Questa settimana sono stato intervistato da una TV russa sulle possibili nuove sanzioni anti-russe che Washington sta considerando, sanzioni che proibirebbero a chiunque nel mondo intero di detenere titoli di Stato russi. Pensateci per un momento. Washington pensa di avere il diritto e il potere di impedire ai paesi sovrani e ai loro cittadini gli investimenti nei titoli di Stato russi. Qui siamo di fronte all’arroganza che si trasforma in follia.
Le obbligazioni russe sono un investimento eccellente. A differenza dei titoli di Stato americani, europei, inglesi e giapponesi, i titoli russi pagano buoni tassi d’interesse, e la Russia non ha praticamente alcun debito nazionale, a differenza dei governi fortemente indebitati di Stati Uniti, Europa, Regno Unito e Giappone.
Inoltre, il rublo russo è protetto da immense risorse energetiche da cui dipendono l’Europa e la Cina. L’unico modo per far cadere il rublo è quello di orchestrare vendite allo scoperto da parte delle banche centrali occidentali e giapponesi. Queste banche centrali possono stampare e gettare tutto il denaro di cui si prendono cura. Una banca centrale occidentale è ancor meno responsabile di un governo occidentale.
Il governo sovietico era abbastanza sensato da non lasciare che il rublo venisse scambiato su mercati che l’Occidente poteva manipolare, ma il governo russo, sottoposto al lavaggio del cervello dagli economisti neoliberisti americani, non ha il livello di comprensione del governo sovietico.
Tutte le minacce economiche di Washington alla Russia sono progettate per costringere il governo russo ad accettare lo stato di vassallaggio, come tutta l’Europa, il Canada, l’Australia e il Giappone. Le minacce possono funzionare solo perché il governo russo e l’Istituto di Economia dell’Accademia Russa delle Scienze hanno ignorato le lezioni che Michael Hudson ed io gli abbiamo insegnato. Si veda [tutti e tre i link in inglese]:
Ecco come Washington tenta di distruggere la fiducia della Russia. Prima Washington annuncia che sta prendendo in considerazione l’idea di vietare a chiunque nel mondo l’acquisto di un titolo di Stato russo. Citibank, considerata da molti un’organizzazione criminale totalmente dipendente dai sussidi della Federal Reserve, rilascia un’“analisi” inventata che, per citare Bloomberg, farebbe “precipitare il rublo fino al 15%, e il costo dei prestiti raggiungerà il massimo degli ultimi tre anni se gli Stati Uniti avanzeranno le proposte di imporre sanzioni sui titoli di Stato russi, secondo un nuovo modello sviluppato da Citigroup Inc.” Gli analisti di Citi Ivan Čakarov e Artem Zajgrin hanno detto: “Gli ulteriori deflussi di capitale generati da questo evento potrebbero alla fine indebolire il rublo” [in inglese].
Questa è un’assurda sciocchezza. Se Washington è in grado di costringere i propri vassalli a disfarsi di un buon investimento, solo il lavaggio del cervello russo da parte dell’economia neoliberista può consentire al sistema di funzionare.
Se, d’altra parte, i russi volessero liberarsi del loro lavaggio del cervello economico neoliberista, tutto quello che la banca centrale russa deve fare è comprare i titoli russi che Washington costringe i propri vassalli a vendere. Questo è esattamente ciò che le banche statunitensi, britanniche, europee e giapponesi hanno fatto per un decennio – acquistando le proprie obbligazioni (e titoli azionari) – facendone così salire il prezzo. In questo modo sono stati raggiunti i tassi di interesse zero/negativi nell’alleanza occidentale.
Qualche tempo fa Michael Hudson ed io abbiamo fatto notare al governo e alla banca centrale russi che la falsa credenza secondo la quale lo sviluppo della Russia dipende da prestiti stranieri e dalla vendita di preziosi beni russi agli stranieri in cambio di valuta estera, è totalmente falso. Il governo russo è intrappolato in una mentalità progettata da Washington.
Hudson ed io abbiamo sottolineato in termini che non potevano essere più chiari, che quando la Russia chiede prestiti all’estero per un piano di sviluppo, i dollari non vengono spesi all’interno dell’economia russa. I dollari presi in prestito (o sterline inglesi, euro, yen giapponesi) vanno nelle riserve estere delle banche centrali. La banca centrale stampa quindi i rubli equivalenti per finanziare il progetto di sviluppo.
È chiaro come il giorno a chiunque non sia stato lavato il cervello dagli economisti neoliberali americani, chi sono gli agenti di Washington, che non c’è assolutamente alcun motivo nei prestiti esteri della Russia. La banca centrale russa può creare i rubli per finanziare progetti di sviluppo russi indipendentemente dai prestiti dall’estero. Tutti i prestiti dall’estero fanno aumentare il debito estero della Russia, rendendo così la Russia più suscettibile alle sanzioni di Washington.
Finché la Russia rimarrà nella mentalità neoliberista, i neoconservatori americani, il cui obiettivo è distruggere la Russia, possono rilassarsi. L’economia neoliberista farà il lavoro per loro.
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Articolo di Paul Craig Roberts pubblicato sul suo sito il 3 agosto 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Assolutamente d’accordo con titolo ed articolo. La Russia avrebbe dovuto elaborare una propria via economica tenendo conto delle esperienze fatte. Una via ben distante dallo sfrenato liberismo a cui si è data che è ben illustrato nell’articolo.
Invece con l’acqua sporca (che c’è in ogni Paese) hanno buttato via anche il bambino cioè la loro prosperità, la loro libertà e la loro dignità scegliendo di scimiottare se possibile in peggio l’Occidente. Purtroppo non credo che questo sia un semplice abbaglio o un pur drammatico errore di valutazione ma una deliberata scelta di fondo che non sembrano voler rivedere. D’altra parte è difficile farlo tenendo un bell’attico, ottenuto gratis, sul Central Park…