Alla partenza per il raduno del G-20 a Buenos Aires, il Presidente Donald Trump ha annullato il suo incontro programmato per il fine settimana con Vladimir Putin, citando come motivo il sequestro e il trattenimento da parte dei militari russi di tre navi ucraine e 24 marinai.

Ma è stato davvero Putin a provocare lo scontro navale di domenica fuori dallo Stretto di Kerč’, la porta del Mar Nero al Mare d’Azov?

O il provocatore è stato il presidente ucraino Petro Poroshenko?

Innanzitutto, un po’ di storia.

Nel 2014, dopo che il regime filo-russo a Kiev fu esautorato dopo un colpo di Stato, e venne installato un regime pro-NATO con il sostegno degli Stati Uniti, Putin staccò e annetté la Crimea, per secoli porto principale della flotta russa del Mar Nero.

Con il ritorno della Crimea, la Russia ora occupa entrambe le sponde dello Stretto di Kerč’. E quest’anno la Russia ha completato un ponte di 20 chilometri sullo stretto, e Putin ha guidato il primo camion ad attraversarlo.

Il Mar d’Azov è diventato virtualmente un lago russo, il cui accesso è controllato dalla Russia, così come l’accesso al Mar Nero è controllato dalla Turchia.

Mentre il mondo si rifiutava di riconoscere la nuova realtà, la Russia ha cominciato ad imporre regole per le navi che transitavano nello stretto, incluse 48 ore di preavviso per ottenere il permesso.

Le navi ucraine, comprese le navi da guerra, devono informare le autorità russe prima di passare sotto il ponte sullo Stretto di Kerč’ per entrare nel Mare d’Azov e raggiungere il loro porto principale di Mariupol.

Domenica, due cannoniere e un rimorchiatore ucraini, partiti da Odessa in Ucraina occidentale, sono passati attraverso ciò che la Russia considera come le sue acque territoriali al largo della Crimea e della Penisola di Kerč’. Destinazione: Mariupol.

Le navi ucraine si sono rifiutate di obbedire alle direttive russe di fermarsi.

Navi da guerra russe hanno sparato contro le navi ucraine e speronato il rimorchiatore. Tre marinai ucraini sono rimasti feriti e 24 membri dell’equipaggio sono stati arrestati.

Il Presidente Trump ha usato il rifiuto della Russia di liberare i marinai come motivo per annullare il suo incontro con Putin.

Mosca sostiene che l’Ucraina ha deliberatamente violato le nuove regole di transito, che Kiev aveva precedentemente osservato, per creare un incidente.

Da parte sua, Putin ha cercato di minimizzare la questione, definendola un “incidente di frontiera, niente di più”.

“L’incidente nel Mar Nero è stata una provocazione organizzata dalle autorità e forse dal presidente stesso. …(Il gradimento di Poroshenko) è in picchiata… Quindi aveva bisogno di fare qualcosa”.

Maxim Eristavi, un membro dell’Atlantic Council, sembra concordare:

“Poroshenko vuole ottenere un vantaggio nella sua campagna elettorale. Sta giocando la carta del comandante in capo che se ne va in giro in uniforme militare, cercando di dimostrare che ha il controllo”.

La nostra Ambasciatrice alle Nazioni Unite Nikki Haley, tuttavia, ha accusato la Russia di “azioni fuorilegge” contro le navi ucraine, e di “un atto arrogante che la comunità internazionale non accetterà mai”.

Com’era prevedibile, i nostri interventisti hanno criticato l’aggressione russa, chiesto di sostenere il nostro “alleato” ucraino, e inviare aiuti militari.

Perché Poroshenko ha ordinato la provocatoria presenza di cannoniere nel Mare d’Azov, ignorando le regole che la Russia aveva predisposto per il passaggio?

Perché Poroshenko, le cui navi da guerra avevano precedentemente attraversato lo Stretto, doveva conoscere il rischio che si stava assumendo, e che la Russia avrebbe potuto opporre resistenza.

Perché ha provocato i russi?

Perché, con i sondaggi che stanno sprofondando, Poroshenko si rende conto che a meno che non faccia qualcosa di drammatico, il suo partito ha poche possibilità nelle elezioni del prossimo marzo.

Subito dopo lo scontro, Poroshenko ha imposto la Legge Marziale in tutte le province al confine con la Russia e sul Mar Nero, ha dichiarato che un’invasione era imminente, ha chiesto nuove sanzioni occidentali a Mosca, ha invitato gli Stati Uniti a stare dalla sua parte, e ha iniziato a visitare le unità dell’esercito in uniforme da combattimento.

Alcuni occidentali vogliono un confronto con Putin ancora più acceso.

Adrian Karatnycky, dell’Atlantic Council, ci esorta ad ammassare forze navali statunitensi nel Mar Nero, inviare missili anti-aerei e anti-nave in Ucraina, aumentare le sanzioni alla Russia, minacciare di espellerla dal sistema SWIFT di transazioni bancarie internazionali, e fare pressione sull’Europa per cancellare gli oleodotti russi Nord Stream 2 e South Stream in Europa.

Ma c’è un problema più grande qui.

Perché il controllo dello Stretto di Kerč’ dovrebbe essere affare nostro?

Perché la disputa ci riguarda, al punto che gli strateghi statunitensi vogliono che affrontiamo la Russia per una Penisola di Crimea che ospita il Palazzo di Livadija, che è stata l’ultima residenza estiva dello Zar Nicola II?

Se l’Ucraina ha avuto il diritto di separarsi dalla Russia nel 1991, perché la Crimea, Donetsk e Lugansk non hanno il diritto di staccarsi da Kiev?

Perché ci lasciamo trascinare nelle liti di tutti – da chi possiede gli isolotti nel Mar Cinese Meridionale, a chi possiede le Senkaku e le Curili meridionali; e se la Transnistria avesse o no il diritto di separarsi dalla Moldavia, a se l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia avessero o no il diritto di separarsi della Georgia, quando la Georgia si separò dalla Russia?

Agli americani importa un fico secco di questi luoghi? Siamo davvero disposti a rischiare la guerra con la Russia o la Cina su chi possiede i diritti su questi luoghi?

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Articolo di Patrick J. Buchanan pubblicato su Unz Review il 30 novembre 2018
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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