Oggi, dopo aver atteso il più a lungo possibile, il Presidente Putin ha finalmente rivolto la parola al popolo russo sul tema della riforma delle pensioni, e ha detto la propria opinione in merito. Quando i pigri pagliacci che gestiscono il sito web presidenziale russo finiranno di tradurre il testo completo, apparirà qui: http://en.kremlin.ru/events/president/news/58405. Potete anche controllare un buon riassunto fatto da RT qui: https://www.rt.com/politics/437112-putin-on-changes-in-russian/ [entrambi i link in inglese]. Il mio scopo oggi non è quello di commentare la sostanza di ciò che Putin ha detto, ma la dimensione politica della sua mossa.
Innanzitutto, il suo discorso è stato a dir poco geniale. Putin ha prontamente ammesso che questo è un argomento molto controverso, e che le sue opinioni in merito sono cambiate perché l’economia russa si è evoluta, ed è cambiata radicalmente. Così facendo ha abilmente deviato le critiche su questo tema, che aveva evitato fino ad ora.
In secondo luogo, Putin ha affermato che per via dell’aspetto controverso della riforma proposta, i partiti di opposizione hanno colto questa opportunità per ottenere punti. Putin ha dovuto dire questo perché tutti i partiti politici della Duma hanno respinto questa proposta, e chiesto un referendum o le dimissioni del governo Medvedev. Solo “Russia Unita” (tranne una persona) ha votato in favore questo progetto, e sembra che anche la maggioranza del popolo russo sia contraria. Questo è il motivo per cui Putin ha aggiunto che c’erano alcune proposte costruttive che dovevano essere adottate nella legge finale. In altre parole, Putin non sembrava aver “fatto marcia indietro” o “concessioni”, ma ha dimostrato la sua disponibilità ad ascoltare l’opposizione e il popolo russo.
In terzo luogo, Putin ha offerto alcune concessioni/emendamenti che dovrebbero affrontare, almeno in una certa misura, alcune delle preoccupazioni di coloro che si oppongono a questo progetto. Soprattutto, Putin ha detto che erano state prese in considerazione altre opzioni, ma che questa era l’unica realistica e responsabile. Putin ha quindi posto la responsabilità di elaborare un piano migliore sull’opposizione, e ha indicato che nessun piano simile avrebbe funzionato.
Tutto questo è molto importante perché per la prima volta dal 1993 il Presidente russo non si trova di fronte ad una falsa opposizione “di corte” o ad agenti di influenza pagati dall’Impero, ma un’opposizione reale e patriottica che sostiene Putin, ma non Medvedev e il suo governo . Fino a questa estate, i partiti di opposizione della Duma erano, francamente, per lo più “finti partiti d’opposizione” che non contavano davvero, ma con la polemica sulla riforma delle pensioni questo ha cambiato le cose e Putin si è adattato alla situazione: è riuscito ad ottenere un equilibrio molto preciso tra l’apparire in pieno accordo con il governo Medvedev e l’accettare le richieste dell’opposizione. Affrontando direttamente il popolo russo e facendo appello alla sua comprensione per quelle che sono effettivamente scelte difficili, Putin è, ancora una volta, riuscito ad usare con successo il suo immenso capitale politico personale per districarsi da una situazione potenzialmente pericolosa (in termini politici).
Sarà interessante osservare nei prossimi giorni e settimane come i principali leader dell’opposizione sceglieranno di rispondere al messaggio di Putin. La mia sensazione è che dovranno attenuare la veemenza delle loro critiche per paura che finiscano col fare politica spicciola per giochi puramente politici. In sostanza, tuttavia, il problema rimane tutt’altro che risolto, e c’è la possibilità molto reale che Putin e, ancor più, Medvedev dovranno fare ulteriori concessioni.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 29 agosto 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
E’ di tutta evidenza che Putin è stato lungimirante quando si è presentato alle elezioni presidenziali come candidato indipendente proponendosi come garante dei diversi interessi stratificati della società Russa.
Può dunque non sostenere la linea del governo in carica anche se è il suo governo; questa politica prudente toglie anche argomenti al mondo occidentale che lo presenta al proprio interno come dittatore ed altro.
I Russi ,la maggior parte, hanno ora in mano la grande responsabilità di sostenere il loro presidente che deve conciliare gli interessi geopolitici dello Stato con quelli dell’economia liberistica che è nelle mani di grandi magnati provenienti da una classe di giovani burocrati (degli anni 90)sovietici che si emancipò alla velocità della luce dagli organi del decrepito apparato sovietico.
I Russi possono imparare dagli esperimenti del mercato interno della UE e dai conflitti che essa sta generando al proprio interno ,ma dovranno comprendere che l’economia non dovrà mai sradicare dall’anima dei russi la loro umanità che ha anche in sé la capacità di travolgere i poteri che tentano e provano ad umiliarla.
Una Russia eltsiniana, liberista o iperliberista come questa, che ha rifiutato qualsiasi idea di socialità e solidarietà umana, che fa del profitto in ogni sua forma il Dio assoluto, in sintonia con FMI, WTO e quant’altro non si riprenderà mai come Paese dall’enorme sfascio e saccheggio seguito alla distruzione dell’Unione Sovietica. Consoliderà solo la già notevole ricchezza della nuova classe dirigente oligarchica e il degrado e abbrutimento del resto della società regredita materialmente di settant’anni e spiritualmente molto di più. Comunque questa riforma come tutto il resto è solo la testimonianza, il risultato concreto della loro deliberata sudditanza culturale nei confronti dell’Occidente.