Secondo RT, che cita un sondaggio del Levada Center [entrambi i link in inglese],
Un nuovo sondaggio ha rivelato che oltre il 50% dei russi è deluso dal governo di Dmitrij Medvedev, ritenuto non in grado di frenare la crescita dei prezzi e di fornire posti di lavoro alle persone. Circa il 23% ha dichiarato di essere assolutamente sicuro che il governo debba dimettersi, con un altro 30% che dice al Levada Center di propendere verso questa opinione. Ciò significa che a un 53% totale piacerebbe un nuovo governo per il paese. La fiducia nel governo si è sbriciolata da settembre, quando solo il 23% chiedeva le sue dimissioni. Allo stesso tempo, la percentuale di persone secondo le quali il governo dovrebbe restare in carica è del 40%, con il 14% che esprime piena fiducia nel governo e il 26% che ritiene le dimissioni non la migliore idea.

Il gradimento di Putin e di Medvedev. Fonte: http://www.levada.ru/en/ del 15 gennaio 2019. (Più dettagli qui: https://www.levada.ru/en/ratings/).
Questo era assolutamente prevedibile e, in effetti, ho previsto proprio questo quando ho scritto [in italiano]:
Un commento che ho appena visto nella chat di YouTube sulla inaugurazione era succinto e arrivava al punto: “Путин кинул народ – мы не за Медведева голосовали” o “Putin ha tradito il popolo – non abbiamo votato per Medvedev”. Questo sarà un sentimento molto condiviso, temo. (…) Medvedev è impopolare e la maggior parte dei russi spera di vedere una nuova faccia. Eppure Putin ha ignorato questo sentimento pubblico. Questo è un segnale molto preoccupante, secondo me.
In un articolo successivo ho scritto che
è abbastanza chiaro per me che un nuovo tipo di opposizione russa si sta lentamente formando. Beh, è sempre esistita, in realtà – sto parlando delle persone che hanno sostenuto Putin e la politica estera russa, e che non hanno gradito Medvedev e le politiche interne russe. Ora la voce di quelli che dicono che Putin è troppo morbido nella sua posizione verso l’Impero diventerà solo più forte. Così come lo saranno le voci di coloro che parlano di un grado veramente nocivo di nepotismo e clientelismo nel Cremlino (di nuovo, Mutko è l’esempio perfetto). Quando tali accuse provenivano da rabbiosi liberali filo-occidentali, hanno avuto pochissima trazione, ma quando arrivano da politici patriottici e persino nazionalisti (Nikolaj Starikov per esempio) iniziano a prendere una dimensione diversa. Ad esempio, mentre il buffone di corte Žirinovskij e il suo partito LDPR hanno appoggiato lealmente Medvedev, il Partito Comunista e Russia Giusta no. A meno che la tensione politica intorno a figure come Kudrin e Medvedev non venga in qualche modo risolta (forse uno scandalo tempestivo?), potremmo assistere alla crescita di un vero movimento di opposizione in Russia, e non del tipo guidato dall’Impero. Sarà interessante vedere se le valutazioni personali su Putin inizieranno a calare, e cosa dovrà fare per reagire all’emergere di un’opposizione così reale.
Pensatela in questo modo: sappiamo da TUTTE le elezioni passate che il segmento filo-occidentale della popolazione russa si aggira intorno all’1-3% (è per questo che non può entrare nella Duma). Ma diamo generosamente a quell’opposizione liberale dura e pura il 5%, per amor di discussione. Quindi, se il 53% dei russi vuole un nuovo governo, e se il 5% dei russi sono liberali duri e puri filo-occidentali, allora chi sono il restante 48%?
Oppure: se il 53% dei russi vuole un nuovo governo, e se il tasso di approvazione di Putin è ancora da qualche parte intorno al 65%, chi sono quei russi a cui piace Putin ma non amano il governo di Medvedev?
C’è un argomento facile e pretestuoso che ho spesso dato per spiegare questo fatto:
Il Levada Center è ufficialmente classificato [in russo] come “agente straniero” secondo la legge russa. Questo ha senso: per prima cosa, il Levada Center riceve [in russo] la maggior parte dei suoi finanziamenti dall’estero, compresi gli Stati Uniti e persino il Pentagono! Inoltre, il Levada è composto da liberali (nel senso russo della parola che in realtà significa “filoamericani”) i cui pregiudizi si riflettono anche nel loro lavoro. Tuttavia, mentre questo è tutto vero, il Levada è ancora abbastanza credibile da essere citato anche dai funzionari russi. Infine, il tipo di risultati pubblicati dal Levada è generalmente simile ai risultati dell’istituto per i sondaggi ufficiale VTsIOM [in inglese], non sono precisissimi, ma spesso riflettono tendenze simili (consultate la pagina in lingua inglese del VTsIOM). Quindi il fatto che Putin sia molto più popolare di Medvedev, o che la maggioranza della popolazione russa non sia soddisfatta del governo non è in dubbio.
Quindi, a prescindere dai numeri reali, è chiaro che il governo russo è popolare solo tra coloro ai quali permette di fare un sacco di soldi (corporazioni e vari milionari e miliardari), e che a tutti gli altri non piace.
Eppure, recentemente a Putin è stato chiesto se fosse felice del governo e la sua risposta è stata “nel complesso sì” [in russo].
Questo tipo di yoga politico è difficile da sostenere a lungo termine: se Putin è il paladino degli interessi della gente comune e se la maggior parte delle persone comuni ritiene che il governo si preoccupi più di milionari e miliardari, allora come può il presidente dire che è “nel complesso felice” del governo?
È davvero una vergogna che le basi del Marxismo-Leninismo non vengano più insegnate nelle scuole e nelle università (anche alcuni autodefinitisi “Comunisti” sono chiaramente all’oscuro di ciò che hanno insegnato Marx, Lenin o persino Hegel!). Non perché le soluzioni sostenute da Marx e dai suoi seguaci siano così universalmente efficaci, ma perché si può usare la cassetta degli attrezzi concettuale Marxista-Leninista per capire meglio il mondo in cui viviamo, e si può fare ciò senza necessariamente appoggiare le soluzioni offerte dal Marxismo. Ad esempio, almeno in Occidente, pochissime persone sono consapevoli di questa semplice definizione Marxista-Leninista di ciò che uno Stato, qualsiasi Stato, in realtà è. Secondo Lenin, lo Stato è semplicemente un “apparato di coercizione e violenza con il quale la classe dominante governa la società”. Nello specifico Lenin ha scritto:
In sostanza, lo Stato è un apparato di governo creato dalla società umana. Quando appare un tale gruppo di persone, che si preoccupa solo di governare sugli altri, e che a tale scopo ha bisogno di un apparato di coercizione che possa costringere le persone ad obbedire per mezzo di prigioni, unità speciali, forze armate, eccetera – questo è il momento in cui appare lo stato (Lenin, tutte le opere, vol. 39, pagina 69).
Da un punto di vista marxista, ogni Stato è sempre e per definizione la dittatura della classe dominante, che è una cosa buona, almeno secondo i marxisti, quando questa classe dirigente è composta da operai e popolo, ed è una cosa molto brutta quando la classe dominante è la plutocrazia.
Nell’Occidente postmoderno, dove il discorso politico è stato ridotto ad una forma particolarmente nauseabonda di flatulenza intellettuale, le nozioni stesse di “classe” e “lotta di classe” sono state completamente sostituita da fumose politiche (pseudo-)identitarie, che hanno completamente offuscato i veri problemi che il nostro mondo sta affrontando. Quindi, rimuovendo i concetti e le categorie necessari per capire la natura della lotta che si sta verificando a livello internazionale, ma anche all’interno di ciascuno dei paesi che attualmente vivono sotto il giogo Anglo-Sionista, i leader dell’Impero hanno privato le persone che governano dei mezzi per capire perché e come sono oppressi. Tutte quelle sciocchezze sui diritti dei “gay”, sul controllo delle armi, su #meetoo, i molti scandali sessuali, la lotta per l’identità razziale (bianca o nera o qualsiasi altra), l’aborto, le droghe e tutto il resto della merda che ci viene propinata quotidianamente dalla macchina propagandistica Anglo-Sionista sono principalmente una distrazione per tenere gli occhi della popolazione generale lontani dai problemi reali. In un certo senso, questa zombificazione e ridirezionamento verso argomenti fasulli ha esattamente la stessa funzione del mantello rosso del torero: tenere occupato il toro cercando di fargli aggredire un innocuo pezzo di stoffa rosso, per non fargli assolutamente capire la vera causa della sua sofferenza e della sua morte finale.
Da questo punto di vista, il popolo russo è molto più informato e ha una migliore comprensione di ciò che sta accadendo. Ad esempio, mentre in Occidente la gente definisce la “democrazia” come “potere del popolo” (o qualcosa di simile), in Russia c’è una barzelletta che afferma che “la democrazia è il potere dei democratici” che, in Russia, è una parola in codice/eufemismo generale per “i ricchi liberali filoamericani” che vogliono trasformare la Russia in una sorta di “Polonia più grande” o qualcosa di altrettanto poco interessante.
Vari “intellettuali” filo-occidentali amano dire che questa è una vecchia patologia russa: dire che lo zar (presidente) è molto buono, ma la sua corte (i ministri) è cattiva, e che questo non ha assolutamente senso. Queste sono persone che arrivano perfino a negare l’esistenza di una lotta tra quelli che chiamo Sovranisti Eurasiatici (più o meno i sostenitori di Putin) e gli Integrazionisti Atlantici (all’incirca Medvedev e il “blocco economico” di questo governo).
La gente che nega questo mi ricorda qualcosa che Berthold Brecht scrisse dopo la rivolta del 1953 a Berlino [in italiano] in un breve poema intitolato “La Soluzione”: (corsivo e grassetto aggiunti)
Dopo la rivolta del 17 giugno
il segretario dell’Unione degli scrittori
fece distribuire nella via Stalin dei volantini
sui quali si poteva leggere che il popolo
si era giocata la fiducia del governo
e la poteva riconquistare soltanto
raddoppiando il lavoro. Non sarebbe
più semplice, allora, che il governo
sciogliesse il popolo e
ne eleggesse un altro?
Questa profonda alienazione dalle masse russe, questa nozione secondo cui il popolo russo non è, ancora una volta, riuscito a comprendere le “parole sagge” della “intellighenzia progressista” e delle altre “élite” (soprattutto finanziarie) ha afflitto le classi dirigenti russe dai tempi di Pietro I, ed è ancora al centro della loro visione del mondo. Credetemi, i “liberali” russi e le persone in Occidente che negano che ci sia una quinta colonna in Russia [in italiano] sono psicologicamente e politicamente uniti all’altezza dell’anca: nessuno dei due può accettarlo. Inoltre, sia i “liberali” russi che quelli che credono nei valori occidentali di “democrazia” e “capitalismo del libero mercato” condividono esattamente la stessa visione del mondo: vogliono che il popolo russo diventi “europeo”, non in senso geografico, ovviamente (geograficamente parlando la maggior parte dei russi vive nella parte europea della Russia), ma culturalmente! Questo è ciò che i Papi volevano, questo è ciò che i massoni francesi volevano, questo è ciò che i nazisti volevano, e questo è ciò che vogliono gli Anglo-Sionisti. Quel sogno di trasformare i russi in europei purificandoli totalmente da ogni “russità” è ciò che ha unito *tutti* gli invasori della Russia nel corso dei secoli.
Ma i “testardi” russi non sembrano “capirlo” e, per una ragione totalmente misteriosa, resistono sempre a tutti questi “benevoli” tentativi di “civilizzarli”.
Questo è esattamente ciò che vediamo oggi: Putin e i suoi Sovrani Eurasiatici cercano quanto più possibile di *rendere sovrana* la Russia; in altre parole, vogliono rendere la Russia *veramente* russa di nuovo. Ciò sembrerebbero le basi , ma è categoricamente inaccettabile per i plutocrati russi e per i loro sostenitori in Occidente. Quindi ogni tipo di difesa della russità della Russia viene immediatamente e sprezzantemente liquidata come “sinistra nazionale”, “nazionalismo” o, Dio non voglia!, “monarchismo”. E, quando la persona che cerca di spiegare che la Russia dovrebbe essere russa, usa concetti o categorie marxiste, questi argomenti vengono liquidati come “retorica obsoleta di un sistema che ha fallito e screditato sé stesso”. Ciò che non riescono a capire è che dire che il crollo dell’Unione Sovietica fu dovuto principalmente/esclusivamente all’ideologia marxista o comunista è altrettanto stupido quanto accusare dell’attuale collasso della democrazia negli Stati Uniti gli scritti dei Padri Fondatori piuttosto che i politici figli di puttana che stanno distruggendo questo paese giorno dopo giorno dopo giorno. Ditemi: quando gli USA finalmente mangeranno la polvere, dichiarerete semplicemente che “la democrazia è morta” e che il “collasso degli Stati Uniti ha dimostrato che la democrazia non è un regime praticabile”? Quindi sì, l’Unione Sovietica è effettivamente crollata, spezzata in 15 pezzi dalla sua stessa élite dominante (la Nomenklatura [in italiano]), ma le idee contenute nell’ideologia Marxista-Leninista non solo non sono state “sconfitte” – non sono nemmeno state sfidate (più su questo problema qui [in inglese]).
Ma, grazie a Dio!, la maggior parte dei russi non è ancora intenzionata a far parte del “collettivo culturale europeo Borg”, almeno non in senso culturale. E nonostante i 300 anni di oppressione da parte di vari regimi filo-occidentali (con vari gradi di russofobia, non tutti ugualmente cattivi), il popolo russo vuole ancora rimanere russo, non solo parlando una lingua, ma avendo un governante e un regime al potere che sentono difenda i loro interessi e non gli interessi della classe dominante. Vogliono vivere nella loro sfera di civiltà, e non nel tipo di deserto intellettuale post-Cristiano che l’Occidente è diventato.
Molti decenni di rabbiosa russofobia da parte dei sovrani dell’Impero Anglo-Sionista hanno convinto il popolo russo che non ha amici tra le élite dirigenti europee o nordamericane e che la vera libertà arriva attraverso la liberazione, non la sottomissione. Quello, e l’orribile esempio delle conseguenze dell’“Euromaidan” in Ucraina.
Per l’immensa irritazione e frustrazione delle classi dirigenti occidentali, la maggior parte dei russi non è ancora intenzionata ad essere incorporata nel “collettivo europeo Borg”, almeno non in senso culturale. E nonostante i 300 anni di oppressione da parte di vari regimi filo-occidentali (con vari gradi di russofobia, non tutti erano ugualmente cattivi), il popolo russo vuole ancora rimanere russo.
In fin dei conti, non si tratta del PIL o della disponibilità di beni di consumo a basso costo. Alla fine, tutto dipende dai valori reali [in italiano], morali, etici, spirituali e di civiltà. Questo era vero mille anni fa, e questo è ancora vero oggi. Almeno in Russia.
È molto importante tenere d’occhio questa tendenza: l’apparizione di un’opposizione (veramente) patriottica, lentamente ma sicuramente crescente (al contrario dei clown pagati dalla CIA nel campo liberale russo). Per quanto riguarda l’opposizione “ufficiale” (LDPR, KPRF e Russia Giusta), potrebbero decidere di tirare fuori un po’ di denti, inizialmente piccoli, da lattante, ma solo se questa tendenza accelererà potrebbero decidere di sembrare un po’ più credibili. Fino ad ora i partiti LDPR e KPRF, piuttosto zoppi e ridicoli, sono solo una forma collettiva di giullari di corte senza un reale potenziale di opposizione. Basta guardare come il KPRF, completamente screditato dalla loro scelta pazzesca del milionario Grudinin come candidato, è saltato sul disastro, in termini di pubbliche relazioni, della riforma delle pensioni per provare improvvisamente a lanciare un referendum. Questo non sarebbe mai successo in passato.
Il panorama politico in Russia sta diventando più complicato, il che è positivo e negativo. È un male perché il credito politico personale di Putin soffre, per quanto poco per adesso, a causa della sua continua incapacità [in italiano] di eliminare dal Cremlino la Quinta Colonna, ma è anche positivo perché, se le cose si mettessero male, Putin non avrà altra scelta che (finalmente!) sbarazzarsi almeno dei membri più famosi della Quinta Colonna. Ma fondamentalmente è il popolo russo a dover decidere. Vuole davvero vivere in una società capitalista di stampo occidentale (con tutte le politiche russofobe e l’adozione della “cultura” degenerata allo stadio terminale che tale scelta implica), o vogliono una “società sociale” (per usare le stesse parole di Putin?) – ovvero una società in cui la giustizia sociale ed economica e il bene del paese sono posti al di sopra dei profitti aziendali e personali.
Si potrebbe dire che questa è una battaglia tra avidità ed etica.
Il futuro della Russia e di gran parte del mondo dipenderà dal risultato di questa battaglia.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 18 gennaio 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
leggerti è come respirare una ventata di spirito
Grudinin …sarà la soluzione dei problemi interni di Putin..
Rimproverei a Putin la mancanza di iniziative di contro-guerriglia mediatica che l’Occidente ha posto in essere contro Putin per renderlo inviso alla sua Nazione, ed inoltre la necessità di predisporre di una carica politica collegiale che prefiguri il dopo Putin con Putin dietro le quinte in modo che l’ìOccidente/USA sappia che la Russia non ha solo Putin a difenderla dagli appetiti economici euro-americani e dai conflitti sotto-traccia che snervano la fiducia dei russi nella loro capacità di resistere e vincere anche sul piano economico .
Quest’anno potrebbe essere decisivo sul destino del mondo occidentale in Asia e in altre parti del mondo.
Innanzittutto buonasera a Tutti,
A parte i soliti dovuti complimenti per l’articolo e l’augurio che la situazione politica russa volga al meglio per il popolo russo, ho pero’ un appunto da rivolgere al Saker:
Non ti pare in alcuni punti di esaltare un po’ troppo la Figura di Lenin?? Per quel che riguarda la verita’ storica incontrovertibile fu lui a creare il regime di oppressione poliziesca in CCCP ; causa primigenia e fondamentale a mio avviso del suo crollo ( credo infatti che materialmente i Sovietici non se la passasero cosi’ male come la nostra propaganda ci inculca e ci ha inculcato…) ripromettendomi di andare persolnalmente nella stupenda Russia prima o poi saluto e spero di non essere stato frainteso…
Gabriele
” (…) Quando gli USA finalmente mangeranno la polvere, dichiarerete semplicemente che “la democrazia è morta” e che il “collasso degli Stati Uniti ha dimostrato che la democrazia non è un regime praticabile”? ”
Ma certo; anche se non sarà quell’evento a dimostrarlo, bensì le contraddizioni insanabili intrinseche della democrazia, già evidenziate, tra gli altri, degli stessi teorici di quel sistema e da vari liberali (da Stuart Mill a Tocqueville), nonché da Platone.
No futuro for democracy: era già scritto.