Il sito web del canale televisivo russo “Tvzvezda” ha pubblicato una serie di articoli sulla Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 dello scrittore Leonid Maslovsky, basati sul suo libro “Russkaya Pravda”, uscito nel 2011.
In questi articoli d’autore, Maslovsky rivela “i miti di un nemico immaginario, la Russia, e gli eventi della Grande Guerra Patriottica che mostrano la grandezza della nostra vittoria”. L’autore dice poi che nei suoi articoli “svelerà l’inutile ruolo tenuto dagli Stati Uniti nei preparativi tedeschi per la guerra contro l’Unione Sovietica”.
La Germania usava metodi di disinformazione semplici ma efficaci: Hitler emanava un ordine di attacco e la data stabilita per l’inizio dell’offensiva veniva successivamente cancellata. Per quanto riguarda l’offensiva sul fronte occidentale, Hitler aveva impartito l’ordine 27 volte e lo aveva annullato 26 volte.
Nei confronti dell’Unione Sovietica si era comportato nello stesso modo. La Germania spargeva disinformazione a piene mani e con successo. Goebbels scriveva nel suo diario, il 25 maggio 1941: “Per quanto riguarda la Russia, siamo riusciti ad organizzare una gran quantità di messaggi non veritieri. Articoli giornalistici falsi non danno alle altre nazioni l’opportunità di capire dove finisce la verità e incominciano le bugie. Questa è l’atmosfera di cui abbiamo bisogno”.
Il 14 giugno del 1941, Goebbels scriveva ancora nel suo diario: “I programmi radiofonici inglesi già dicono che la nostra campagna contro la Russia è un bluff”. Il 15 giugno aggiungeva: “Il nostro gioco ha avuto pieno successo”.
I nostri agenti in Unione Sovietica e in Inghilterra avevano dato credito alla disinformazione tedesca e avevano messo al corrente Mosca sulla presunta data dell’attacco tedesco all’URSS. Erano però passati giorni, settimane e anche mesi dalla data indicata e la Germania non aveva ancora attaccato l’Unione Sovietica. I rapporti della nostra intelligence venivano guardati con sempre più diffidenza.
E poi, il 14 giugno 1941, sui quotidiani sovietici era apparso un comunicato della TASS che negava l’esistenza di voci “sull’imminenza di una guerra fra Unione Sovietica e Germania”, asserendo che non esistevano pretese economiche o territoriali da parte della Germania nei confronti dell’URSS, contestando anche tutte le notizie di presunti concentramenti di truppe tedesche e sovietiche sul confine.
La TASS riportava anche che: “Anche la Germania sta pienamente ottemperando alle clausole del Patto di Non Aggressione Tedesco-Sovietico, esattamente come sta facendo l’Unione Sovietica, ed è per questo che, secondo quanto si dice negli ambienti di governo sovietici, le voci sulla presunta intenzione della Germania di rompere il patto ed attaccare l’Unione Sovietica sono prive di ogni fondamento”. Molotov aveva consegnato questo messaggio della TASS a Schulenberg, il 14 giugno del 1941, ancora prima della sua pubblicazione sugli organi di stampa.
L’annuncio della TASS era stato una mossa diplomatica astuta e dalla tempistica perfetta da parte del governo sovietico, studiata in modo che fossero i Tedeschi stessi a rivelare le proprie intenzioni, perchè, nel caso di un attacco tedesco all’Unione Sovietica, essi potessero essere identificati, senza ombra di dubbio, come gli aggressori.
L’annuncio della TASS era studiato in maniera che la Germania potesse rispondere solo in due modi: dire qualcosa, cioè ribadire le proprie intenzioni di pace o dichiarare guerra, oppure tacere. Rimanere in silenzio però in questo caso era praticamente una dichiarazione di intenti per una futura apertura delle ostilità nei confronti dell’Unione Sovietica.
Hitler non poteva fare nulla per controbattere la mossa del governo sovietico e così in Germania il messaggio non era stato neppure menzionato. Il governo sovietico, guidato da Stalin, aveva fatto capire al mondo che la Germania avrebbe attaccato presto l’Unione Sovietica.
Tutte le affermazioni infondate sul fatto che Stalin ritenesse che la Germania non potesse attaccarci e che pertanto non avesse preso tutte le precauzioni per respingere l’aggressione, sono assolutamente prive di fondamento.
Prima dell’annuncio della TASS, il 10 maggio 1941, Rudolf Hess si era paracadutato sulla Scozia. Era stato un fedele seguace di Adolf Hitler, e aveva in seguito occupato una delle maggiori cariche nella Germania nazista. Ci sono tutte le ragioni di credere che Hess volesse, a nome di Hitler, raggiungere con la Gran Bretagna un accordo basato su mutue concessioni, in questo modo la Germania avrebbe potuto iniziare una guerra con l’Unione Sovietica senza paura di essere attaccata alle spalle.
Nonostante tutte le azioni intraprese dal governo sovietico per assicurarsi un secolo di pace dopo la guerra e nonostante nessuno possa accusare di aggressione l’Unione Sovietica, ci sono però decine di “storici”, come Viktor Suvurov, che scrivono che l’Unione Sovietica aveva attaccato o voleva attaccare la Germania.
Egli scrive queste cose nonostante il fatto che tutta la storia della Seconda Guerra Mondiale faccia chiaramente capire come l’aggressore sia stata la Germania nazista, che aveva attaccato non solo l’Unione Sovietica, ma anche molte altre nazioni. Il gruppo dirigente tedesco, e Adolf Hitler personalmente, avevano più volte dichiarato pubblicamente la loro intenzione di procurarsi spazio vitale all’est, e la necessità di impossessarsi della terra appartenente alle razze considerate inferiori: i vasti territori dell’Unione Sovietica.
Parla inoltre dei progetti aggressivi dell’Unione Sovietica, sapendo bene che, fin dall’inizio, dalla formazione del Partito Nazista, e poi con l’avvento al potere di Hitler, la Germania aveva sempre guardato con cupidigia verso est, verso l’Unione Sovietica, e il suo scopo era la dominazione totale. Questo progetto era stato annunciato al mondo intero e oggigiorno gli accusatori della Russia fanno finta di non saperlo.
Essi mentono deliberatamente e infangano il popolo più pacifico della Terra, il popolo russo. Anche Hitler, in un discorso tenuto ad una riunione al quartier Generale, il 9 gennaio 1941, aveva detto: “Stalin, che è capo della Russia, è una testa fina e non si opporrà apertamente alla Germania”. E, il 5 maggio 1941, l’addetto militare in Unione Sovietica Krebs riferiva ad Halder: “I Russi faranno qualsiasi cosa per evitare una guerra. Faranno qualunque concessione, anche territoriale”.
La nostra più grande sfortuna è che l’Occidente liberale finanzia individui che, deliberatamente distorcono la nostra storia e i media liberali pubblicizzano con tutti i mezzi disponibili i lavori di questi falsari. Il bugiardo di cui si parla è Viktor Suvurov (il vero nome è Rezun) di nazionalità inglese. I suoi libri ingombrano gli scaffali delle librerie russe e hanno “educato” una buona parte delle nuove generazioni. Sono convinto che nessuna nazione occidentale, in nessuna circostanza, avrebbe mai permesso una cosa del genere.
I nostri intellettuali credono che, a seguito delle purghe del 1937-1938, ufficiali maturi e con esperienza siano stati sostituiti da rimpiazzi giovani ed inesperti e questo avrebbe portato alle gravi sconfitte subite all’inizio della guerra.
In realtà, era tempo di rimpiazzare i morti: J.B. Gamarnik, V. M. Primakov, M. N. Tukhachevsky, I. F. Fedko, I. E. Yakir, with G.F. Zhukov, Konev, Malinovsky, Rokossovsky, F. I. Tolbukhin, che avevano partecipato alla Prima Guerra Mondiale, eccetto Tolbukhin, che era già un ufficiale, come soldati semplici. Tutti quanti erano stati promossi al loro rango per i loro meriti in battaglia, nel servizio militare e nello studio.
Tutti coloro che erano stati sostituiti non avevano partecipato alla Prima Guerra Mondiale ed erano stati promossi per i loro meriti nella guerra partigiana. M.N. Tukhachevsky aveva partecipato alla Prima Guerra Mondiale solo per pochi mesi. L’addestramento delle truppe, all’epoca di Uborevich e Yakir, era molto scarso e i comandanti molto poco qualificati, e questo è provato dai documenti che descrivono la condizione in cui si trovava l’Armata Rossa in quegli anni, in modo particolare nel 1936.
Nel periodo fra il 1937 e il 22 giugno 1941 il numero dei soldati dell’Armata Rossa era aumentato di 3,56 volte: da 1.433.000 a 5.100.000 persone. Il 1 gennaio 1941 il corpo ufficiali era costituito da 580.000 uomini e, il 22 giugno, da 680.000. Praticamente tutti gli ufficiale dell’Armata Rossa provenivano dall’accademia militare, coloro che prima della guerra non avevano ricevuto un’educazione di questo tipo non erano più dello 0.1% del totale. Tutto questo fa capire come non ci sia stata affatto la decapitazione dell’esercito.
Per tre anni, dal 1 gennaio 1937 al 1 maggio 1940, l’esercito aveva congedato 36.898 persone per i motivi più disparati, compresi quelli dovuti a malattia, limiti di età e cattiva condotta, non 40.000 come si crede comunemente.
Secondo l’articolo 58, vennero arrestati 9.913 soldati e 1.364 vennero condannati alla pena capitale.
Durante il periodo delle purghe nel corpo ufficiali, tenendo conto di quanti erano stati dimessi o reintegrati, vennero congedate in realtà 13.685 persone. In relazione al numero di ufficiali presenti nell’Armata Rossa al 31 dicembre 1940, la percentuale dei congedati dall’esercito per motivi politici è del 2,36%. Inoltre, questo 2,36% di ufficiali licenziati era stato sostituito da personale adddestrato.
Da quanto riportato sopra, è evidente che tutti i discorsi sulla “decapitazione dell’esercito” alla vigilia della Grande Guerra Patriottica del 1941-1945, semplicemente non sono veri.
Si può certamente affermare che il nostro corpo ufficiali, il 22 giugno 1941 non era sufficientemente preparato a combattere una guerra moderna, di nuovo tipo, contro un nemico che disponeva di forze assai superiori, ma la ragione di questa impreparazione non è correlata alle purghe nell’esercito.
Possiamo comunque essere d’accordo sul fatto che era quasi impossibile trovare ufficiali capaci di essere alla pari e di opporsi ad un esercito che aveva conquistato tutte le nazioni europee, Francia compresa, che aveva numerosi alleati e un armamento doppio di quello dell’Armata Rossa.
*****
Pubblicato su FortRuss il 29 Gennaio 2016
Tradotto in Italiano da Mario per Sakeritalia.it
Questi dittatori cattivi… con tutti i bagni di folla e gli avversari dei “buoni” che hanno nessuno li ha mai stesi prima che nuocessero al mondo… chissà perchè? Kennedy invece lo hanno steso subito. Strano.
A me sembra tanto che il Sionismo non abbia avversari da nessuna parte e in nessun tempo. Sbaglio?
Sono riusciti a tramutare in una loro vittoria la sconfitta che hanno patito grazie alla Russia nella seconda guerra mondiale. Hanno imposto al mondo le logiche del capitalismo e le loro leggi valutarie attraverso la globalizzazione liberista, imponendo il potere delle multinazionali, delle grandi banche d’affari e dei fondi di investimento. Con la mano militare o condizionando l’economia, le regole fiscali e giuridiche, o usando la speculazione finanziaria, hanno sottomesso popolazioni d’intere nazioni. Hanno favorito un clima di paura con la diffusione della criminalità e del terrorismo; con l’uso dell’ideologia hanno favorito le divisioni nella politica, nella religione e in tutti gli ambiti che regolano la vita delle comunità. Hanno attaccato le fondamenta del vivere civile e l’organizzazione sociale mettendo in discussione il ruolo della famiglia e snaturando tutto ciò che crea identità a livello culturale e persino biologico, in questo modo hanno attaccato le basi antropologiche della natura umana. Hanno usato la droga, il sesso, il denaro e il potere come strumenti di corruzione. Nonostante tutto ciò, non sono riusciti a sottomettere ancora il mondo, anzi. In Messico, che hanno reso uno dei laboratori più avanzati della loro sperimentazione, la gente non si è arresa e continua a lottare. Lo stessa cosa, tra alti e bassi, avviene in tutta l’America Latina. In Medioriente non riescono a sfondare, e il loro piano di ridisegnare l’intera area è sempre più in alto mare. Dalla Russia hanno dovuto sloggiare mantenendo poche quinte colonne nei media ma con la Banca Centrale ancora nelle loro mani. Solo su di noi la loro influenza si è stretta con più forza ma per riuscirci hanno dovuto mentire e nascondere la vera natura delle loro operazioni usando le maschere della libertà, della democrazia, dei diritti civili, delle “operazioni umanitarie”. Riescono a passare solo se mentono e nonostante l’esistenza di una fascia corruttibile della società. Si tratta però di una minoranza che noi stessi abbiamo portato alla guida della cosa pubblica, gente che non riesce a reggere più il gioco della finzione, le cui carte sono sempre più scoperte. Ora il loro più grande avversario è quest’alleanza di paesi che vogliono ridisegnare la struttura delle relazioni internazionali e cancellare il loro progetto di un unico governo mondiale. Ma ancora prima, l’avversario principale siamo noi, è la coscienza di ognuno, la capacità di mantenersi centrati e di non ascoltare il canto ammaliatore delle loro sirene.