Ancor prima che una sola palla venisse calciata durante la Coppa del Mondo FIFA in Russia, c’erano state minacce, promesse e suggerimenti da parte di vari governi sul modo migliore di affrontare Vladimir Putin e il suo cosiddetto diabolico circolo di autoritari. A marzo, l’allora Segretario agli Esteri del Regno Unito Boris Johnson ha affermato [in inglese] che il presidente Vladimir Putin avrebbe tratto molto giovamento dall’evento, come fece Hitler durante i Giochi Olimpici di Berlino del 1936.
Per correttezza nei confronti di Johnson su un aspetto importante, i giochi di tale portata sono destinati ad essere il materiale di alti elogi e di immagini vaporose; nessuno Stato, a prescindere dalle vicissitudini del suo sistema politico, lascerà mai che un tale evento vada nel regno dello sport puro. È assiomatico che ne seguirà debitamente dell’auto-pubblicità.
La Russia ci fornisce un esempio particolarmente difficile. La storia della Russia per l’Occidente è una storia di immagini su misura, accuratamente confezionate, un processo di gestione con vari gradi di severità e delirio enigmatico. Quando l’Unione Sovietica era gonfia di cadaveri all’indomani delle carestie del 1932 e del 1933, risultato di una collettivizzazione catastrofica, alcuni giornalisti, tra i quali soprattutto Walter Duranty del New York Times, trassero le conseguenze necessarie. Il moderno bolscevico, andava di moda questo particolare argomento dello sviluppo moderno, stava portando disciplina e ordine alla barbara marmaglia delle steppe. “Hanno vissuto in catapecchie e porcilaie per secoli, e i bolscevichi hanno mostrato loro che la via d’uscita è tramite l’educazione”.
I tentativi di mettere Putin su un piedistallo di pura brutalità, il leader di una vasta impresa cleptocratica, sono stati fatti con vari gradi di successo. Certo, essere uno scribacchino in Russia, in particolare un dissenziente che fiuta con sdegno la politica del presidente, è un lavoro pericoloso che richiede un’assicurazione sulla vita decente. Quindi, quando si tratta di grandi spettacoli come la Coppa del Mondo, come descrivere lo stato di Putin?
Tutto sommato, si è trattato di teatro, apparenza, spettacolo. I giocatori hanno fatto quello che dovevano fare, e anche meglio di così, per la maggior parte hanno giocato un calcio coinvolgente che è culminato in una delle finali più prolifiche nella storia del torneo. Gli eventi, per la maggior parte, sono andati bene. I residenti di lunga data a Mosca, come Steve Rosenberg della BBC, l’hanno considerata [in inglese] “una terra di Oz, altrimenti nota come “Coppa del Mondo di Russia”, i tifosi di tutto il mondo” hanno affollato le strade della città. “In oltre 20 anni di vita a Mosca, non ricordo un momento in cui la città si è sentita più rilassata, più cosmopolita, più accogliente”.
Tali eventi tendono ad essere costosi, un punto che i manifestanti [in inglese] di Rio 2014 si sono dedicati a imprimere nei visitatori, indignati per i capitali spesi per ospitare l’evento. Stadi migliori potrebbero aver incoraggiato i funzionari a vantarsi un po’, ma questo non ha migliorato gli standard di vita. In Russia 2018, c’è stato appena un mormorio. Gli stadi hanno impressionato; c’erano viaggi in treno gratis per le sedi delle partite; c’è stato un buon ordine.
Paradossalmente, Putin, nel fare un patto con il presidente della FIFA Gianni Infantino per tenere la politica fuori dal torneo, ha permesso al torneo di diventare una sfarzosa esposizione di una visione politica: uno spettacolo per sfatare la narrativa occidentale sulla bruttezza e la brutalità russa. Il suo pubblico è stato debitamente ricettivo. “Mi è stato detto che la polizia nella Piazza Rossa sta sorridendo”, ha detto Infantino [in inglese] a Putin. “Questo è fantastico. Questo è esattamente ciò che è la Russia. Questa è la nuova immagine che abbiamo della Russia”.
La Coppa del Mondo è stato un alibi gigantesco per lo stato di Putin, un mezzo per tamponare le critiche che possono essere innescate contro gli avversari in momenti come questi. “Come storica della Russia specializzata nella strategia mediatica del Cremlino”, ha scritto Cynthia Hooper [in inglese], “vedo la conferma di una vittoria in termini pubbliche relazioni di Putin nei titoli di tutto il mondo”. Per la rivista di attualità tedesca Der Spiegel [in tedesco], l’evento ha “mostrato la Russia sotto una nuova luce”.
I critici russi, ha spiegato un contento Konstantin Kosačev, presidente della commissione per gli affari esteri della camera alta del parlamento russo, “hanno fallito. Siamo felici che così tante persone nel Regno Unito e in altri paesi abbiano avuto un’occasione unica di non vedere canali come la BBC che raccontano storie sulla Russia, ma di vedere la vera Russia con i loro occhi”. Per quanto riguarda Putin stesso, è rimasto contento [in inglese] di quei “cosiddetti blogger – le persone che lavorano nei social media [che] hanno contribuito a demolire numerosi stereotipi sulla Russia”.
Ma tale è la natura della caccia all’autentico – può essere tutto e niente, assenza e presenza. La polizia con l’ordine geniale di sorridere ai tifosi può anche impegnarsi all’occorrenza in un giro di vite. L’autentico può essere sia generoso che brutale.
Questa presunta Coppa del Mondo apolitica ha anche ispirato la volontà da parte di altre potenze di accettare, almeno in parte, la posizione di Putin. Gli sforzi di imprigionare il leader russo in un obbrobrio ermetico sono essenzialmente falliti.
Nonostante fosse un critico della politica estera russa, il presidente francese Emmanuel Macron [in inglese] ha comunque annunciato che avrebbe incontrato Putin alla finale stessa. Nonostante tutti i rapporti tesi tra Berlino e Mosca, entrambi hanno avuto il tempo di concludere il controverso accordo per il gasdotto Nord Stream 2 [in inglese], un punto che ha interessato abbastanza il presidente degli Stati Uniti Donald Trump da fargli affermare che la Germania era “totalmente controllata” dal colosso russo.
La linea dura di Washington, ossessionata dalle sanzioni, viene vista da alcuni stati europei come improduttiva e interessata solo a sé stessa. Mentre la Russia rimane, in superficie, un tradizionale spauracchio unificante, il fronte dell’opposizione, come nella maggior parte dell’Europa di questi tempi, è traballante.
Putin impiegherà un po’ di tempo a crogiolarsi negli ultimi bagliori, ma sarebbe sciocco pensare che molto sia cambiato. Gli spettacoli teatrali sono di durata limitata, punteggiature di evasione dal tedio. Alla fine il sipario cala; il pubblico torna a casa a rimuginare sulla direzione. Alcuni potrebbero averne dei buoni ricordi. Ma queste non sono cose che fanno mettere il cibo sul tavolo, né ristabiliscono la pace. Lo spettacolo di calcio si sposta sull’improbabile Qatar, un promemoria sul fatto che la FIFA è più un gruppo affaristico e finanziario alla ricerca di sponsor appropriati per la Coppa che un organismo calcistico.
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Articolo di Binoy Kampmark pubblicato il 17 luglio 2018 su Counterpunch
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
con tutto il rispetto,per il sito, ma alla fine quale è il senso di questo pezzo?
che il campionato del mondo di calcio,un avvenimento di richiamo planetario si è svolto in maniera tranquilla e senza
che tutte le varie catastrofe e minacce abbiano avuto luogo?(attentati.hooligans razzisti russi etc)
che l’evento sia stato organizzato in maniera esemplare?-1-
che nonostante la guerra fredda il pubblico occidentale ne sia rimasto entusiasta?
O sono io che sono ignorante e debbo studiarmi questo Binoy Kampmark per capire che pesce è?
-1-geniale l’idea di regalare un card ad ogni straniero per disporre gratis di tutti i mezzi di trasporto pubblici russi..
quale migliore modo per controllare tutti gli spostamenti di ogni tifoso..