Questo è un articolo informativo di Dimitry Orlov: http://www.cluborlov.com [in inglese]. Io uso gli scritti di Orlov e The Saker per verificare le mie conclusioni.
Nel suo articolo Orlov è arrivato alla conclusione che gli Stati Uniti sono una nazione morta, che ancora cammina, ma non ormai più la sola superpotenza. Sono d’accordo con Orlov che i sistemi d’arma USA sono focalizzati più sul profitto che sull’efficacia, e che la Russia ha armi di maggior qualità, perché queste ultime sono ideate per la difesa, più che per il dominio.
Tuttavia, nella sua valutazione di una possibile guerra nucleare, penso che Orlov sottovaluti l’impegno dei neo-conservatori di Washington per un’egemonia Statunitense mondiale, la loro incoscienza, e Hillary Clinton. Washington è furiosa che la Russia (e la Cina) abbiano il coraggio di resisterle, e questa rabbia toglie la capacità di ragionare.
Inoltre credo che Orlov sottostimi la debolezza del governo russo provocato dagli “Integrazionisti Atlantici”. Quest’ultimi sono membri dell’élite russa e credono che il futuro della Russia dipenda dall’integrazione con l’Ovest. E per raggiungerla sarebbero persino in grado di sacrificare una indeterminata quantità di sovranità russa.
La mia conclusione è che Washington è a conoscenza della pressione che grava sul governo russo, e questo è il perché Washington, con uno strattone diretto alla Russia, ha tranquillamente orchestrato il colpo di Stato che ha rovesciato il governo ucraino. Credo che questa pressione spieghi anche gli errori che il governo russo ha fatto declinando le richieste delle Repubbliche di Donetsk e Luhansk di essere reincorporate nella Federazione Russa, e nel prematuro ritiro dalla Siria, permettendo così a Washington di approvvigionare gli jihadisti e di intromettere le Forze Armate Statunitensi nel conflitto, complicando in tal modo la situazione di Russia e Siria.
Orlov vede in vantaggio i russi nel conflitto in corso tra Kiev e le repubbliche separatiste, e ciò potrebbe comportare la caduta del Governo fantoccio degli Stati Uniti a Kiev. Tuttavia lo svantaggio è che del conflitto in corso viene accusata la Russia, e ciò alimenta la propaganda occidentale anti-russa. Sembra che questo renda la Russia debole e insicura di sé stessa, come se la critica occidentale sulla reincorporazione della Crimea alla Russia abbia colpito nel segno, e quest’ultima ora ha paura di ripetere lo stesso con le repubbliche separatiste.
Inoltre, se il governo russo avesse accettato le richieste del Donetsk e Luhansk di essere annesse alla Russia, da cui si erano ufficialmente separate, non solo sarebbe finita la guerra, ma il popolo ucraino avrebbe compreso il disastro causato dal colpo di Stato di Washington contro il loro Governo, e sua volta, l’Europa avrebbe compreso dalla decisa azione russa che non è nel proprio interesse provocare la Russia per favorire Washington. La risposta russa è stata impedita dal desiderio degli Integrazionisti Atlantici di calmare Washington.
A differenza di Orlov, il Saker sottovaluta la forza militare russa, ma comprende i vincoli posti alla risolutezza russa dagli Integrazionisti Atlantici, che sembrano contare tra le loro fila l’establishment economico, includendo la Banca Centrale e forse, persino il Primo Ministro. Nonostante ciò Putin non sembra essere eccessivamente preoccupato per ciò che a me sembra una sorta di 5° colonna di agenti di Washington, dato che lo stesso Putin ha fatto grandi azzardi per raggiungere un accordo con l’Occidente. Ma ha utilizzato la mano pesante sui finanziatori americani delle NGO che hanno provato a destabilizzare la Russia.
Le analisi di esperti e università occidentali sulla Russia sono solo propaganda, e quindi unitili per comprendere la situazione. Ad esempio in questo numero di The National Interest, Thomas Graham, che si occupava degli affari russi nel Consiglio di Sicurezza Nazionale durante il regime di George W. Bush, attribuisce la “destabilizzazione dell’Est Ucraina” alla “annessione russa della Crimea”. Quindi evita di menzionare il rovesciamento orchestrato dagli Stati Uniti di un governo ucraino eletto, e che la popolazione della Crimea ha votato in massa (97%) per la riannessione alla Russia dopo aver visto che governo russofobico Washington ha insediato a Kiev. Qui l’articolo in originale [in inglese].
Secondo Graham, il misfatto dell’accettazione da parte della Russia di un esito democratico ha sconvolto tutti gli atteggiamenti amichevoli, di sostegno e di speranza di Washington verso la Russia.
Con tutti i “presupposti che hanno guidato la politica statunitense nei confronti della Russia”, elaborati da Washington, ma ora irrimediabilmente lacerati, non è più possibile sostenere che la Russia sia “un partner idoneo ad affrontare questioni internazionali”. Graham continua a definire la Russia come un problema, poiché favorisce un mondo multi-polare rispetto ad uno uni-polare, gestito da Washington.
È possibile leggere la ripetizione della linea propagandistica quando Graham si genuflette davanti ai neo-conservatori prima di procedere, assumendo un profilo basso e silenzioso, ad attaccare il loro comportamento egemonico nei confronti della Russia. Nel suo paragrafo conclusivo Graham ci dice che Washington deve assolutamente elaborare un nuovo accordo con la Russia, un accordo fatto di stabilità e limiti che impediscano “il ricorso alla forza, che sarebbe devastante dato il potere distruttivo delle armi moderne.”
Tutto sommato, è un astuto discorso che inizia incolpando la risposta russa alle provocazioni di Washington per una pericolosa situazione, e si conclude dicendo che Washington deve assolutamente adattarsi alla difesa russa dei propri interessi nazionali.
È rassicurante vedere un po’ di realismo tornare lentamente nei comportamenti di Washington nei confronti della Russia. Tuttavia, questa visione realistica rappresenta ancora una minoranza, ed è improbabile che un regime con a capo Hillary Clinton possa seguire questa visione.
A mio parere, la possibilità di una guerra nucleare provocata dai neo-conservatori, errori di valutazione o falsi allarmi rimangono elevate. Le provocazioni da parte delle forze armate US/NATO e le istallazioni di basi missilistiche nelle vicinanze dei confini russi, sono azioni incoscienti che creano tensione tra potenze nucleari. È in tempi di tensione che falsi allarmi vengono presi sul serio ed errori di valutazione vengono commessi. Nell’interesse della vita sulla terra, Washington dovrebbe ridurre drasticamente la tensione con la Russia, e non alimentarla. Sino ad ora non vi sono segni che i neo-conservatori siano disposti a rinunciare alla loro egemonia per il bene della vita su questo pianeta.
Paul Craig Roberts è stato Assistente del Segretario del Tesoro per la Politica economica ed editore associato del Wall Street Journal. E’ stato editorialista di Business Week, Scripps Howard News Service e Creators Syndicate. Ha ricoperto molte cariche universitarie. Le sue rubriche di internet hanno attirato un vasto seguito in tutto il mondo. Gli ultimi libri di Roberts sono stati The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of the West, How America Was Lost, e The Neoconservative Threat to World Order.
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Articolo di Paul Craig Roberts pubblicato da Global Research il 26 Agosto 2016
Traduzione in Italiano a cura di Davide per SakerItalia.it
Secondo il bravo Craig Orlov sottostima la forza degli atlantisti all’interno del potere russo.
E’ possibile e questo spiegherebbe perché Usa e ucronazi erano tanto tranquilli di poter fare i loro porci comodi. Però anche Putin conta qualcosa e quindi ammericani e ucronazi sono stati presi di contropiede quando la russia ha cominciato (forse con ritardo ma in modo efficace) ad aiutare il donbass anche militarmente…sebbene sempre “sotto traccia”.
Saker, invece, sempre secondo Craig, sottostima la forza militare russa.
In effetti non ho trovato molto convincente l’opinione di Saker secondo il quale i russi potrebbero proiettare la loro forza massimo a 200 o 400 km dai loro confini e penso che forse saker ci tiene a sminuire la forza russa per non dare fiato alle trombe della propaganda occidentale secondo cui la russia è aggressiva e vuole restaurare il suo impero.
Tranquilli – sembra allora dire Saker – la russia ha solo un esercito difensivo che può operare al massimo a 200 o 400 km oltre i propri confini.
Io penso che i russi hanno sbagliato a non intervenire con maggiore decisione in Ucraina però che colpa possiamo dare a Putin se deve mediare continuamente tra un’ala che definirei militarista-statalista e un’ala liberista alla Kudrin o alla medvedev che mettono i bastoni tra le ruote?
Quanto alla Siria Putin non è certo intervenuto per aiutare Assad a riprendersi tutta la Siria! E’ intervenuto per mantenerlo in sella almeno in una parte (forse quella migliore) della siria e per dare una sonora legnata a quelli del califfato. Mi sembra che ci sia riuscito.
Poi in parte ha lasciato il campo per favorire un qualche accordo di suddivisione della siria. Non so se ci riuscirà ma lo spero.
Resta il fatto che condivido con Craig il giudizio sulla relativa debolezza di Putin a causa soprattutto della quinta colonna interna al governo russo…che poi ci sia anche del suo (cioè di Putin stesso) nel non molestare troppo gli ammericani è possibile tant’è che continua imperterrito a definirli “partner” mentre quelli sarebbero felici di seppellirlo.
Vedremo con la Clinton presidentessa (com’è probabile) come evolverà la situazione anche all’interno del governo russo.
Qualcosa mi fa supporre che la quinta colonna piano piano sarà eliminata o comunque messa in condizione di non nuocere troppo.
Se, invece in Usa dovesse prevalere Trump, forse la quinta colonna potrebbe rafforzarsi.
Sono d’accordo con te su tutto tranne sul rafforzamento della quinta colonna…putin ormai è diventato uno avversario da temere e non da sottovalutare anche se gli americani fingono il contrario…non sbaglia piu una mossa ,anzi ad ogni attacco americano riesce a trattare vantaggio e trovare sempre il lato positivo per così dire…
Senza contare che ha una fama popolare a livelli di stalin se non addirittura più grande ,è riuscito a riportare la Russia alla superpotenza che era una volta, la quinta colonna sarà eliminata a breve secondo me, sta solo aspettando il momento giusto…
L’unica cosa che mi dispiace è per il popolo turco, credo che abbia fatto losco patto erdogan ma spero sempre riesca a fregarlo i qualche modo,magari dopo che avrà definitivamente chiuso con la nato e Washington
se dovesse vincere la psicopatica e l’infame Clinton credo che causerebbe un casino tale che gli stessi atlantisti in seno al governo russo (cioè la quinta colonna) ne rimarrebbero scioccati al punto di non potersi più opporre alla strategia di Putin di contenimento prima e di contrapposizione poi agli ammericani.
Se invece dovesse vincere Trump, la sua politica di apparente conciliazione coi russi potrebbe favorire la quinta colonna con la sua strategia di avvicinamento agli Usa.
Razionalmente spero che vinca la Clinton, emotivamente spero che vinca Turmp….che mi è anche molto meno antipatico.
Certo che la Russia possiede armi superiori! Basta vedere l’enorme quantitá di humvee (inutili in condizioni di battaglia intense, efficaci(citazione necessaria) solo contro piccole forze poco armate(non a caso la Russia delle auto con su un mitragliatore non ne ha in servizio)).
F35 bidone volante.
Forze di difesa aera praticamente due generazioni indietro a quelle russe.
Abrams obsoleto e inefficace(come dimistrato dalla guerra in yemen,facilmente distruttibile dai missili antitank russi).
Forze navali facilmente interdibili e mal fatte(come riporta un rapporto Usa citato su Difesa onlie).
La lista è ancora lunga.
Senza contare il riarmo e ammodernamento russo.
in questa analisi non si tiene conto che la Russia ha un alleato che volente o nolente dovrà intervenire contro gli USA ed è questo che rende disperati i banditi che occupano la casa bianca e quella nera del pentagono .