Le politiche occidentali e israeliane, da lungo tempo guidate dagli Stati Uniti, incolpano ripetutamente e pesantemente le vittime di aggressione e altri illeciti commessi contro di loro.
La provocazione di Kiev nel Mar Nero domenica scorsa ha violato gli articoli 19 e 21 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto Marittimo (UNCLOS).
L’articolo 19 afferma che il passaggio è “innocente” purché non contrario alla pace, al buon ordine o alla sicurezza delle aree costiere. Altrimenti è “pregiudizievole” – termine che definisce l’inaccettabile provocazione di Kiev questa domenica.
Il diritto di passaggio innocente si applica solo alle navi straniere, non agli aeromobili, se non nell’esercitare il “diritto di assistenza” – legato all’obbligo da tempo riconosciuto dalle nazioni di prestare assistenza in caso di pericolo o di rischio in mare.
Il passaggio innocente si applica agli stretti utilizzati per la navigazione internazionale, in conformità con le disposizioni UNCLOS, anche in situazioni di conflitto armato.
L’articolo 21 richiede che le navi straniere che esercitano il diritto di passaggio innocente attraverso le acque territoriali di un altro paese rispettino “tutte le norme internazionali generalmente accettate” relative al territorio e alla sicurezza marittima.
Navigare attraverso le acque territoriali di un’altra nazione richiede il permesso delle autorità governative. Altrimenti è illegale, il modo in cui l’Ucraina ha chiaramente agito domenica.
Le sue navi sono provocatoriamente e illegalmente entrate nelle acque russe senza permesso. Le manovre pericolose hanno reso il reato più eclatante.
Così sono aumentate le tensioni regionali. L’inviato russo dell’OSCE Aleksandr Lukaševič ha definito la provocazione di Kiev un nuovo modo per far sì che il regime di Trump imponga sanzioni più dure a Mosca.
Il Segretario Generale della NATO, insediato dagli Stati Uniti, Jens Stoltenberg, rigurgita ciò che Washington gli chiede di dire, ribaltando la verità:
“Non vi è alcuna giustificazione per l’uso della forza militare contro navi e personale navali ucraini. Quindi chiediamo alla Russia di liberare immediatamente i marinai ucraini e le navi catturate ieri”.
Nikki Haley ha difeso l’indifendibile, il suo modo coerente di operare, sostenendo la provocazione di Kiev invece di condannarla, dicendo:
“Faccio questa dichiarazione a nome degli Stati Uniti, del Regno dei Paesi Bassi, della Polonia, della Svezia e del Regno Unito. Siamo uniti nell’opporci all’attacco della Russia (sic)”, e aggiungendo:
“Sosteniamo fortemente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i confini internazionalmente riconosciuti, che si estendono alle sue acque territoriali. Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per l’incidente, che rappresenta una pericolosa escalation e violazione del diritto internazionale”.
L’inviato ucraino dell’ONU Volodymyr Elčenko ha invitato i membri del Consiglio di Sicurezza ad adottare sanzioni contro la Russia, dicendo: “Questo è l’unico modo. La Russia non capisce nessun’altra lingua, sfortunatamente”.
Dmitrij Poljanskij, il Primo Vice Rappresentante russo alle Nazioni Unite, ha giustamente affermato che la provocazione di Kiev nel Mar Nero è stata approvata dall’Occidente, forse pianificata e orchestrata dagli estremisti dei regimi di Trump e Theresa May.
Lunedì, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno fatto pressione su altri quattro membri del Consiglio di Sicurezza per respingere la richiesta della Russia di una sessione di emergenza sulla provocazione ucraina nel Mar Nero. Il voto è stato il seguente:
I paesi contro la sessione includevano Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Perù e Polonia. Russia, Cina, Kazakistan e Bolivia erano a favore. Quattro altri paesi si sono astenuti.
La questione sarà discussa ancora, Poljanskij ha detto che “nessuno può impedire alla Russia, in qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza, di sollevare questioni che riteniamo importanti nell’agenda a cui si riferiscono”.
Una dichiarazione del Ministero degli Esteri russo ha detto che “il 26 novembre, è stato convocato l’incaricato d’affari ucraino ad interim a Mosca, Ruslan Nimčinskij, per esprimere una forte protesta in relazione alla grave violazione da parte delle navi della marina ucraina delle regole del passaggio pacifico nelle acque territoriali della Federazione Russa nel Mar Nero il 25 novembre 2018”.
La dichiarazione è caduta inascoltata a Kiev, a Washington, a Londra, e in altre capitali e media occidentali che sostengono le loro azioni illegali.
Separatamente, il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che “tutta la responsabilità del possibile sviluppo negativo della situazione di conflitto nella regione del Mar Nero-Mar d’Azov è interamente ucraina”.
Tre navi ucraine e i loro 24 membri dell’equipaggio sono stati fermati e detenuti domenica.
Speriamo che Mosca si irrigidisca con Kiev, chiedendo il rilascio di cittadini russi detenuti illegalmente dal regime di Kiev – mantenendo il controllo sulle sue navi e marinai fino alla loro liberazione.
La Legge Marziale in Ucraina sarà in vigore per 30 giorni, dal 26 novembre fino alla fine di dicembre, forse per essere estesa al nuovo anno.
In risposta alla chiara e inaccettabile provocazione di Kiev, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha detto che la Russia “ha agito in stretta conformità con la legge, sia col diritto internazionale che col diritto interno”, aggiungendo:
La provocazione di Kiev “è stata un’invasione di navi da guerra straniere nelle acque territoriali della Federazione Russa”.
Le navi di Kiev “sono entrate illegalmente nelle acque territoriali della Russia, non rispondendo a nessuna richiesta delle nostre guardie di frontiera. Non hanno risposto all’offerta di utilizzare servizi di pilotaggio, ecc. Quindi tutte le azioni sono state prese in stretta conformità con la legislazione”.
Le critiche inaccettabili alla Russia in seguito all’incidente di domenica probabilmente continueranno.
Resta da vedere come gli estremisti del regime di Trump e i loro partner imperiali risponderanno a quanto accaduto.
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Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo sito il 27 novembre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
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