Il bombardamento della Jugoslavia [in Inglese] del 24 marzo 1999 è stato lanciato in un momento in cui la Russia era un paese debole che non poteva intervenire per fermare l’aggressione dell’Occidente. La maggior parte dei Russi disapprovava un’altra “Drang nach Osten” dell’Occidente fatta bypassando le sanzioni delle Nazioni Unite. Inoltre, il bombardamento della Jugoslavia ha dato il via alla divisione dell’élite russa fra traditori della nazione e patrioti.
Diciotto anni fa non c’era un Putin né per la Russia né per la civiltà occidentale. Il marchio politico internazionale “Chi è il Signor Putin?” apparve quasi un anno più tardi. La giornata del 24 marzo 1999 fu contrassegnata dalla decisione storica fatta dall’allora Primo Ministro Evgenij Primakov, quando ordinò di eseguire la famosa inversione di marcia sull’Oceano Atlantico. Il suo aereo tornò indietro quando le bombe occidentali ripresero ad uccidere [Il Primo Ministro Primakov era diretto a Washington per una visita ufficiale, ma appena seppe dell’attacco della NATO al paese balcanico decise personalmente di revocarla e tornare immediatamente in Russia, nonostante l’aereo che lo trasportava si trovasse già sull’Atlantico].
Sembra, però, che la principale inversione di marcia di quegli anni non fu l’inversione di marcia geografica sull’Oceano Atlantico. L’inversione ad U della mentalità dell’intelligencija liberale russa fu molto più importante.
Il 24 marzo 1999, quando la NATO lanciò la sua operazione militare contro la Serbia e Montenegro [in Inglese], l’intelligencija russa progressista e filo-occidentale subì uno shock incredibile. L’Occidente, che era solito essere amico e partner della Russia, si era improvvisamente trasformato in un killer russofobo. Il giorno in cui la NATO cominciò ad uccidere i cittadini della Jugoslavia, l’intelligencija russa si divise nelle nuove categorie di “Occidentali” e “Slavofili”.
L’Operazione Union Force (nome in codice della NATO) o Merciful Angel (nome in codice americano) – ovvero l’operazione militare del blocco della NATO contro la Serbia e Montenegro – è stata effettuata dal 24 marzo fino al 10 giugno 1999. Tutti gli invasori asiatici, inclusi i Mongolo-Tartari e gli Unni, hanno commesso azioni barbare – hanno confiscato e rubato. I barbari occidentali hanno dato nomi puramente aritmetici o di belle metafore alle loro azioni ostili – Prima Crociata, Seconda Crociata, o “Tempesta nel Deserto” (tempesta che sarebbe più una tempesta in un bicchiere d’acqua, se non fosse per le numerose vittime).
In Unione Sovietica, quando i funzionari di partito strangolavano il libero pensiero, la maggior parte delle persone si rivolgeva alla “voce dall’Occidente”. La stampa Sovietica non avrebbe detto nulla, ma le voci dall’Occidente erano lì per dire la verità. La maggior parte degli intellettuali russi volgeva lo sguardo all’Occidente, ma nessuno di loro capì che l’Occidente era “morto”. Invece, i Russi erano alla ricerca di una boccata d’aria fresca che, come pensavano, potevano trovare solo in Occidente, ma quell’aria, come si scoprì poi, non era affatto fresca, puzzava di zolfo come l’inferno [in Inglese].
L’intellettuale Sovietico, che in privato criticava il potere Sovietico e simpatizzava con il mondo Occidentale teoricamente “libero”, scomparve quando le bombe cominciarono a cadere sulla Jugoslavia [in Inglese]. L’uomo russo è spesso ingenuo: se un Russo non trova la verità sulla terra, la cercherà o in cielo o da qualche altra parte.
L’“Homo Sovetikus” iniziò a cercare la verità in Occidente – non si rivolse né alle Sacre Scritture né al “Capitale” di Marx.
La crisi nei rapporti con l’Occidente e la NATO non ha avuto inizio nel momento in cui Vladimir Putin è salito al potere in Russia. Essa non è iniziata dopo che la Russia si è riunita con la Crimea, o dopo la creazione della Nuova Russia. La crisi nelle relazioni della Russia con l’Occidente è iniziata con il bombardamento della Jugoslavia quasi 20 anni fa. Prima del marzo del 1999, l’Occidente aveva molti sostenitori sinceri in Russia. Oggi, l’Occidente vi può trovare o un Mazeppa ucraino [Ivan Mazeppa, Atamano dei Cosacchi, tradì Pietro il Grande alleandosi con Carlo XII di Svezia] o un Giuda biblico. Inutile dire che si può comprare un Giuda per una manciata di monete, per poi impiccarlo su un albero di fico.
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Articolo pubblicato da Igor Bukker su Pravda Report il 27 marzo 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[Le note in questo formato sono del traduttore]
In effetti lo dicevo allora nel mio piccolo entourage ( che ovviamente non capì affatto) che le bombe NATO che ammazzavano i serbi a belgrado uccidevano politicamente anche gli “american boys” a mosca.