In un saggio pubblicato recentemente, uno stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin descrive il sistema di governo in Russia. È in contrasto con la solita visione “occidentale” dello stato russo “autocratico”.
I media statunitensi spesso raffigurano la Russia come uno stato gerarchico, gestito dai capricci di un solo uomo. Citano studiosi occidentali pagati per sostenere questa posizione. Un esempio è questo editoriale sul Washington Post di venerdì:
Perché la Russia non rimpiange più la sua invasione dell’Afghanistan [in inglese]
Putin sta rivalutando la storia per difendere le avventure all’estero.
Il 15 febbraio 1989 gli ultimi soldati dell’esercito sovietico lasciarono l’Afghanistan. Più tardi quell’anno il Congresso dei Deputati del Popolo, il Parlamento eletto dell’URSS, approvò una risoluzione che condannava la guerra:
Ora, tuttavia, il governo russo sta valutando di ribaltare questo precedente verdetto, con la Duma che ha deciso di approvare una risoluzione che rivaluta ufficialmente l’azione come un intervento che ha avuto luogo entro i limiti del diritto internazionale e nell’interesse dell’URSS.
Gli autori attribuiscono il passaggio al presidente russo, e affermano che lo fa per giustificare gli impegni della Russia nelle guerre attuali:
Il Cremlino sta riscrivendo la storia per giustificare retrospettivamente l’intervento in paesi come l’Ucraina e la Siria, mentre cerca di riconquistare il suo status di potenza globale.
…
Per evitare l’opposizione interna, [Mosca] non può permettere al pubblico di percepire la Siria attraverso il prisma dell’esperienza afghana. Putin e i suoi alleati hanno deciso di affrontare questo problema frontalmente reinterpretando quell’esperienza.
…
Ecco perché forse Putin e i legislatori russi stanno segnando il triste anniversario del ritiro sovietico dall’Afghanistan tentando di attribuire un significato a quella lunga guerra perduta e senza senso.
L’editoriale è tipico della rappresentazione negativa della Russia e del suo leader eletto. Ogni mossa nelle viscere della Federazione Russa viene attribuita, senza prove, al suo presidente e ai suoi moventi sempre nefandi.
Oltretutto è completamente sbagliato. La nuova risoluzione di cui parla non è mai arrivata al voto [in inglese]:
Il disegno di legge afghano della Duma, da tempo annunciato, doveva riapparire per la considerazione finale all’inizio di questa settimana, firmato da Putin in tempo per l’anniversario di oggi. Inaspettatamente, tuttavia, il disegno di legge è scomparso all’ultimo minuto, con addetti ai lavori che citano la mancanza di accordo su una bozza finale.
Venerdì [il suo autore], Frants Klintsevich ha confermato al The Independent che la sua iniziativa non ha ricevuto “il sostegno necessario”. Dice che c’erano problemi di stesura e che il disegno di legge è stato rinviato per via degli emendamenti. “Potrebbe, o potrebbe non” essere resuscitato, ha aggiunto: “Continueremo a lottare per esso. Non so se avremo successo”.
La risoluzione, che gli autori del Washington Post affermano essere motivata dal bisogno di Putin di giustificare gli attuali interventi, non è stata affatto incoraggiata da Putin, il Cremlino l’ha fermata. Come si adatta tutto ciò alle presunte motivazioni di cui sono ispiratori?
La visione “occidentale” della guerra sovietica in Afghanistan, la “lunga guerra persa e senza senso”, è che è stata una catastrofe per l’Unione Sovietica e ha portato alla sua fine (pdf [in inglese]). Questa visione è sbagliata. La guerra non fu né priva di significato, né persa.
La guerra fu vista come strategicamente necessaria per impedire agli Islamisti fondamentalisti, finanziati dagli Stati Uniti, di penetrare nelle repubbliche meridionali dell’Unione Sovietica. Quando l’esercito sovietico si ritirò dall’Afghanistan lasciò dietro di sé un esercito afghano ben equipaggiato e capace. Il governo afgano fu in grado di resistere ai suoi nemici finanziati negli Stati Uniti per altri tre anni. Crollò solo dopo la fine del sostegno finanziario dalla Russia.
In termini di dimensioni e costo relativo, la guerra afghana e il suo impatto interno sull’Unione Sovietica furono solo un terzo delle dimensioni e dell’impatto della guerra degli Stati Uniti in Vietnam. La Guerra del Vietnam non ha distrutto gli Stati Uniti e la guerra sovietica in Afghanistan non ha distrutto l’Unione Sovietica. Le ragioni della sua fine sono state l’inflessibilità ideologica e una crisi di leadership.
Questi problemi ora sono stati risolti.
Lo scorso lunedì Vladislav Surkov [in inglese], a stretto contatto con Putin, ha pubblicato un saggio fondamentale sulla natura del governo della Russia:
Lo Stato Duraturo di Putin [in inglese]
Il saggio, intenzionalmente provocatorio, è centrale per capire cosa motiva la nuova Russia, e come e perché funziona così bene (rispetto ai periodi precedenti).

Vladislav Surkov
“Esiste solo l’impressione di avere una scelta”, è la prima frase. L’illusione di avere una scelta è solo un trucco dello stile di vita occidentale e della democrazia occidentale, scrive Surkov. Dopo la catastrofe sociale ed economica degli anni ‘90, la Russia si è disinteressata a tale sistema. Conseguentemente:
La Russia smise di crollare, iniziò a riprendersi e tornò alla sua naturale e unica condizione possibile: quella di una grande comunità di nazioni in crescita che unisce territori. Non è un ruolo umile che la storia del mondo ha assegnato al nostro paese, e non ci permette di uscire dal palcoscenico mondiale o di rimanere in silenzio tra la comunità delle nazioni; non ci garantisce il riposo e predetermina il carattere difficile del nostro modo di governare.
La Russia ha trovato un nuovo sistema di governo, dice Surkov. Ma non è ancora all’altezza della sua piena capacità:
La macchina politica su vasta scala di Putin sta solo ora accelerando e preparandosi per un lavoro lungo, difficile e interessante. Il suo impiego a pieno regime è ancora molto lontano, e tra molti anni in Russia ci sarà ancora il governo di Putin, proprio come la Francia contemporanea continua a chiamarsi la Quinta Repubblica di de Gaulle…
Sottolinea come la Russia all’inizio (si veda il discorso [in inglese] di Putin del 2007 a Monaco) ha avvertito dei pericoli della globalizzazione e della liberalizzazione guidate dagli Stati Uniti, che cercano di sbarazzarsi dello stato-nazione.
La sua descrizione del sistema di governo “occidentale” arriva al sodo:
Nessuno crede più nelle buone intenzioni dei politici. Sono invidiati e quindi sono considerati corrotti, furbi o semplicemente delle canaglie. Serie televisive popolari, come “The Boss” [inedita in Italia] e “House of Cards”, ritraggono oscure scene quotidiane dell’establishment.
A una canaglia non deve essere permesso di andare troppo lontano, per il semplice motivo che è una canaglia. Ma quando intorno a te (immaginiamo) ci sono solo canaglie, si è costretti ad usare delle canaglie per tenere a bada altre canaglie. Mentre qualcuno tira fuori un cuneo usando un altro cuneo, un altro caccia una canaglia usando un’altra canaglia… C’è una vasta scelta di canaglie e regole non chiare, pensate per far sì che le loro battaglie abbiano come risultato un legame. È così che nasce un sistema benefico di controlli ed equilibri – un equilibrio dinamico di malvagità, un equilibrio di avidità, un’armonia di truffe. Ma se qualcuno dimentica che questo è solo un gioco, e inizia a comportarsi disarmonicamente, lo stato profondo sempre vigile si precipita in soccorso, e una mano invisibile trascina l’apostata nelle profondità oscure.
In contrasto con il sistema occidentale, la Russia non ha uno stato profondo. Il suo governo è aperto, non necessariamente bello, ma tutti possono vederlo. Non c’è uno stato profondo in Russia, dice Surkov, c’è invece una nazione profonda:
Con la sua gigantesca massa, la nazione profonda crea una forza insormontabile di gravitazione culturale che unisce la nazione e trascina giù per terra (verso la terra natia) l’élite quando tenta periodicamente di librarsi sopra di essa in modo cosmopolita.
A Vladimir Putin viene affidata la guida della nazione profonda della Russia perché la ascolta:
La capacità di ascoltare e di comprendere la nazione, di vederla attraverso tutta la sua profondità e di agire di conseguenza – questa è la virtù unica e più importante del governo di Putin. È adeguato ai bisogni delle persone, segue il loro stesso percorso, e ciò significa che non è soggetto a sovraccarichi distruttivi dalle controcorrenti della storia. Questo lo rende efficace e duraturo.
Questo esclusivo sistema russo lo rende superiore:
Il modello contemporaneo dello stato russo inizia con la fiducia e si basa sulla fiducia. Questa è la sua principale distinzione dal modello occidentale, che coltiva la sfiducia e la critica. E questa è la fonte del suo potere.
Surkov prevede che avrà un grande futuro:
Il nostro nuovo stato avrà una lunga e gloriosa storia in questo nuovo secolo. Non si sfalderà. Agirà da solo, vincendo e mantenendo i suoi punti vincenti nella più alta lega della lotta geopolitica. Prima o poi tutti saranno costretti a venire a patti con questo – compresi tutti quelli che attualmente chiedono alla Russia di “cambiare il suo comportamento”. Perché che abbiano una scelta è solo un’impressione.
Putin avrà firmato il saggio prima che venisse pubblicato. È, come il suo discorso di Monaco, una sfida pubblica alla classe dirigente occidentale. “Svegliatevi”, dice. “Non fate affidamento su quegli idioti che attribuiscono questo o quel motivo superficiale a noi, tutto questo va molto più in profondità”.
Gli analisti occidentali esperti di Russia scriveranno un mucchio di pessimi articoli sul saggio di Surkov. Probabilmente sosterranno che ciò dimostra che Putin ha manie di grandezza. Io per prima cosa l’ho letto come una descrizione onesta dello stato naturale della Russia.
Per fortuna non dobbiamo fare affidamento sugli “esperti”. Coloro che vogliono capire la Russia possono leggere loro stessi il saggio [in inglese].
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Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 16 febbraio 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Se io fossi Putin mi guarderei bene di costruire la sicurezza dello Stato sulla fiducia dei governati e ciò perché lo Stato non deve confidare nelle opere di bene e del consenso dei suoi cittadini che possono essere negati appena le difficoltà ed i pericoli fossero incombenti; tantomeno bisogna aver fiducia di quelli che governano altri Stati che s’insinuano nello Stato per disarticolarlo con l’inganno e con la corruzione non disdegnando l’uso della forza(USA docet ).
Putin , pur considerando l’evoluzione della filosofia politica(generata dal cultura occidentale), sa che al pari di Ivan il Terribile, di cui deve avere letto “Un buon governo nel Regno”(carteggio con il principe Andrej Kurbskij).egli dovrà innanzitutto difendere lo Stato dai desideri di conquista della Patria da parte degli USA e dei loro Stati subalterni occidentali.
E non c’è alcun limite alla punizione verso coloro che oseranno tentare la conquista di una Terra proibita ai Tiranni USA.