Il nuovo anno non è solo una festa universale per diversi paesi, ma anche un momento in cui i nostri avversari occidentali riassumono i risultati di un altro anno di governo di Vladimir Putin. In teoria i governanti del mondo e i detentori delle quote di controllo della vera democrazia e di un insieme di verità non devono affatto preoccuparsi dei risultati delle attività dell’esecutivo supremo del paese, che a ovest di Kaliningrad viene comunemente definito “paese stazione di servizio” e “potenza regionale” che sta per crollare a causa dell’isolamento diplomatico. Tuttavia, la Russia e il suo presidente non danno riposo ai giornalisti e alla comunità di esperti occidentali. Pertanto, per il nuovo anno l’agenzia americana di informazioni finanziarie Bloomberg ha pubblicato [in inglese] un articolo analitico su larga scala che ricorda piuttosto un saggio psicoterapico progettato per calmare il lettore americano, che viene periodicamente spaventato da diversi anni dagli hacker russi, dall’agente del KGB Trump alla Casa Bianca, dalla crescita dell’influenza russa in Medio Oriente, dalla presenza della Russia nell’Artico e dalle nuove armi nucleari dell’esercito russo.
Da un punto di vista professionale, si può solo simpatizzare con gli autori dell’articolo: scrivere una sincera menzogna in questo caso è impossibile, ma la verità è così dolorosa che il lettore deve essere rassicurato dalla formula: “Sì, la Russia è davvero al culmine della sua forma dagli ultimi 20 anni, ma ci sono dubbi sul fatto che andrà tutto così bene in futuro”.
Se guardiamo alla Russia moderna e al suo presidente attraverso gli occhi dei giornalisti americani, appare la seguente immagine: “Sotto Putin, la Russia ha ottenuto di nuovo un po’ della forza geopolitica esercitata dall’Unione Sovietica, irritando la maggior parte delle 29 nazioni della NATO nel processo. Ha approfondito i legami con la Cina, ha annesso la Crimea dall’Ucraina, ha cambiato le sorti della guerra in Siria, ha venduto sistemi avanzati di difesa aerea alla Turchia, membro della NATO, e ha raggiunto importanti accordi su armi e petrolio con un alleato chiave degli Stati Uniti, l’Arabia Saudita, nonché col Venezuela – interferendo presumibilmente nelle elezioni negli Stati Uniti, nel Regno Unito e altrove”, scrive Bloomberg.
In queste circostanze, sembrerebbe difficile per i propagandisti americani trovare motivi di ottimismo, ma Thomas Graham, il principale “esperto di Russia” nell’amministrazione presidenziale di Bush Jr., sta venendo in loro soccorso. L’esperto ha fornito una valutazione autorevole delle prospettive del nostro paese per i prossimi dieci anni.
“Se confrontate la Russia di oggi con il 2000, quando Putin è salito al potere, è in una posizione molto migliore. Ma se la guardate nei prossimi 10 anni, la domanda è come la manterrà?” Chiede retoricamente Graham, probabilmente sottintendendo che non sarà possibile preservare i risultati positivi accumulati dalla Russia in 20 anni, o che non vede un modo per risolvere i problemi che affliggono il nostro Paese.
Vale la pena notare che dopo che Vladimir Putin è salito al potere, la comunità di esperti stranieri ha iniziato una serie di previsioni fallimentari sul futuro della Russia. Difficilmente può essere considerata una coincidenza. Basta ricordare le previsioni fatte dall’élite degli scienziati americani sul mondo in generale, e sulla Russia in particolare, nel 2000. Circa 20 anni fa, il National Intelligence Council, l’entità che coordina tutte le agenzie di intelligence statunitensi, ha deciso di fare una previsione di come sarebbe stato il mondo nel 2015. I migliori scienziati degli Stati Uniti, provenienti da vari settori scientifici, nonché esperti della CIA, università militari americane, specialisti di armamenti britannici, economisti e diplomatici sono stati coinvolti per lavorare a questa macro-prognosi. Il rapporto risultante da numerose discussioni è stato quindi pubblicato e ampiamente diffuso nello spazio informativo [entrambi i link in inglese] occidentale.
La Russia sembrava in una situazione piuttosto brutta nelle previsioni dei migliori esperti americani per il 2015. La popolazione del nostro paese doveva scendere a 130-135 milioni di persone. Ci si aspettava che la Russia sarebbe stato un paese sempre più debole che avrebbe avuto solo uno strumento di influenza sull’agenda mondiale – il veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per il nostro paese si prevedeva la piena impotenza geopolitica e l’incapacità di “imporre la propria volontà” anche ai paesi più vicini nello spazio post-sovietico. I tentativi di integrarsi in qualche modo nell’economia mondiale e nei mercati finanziari, secondo questa previsione, erano destinati a fallire. I previsori americani non avevano da dire nulla di buono nemmeno sui russi. Per i russi erano previsti “alcolismo, malattie cardiache, dipendenza dalle droghe e deterioramento del sistema sanitario”. Come ciliegina sulla torta di questa previsione, si può menzionare la previsione che la Russia avrebbe avuto vaste aree con inquinamento da radiazioni entro il 2015, perché il nostro paese non sarebbe stato in grado di gestire le proprie centrali nucleari e altre infrastrutture.
Diamo un’occhiata ai risultati dando ai previsori un vantaggio in meno di cinque anni (ovvero facendo un confronto con il 2020, non con il 2015). I russi – sono più di 146milioni. Secondo l’FMI, il PIL russo a parità di potere d’acquisto (che, a differenza del PIL nominale in dollari equivalenti, riflette più o meno obiettivamente la dimensione dell’economia in megawatt, tonnellate e calorie, cioè fa un adeguato adeguamento per la differenza di prezzo) è quasi alla pari [in inglese] del PIL tedesco e supera quello di Francia e Regno Unito.
Rosatom è l’orgoglio [in russo] del nostro paese, e gli specialisti russi costruiscono centrali nucleari in quasi tutto il mondo.
L’aspettativa di vita è aumentata dai 65 del 2000 ai 72,7 del 2017 [primo link in inglese, secondo in russo].
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di alcol pro capite in Russia è diminuito [in russo] del 43% dal 2003 al 2016.
La storia dell’incapacità della Russia di gestire infrastrutture complesse appare perfetta sullo sfondo delle foto dell’“impossibile” Ponte di Crimea, delle Olimpiadi di Sochi e del vertice dell’APEC a Vladivostok. E le previsioni sull’incapacità della Russia di proiettare la propria volontà anche nello spazio post-sovietico difficilmente conforterebbero l’esercito georgiano “modellato sulla NATO da istruttori della NATO usando i soldi della NATO” nel 2008, e gli esperti americani non riescono ancora a capacitarsi del ritorno della Crimea al suo porto nativo. E se nel 2000 gli esperti della CIA avessero detto a qualcuno che l’OPEC avrebbe coordinato il mercato petrolifero con la Russia, e il fondo pensionistico della California per i dipendenti pubblici avrebbe investito [in inglese] in titoli di stato russi, questo profeta sarebbe stato mandato in un manicomio, anche se avrebbe avuto ragione al 100%.
Questo sguardo indietro è necessario per guardare con un certo scetticismo alle prospettive di realizzazione delle previsioni più o meno apocalittiche che fanno i moderni esperti occidentali. Per noi sono previsti guai economici, e vengono invocati gli stessi argomenti: il potere in Russia è presumibilmente troppo centralizzato, l’economia è troppo lenta, la politica estera è troppo indipendente e i nostri oppositori americani credono fermamente che dal momento che il bilancio militare USA supera l’intero bilancio della Russia, prima o poi vinceranno sicuramente. Resta da augurare ai nostri avversari di continuare, come 20 anni fa, a curare e custodire le loro illusioni. E la Russia certamente sorprenderà di nuovo tutti.
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Articolo di Ivan Danilov pubblicato il 2 gennaio 2020 su Stalker Zone
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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