, che i russi siano stati presi di mira come parte di un’agenda politica, con il doping semplicemente come pretesto, allora perché far sventolare la bandiera russa sarebbe una protesta politica? Se non si tratta di politica, non dovrebbe esserci nulla di politico da protestare.
Permettetemi di fare un esempio. Mettiamo che voi siate membri di una particolare etnia o gruppo, visto che stiamo parlando delle Olimpiadi, ci viene in aiuto la mitologia greca. Immaginate di essere un Titano che vuole partecipare alle Olimpiadi, vi siete allenati per tutta la vita. Avete le vostre bandiere e le uniformi in titanio.
Kalimera sas (buongiorno in greco) mio caro Titano. Mi dispiace informarti che non puoi partecipare alle Olimpiadi come Titano. Non preoccuparti, sicuramente non è perché siamo razzisti contro i Titani! Oh no! Li adoriamo!
È solo perché sospettiamo che alcuni di voi possano violare le regole, quindi dobbiamo bandire tutti voi. Sono solo le regole. Non vi stiamo prendendo particolarmente di mira.
Alcuni di voi possono ancora partecipare solo se … non potete essere titani … ma solo atleti di origine titanica. Ancora una volta sottolineo che non è perché non vogliamo sostenere i titani. Vi sosteniamo eccome. Ok? E tu non puoi sventolare le tue bandiere Titano, e neanche i tuoi amici Minotauri possono farlo perché quello sarebbe sostenere i Titani, e non possiamo permetterlo!
Tutto sommato, le regole possono essere le regole, ma da una prospettiva estranea, sembra molto puerile il fatto che alle persone non sia permesso di sventolare le loro bandiere preferite, indipendentemente dal fatto che siano russi o meno.
Ci piacerebbe pensare che gli adulti fossero abbastanza maturi da non fare un dramma per la bandiera di qualcuno, ma purtroppo, è quello che è accaduto.
È da sottolineare che sia stata bersagliata la Bielorussia alla quale è stato detto di non sventolare il tricolore russo. Si potrebbe semplicemente collegarlo alle azioni di Andrey Fomochkin nel 2016, ma deve essere stata una conversazione razzista affascinante nel comitato olimpico, praticamente come se qualcuno avesse detto: “Meglio avvertire quei bielorussi di non mostrare il loro amore per la Russia”.
In effetti, c’è questo generale atteggiamento negativo in Occidente e nelle organizzazioni controllate da esso, che qualsiasi opinione positiva espressa sulla Russia, per non parlare del patriottismo o dell’amore, è o un atto di propaganda russa, o un “utile idiota” fuorviato da detta propaganda. Sia che tu viva in Russia, lavori in Russia o voglia vivere lì, se sei d’accordo con la Russia, o mostri un atteggiamento positivo nei suoi confronti, semplice come mostrare una bandiera russa, sei immediatamente considerato un pazzo, o nel libro paga del Cremlino.
L’idea che la gente possa semplicemente amare la Russia e che voglia, per esempio, sventolare una bandiera russa essendovi affezionata, senza alcun messaggio politico, è incredibilmente bigotta, così come l’idea che una persona non possa diventare russofila, o essere d’accordo con la Russia secondo le proprie informate ed etiche menti, senza essere etichettati come idioti o propagandisti.
Ufficialmente, si tratta di doping, ma sembra che l’elefante nella stanza non interessi a nessuno, la vera questione è il conflitto politico che lo Stato Profondo sta conducendo contro la Russia. È un po’ strano quando affermano di non avere nulla a che fare con la politica, però considerano la semplice presenza della bandiera russa come una protesta politica. Proprio come farebbero degli ipocriti assoluti con una agenda russofoba…
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Articolo di Matfey Shaheen apparso su Russia Feed il 1° febbraio 2018
Traduzione in italiano di Cinzia Palmacci per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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