Il discorso del presidente russo Vladimir Putin alla Conferenza Economica Internazionale di San Pietroburgo lo scorso fine settimana mostra l’assedio del governo russo da parte della politica economica neoliberista. Putin ha difeso il globalismo e il libero scambio e ha avvertito che la crisi sarà il risultato della distruzione del sistema globale.

In realtà, la crisi è il risultato del globalismo e dell’economia neoliberale. Per la Russia, l’economia neoliberale significa crisi economica e politica [in inglese].

L’economia neoliberale produce una crisi economica interna, perché trasferisce occupazione in attività ad alta produttività e ad alto valore aggiunto, come la manifattura e le abilità professionali negoziabili come l’ingegneria dei software, dalle economie sviluppate, come Stati Uniti, Regno Unito ed Europa, alle economie dove i salari sono molto più bassi. L’economia neoliberista è anche la base della finanziarizzazione, che devia il surplus economico dagli investimenti reale al servizio del debito. Messi insieme, questi impatti devastanti dell’economia neoliberale uccidono la crescita economica. Basta guardare all’esperienza di non crescita del mondo occidentale nel 21° secolo, dove la crescita è stata limitata ai prezzi delle attività finanziarie, mentre l’occupazione ben pagata scompare.

Il problema non è solo che l’economia neoliberale è un espediente per la finanziarizzazione e la rovina delle popolazioni a beneficio degli oligarchi e delle multinazionali. Il problema più grande è che la fiducia del governo russo nell’economia neoliberista rende la Russia incapace di sostenere le pressioni di Washington. La Russia non può resistere a Washington e neanche a Israele, perché il governo crede che il successo economico della Russia dipenda dall’integrazione nel sistema economico occidentale. Per mantenere la porta aperta, la Russia accetta continuamente provocazioni che incoraggiano altre provocazioni.

Ci sono situazioni in cui questo comportamento è da statista ed encomiabile, ma non in questa situazione, perché la crisi va oltre l’economia. La prudente diplomazia di Putin è percepita a Washington come una debolezza. I neoconservatori che controllano il governo degli Stati Uniti sono votati all’egemonia statunitense. Sono già pieni di orgoglio. Ogni volta che vedono Putin indietreggiare, diventano più fiduciosi di poter, con più pressione, costringere la Russia alla sottomissione.

Ad esempio, i neoconservatori hanno letto la posizione di Putin di fronte all’attacco missilistico di Trump alla Siria, un attacco basato su un’evidente bufala, come mancanza di nervi. L’accettazione di Putin dell’attacco di Washington è stata molto dannosa per la credibilità della Russia tra i neoconservatori di Washington. Quello che hanno visto è stato Putin che ha accettato un attacco contro un alleato per la cui difesa la Russia ha impiegato le sue forze armate. Che senso ha ripulire la Siria dagli jihadisti sostenuti dagli americani, e quindi permettere a Washington e Israele di attaccare la Siria?

Ho spiegato la posizione di Putin come una sua scommessa sul fatto che l’aggressività di Washington potrebbe dividere il suo impero europeo purché la Russia non eserciti la forza in un modo che spaventi gli europei. In altre parole, Putin si sta comportando con cura, non in modo avventato. Questo è ammirevole, specialmente perché Putin ha delle super armi contro le quali l’Occidente non ha difesa.

La mia preoccupazione è cosa accadrà se la scommessa di Putin non lo ripagherà, e l’effetto della moderazione di Putin sarà convincere i neoconservatori che la Russia può essere costretta alla sottomissione. Non penso che la Russia possa essere costretta alla sottomissione, ma i neoconservatori metteranno la Russia in un angolo in cui la Russia dovrà combattere o arrendersi. La Russia combatterà, e sarà la fine di tutti noi.

In altre parole, se la mirabile strategia di Putin fallisce, i neoconservatori, che sono già più pieni di arroganza di quanto lo fosse Hitler quando inviò la Wehrmacht a marciare contro la Russia, spingeranno la Russia verso la guerra.

Pertanto, ho suggerito una strategia diversa: che Putin smetta di essere accomodante. Ad esempio, potrebbe smettere di accettare attacchi statunitensi e israeliani contro la Siria. Questi attacchi sono illegali secondo la legge internazionale. Sono azioni di criminali di guerra, secondo lo standard di Norimberga stabilito dagli stessi Stati Uniti. Putin potrebbe fornire alla Siria il sistema di difesa missilistica S-300, ma su richiesta di Washington e Israele Putin non ha rispettato il contratto; un altro esempio, secondo i neoconservatori, della mancanza di nervi di Putin, una lettura errata che incoraggia Washington nelle sue provocazioni.

Una strategia meno accomodante comporta il rischio di spaventare gli europei con l’aggressività russa, come la chiamerebbero le prostitute della stampa occidentale [presstitute]. Tuttavia, questa strategia non comporta il rischio di convincere i tracotanti neoconservatori che Putin è una fighetta. L’effetto su Washington potrebbe essere positivo e riportare Washington al tempo in cui gli Stati Uniti rispettavano l’Unione Sovietica. L’effetto sull’Europa potrebbe essere quello di rendere l’Europa consapevole del fatto che è il conflitto avviato da Washington a minacciare l’Europa, non una minaccia dalla Russia.

È chiaro che i neoconservatori pensano alla Russia come nient’altro che un ostacolo a breve termine all’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Proviamo a valutare alcune prove a favore della strategia diplomatica di Putin. Il presidente francese Macron, il burattino di Washington, che ha truppe francesi nella parte della Siria occupata dagli Stati Uniti, viene criticato da Russia Today per essere andato al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo con la missione di “mantenere la Russia nella famiglia europea[in inglese].

Macron, che ha truppe francesi nella parte della Siria occupata da Washington, o sta rompendo con Washington, o sta ingannando Putin incoraggiandolo nella sua convinzione che l’Europa si separerà da Washington e accoglierà la Russia nella “casa comune europea”, incoraggiando così più concessioni da parte di Putin.

Il governo russo si sta illudendo di fare più concessioni e accettare più richieste, che servono l’agenda di Washington e Israele invece che della Russia e dei suoi alleati? L’ultima richiesta di Washington è che Putin convinca l’Iran a ritirare i suoi contingenti militari dalla Siria. Putin ha fatto come richiesto, ma l’Iran ha rifiutato, con la motivazione che, a differenza degli Stati Uniti, della Francia e degli jihadisti mercenari di Washington, l’Iran è in Siria su richiesta siriana. Il risultato è che Washington e Israele, che continuano ad attaccare la Siria, sono riusciti a creare tensioni tra Russia e Iran [in inglese].

Per evitare una spaccatura con un alleato necessario, Putin avrebbe potuto invece dire a Washington che la Russia e l’Iran si ritireranno dopo che Washington rimuoverà le forze inviate in Siria. Washington si è affrettata a sfruttare la spaccatura e ha informato Putin che Washington non approva che la Russia adempia al contratto per consegnare aerei militari e il sistema di difesa aerea S-300 all’Iran. Se Putin accoglierà anche questa richiesta di Washington, renderà molto più facile agli Stati Uniti e Israele attaccare l’Iran.

Washington ha vinto di nuovo. La disputa tra Russia e Iran lascia l’Iran più vulnerabile ad un attacco militare statunitense, un attacco che un certo numero di commentatori vede in elaborazione. Se l’Iran verrà destabilizzato, sarà più facile destabilizzare la Russia.

Che cosa ha convinto Putin ad accontentare di nuovo Washington? Altre minacce alla Siria da Washington e Israele. Il 28 maggio Washington ha informato il governo siriano che se tenterà di liberare Daraa dagli invasori stranieri che stanno occupando, con il supporto di Washington, il territorio siriano, la Siria riceverà una “risposta ferma” da Washington [in inglese]. Israele ha informato la Siria che la Siria non è autorizzata ad utilizzare le sue difese aeree per proteggere il proprio territorio contro gli aerei israeliani che operano all’interno del territorio siriano [in inglese].

In altre parole, Washington e Israele hanno ricompensato la concessione di Putin vietando alla Siria di difendersi.

Il regime neoconservatore di Washington è fiducioso che Putin sia bloccato in modalità arrendevolezza, e che riuscirà persino a negoziare il ritiro della Russia dalla Siria. Se ciò accadrà, Washington ricomincerà la guerra per rovesciare il governo siriano.

Con la Russia in fuga, Putin può aspettarsi un attacco ucraino ordinato da Washington alle repubbliche separatiste russe, che la Russia ha lasciato in sospeso, e anche attacchi dell’ISIS organizzati da Washington contro la Russia attraverso le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale [in inglese]. L’attacco ucraino potrebbe verificarsi durante la Coppa del Mondo, quando il governo russo si concentrerà sul prestigio di ospitare la Coppa del Mondo e non sulla sua politica estera.

Quando la Russia sarà incorporata nell’economia occidentale, diventerà uno stato vassallo.

Ma per ora la Russia sta festeggiando, mostrando la grande partecipazione al Forum di San Pietroburgo, tra cui quella del presidente francese, come prova che la Russia non è isolata e spera di ottenere altro prestigio dalla Coppa del Mondo.

Forse qualcuno nel governo russo ricorderà che è stata la sua concentrazione sulle Olimpiadi di Soci a consegnare l’Ucraina nelle mani di Washington.

*****

Articolo di Paul Craig Roberts pubblicato sul suo sito il 29 maggio 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Condivisione: