L’esperienza insegna che i decisori della politica imperiale sono tutt’altro che moralmente schizzinosi quando scelgono gli strumenti per mettere in pratica i loro piani in diverse parti del mondo. Un importante (e totalmente ripugnante) esempio recente sono i Takfiri tagliatori di teste in Siria, che sono stati reclutati (con pugnali e tutto il resto) per fare il nobile lavoro in quel paese devastato, diffondendo la luce che risplendeva dalla scintillante città sulla collina. Un altro memorabile esempio è la feccia neo-nazista in Ucraina, mobilitata (e ampiamente finanziata) all’epoca del violento colpo di Stato del 2014.
Domenica 23 maggio le autorità bielorusse hanno compiuto una brillante operazione di sicurezza, che ha portato all’arresto in territorio bielorusso di Roman Protasevich, un agitatore finanziato e sostenuto dall’Occidente che ha giocato un ruolo di primo piano nei disordini della rivoluzione colorata che c’è stata lo scorso anno in quel paese. Dopo il suo arresto, il fino ad allora sconosciuto Protasevich si è trasformato istantaneamente in un eroe su tutti i canali mediatici e politici controllati dai suoi adirati finanziatori. Il “The Guardian” e il “New York Times” [entrambi i link in inglese] hanno gareggiato per chi elogiava di più il sedizionista bielorusso con la faccia da bambino, sottolineando i dettagli strappalacrime, mentre allo stesso tempo modificavano con attenzione la storia principale, che avrebbe dato il via a tutta la partita. Protasevich faccia-da-bambino è, in realtà, un incallito agente neonazista con esperienza in prima linea, che fin dalla tenera età combatteva a fianco dei suoi compagni ideologici sui campi di battaglia ucraini.
Questi fatti vengono presentati in una dettagliata pubblicazione sul sito di analisi tedesco “Moon of Alabama” [in inglese]. Come scrive l’analista tedesco, il racconto agiografico fatto su “tutte le notizie che vanno bene per essere stampate” del New York Times è degno di nota soprattutto per i fatti fondamentali che omette. Risulta che, lungi dall’essere un giovane e innocente attivista democratico e precoce studente del liceo che non poteva sopportare le restrizioni imposte dal governo del presidente Lukashenko (come distorto dai media occidentali), Protasevich è in realtà un esperto agitatore con legami di lunga data con la frangia neo-nazista delle limitrofa Ucraina.
Nell’articolo sterilizzato del New York Times si dichiara che “prima dell’incidente di domenica, Protasevich era a Varsavia, diventando una figura chiave dell’opposizione insieme a Putsila presso Nexta, e postava regolarmente sul canale social Telegram. Putsila ha descritto il loro lavoro come ‘giornalismo attivista’, e ha aggiunto che Lukashenko non lasciava alcuno spazio al giornalismo tradizionale avendo chiuso ogni testata che in Bielorussia non ripetesse a pappagallo la linea governativa”. Ma la allegra insinuazione che Protasevich non fosse altro che un dolce e giovane aspirante giornalista, le cui ambizioni erano state frustrate dal pugno di ferro del regime di Lukashenko, viene totalmente demolita dalla prova pubblicata sul sito tedesco e da altri siti seri di ricerca.
Alcune di quelle prove provengono dal FOIA Research [in inglese], un gruppo che “punta ad identificare i progetti di intelligence che hanno creato (o strumentalizzato dei già esistenti) gruppi di estrema destra per varie finalità politiche e paramilitari, principalmente attraverso l’analisi di documenti di intelligence declassificati in base all’americano Freedom of Information Act (FOIA) [Legge sulla libertà di informazione]. Non c’è quindi niente di misterioso in merito. Si tratta, fondamentalmente, solo di una questione di saper leggere con attenzione e mettere insieme i dati che gli stessi sponsor di Protasevich hanno declassificato e fornito al pubblico. Questo va al di là delle capacità dello staff del New York Times? Nel riassunto che il FOIA Research fa della carriera dell’agitatore bielorusso, si legge:
“Roman Protasevich è uno di quegli agenti chiave per il cambio di regime nella rivoluzione colorata bielorussa del 2020. Il suo nome è apparso nell’ambito del canale Telegram ‘Nexta’ che da un giorno all’altro è diventato la voce dell’opposizione bielorussa”.
Non ci vuole tanta sofisticatezza politica per dedurre che nell’ambiente di Protasevich nessuno diventa un elemento importante per caso e da un giorno all’altro, senza prima esser stato curato e stimolato.
In più, citando le eccitate impressioni sui social media dopo il viaggio di Protesevich a Washington:
“Il 12 aprile 2018 è arrivato a Varsavia, Polonia. Il 20 aprile 2018 è andato a Washington via Bruxelles. Il 23 aprile 2018 ha postato una foto e ha scritto ‘Comincia la settimana più importante della mia vita’. Lo stesso giorno ha postato una sua foto all’interno del Dipartimento di Stato e ha scritto ‘Mai avuto in vita mia incontri così importanti e interessanti. Stanco ma molto contento’”.
Come riportato dal sito di analisi The Canada Files [in inglese], un altro momento importante nella vita dell’eroe democratico Protasevich è stato quando è diventato membro del battaglione neo-nazista Azov, e vi ha prestato servizio come addetto stampa nella guerra in Donbass. Eccolo qui, affascinante col suo equipaggiamento militare sulla copertina della rivista dell’Azov “Sole nero” (notare il logo che ricorda ma abilmente minimizza una quasi-ma-negabile-e-non-proprio svastica).
La visita al Dipartimento di Stato (in seguito alla quale Protasevich è diventato così poetico per l’eccitazione) sembra essere stato qualcosa di più di una semplice visita turistica, ed è stato piuttosto redditizia. I Canadesi riferiscono che:
“Protasevich è stato borsista in giornalismo della Vaclav Havel di Praga dal 2017 al 2018 per Radio Free Liberty/Europe, la testata per il cambio di regime finanziata dagli Stati Uniti… Quattro mesi dopo un viaggio di una settimana al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, nell’aprile 2018 fino al 31 agosto, Protasevich ha lavorato per la bielorussa Euroradio.fm, finanziata dall’USAID”.
Ci si chiede cosa di tanto terribilmente inadatto al pubblico dominio abbiano trovato i media ufficiali nella vera biografia di Protasevich, tanto da essersi sentiti in dovere di modificare così tanti dettagli significativi. Ma è una scommessa già vinta che la sua rovina sarà sfruttata per trarne il massimo vantaggio di propaganda. Quando l’eccitazione passerà o emergerà una nuova configurazione politica, verrà gettato nel dimenticatoio come ogni altra pedina dell’agenda imperiale.
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Articolo di Stephen Karganovic pubblicato su Strategic Culture il 27 maggio 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
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L’Occidente non smette mai di lavorare per espandere i suoi confini ma che dovranno trovare le sue Porte di Ferro:il Limite storico e geografico e politico.
Nel 1821 – 5 maggio-defunse Napoleone che volle compiere la conquista d’Europa e della Russia Europea e porre la Francia in Trono sul Continente europeo.
Sono passati 200 anni da allora e oso pensare che quest’anno anche gli USA scopriranno quanto è duro cadere da tanta altezza.