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Il blocco militare di 28 membri ha, un’altra volta, negato “categoricamente” di porre qualsiasi minaccia nei confronti della Russia, sostenendo che l’allargamento in corso “non è diretto contro nessuno”.

Questi commenti sono solo gli ultimi nella guerra di parole tra NATO e Russia, ma sono un altro esempio di quanto siano insensati e contraddittori gli argomenti dell’alleanza.

Previsione dal 1949

Ma per prima cosa, torniamo indietro un momento. Circa tre mesi e mezzo dopo che la NATO era stata costituita nel 1949, l’allora senatore USA Robert A. Taft – il figlio del Presidente William Howard Taft – tenne un discorso nel quale spiegava le ragioni per cui aveva votato contro la creazione dell’alleanza.

Armando le nazioni contro l’Unione Sovietica, Taft diceva che la NATO esisterebbe semplicemente come una “alleanza militare difensiva ed offensiva contro la Russia”. Aggiunse: “Io credo che la nostra politica essere dovrebbe essere innanzitutto improntata alla ricerca della sicurezza e della pace, e credo che un’alleanza di questo genere possa più facilmente produrre guerra che pace.”

Taft si spingeva a dire che provocare i Russi in questo modo avrebbe condotto allo scoppio della Terza Guerra Mondiale, una guerra che avrebbe potenzialmente potuto “distruggere la civiltà su questa terra”.

Da questo punto di vista, Taft aveva qualcosa che oggi manca a Washington: il beneficio della lungimiranza. Senza necessariamente essere d’accordo su tutto, riusciva a mettersi nei panni della Russia e capiva che sarebbe stato illogico non tenere in alcun conto le sue preoccupazioni. Si preoccupava che, se la Russia avesse iniziato a percepire di essere “accerchiata” da “cosiddette armate difensive”, ciò avrebbe potuto creare i presupposti per la guerra.

Critiche “infondate”?

Andiamo velocemente in avanti di sessantasei anni per ritrovarci in un mondo senza l’Unione Sovietica, ma con una varietà di altri problemi molto reali e pressanti. Oggi, gli attuali leader della NATO sono fermamente convinti che, anche sa l’Unione Sovietica potrebbe essere stata il motivo che ne ha determinato l’esistenza, la sua potenza militare adesso non è diretta contro nessuno in particolare. Qualunque cenno al fatto che la NATO e le sue politiche possano essere viste come una minaccia sono “infondate” e non serve che nessuno si preoccupi; la NATO è un’alleanza puramente “difensiva”.

Ma, ecco, qualcosa non torna.

In che considerazione può essere tenuta l’affermazione secondo cui l’allargamento della NATO in Europa non avrebbe nulla a che fare con la Russia, quando negli ultimi anni svariati Capi di Stato e ufficiali di alto livello in UE e USA – compreso Barack Obama – hanno parlato della Russia come una delle più grandi minacce per l’umanità? Come può la NATO definire la Russia una minaccia, e il minuto dopo affermare che la propria espansione non ha niente a che fare con essa?

Ricordate che Obama ha nominato la Russia come una delle principali minacce alla sicurezza nel 2015 – assieme all’ISIS e ad Ebola. Il Segretario per la Difesa Usa Ashton Carter ha etichettato la Russia come “minaccia molto, molto significativa” e un gruppo di altri generali del Pentagono,  si sono allineati su queste posizioni, affermando con enfasi il fatto che la Russia sia non solo una minaccia, ma una minaccia “esistenziale”. Dall’altra parte dello stagno, l’anno scorso abbiamo visto il Segretario agli Esteri britannico Philip Hammond nominare la Russia come “l’unica grande minaccia” alla sicurezza del Regno Unito. In quale universo la Russia possa decidere di attaccare la Gran Bretagna è difficile da immaginare, ma strombazzare la ‘minaccia dalla Russia’ sembra che facesse furore l’anno scorso.

Naturalmente, quando il Pentagono inizia a nominare i potenziali cattivi, molto probabilmente lo fa per  iniziare il solito gioco del ‘dateci un budget più grande’ – a dispetto del fatto che già il Pentagono spende circa dieci volte più di quanto faccia la Russia sulla difesa.  Se non hai altre idee, lo spettro di una guerra con una Russia minacciosamente impegnata a prendere il dominio del mondo è probabilmente sempre un buon modo di scongiurare tagli. Ma quando lo stesso presidente inizia a mettere la Russia nell’elenco delle minacce, quasi allo stesso livello di un barbaro e sanguinoso gruppo di terroristi, allora siamo di fronte a un pronunciamento piuttosto forte.

È anche per questo che ha poco senso credere ai portavoce NATO quando si affannano per far sapere a tutti che l’espansione non avrebbe nulla a che fare con la Russia. Allo stesso modo, dovremmo prendere con le pinze l’affermazione di Washington secondo cui anche il sistema di difesa anti missile – naturalmente – non ha nulla a che fare con la Russia.

È interessante però notare che, quando si invertono i ruoli e Vladimir Putin nomina gli USA e la NATO per la prima volta come una minaccia alla sicurezza nazionale, è uno scandalo. È “fondamentalmente sbagliato” per i Russi vedere gli USA come una minaccia dice il portavoce del Pentagono, Capitano Jeff Davis. Semplicemente non c’è “alcuna ragione” di etichettare gli USA come una minaccia per la sicurezza della Russia. Su, dai, quel pazzo di Putin non capisce proprio nulla.

Quindi, ricapitoliamo: la Russia è una minaccia per gli USA, ma gli USA non sono una minaccia per la Russia e sarebbe persino terribilmente sciocco anche solo suggerire una cosa del genere.

L’improbabilità della guerra non nega la minaccia

Anche se resta estremamente improbabile che possiamo assistere ad un conflitto a larga scala tra Russia e NATO – dato che nessuno dei due ha un vero interesse ad attaccare l’altro – l’espansione della NATO continua a costituire un vero problema per la Russia. Dopo tutto, nel mondo possono verificarsi svolte imprevedibili. Garantire la sicurezza duratura della Russia e la sua stabilità è la priorità principale di qualunque presidente russo.

Questa è un’analogia che è stata fatta un milione di volte, ma veramente, provate solo a immaginare per un momento come reagirebbero gli USA se un’alleanza militare a guida russa avesse marciato sino ai propri confini in Canada o in Messico, o in entrambi. Qualunque garanzia da parte di Mosca che non ci sia “nessuna minaccia” per gli USA, troverebbe forse credito a Washington? Certo che no.

Pensate a questo: la NATO reagisce furiosamente quando un aereo militare russo vola vicino ai suoi confini nel Mar Baltico. È una “provocazione” quando la Russia tiene esercitazioni militari sul proprio territorio, e sottomarini russi immaginari hanno in più di un’occasione provocato vero e proprio panico.

Per comprendere realmente l’illogicità che permea il modo di pensare della Casa Bianca e del Pentagono riguardo alla questione NATO/Russia, considerate che il precedente Segretario alla Difesa USA Chuck Hagel si è effettivamente lagnato del fatto che la Russia fosse “alla porta di casa della NATO” e sembrava essere piuttosto confuso su come ci fosse arrivata. Quando è stato interrogato dal reporter di AP Matt Lee riguardo a questo strano commento, l’addetto stampa del Pentagono, segretario John Kirby, non aveva molto da dire, perché lui aveva “a stento una laurea in storia”.

Ma questo ci porta a un argomento più ampio e meno divertente. L’atteggiamento di Washington nei confronti della Russia dal 1991 e dalla caduta dell’URSS è stato quello di un vincitore; noi abbiamo vinto, voi perso, e quindi non avete diritto a sostenere i vostri interessi. Alla Russia, agli occhi degli inquilini della Casa Bianca, semplicemente non è consentito avere una propria politica estera. Qualunque tentativo di Mosca di affermare una propria posizione in qualunque circostanza, è semplicemente “aggressione” e Putin un “antagonista” indisciplinato – perché, per farla semplice, qualunque sforzo volto ad alterare l’attuale ordine unipolare andrà incontro a un’enorme resistenza.

Il problema vero nei commenti del portavoce della NATO di questa settimana non consiste tanto nel fatto che qualcuno la accusi di prepararsi a lanciare un attacco di sorpresa alla Russia – ma piuttosto nel fatto che non può essere sempre una parte a decidere cosa costituisca una minaccia, e cosa no. La NATO può effettivamente credere che la Russia non dovrebbe considerarla una minaccia, ma se la Russia la avverte come tale, o ritiene che prevedibilmente lo possa diventare, allora le sue preoccupazioni dovrebbero essere tenute in considerazione.

Ecco un’idea per il 2016: con una crisi di rifugiati la cui fine non è in vista e la continua minaccia di esplosione di terrorismo nelle città europee a creare una miscela che scuote alle sue fondamenta il progetto UE, gli stati membri della NATO farebbero meglio a passare meno tempo a pensare alla Russia e un po’ di più a pensare a loro stessi – perché per una triste ironia, la NATO potrebbe essere  una minaccia più grande per se stessa che per chiunque altro.

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Articolo di Danielle Ryan pubblicato da Russia-Insider l’11 Gennaio 2016
Traduzione in Italiano a cura di Mario B. per SakerItalia.it

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