La formula, secondo la quale il 3,5% della popolazione in protesta è sufficiente per un cambio di regime in un paese, non funziona in Bielorussia a causa delle forze dell’ordine, che sostengono la volontà della maggioranza.
Gli eurodeputati esortano i generali bielorussi a non obbedire a Lukashenko
Un gruppo di membri del Parlamento Europeo ha invitato i comandanti delle forze armate della Bielorussia a non obbedire al presidente Aleksandr Lukashenko.
L’appello è stato firmato da 25 dei 704 eurodeputati, ha riferito DW il 7 ottobre. La lettera è indirizzata, in particolare, al Ministro della Difesa della Bielorussia, Viktor Khrenin, al Capo dello Stato Maggiore Generale Aleksandr Volfovich e ad altri – 24 importanti ufficiali militari bielorussi in totale.
Gli eurodeputati hanno definito Lukashenko “la mente della violenta presa del potere e del colpo di Stato”. Pertanto, qualsiasi istruzione che provenga da lui, a loro avviso, è illegittima. I deputati fanno notare che dare ed eseguire ordini illegali è un crimine che la comunità internazionale non ignorerà.
I generali dovrebbero decidere da soli se dedicarsi al giuramento di difendere il popolo bielorusso, o seguire le istruzioni illegali dell’usurpatore illegittimo, Aleksandr Lukashenko.
Secondo gli eurodeputati, “il popolo bielorusso considera Svetlana Tichanovskaja la vincitrice delle elezioni e la presidente legalmente eletta della Bielorussia”.
I generali bielorussi insoddisfatti della leadership politica
Come sottolinea il canale Telegram “Trykatazh”, l’appello degli eurodeputati cadrà su un terreno fertile, perché “ci sono i semi del dubbio tra i generali”.
Secondo gli autori del canale, i massimi comandanti delle forze armate bielorusse non sono contenti dello stile di comando insicuro di Viktor Khrenin. Sono anche scontenti del fatto che il suo predecessore, Andrej Ravkov, sia stato costretto a scrivere un rapporto di dimissioni dopo la storia dei 33 “terroristi” russi di cui ha riferito a Lukashenko.
La leadership politica sta cercando di incastrare Khrenin. Secondo quanto riferito, c’è una registrazione audio trapelata fatta da uno dei più alti ufficiali in un incontro con Khrenin, in cui ha chiesto la dura repressione delle proteste in Bielorussia.
Il canale Telegram cita un documento in cui si dice che c’è stata una cospirazione tra i generali. Uno dei cospiratori era il Vicesegretario del Consiglio di Sicurezza della Bielorussia, Andrej Vtjurin, che sta scontando una condanna per corruzione, e diversi ufficiali di alto rango del Ministero degli Affari Interni e del Ministero della Difesa, di cui tre sono già stati arrestati.
La cospirazione aveva il nome in codice “Change”. Lo scopo della cospirazione è impedire un nuovo mandato presidenziale a Lukashenko, che i cospiratori consideravano il principale e unico ostacolo per il normale sviluppo della Bielorussia. Stavano elaborando diversi possibili scenari – dal rifiuto volontario di Lukashenko di partecipare alle elezioni attraverso l’influenza della Russia, o della sua cerchia più stretta, al sostegno di un forte candidato alternativo, o anche all’eliminazione fisica di Lukashenko, ha sottolineato il canale Telegram Trykatazh.
Non c’è fumo senza incendio
È un segreto di Pulcinella che il sostegno delle forze di sicurezza è di importanza decisiva per la continuità e la stabilità del potere. Nonostante l’enorme pressione che è stata finora esercitata su Nicolas Maduro con l’introduzione di strutture di potere parallele in Venezuela, egli non può essere rovesciato solo per la lealtà dell’esercito e dei servizi di sicurezza. Ora stanno cercando di attuare uno scenario simile in Bielorussia legittimando Svetlana Tichanovskaja come leader parallela.
Erica Chenoweth, politologa dell’Università di Harvard, ha coniato la cosiddetta regola del 3,5%. Crede che finché il 3,5 per cento della popolazione scenderà in piazza per tenere proteste pacifiche, questa percentuale della popolazione potrebbe essere sufficiente per rovesciare un dittatore. È degno di nota che Minsk, la capitale della Bielorussia, è una città di 2 milioni di persone.
Secondo la regola della Chenoweth, il regime di Lukashenko sarebbe dovuto cadere il 30 luglio, durante la manifestazione pre-elettorale di Svetlana Tichanovskaja, che ha riunito, secondo gli attivisti per i diritti umani, ben 70mila persone. Tuttavia, in Bielorussia, la formula del 3,5% non funziona, e neanche in Venezuela, per un semplice motivo: le forze di sicurezza sostengono la volontà della maggioranza delle persone, ma non la volontà del 3,5% di esse.
Lukashenko dovrebbe sedersi e riflettere: appelli come quelli dei membri del Parlamento Europeo non emergono senza motivo. L’esercito bielorusso non può essere soddisfatto del fatto che le sue informazioni segrete trapelino online, né riescono a capire cosa impedisca a Lukashenko di imporre la legge marziale sullo sfondo di proteste su larga scala e scontri con i civili. La crisi in Bielorussia potrebbe aggravarsi da un momento all’altro, e sarà innanzitutto l’esercito a cui verrà data la colpa.
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Articolo di Ljuba Lulko pubblicato su Pravda Report l’8 ottobre 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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“Secondo gli eurodeputati, “il popolo bielorusso considera Svetlana Tichanovskaja la vincitrice delle elezioni e la presidente legalmente eletta della Bielorussia”.
E questi sarebbero i campioni della “democrazia”! Sono solo dei golpisti!