
La Cattedrale di Sant’Isacco, San Pietroburgo.
È impossibile comprendere i dettagli di ciò che sta accadendo sul campo in Russia e in tutta l’Eurasia, dal punto di vista commerciale, senza seguire l’annuale Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) [in inglese].
Quindi andiamo al sodo, e offriamo alcuni esempi scelti di ciò che viene discusso nelle conferenze più importanti.
L’Estremo Oriente russo [in inglese] – Ecco una discussione sulle strategie – ampiamente di successo – che potenziano gli investimenti produttivi nell’industria e nelle infrastrutture in tutto l’Estremo Oriente russo. La produzione in Russia è cresciuta del 12,2% tra il 2015 e il 2020; in Estremo Oriente è quasi il doppio, 23,1%. E dal 2018 al 2020, l’investimento pro capite in capitale fisso è stato del 40% superiore alla media nazionale. I prossimi passi sono incentrati sul miglioramento delle infrastrutture; apertura dei mercati globali alle società russe; e, soprattutto, trovare i fondi necessari (Cina? Corea del Sud?) per la tecnologia avanzata.
L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) [in inglese] – Come ho potuto constatare personalmente nelle precedenti edizioni del Forum, non c’è niente di lontanamente simile in Occidente in termini di discussioni serie su un’organizzazione come la SCO – che si è progressivamente evoluta dal suo focus iniziale sulla sicurezza verso un ruolo politico-economico di ampio respiro.
La Russia ha presieduto la SCO nel 2019-2020, quando la politica estera ha ricevuto un nuovo impulso e le conseguenze socioeconomiche del Covid-19 sono state affrontate seriamente. Ora l’enfasi collettiva dovrebbe essere su come rendere questi paesi membri, in particolare gli “stan” dell’Asia centrale, più attraenti per gli investitori globali. Fra i relatori l’ex segretario generale della SCO Rashid Alimov e quello attuale, Vladimir Norov.
La partnership eurasiatica [in inglese] – Questa discussione riguarda quello che dovrebbe essere uno dei nodi chiave del Secolo Eurasiatico: il Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud (INSTC). Si applica un importante precedente storico: la rotta commerciale del Volga dell’VIII-IX secolo, che collegava l’Europa occidentale alla Persia – e che ora potrebbe essere estesa, in una variante della Via della Seta marittima, fino ai porti dell’India. Ciò solleva una serie di domande, che vanno dallo sviluppo del commercio e della tecnologia, allo sviluppo armonico delle piattaforme digitali. Qui si trovano relatori provenienti da Russia, India, Iran, Kazakistan e Azerbaigian.
Il Partenariato della Grande Eurasia [in inglese] – Grande Eurasia è il concetto russo generale applicato al consolidamento del Secolo Eurasiatico. Questa discussione è in gran parte focalizzata sulla Big Tech, inclusa la digitalizzazione completa, i sistemi di gestione automatizzati e la crescita verde. La domanda è come una transizione tecnologica radicale potrebbe funzionare per gli interessi pan-eurasiatici.
Ed è qui che entra in gioco l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) guidata dalla Russia: come dovrebbe funzionare in pratica la spinta dell’EAEU per un partenariato eurasiatico più grande. I relatori includono il presidente del consiglio di amministrazione della Commissione Economica Eurasiatica, Mikhail Mjasnikovich, e una reliquia del passato di Eltsin: Anatolij Chubajs, che ora è il rappresentante speciale di Putin per le “relazioni con le organizzazioni internazionali per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile”.
Devo disfarmi di tutti questi verdoni
Probabilmente la discussione più accattivante dello SPIEF è stata sulla “nuova normalità” [in inglese] (o anormalità) post-Covid-19 e su come l’economia verrà rimodellata. Un’importante sottosezione è su come la Russia può trarne vantaggio, in termini di crescita produttiva. È stata un’opportunità unica per vedere la direttrice amministrativa dell’FMI Kristalina Georgieva, la governatrice della Banca Centrale Russa Elvira Nabiullina e il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov discutere allo stesso tavolo.
È stato Siluanov infatti a prendersi tutti i titoli relativi allo SPIEF quando ha annunciato [in inglese] che la Russia abbandonerà totalmente il dollaro USA nella struttura del National Wealth Fund (NWF) – di fatto il fondo sovrano russo – oltre a ridurre la quota della sterlina britannica. Il NWF avrà più Euro, Yuan e oro, e la quota dello Yen rimarrà stabile.
Questo processo di de-dollarizzazione in corso è stato più che prevedibile. A maggio, per la prima volta, meno del 50% delle esportazioni russe è stato denominato in dollari statunitensi.
Siluanov ha spiegato che le vendite di circa 119 miliardi di dollari in attività liquide passeranno attraverso la Banca Centrale Russa e non attraverso i mercati finanziari. In pratica, si tratterà di un semplice trasferimento tecnico di Euro al NWF. La Banca Centrale, dopotutto, si sta sbarazzando costantemente dei dollari USA ormai da anni.
Prima o poi la Cina seguirà. Parallelamente, alcune nazioni in tutta l’Eurasia, in modo estremamente discreto, stanno aggirando quella che è di fatto la valuta di un’economia basata sul debito – per la cifra di decine di trilioni di dollari, come ha spiegato dettagliatamente Michael Hudson. Per non parlare del fatto che la transazione di dollari USA espone intere nazioni ad una macchina giudiziaria extraterritoriale ed estorsiva.
Sull’importantissimo fronte sino-russo, che permea tutte le discussioni allo SPIEF, c’è il fatto che un pool di esperienza tecnica cinese ed energia russa è più che in grado di consolidare un enorme mercato pan-eurasiatico in grado di far impallidire l’Occidente. La storia ci dice che nel 1400 India e Cina erano responsabili della metà del PIL mondiale.
Mentre l’Occidente si crogiola in un collasso autoindotto in stile Ricostruiamo Meglio, la carovana eurasiatica sembra inarrestabile. Ma poi ci sono quelle fastidiose sanzioni statunitensi.
La sessione del Valdai Discussion Club [in inglese] ha scavato più a fondo nell’isteria: le sanzioni al servizio di un’agenda politica stanno minacciando vaste aree dell’infrastruttura economica e finanziaria mondiale. Quindi torniamo ancora una volta all’inevitabile sindrome del dollaro USA come arma, schierato contro l’India che acquista petrolio iraniano ed equipaggiamento militare russo, o contro le società tecnologiche cinesi.
I relatori, tra cui il viceministro delle Finanze russo Vladimir Kolychev e il relatore speciale delle Nazioni Unite sull’“impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani”, Alena Douhan, hanno discusso dell’inevitabile nuova escalation delle sanzioni anti-russe.
Un altro tema ricorrente nei dibattiti dello SPIEF è che, qualunque cosa accada sul fronte delle sanzioni, la Russia ha già un’alternativa allo SWIFT, e così anche la Cina. Entrambi i sistemi sono compatibili con lo SWIFT nel software, quindi anche altre nazioni potrebbero essere in grado di utilizzarlo.
Non meno del 30% del traffico SWIFT riguarda la Russia. Se questa “opzione nucleare” si avverasse, le nazioni che commerciano con la Russia quasi sicuramente abbandonerebbero lo SWIFT. Inoltre, Russia, Cina e Iran – il trio “minaccia” per l’Egemone – hanno accordi di scambio di valuta, bilateralmente e con altre nazioni.
Lo SPIEF quest’anno ha avuto luogo solo pochi giorni prima dei vertici G7, NATO e USA-UE – che evidenzieranno graficamente l’irrilevanza geopolitica europea, ridotta allo status di piattaforma per la proiezione del potere statunitense.
E avendo luogo a meno di due settimane dal vertice Putin-Biden a Ginevra, lo SPIEF ha svolto soprattutto un servizio pubblico per chi vuole informarsi, tracciando alcuni dei contorni pratici più importanti del Secolo Eurasiatico.
*****
Articolo di Pepe Escobar pubblicato su The Saker il 4 giugno 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[i link in questo formato sono del traduttore]
__________
La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.