La suspense è finita, e ora conosciamo i nomi di tutti i membri del nuovo governo russo. Potete vedere la lista, per esempio, su questo buon riepilogo [in inglese] pubblicato da RT.
Ciò che è importante in questo momento è non solo che cosa è accaduto, ma anche che cosa NON è accaduto. Partirò da due cose estremamente importanti che NON sono successe:
Prima di tutto, il governo russo NON è rimasto invariato. Gli scettici avevano predetto che non sarebbe cambiato alcunché, che sarebbero rimaste le stesse persone, ma forse in posti diversi, e che i cambiamenti sarebbero stati principalmente di facciata. Non è stato così. In realtà, 12 hanno mantenuto il posto e gli altri 9 sono stati sostituiti.
Secondo, NON è stata una totale eliminazione del blocco degli Integrazionisti Atlantici. Si vede in maniera molto chiara con Anton Siluanov, che è rimasto a capo del ministero delle Finanze. Ma Siluanov è stato degradato, e non è più il primo vice del Primo Ministro russo, posizione che è stata assunta da Andrei Belousov, quindi davvero un enorme cambiamento. Per quanto riguarda Medvedev, gli hanno dato “una promozione d’oro”, cioè la posizione perlopiù tecnica di vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo.
Quindi, che cos’è successo?
La maggior parte degli osservatori russi sottolineano due cose fondamentali:
Primo, è un governo altamente competente e tecnicamente qualificato. E’ vero (e probabilmente per la prima volta), ogni posizione del nuovo gabinetto è occupata da un professionista la cui expertise è unanimemente riconosciuta.
Secondo, questo è un governo molto non-ideologico. Questo non vuol dire che la politica sociale ed economica della Russia non cambierà: cambierà, e il nuovo governo lo indica chiaramente, specialmente con la nomina di Mishustin a Primo Ministro e di Andrey Belousov come suo primo vice. Entrambi sono noti per essere dei grandi sostenitori di ciò che in Russia viene chiamato “capitalismo di Stato”, cioè una filosofia economica in cui lo Stato non soffoca l’imprenditorialità privata, ma è direttamente e pesantemente coinvolto nel creare le condizioni economiche opportune per far crescere il settore pubblico e privato. Più importante ancora, il “capitalismo di Stato” mette in secondo piano l’unico obiettivo del mondo aziendale (realizzare profitti) rispetto agli interessi dello Stato stesso e, quindi, agli interessi del popolo.
Detto in altre parole: addio turbocapitalismo alla maniera dell’integrazionismo atlantico!
La Russia ha fatto della lotta contro la povertà una priorità strategica nazionale, qualcosa che i Russi volevano da anni, e che il precedente “blocco economico” non ha mai considerato una priorità.
Inoltre, nel governo è rimasto invariato l’intero blocco dei Sovranisti Eurasiatici. Il che indica due cose:
Primo, la sicurezza nazionale russa e la politica estera non cambieranno.
Secondo, i Sovranisti Eurasiatici hanno finalmente indebolito gli Integrazionisti Atlantici ad una tale livello che un Medvedev “ingabbiato” educatamente nel Consiglio di Sicurezza russo o un Siluanov “ingabbiato” nel nuovo governo russo hanno smesso di rappresentare una seria minaccia per il futuro della Russia.
In altre parole, ci possiamo aspettare che il nuovo governo faccia ancora più sforzi verso l’obiettivo finale della piena “sovranizzazione” della Russia (questo obiettivo si ritrova anche nei cambiamenti della nuova Costituzione, che ora metterà le leggi nazionali russe al di sopra di ogni trattato o accordo internazionale, che è un altro obiettivo di lunga data dei Sovranisti Eurasiatici).
Tutto ciò che posso dire ora è “finalmente!”
Un’altra cosa importante che non possiamo non notare è che Putin ha deciso di procedere con una evoluzione, non con una rivoluzione. Lui infatti ha usato il termine “bilanciato” per descrivere questo nuovo governo. Ci sono molte persone, me incluso, che avrebbero preferito non vedere più i nomi di Medvedev e Siluanov, ma ci sono anche molte persone (forse molti di più) che, vedendo ancora questi nomi, potrebbero sentirsi rassicurati sul fatto che la Russia non si stia per imbarcare in un diverso e radicale corso politico. Francamente, io penso che nel secolo scorso la Russia abbia avuto sufficienti rivoluzioni, guerre, grandi sconvolgimenti e terribili tragedie. Ovviamente, ci sono dei vantaggi nella stabilità e in una graduale correzione.
Inoltre, un nuovo governo che risulta essere formato esclusivamente sulla base dei meriti dei suoi singoli membri, può probabilmente creare molto più consenso rispetto ad uno radicale dal punto di vista ideologico.
Che cosa porterà questo alla Russia?
Direi che i Sovranisti Eurasiatici hanno finalmente assicurato il loro pieno controllo sullo Stato russo, e che la fine degli Integrazionisti Atlantici sia ora un dato di fatto. Dato che in questo nuovo governo gli unici chiaramente identificabili gruppi diversi dai Sovranisti Eurasiatici sono i tecnocrati, questo dà alla Russia una possibilità molto più grande di porsi in maniera più forte e unita di fronte all’Impero Anglosionista, che ora è chiaramente diventato imprevedibile e quindi molto pericoloso (l’uccisione di Soleimani è il miglior esempio delle azioni di un Impero che ha perso totalmente ogni senso della realtà).
E’ interessante notare anche la reazione delle notizie della propaganda per l’Impero. Di seguito ci sono due dei miei esempi preferiti:
Mentre in Occidente gli “esperti sulla Russia” sono solitamente persone che non conoscono praticamente nulla della Russia, e quel poco che sanno non lo capiscono, è rassicurante (e, siamo onesti, consolante) vedere la rabbia impotente che hanno provato i difensori dell’Impero Anglosionista che, chiaramente, hanno perso il controllo sulla Russia (nonostante avessero il controllo TOTALE della Russia degli anni ’90!).
Infine, la nomina del nuovo governo lascia l’opposizione russa – sia quella parlamentare “ufficiale” sia quella cosiddetta “non-sistemica” – in un caos totale: la prima finge solo di opporsi alla politica del Cremlino, mentre la seconda è così talmente screditata che non può neanche entrare alla Duma. Questa mancanza di ogni opposizione credibile potrebbe sembrare vantaggiosa, specialmente per coloro che, come me, sostengono il Cremlino, ma in realtà è solo un’altra faccia di un problema molto più profondo: la Russia rimane un paese che si identifica in una sola persona, Putin, e non in un sistema sano e stabile. Le ultime riforme hanno fatto passi molto positivi nella direzione giusta (i poteri e le responsabilità della Duma sono stati aumentati) ma la Russia rimarrà la “nazione di Putin” per il prossimo futuro.
Il Saker
*****
Articolo pubblicato su The Saker il 22 gennaio
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
Putin ha la capacità di comprendere che l’evoluzione verso il dopo Putin con Putin in una posizione di Garante, è quanto di meglio potevano sperare i sovranità euro-asiatici sia i sostenitori di Putin oltre i confini Russi.
la sicurezza Russa ,anche per questa era di passaggio dall’ egemonia USA ad una dell’Eurasia è imperniata sulla” Trojka” Putin -Lavrov-Sciogu che hanno il polso dei pericoli e minacce in corso d’opera che vengono dall’Occidente.
Per il seguito, si vedrà l’esito dell’attacco del Pentagono e Stato Profondo contro Trump,che se cadrà attiverà il partito della Guerra contro la Russia.
Sono veramente contento che la Russia si avvia ad una alternativa diversa della “via del comunismo” e della “via del capitalismo”. La “Terza Via” del Capitalismo di Stato
dove i guadagni vadano al popolo e non ad una piccolissima percentuale di privati